Come è cambiata l’immigrazione in Italia negli ultimi 10 anni8 min read

22 Marzo 2019 Migrazioni Società -

di
Sociologo

Come è cambiata l’immigrazione in Italia negli ultimi 10 anni8 min read

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Di immigrazione in Italia si discute ormai ovunque. Da tema di studio per esperti del settore, la questione ha assunto una dimensione ordinaria nel dibattito pubblico nazionale, specie negli ultimi anni a seguito dell’aumento dei flussi di migranti in arrivo via mare (poi decisamente ridimensionati).

Tuttavia, analizzando le fonti a disposizione, è interessante notare che il fenomeno migratorio regolare è da considerarsi ormai stabile nei numeri da molti anni a questa parte, come evidente da un’analisi dei dati degli ultimi dieci anni che, in estrema sintesi, ci dice che l’immigrazione sta diventando un fenomeno stabile e stabilizzato. Qualche indizio:

1. Ci sono più stranieri di 10 anni fa, ma l’aumento è molto contenuto negli ultimi cinque anni.
2. L’aumento è dovuto soprattutto a bambini stranieri nati in Italia.
3. Sono in grande aumento le persone che acquisiscono la cittadinanza italiana.

Sono tre indizi. Fanno una prova?

Immigrazione in Italia: i dati 2009-2018

immigrazione in italia

Se analizziamo i dati Istat delle ultime dieci serie storiche disponibili (1/1/2009 – 1/1/2018) emergono alcune tendenze significative. La popolazione straniera regolare è sì aumentata da 3,8 a 5,1 milioni (con un’incidenza sulla popolazione complessiva che passa dal 6,5% all’8,5% attuale), ma negli ultimi cinque anni aumentata solamente di 220 mila persone: in pratica il numero degli stranieri regolari residenti in Italia è stabile dal 2014.

L’aumento della popolazione straniera residente in questi anni è dovuto sostanzialmente a due motivi: sanatorie di immigrati irregolari (400 mila tra il 2009 e il 2012 ad opera dei governi Berlusconi e Monti) e la nascita di bambini stranieri. Nel decennio considerato sono stati infatti 742 mila in Italia i neonati da coppie straniere, pari al 15% del totale dei bebè registrati all’anagrafe dal 2009 all’inizio del 2018.

La crisi demografica comincia tuttavia a manifestarsi anche tra la popolazione straniera: se dieci anni fa erano 77 mila i nuovi nati stranieri, nel 2018 questo valore si attesta a 66 mila unità, con un calo costante per ogni anno, nonostante l’aumento di popolazione straniera dal 2009.

I nuovi italiani

acquisizioni cittadinanza in italia

La vera crescita si registra nel numero degli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana: un milione negli ultimi 10 anni. Nel 2008 furono rilasciate 53.369 nuove cittadinanze, nel 2017 sono 148 mila (e per il 2018, seppur non in presenza di dati disponibili, si stima un numero simile), con un picco raggiunto nel 2016 con 201 mila cittadinanze concesse.

È interessante notare come cambia nel tempo il motivo di rilascio della cittadinanza: se infatti ancora nel 2012 la tipologia più numerosa erano le cittadinanze concesse per residenza (37%), seguite da quella per matrimonio (32%) e trasmissione/elezione (31%), a distanza di soli 5 anni questi numeri cambiano significativamente.

Nel 2017 infatti la prima tipologia è quella per trasmissione/elezione che sale al 43% delle cittadinanze concesse, poi per residenza (42%) e in vistoso calo per matrimonio (al 15%). Ciò significa che la maggior parte degli stranieri che oggi diventano italiani sono giovani nati o cresciuti in Italia, oppure coloro che sono da almeno 10 anni residenti in modo stabile sul territorio.

Siamo quindi di fronte a due tendenze: in primo luogo, il canale primario per entrare regolarmente in Italia continua ad essere quello del ricongiungimento familiare e dell’asilo, anche perché ormai dal 2015 il decreto flussi annuale prevede una quota di ingressi sempre intorno alle 30 mila unità (i cosiddetti lavoratori stagionali): dei 262 mila permessi di soggiorno rilasciati nel 2017, il 43% è stato per motivi familiari, il 38% per asilo e solamente il 5% per lavoro. Dall’altra parte, è cresciuta la fetta di immigrati diventati italiani, che naturalmente non vengono conteggiati più nella categoria “stranieri”.

Le comunità immigrate presenti in Italia: i dati 2009-2018

Dall’analisi comparativa sulle singole comunità di stranieri presenti in Italia emergono una serie di elementi di stabilità ma anche di novità. In Italia sono presenti cittadini di oltre 180 paesi, ma le prime sei collettività continuano a rappresentare oltre la metà di tutti gli immigrati residenti: il 53%, esattamente come nel 2009.

immigrazione in italia

Le prime sei comunità più numerose sono anche le stesse di 10 anni fa: in particolare si conferma la continuità delle comunità immigrate storiche (marocchina, filippina, rumena, albanese e ucraina), già presenti a partire dagli anni ottanta e novanta, così come quella di altre di più recente immigrazione (come quella cinese) ma in forte crescita.

Un dato molto significativo riguarda le comunità marocchina e albanese che sono stabili nei numeri anche perché, essendo le comunità di immigrazione in Italia più storica, vedono un numero crescente di loro membri diventare italiani (circa 190 mila marocchini e 170 mila albanesi hanno ottenuto la cittadinanza italiana dal 2009).

immigrazione in italia

Per quanto riguarda le novità, si registra in primis una notevole crescita delle comunità del subcontinente indiano, che insieme si attestano attorno al mezzo milione di persone, pari al 10% di tutti gli immigrati, ossia: India (151 mila residenti, + 65% rispetto al 2009), Bangladesh (131 mila, +100%), Pakistan (114 mila, +105%) e Sri Lanka (108 mila). Per la prima volta nella storia dell’immigrazione in Italia poi, due paesi dell’Africa subsahariana – Nigeria e Senegal – superano la soglia delle 100 mila persone residenti.

immigrazione in italia

Organizzando questi dati per continente, notiamo come la maggioranza degli stranieri continua ad avere la cittadinanza di un paese europeo: in particolare gli immigrati dai paesi dell’est Europa rappresentano circa il 33%, valore che sale al 45% se si aggiungono pure gli immigrati provenienti dalla ex-Jugoslavia e Albania (che, seppur non legati all’alleanza dei paesi comunisti con il Patto di Varsavia, furono sconvolti anch’essi dalla disintegrazione dell’URSS, con inevitabili conseguenze al proprio interno).

Più in generale, la distribuzione per continente di provenienza degli stranieri residenti in Italia è variata di poco negli ultimi 10 anni: la componente latino americana è stabile, quella asiatica in crescita, quella africana in leggero calo (l’avreste detto?).

Immigrazione in Italia: la composizione di genere

Un altro interessante parametro è la composizione di genere delle migrazioni in Italia, che al 2018 risulta divisa in 52% donne e 48% uomini. Analizzando più nel dettaglio le 10 comunità straniere più numerose, la distribuzione percentuale tra maschi e femmine rispetto a dieci anni fa rimane sostanzialmente simile, seppur con alcune variazioni anche significative all’interno delle comunità.

M-F 2018 M-F 2009
Romania 42-58 47-53
Albania 51-49 55-45
Marocco 53-47 58-42
Cina 50-50 52-48
Ucraina 22-78 20-80
Filippine 43-57 42-58
India 59-41 59-41
Bangladesh 72-28 66-34
Moldavia 33-67 33-67
Egitto 67-33 70-30

Da questo punto di vista possiamo distinguere tre tipologie principali di comunità immigrate.

Abbiamo comunità dove il rapporto tra la presenza maschile e femminile si trova in equilibro o con valori simili (cinese, albanese, marocchina, srilankese), molto probabilmente dovuto ad una maggiore presenza di famiglie riunitesi attraverso i ricongiungimenti familiari.

Comunità dove è prevalente la componente maschile (bangladese, egiziana, pakistana, senegalese), comunità di immigrazione più recente dove sono soprattutto presenti uomini venuti a lavorare, e dove sarà interessante verificare un eventuale riequilibrio nei prossimi anni.

Comunità infine a guida femminile (soprattutto sudamericane e dell’Europa dell’est), dove la maggior parte dei componenti è composta da donne lavoratrici single.

Distribuzione geografica degli stranieri in Italia

immigrazione in italia per regione

Il motivo principale della presenza straniera in Italia è legato al lavoro, ragione per cui questa si concentra soprattutto nei territori a forte livello industriale e produttivo: la metà di tutti gli immigrati infatti si distribuisce in sole quattro regioni del Nord: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna (55% nel 2009, 50% nel 2018).

Il lieve calo nella presenza di stranieri nelle quattro regioni citate è dovuto soprattutto al notevole incremento di presenza straniera nel Lazio, soprattutto per la capacità di attrazione di Roma nell’ambito ricettivo – turistico, tanto che sono oltre mezzo milione gli stranieri che oggi vivono all’interno dell’ambito territoriale città metropolitana Roma (ossia il 10% di tutti gli immigrati in Italia).

immigrazione in italia nelle regioni

Per quanto riguarda invece l’incidenza della popolazione straniera rispetto al totale della popolazione delle regioni, essa supera il 10% della popolazione complessiva in ben cinque regioni, soglia che nel 2009 nessuna regione toccava.

Immigrazione in Italia 2009-2018: Conclusioni

immigrazione in Italia
@Comune di Reggio Nell’Emilia

Per molti anni l’immigrazione in Italia, nonostante i primi flussi migratori sono risalenti già alla fine degli anni settanta, è stato un fenomeno su cui i dati erano parziali o mancanti del tutto.

Oggi è invece un fattore sociale conosciuto, e i numeri ci dicono che abbiamo una popolazione immigrata stabile dal 2014 intorno ai cinque milioni, mentre sempre più stranieri diventano italiani: circa un milione negli ultimi dieci anni. Questo significa che siamo di fronte ad un’Italia sempre più multietnica e multiculturale, se si considera che al 2018 una persona su nove è straniera o ha un background straniero.

Si consideri inoltre l’incidenza sul sistema scolastico: nell’anno scolastico 2016-2017 gli alunni stranieri sono stati 826 mila (un decimo degli studenti totali), di cui il 60% nati in Italia: dati impressionanti, tenendo conto che nel 2007-2008 gli studenti nati qui erano solo un terzo di tutti gli studenti stranieri. Avanza quindi una “seconda generazione”, caratterizzata dal fatto di essere nata in Italia, per cui l’italiano è la lingua madre, ma ancora per legge considerata straniera.

Il dibattito pubblico sui flussi migratori, che spesso “infuoca” i dibatti televisivi, si concentra tuttavia per lo più solo sulla presenza irregolare (circa mezzo milione di soggetti), una presenza che rappresenta meno del 10% di tutta l’immigrazione in Italia: ossia, 9 stranieri su 10 hanno un regolare permesso di soggiorno.

Da sottolineare invece che sebbene siamo in presenza di numeri abbastanza stabili, cambia la “società degli immigrati” al suo interno: sempre meno ingressi per il lavoro regolare, sempre più bambini che nascono sul territorio, sempre più stranieri diventano italiani.

All’interno di questi scenari, l’apporto straniero in termini demografici, con tutto quello che ne consegue in termini socio-economici, continua a rimanere fondamentale in un periodo in cui il nostro paese sta vivendo una forte crisi delle nascite ed un progressivo invecchiamento della popolazione.

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Nato a Trastevere, Roma, sociologo con un master in sistemi urbani multietnici, è studioso dei flussi migratori, ed è convinto che numeri e tabelle possano aiutare l'opinione pubblica a comprendere fenomeni complessi.
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