I migliori film del 2014 secondo Le Nius7 min read

5 Gennaio 2015 Cultura -

I migliori film del 2014 secondo Le Nius7 min read

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Le Nius ha selezionato i migliori film del 2014.

1) THE LOOK OF SILENCE
Regia: Joshua Oppenheimer
Produzione: Signe Byrge Sørensen, Werner Herzog, Errol Morris, André Singer – Danimarca
Fotografia: Lars Skree
Anno: 2014
Genere: Documentario
Voto: 5/5

Proseguendo il discorso già iniziato con The Act Of Killing, Oppenheimer ripercorre le tragiche vicende dello sterminio dei comunisti perpetrato in Indonesia dalla dittatura di Suharto, in concerto con l’esercito nazionale, fra il 1965 e il 1966. Confezionando un capolavoro della documentaristica moderna, il regista statunitense rivela una grandissima coscienza storica. Film composto e lucido, racconta il dramma di una famiglia incarnando in realtà quello di una nazione, che appare ormai aver dimenticato le sue ferite e che difficilmente fa i conti col passato. Premio speciale della Giuria alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Non a caso produce Herzog.

2) ADIEU AU LANGAGE
Regia: Jean-Luc Godard
Sceneggiatura: Jean-Luc Godard
Produzione: Phill Zagajewski – Francia
Fotografia: Fabrice Aragno
Anno: 2014
Genere: Sperimentale
Voto: 5/5

Immagini e suoni diversi si accavallano senza un’apparente logica. La storia di due innamorati che si lasciano andare a discorsi filosofeggianti, un cane che vaga per una foresta, dei venditori di libri. Un addio al linguaggio cinematografico dall’autore più rivoluzionario del cinema, colui che per primo questo aveva destrutturato. Un’opera difficile, a volte quasi onirica. Basta vedere Fino all’ultimo respiro e Adieu au langage, rispettivamente primo e ultimo film di Godard, per capire il vero senso del cinema. Prix du Jury al Festival di Cannes.

3) IL REGNO D’INVERNO
Regia: Nuri Bilge Ceylan
Sceneggiatura: Nuri Bilge Ceylan, Ebru Ceylan
Produzione: Zeynep Ozbatur Atakan – Turchia
Fotografia: Gökhan Tiryaki
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Voto: 5/5

Dopo le sterminate distese anatoliche in C’era una volta in Anatolia, ora le aride alture della Cappadocia. Il dramma di un ex-attore, mosso da grandi aspirazioni artistiche e alla ricerca della comprensione dei suoi cari. Una inerte solitaria maschera (la vita è palcoscenico) che ha perso la capacità di entrare in contatto con gli altri e si è rinchiuso in un piccolo regno, dove si sente re, ma in cui sopperisce alla vita. Perfetto dal punto di vista tecnico con delle sequenze di sublime bellezza e maestria. Ceylan conferma di essere uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo. Strameritata Palma d’Oro al Festival di Cannes.

4) SI ALZA IL VENTO
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Produzione: Toshio Suzuki – Giappone
Fotografia: Atsushi Okui
Anno: 2013
Genere: Animazione
Voto: 4,5/5

Il personale omaggio del massimo maestro dell’animazione giapponese all’aviazione a Jirō Horikoshi, ingegnere e progettatore del caccia Mitsubishi A6M, utilizzato dall’aeronautica giapponese nel secondo conflitto mondiale. Un film diverso dai precedenti di Miyazaki: il primo dove non vi sono espliciti elementi magici e fantastici, ma che risiedono nella mente e nei sogni del suo protagonista. Il regista ci rende partecipi della sua passione personale per gli aerei, realizzando l’opera summa della sua produzione: un racconto di amore e dedizione per le aspirazioni che ciascuno dentro di sé cova. Un cinema di passione che dà una grandissima lezione di cosa sia la bellezza.

5) IDA
Regia: Paweł Pawlikowski
Sceneggiatura: Rebecca Lenkiewicz, Paweł Pawlikowski
Produzione: Eric Abraham, Piotr Dzieciol, Ewa Puszczynska – Polonia
Fotografia: Lukasz Zal, Ryszard Lenczewski
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Voto: 4,5/5

La novizia Anna è in procinto di diventare suora, quando l’incontro con la zia Wanda la metterà a conoscenza del proprio passato. Pawlikowski, con un’eleganza stilistica straordinaria e ricorrendo al formato “quadrato” degli anni Quaranta (1:1.33), racconta il rapporto di due donne diversissime: una chiusa nella propria fede e l’altra che ostenta la propria insofferenza. Si manifesta così l’impossibilità di sfuggire dal tempo trascorso (i conti col passato prima o poi debbono farsi) in cui si rimane “ingabbiati”, come sembrano suggerire la fredda fotografia e le compostissime inquadrature. Miglior(i) film, regista, sceneggiatura e fotografia agli European Film Awards.

6) MAPS TO THE STARS
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: Bruce Wagner
Produzione: Saïd Ben Saïd, Martin Katz, Michel Merkt – Canada/USA
Fotografia: Peter Suschitzky
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Voto: 4/5

Un fantomatico terapeuta televisivo, l’attore-bambino prodigio, la sorella di questi rinchiusa in manicomio e determinata a sfondare ad Hollywood, un’attrice ormai in decadenza alla ricerca del copione che la rilanci, un autista con aspirazioni da attore e sceneggiatore. Sono queste le maschere che popolano l’ultimo film di David Cronenberg, un film difficile e complesso che rileva ancora una volta la sottile ironia di un indipendente che mai si è fatto sedurre dallo studio-system. Una critica alla superficialità che spopola nel mondo delle star, oggetto di divinazione tanto da presumersi delle mappe che conducano alle loro abitazioni (da qui il titolo). Tuttavia uguali a tutti noi, perseguitate da fantasmi del passato e soffocate dal loro stesso mondo. Perfetta, come sempre, Julianne Moore, premiata a Cannes.

7) LE MERAVIGLIE
Regia: Alice Rohrwacher
Sceneggiatura: Alice Rohrwacher
Produzione: Carlo Cresto-Dina – Italia
Fotografia: Hélène Louvart
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Voto: 4/5

La vita appartata di una famiglia di apicoltori toscani, lontana dalle altre famiglie e dal mondo confusionario e corrotto delle città. Ma il contatto con questa realtà è inevitabile per affermare la propria indipendenza. Lo scontro fra generazioni, la bellezza di una campagna incontaminata che sta per essere spazzata via dall’avvento dei turisti e della tecnologia, l’appiattimento etico-morale messo in atto dalla televisione, il rapporto fra sorelle sono i temi portanti de Le meraviglie. Un cinema fatto di piccoli momenti e grandi personaggi, un cinema umano, povero nei mezzi, ma ricchissimo nel messaggio e nella poeticità. Tutto questo è il film di Alice Rohwacher. Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes.

8) IL GIOVANE FAVOLOSO
Regia: Mario Martone
Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo
Produzione: Carlo Degli Esposti, Nicola Serra – Italia
Fotografia: Renato Berta
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Voto: 4/5

Scordatevi il Giacomo Leopardi studiato a scuola perché Il giovane favoloso non è un film sul Leopardi poeta, ma un racconto sul Leopardi uomo. Un biopic non convenzionale, dove la creazione artistica riveste un ruolo secondario e dove si succedono momenti fatti di quotidianità. Grande apporto tecnico: fotografia encomiabile giocata sulle variazioni di blu e celeste, musica elettronica di Sascha Ring (geniale l’accostamento fra antico e moderno, cifra di Martone). Il grande merito del film rimane, comunque, quello di aver restituito il ritratto di un giovane da un animo tanto ampio e ricco di sentimenti e sensibilità da non poter vivere nel chiuso di un borgo come Recanati o nella superficialità della corte romana. Un autore più moderno e universale di quello che si possa pensare. Eccelsa la prova d’attore di Elio Germano.

9) MOMMY
Regia: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Produzione: Xavier Dolan, Nancy Grant – Canada
Fotografia: André Turpin
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Voto: 3,5/5

La malattia nervosa di Steve rende assai difficoltoso il rapporto con la madre Diane. Tuttavia, è l’incontro con la vicina Kyla che getterà le basi per un nuovo equilibrio familiare. Melodrammatico e a volte fastidioso, il film rivela un talento ormai maturo. La bellezza del cinema di Dolan risiede proprio nell’imperante bisogno di comunicare, di fare di ogni film uno strumento di autorivelazione impetuosa ma necessaria. Senza ombra di dubbio, il giovane canadese ha fatto pace con i fantasmi di J’ai tué ma mère. Perfetti i protagonisti. Premio Speciale della Giuria a Cannes ex-aequo con Adieu au langage di Godard.

10) IN ORDINE DI SPARIZIONE
Regia: Hans Petter Moland
Sceneggiatura: Kim Fupz Aakeson
Produzione: Stein B. Kvae – Norvegia
Fotografia: Philip Øgaard
Anno: 2014
Genere: Commedia, Thriller
Voto: 3,5/5

La vita ordinaria di uno spazzaneve, cittadino modello, viene sconvolta dall’erronea uccisione del figlio da parte di una banda di trafficanti di droga. Nils decide allora di farsi vendetta, entrando in un mondo criminale più rocambolesco di quanto pensasse e innescando, a sua insaputa, una guerra fra bande. Prodotto della comicità nordica, il film unisce scene di sanguinaria violenza a episodi di ironia esilarante. Evidenti gli influssi tarantiniani. Un gigionesco Bruno Ganz completa un dinamico cast, in cui svetta il protagonista Stellan Skarsgård. Geniali le considerazioni sull’efficienza del welfare norvegese.

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Romano di nascita, si è sempre sentito umbro di spirito. Si diploma al liceo classico e attualmente studia Giurisprudenza. La profonda passione per il cinema ha inizio alla tenera età di sei anni; ha una particolare predilezione per le produzioni indipendenti e il cinema asiatico e medio-orientale. In qualità di critico cinematografico, si annovera fra i seguaci di Truffaut. Alla settima arte si affiancano gli interessi per il teatro (rigorosamente sperimentale) e la fotografia. Ama la Pop Art e l’arte contemporanea; è inoltre un cultore di poesia neo-ellenica e, in particolare, di Constantinos Kavafis. Al momento, scrive per la Newsletter mensile del Coordinamento Pena di Morte di Amnesty International Italia. Insomma, ricco di contraddizioni.
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