I Mondiali di calcio visti da destra e sinistra4 min read

11 Giugno 2014 Politica Politica interna -

I Mondiali di calcio visti da destra e sinistra4 min read

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I Mondiali di calcio visti da destra e sinistra

Cosa c’entrano i Mondiali di calcio con la politica? C’entrano. Inutile negare il connubio che in Italia vivono questi due rami della vita, l’Italia (ma non solo, penso all’Argentina) è il paese dove l’ex premier è stato (ed è) presidente di una squadra di calcio, è il paese dove per parlare di politica si usano espressioni come “rigore a porta vuota”, è quel posto – per citare Churchill, uno qualsiasi- dove “gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”.

La politica è nel calcio, il calcio spesso è politica. Successo, popolarità, comunicazione, quindi politica. Siamo così provinciali che neanche i Mondiali sfuggono a questa logica: abbiamo ancora negli occhi Pertini, l’ultimo vero socialista della storia italiana, commuoversi durante Spagna ’82. Alzi mano chi tra i nostalgici di quel partito socialista quando lo vede non pensa “Ah che bello quando Pertini era presidente”: non perché ha visto Spagna ’82, ma per le idee e i valori che associa a quel presidente.

Dicevamo i Mondiali, non c’è premier o presidente che si rispetti che non abbia già incontrato o fatto gli auguri alla squadra del proprio paese, c’è chi ha fatto le foto di rito prima della partenza come Correa in Ecuador, chi semplicemente si è già tenuto libero per quel quarto di finale che se ci arriviamo…

Ma come vivono gli italiani il Mondiale dal punto di vista politico? Vediamo 5 profili possibili, semplificando molto ovvio, per capire come la politica cambi il nostro modo di vedere anche questa competizione.

I Mondiali di calcio visti da destra e sinistra

I Mondiali di calcio visti da destra e sinistra

Estrema destra

Dopo anni di un campionato italiano pieno di stranieri ecco finalmente un’occasione per sventolare tricolori, cantare inni e sentirsi nazione. Il tifoso di estrema destra inizia il suo periodo di estremo orgoglio con però una rabbia montante: “ecco vedi sti infedeli che si sentono italiani solo ai mondiali” pensa il camerata, che ha ancora negli occhi il capitano della sua squadra di club dalla “pelle abbronzata”. Il tifoso di destra canta l’inno a squarciagola e se vinciamo ne approfitta per rifilare qualche scapaccione qua e là. Attenzione però, anche in questo mondo c’è la variante: il tifoso potrebbe essere così di destra da odiare l’acerrimo nemico di sempre, per esempio Chiellini, e quindi nonostante il tricolore continuerà a detestare l’Italia, i suoi giocatori e quell’allenatore lì che prima era viola. E poi quei giocatori neri in nazionale…

Centro destra

Orgoglio moderato, tifo anche, tutto sommato è solo una partita di calcio. Il tifoso di centro destra in fondo non ha ancora perdonato il calcio per aver permesso al governo Prodi di diventare campione del mondo, e a loro mai. Storia che si stava quasi ripetendo agli ultimi europei, non fosse per la Spagna. Il tifoso del centro-destra ha ancora oggi un leader che nel calcio ha costruito la sua popolarità e la sua fama di vincente, e quindi trova inaccettabile che la nazionale non abbia contribuito. Dopo Pertini, Prodi e Napolitano, non Berlusconi: rimane un’onta difficile da superare. Il tifoso del centro-destra è contento se l’Italia vince, se perde ci mette quei 40 secondi a smaltire la delusione.

Centro

Il centro già che non esiste più e forse non è mai esistito, è pronto a dichiarazioni ufficiali di grande gioia in caso di vittoria, perché “la Nazionale di calcio è un esempio per il Paese e può trainarlo fuori dalla crisi, è la dimostrazione che l’Italia quando si impegna primeggia in qualsiasi campo”. La dichiarazione è lì nel cassetto, gli eletti per farla anche, quello che manca sono gli elettori.

I Mondiali di calcio visti da destra e sinistra

Centro sinistra

Il tifoso del centro-sinistra è il vero appassionato di Italia: non che gliene importi tantissimo dell’inno, ma Pertini, Prodi e poi quell’insopprimibile senso di appartenenza all’Italia Migliore. Una nazionale con un commissario tecnico che ha dichiarato apertamente di votare Matteo Renzi, una nazionale che unisce Napoli (vedi Insigne e Immobile) a Pisa (Chiellini) e Torino (Marchisio), una nazionale con un “nuovo italiano” come stella, Mario Balotelli. Il tifoso del centro-sinistra soffre tremendamente in caso di sconfitta, perché romanticamente è convinto -dimentico degli ultimi 20 o 50 anni- che l’Italia Migliore non possa perdere. Eppoi con Matteo Renzi premier, vuoi che non si vinca almeno come con Prodi? Il presidente della Repubblica è lo stesso, è evidente che Napolitano porti fortuna…

Estrema sinistra

Il tifoso di estrema sinistra nelle dichiarazioni è molto netto: tifa contro l’Italia. Non che del Mondiale gliene importi una pipa, a meno che non si voglia parlare dell’enorme spreco di soldi che si fa in grandi eventi come questo (e la corruzione?), ma trova ributtante il nazionalismo che pervade tutte le genti italiche, dal democratico moderato al conservatore accanito. Il tifoso di estrema sinistra sa che il calcio è un’arma di distrazione di massa che addormenta i cervelli e non ha nessuna intenzione di ripetere l’incubo 2006, dove il popolo cancellò Calciopoli dopo che Cannavaro ebbe alzato quella Coppa. Il tifoso, se appassionato di calcio, tifa chiaramente o una squadra africana o una squadra improbabile, anche se sa che l’arbitraggio sarà casalingo. Come gesto di rivolta il tifoso di sinistra potrebbe anche rifiutarsi di vedere il Mondiale, “però poi gli amici si trovano tutti a vederla, che ci vuoi fare, vado ma non tifo eh…”

Immagine| Sky Sport

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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