Guida alle prossime elezioni politiche | Coalizioni e programmi15 min read

10 Gennaio 2018 Politica Politica interna -

Guida alle prossime elezioni politiche | Coalizioni e programmi15 min read

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Aggiornamento: a seguito della condivisione del pezzo sulla nostra pagina Facebook abbiamo ricevuto molteplici richieste da parte dei nostri lettori che chiedevano a gran voce fosse aggiunta alla lista Potere al Popolo, una nuova formazione di sinistra dal basso. Come abbiamo chiarito a chi l’ha richiesto, non abbiamo inserito la formazione politica inizialmente in quanto data dai sondaggi sotto la soglia del 3%: viste le richieste però ci abbiamo lavorato e siamo felici di aggiungere in fondo all’articolo in appendice uno spazio dedicato a Potere al Popolo. Buona lettura.

Nel 2018 voteremo per eleggere un nuovo Parlamento e quindi, secondo le regole del sistema italiano, un nuovo governo. Voteremo con il Rosatellum e molto probabilmente voteremo il 4 marzo: mentre siamo ossessivamente attenti ai sondaggi e ai numeri, spesso ci dimentichiamo -colpevolmente- di studiare bene i programmi prima di scegliere quale schieramento votare. Premettendo che nessuno qui crede che gli elettori debbano leggersi pedissequamente centinaia di pagine di programma -anche se male non farebbe a nessuno- prima che gli schieramenti ci propinino i loro malloppi più o meno sinceri cerchiamo di capire quali sono le differenze principali tra i quattro principali schieramenti che saranno in campo nelle prossime elezioni: centrosinistra (PD, Verdi e Socialisti, Lista Bonino, qualche ex di Campo Progressista, Lista Popolare), centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Movimento animalista della Brambilla, vari), Liberi e Uguali (Possibile, Sinistra Italiana, MDP Articolo 1), Movimento 5 Stelle.

Pocket Nius: da sapere in breve

1. I leader di centrosinistra, sinistra e Movimento 5 Stelle sono Renzi, Grasso e Di Maio, mentre per il centrodestra è quantomeno complicato individuare un nome. Ad oggi però nessuno dei leader potrebbe diventare capo di governo, a meno che una delle coalizioni non superi la famosa soglia del 40%.

2. Dopo un periodo di forte euro scetticismo generale che non ha risparmiato nessun partito, le mazzate post Brexit hanno portato ad un cambiamento di linea generale rispetto all’Unione Europea, in particolare di centrodestra e Movimento 5 Stelle. Il vento è cambiato e i sondaggi dicono che i cittadini credono ad un’Italia dentro un’Unione Europea forte: i partiti si sono adeguati.

3. Sull’immigrazione sono molto distanti le posizioni dei quattro schieramenti, con Liberi e Uguali più verso l’accoglienza, mentre PD, Forza Italia e Movimento 5 Stelle sono più nebulosi. Salvini e Meloni sono invece per chiudere i confini ed portare avanti espulsioni di massa ma devono fare i conti con l’ala più moderata della loro coalizione.

4. In politica economica sono tante le promesse ma le coalizioni sono ancora molto vaghe nello spiegare come intendono recuperare i fondi per svilupparle. La proposta forte del Movimento 5 Stelle è il reddito di cittadinanza, condivisa anche da Liberi e Uguali. PD e Forza Italia si concentrano più sul taglio delle tasse. La Lega invece è ancora molto vaga sulla politica economica da portare al governo, se escludiamo la “flat tax” di berlusconiana memoria (aliquota unica Irpef, il famoso asso della manica dell’anno 1994).

5. I quattro schieramenti sembrano avere profili molto diversi su alcuni temi come immigrazione e peso della leadership, mentre su politiche economiche e rapporti con l’Unione Europea i confini sono più sfumati. Per Liberi e Uguali, la nuova formazione di sinistra, sarà più facile smarcarsi dagli altri, dal momento che fino a qualche giorno fa mancava uno schieramento di sinistra che portasse avanti posizioni più radicali rispetto al Partito Democratico. Al contrario il Movimento 5 Stelle sembra perseguire una linea che possa tenere dentro posizioni molto diverse e variegate all’interno di ciascun tema.

Quali saranno i potenziali candidati premier?

Centrosinistra. Matteo Renzi rimane al momento il primo e unico leader del centrosinistra, stretto attorno al Partito Democratico, malgrado non siano rimasti in molti a gradire la sua gestione del partito. Il leader è lui, anche perché sarebbe inutile ad oggi prevedere primarie di coalizione, sopratutto dopo la netta separazione con la sinistra di Bersani e Speranza. Ci fossero state le primarie, non ci sarebbe stata comunque partita.

Liberi e Uguali. Dopo l’assemblea nazionale congiunta di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile dello scorso 3 dicembre, Pietro Grasso è stato incoronato nuovo leader della formazione di sinistra. Il Presidente del Senato ha annunciato anche il nome della nuova coalizione: Liberi e uguali. Il nuovo soggetto politico correrà alle prossime elezioni in maniera indipendente, proponendosi come alternativa a Matteo Renzi. I primi sondaggi sembrano essere promettenti per la nuova coalizione, ma i numeri sono lontani anni luce da quelli delle formazioni politiche ormai consolidate.

Centrodestra. Il centrodestra rimane ancora ancorato alla pesante figura di Silvio Berlusconi. Al momento, nessuno degli altri leader di coalizione riesce a gareggiare con la popolarità dell’ex-Cavaliere. L’unica riserva da sciogliere rimane la sua incandidabilità dovuta alla legge Severino: la corte di Strasburgo sta vagliando il suo ricorso, ma ancora non sono chiari i tempi per avere un verdetto. Il segretario della Lega Matteo Salvini sembra il solo in grado di poter competere con Berlusconi per la leadership del centro-destra, ma il carattere fortemente territoriale della Lega lo penalizza a livello di identità nazionale. Per questo motivo, sembra essere in corso già da tempo una sorta di ridefinizione identitaria dei valori del partito. Alle consultazioni siciliane, per esempio, il partito si è presentato solo con nel simbolo la denominazione “Lega” omettendo il “Nord”. Ad oggi non è dato sapere quale nome potrebbe essere proposto per guidare il governo in caso di vittoria del centrodestra.

Movimento 5 Stelle. Da tempo sappiamo che Luigi di Maio sarà il candidato premier per il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni. Dopo il passo indietro di Di Battista e il suo momentaneo ritiro a vita privata, Di Maio è rimasto la figura più di spicco del Movimento, secondo solo a Grillo. Malgrado alcuni ritengano che la sua leadership non sia che un riflesso della volontà del comico genovese, Luigi di Maio è il leader del primo partito italiano: il M5S è da mesi in testa secondo i sondaggi e parte avanti rispetto a tutti gli altri. Peccato che la legge elettorale di fatto non permetta a un singolo partito di governare senza una coalizione: improbabile che il Movimento raggiunga i voti necessari per governare da solo, vedremo se Di Maio sarà disposto a scendere a compromessi con un’altra realtà politica.

Pro-Europa o anti-Europa?

Centrosinistra. Matteo Renzi ha chiuso la Leopolda di quest’anno rilanciando il Pd come “partito europeista”. Il centrosinistra vuole quindi rilanciare la posizione dell’Italia come protagonista delle scena europee, facendo valere la propria influenza nelle decisioni dell’Unione. Il contrasto verso l’anti-europeismo appare chiaro dalle parole del segretario e questo sarà probabilmente uno dei temi centrali della prossima campagna elettorale.

Liberi e Uguali La nuova formazione Liberi e uguali eredita l’ispirazione europeista dalle formazioni che l’hanno preceduta. Già nel 2016, Civati aveva parlato di una “Europa delle possibilità” con Possibile e anche i fuoriusciti dal PD di MDP hanno sempre dimostrato di puntare molto su una maggiore integrazione dell’Unione.

Centrodestra. Lo scorso settembre Berlusconi si è ripresentato sul palcoscenico europeo al vertice del PPE come leader dei moderati italiani. Forza Italia negli ultimi mesi non si è molto esposta riguardo il tema Europa, date anche le forti pressioni euroscettiche interne alla coalizione: se il partito di Berlusconi sembra mantenere aperta la possibilità per una nuova integrazione europea, gli alleati mettono in discussione la permanenza del Paese all’interno dell’UE: Fratelli d’Italia e Lega non hanno mai nascosto il proprio euro-scetticismo ed è da vedere quanto le loro posizioni influiranno sulla creazione del programma elettorale della coalizione. in caso di vittoria poi dipenderà anche dai voti presi da ciascun partito. Ad oggi a maggior tutela della coalizione -con un occhio ai sondaggi- anche Meloni e Salvini hanno ammorbidito non poco le loro posizioni sull’Europa.

Movimento 5 Stelle. Se qualche mese fa il M5S sembrava essere fra i possibili promotori di un referendum per l’uscita dell’Italia dall’Euro e dall’Europa, lo scorso 7 dicembre in un’intervista alla Stampa Di Maio ha dichiarato: “L’Europa ci salverà dalla crisi sociale”, aggiungendo anche che “Non è cambiata la nostra linea, sono cambiate le condizioni dell’UE”. Pur rimanendo critici sull’operato delle istituzioni europee, il Movimento 5 Stelle riconosce comunque l’importanza dell’integrazione europea a certe condizioni. Senza dubbio si tratta di un avvicinamento a posizioni europeiste dopo le dichiarazioni e le prese di posizione dei mesi passati. Rimane da capire se questa nuova linea tracciata dal leader rimarrà coerente anche in vista della prossima campagna elettorale, dato l’euro-scetticismo ampiamente diffuso fra la base del M5S.

Posizioni sull’immigrazione

Centrosinistra. Il Partito Democratico è stato molto ambiguo negli ultimi mesi riguardo l’argomento immigrazione. Malgrado sia stato promotore della proposta di legge dello Ius Soli sui nuovi cittadini italiani, le diverse correnti interne hanno impedito l’approvazione della legge e la definizione di un programma coerente sull’argomento. A giocare un ruolo importante sulle politiche migratorie sono stati la scelta di Minniti come Ministro degli Interni del governo Gentiloni e gli alleati di governo centristi che fanno capo ad Alfano, apertamente scettici sulle politiche di accoglienza. In vista della competizione elettorale, Renzi dovrà definire una linea chiara, scegliendo se spostarsi su posizioni più aperte all’integrazione o continuare a perseguire le politiche di Minniti. Pena un’emorragia di voti verso sinistra.

Liberi e Uguali. Gli ambienti a sinistra del PD si sono sempre dimostrati aperti all’accoglienza e hanno più volte offerto il loro sostegno alle iniziative di integrazione come lo Ius Soli. In occasione di una visita istituzionale come Presidente del Senato all’isola di Lampedusa, lo stesso Grasso ha dichiarato che il diritto di asilo va riconosciuto “non solo a chi fugge dalla guerra, ma anche a chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalla violenza. Io oggi sono qui per ribadire la volontà delle istituzioni tutte ad andare avanti su questa strada.” Linea piuttosto chiara, ribadita con le accuse a Minniti, principale responsabile dell’accordo con la guardia libica, denunciata anche da un rapporto di Amnesty International.

Centrodestra. Al vertice del PPE dello scorso settembre, Berlusconi ha rilanciato la proposta di una riforma del trattato di Dublino che riguarda la distribuzione dei migranti in arrivo sulle coste europee. Più recentemente, ha cercato di allontanare il problema dell’immigrazione dall’Europa proponendo un “Piano Marshall” per i Paesi africani. È evidente che tutto il centrodestra sia compatto contro l’apertura e l’accoglienza dei rifugiati, ma è comunque presente un’ala più moderata disposta a qualche compromesso per risolvere una situazione sempre più critica. Proprio di questi moderati Berlusconi si fa portavoce per mantenere i buoni rapporti con l’area popolare europea e, allo stesso tempo, tenere sotto controllo le frange più radicali della coalizione. Questo atteggiamento rischia di essere, però, un punto di rottura pericoloso con la Lega Nord: Matteo Salvini esprime da anni la sua contrarietà all’accoglienza, smussando alcune delle sue posizioni e abbassando i toni della discussione solo in occasione dei dibattiti o interviste televisive. Il dualismo della leadership Berlusconi-Salvini viene fuori sopratutto su questi temi più delicati e controversi. L’ex-premier non può cedere alle pressioni populiste per evitare di perdere credibilità verso gli altri leader moderati europei (Merkel su tutti), mentre Salvini non è disposto a cedere su uno dei principali punti del suo programma politico, che lo vede allineato con l’estrema destra europea di Marine Le Pen e Viktor Orban.

Movimento 5 Stelle. Nell’estate del 2017 i senatori del M5S hanno presentato le linee guida per un programma elettorale specifico per l’immigrazione. Il piano programmatico prevede quattro principali punti posti in ordine di priorità: creazione di vie di immigrazione legale, ricollocamento dei profughi in altri stati Ue, riforma delle commissioni che vagliano le richieste d’asilo, potenziamento della cooperazione internazionale. Bisognerebbe capire poi come i 5 Stelle intendano sviluppare questi punti. Vi è comunque una cauta apertura del Movimento all’accoglienza, malgrado buona parte della base sia per lo più critica sulla possibilità di accogliere migranti nel nostro Paese.

Politiche economiche

Centrosinistra. A fine ottobre il PD ha presentato la bozza del suo programma di governo dopo un incontro programmatico dedicato. I punti principali riguardanti l’economia sono:
• l’ormai famoso slogan adottato da Renzi “pagare meno, pagare tutti”, applicabile con l’aumento di controlli e la diminuzione del cuneo fiscale;
• il rilancio del ruolo dei giovani nel mondo del lavoro;
• il potenziamento della contrattazione decentrata, maggiori risorse da investire nelle politiche attive;
• il taglio del costo del lavoro a tempo indeterminato;
• sostegni e incentivi ulteriori per lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e professionisti.

Liberi e Uguali. Ancora non è stato reso pubblico un piano programmatico preciso sull’aspetto economico, ma è verosimile pensare che Liberi e uguali presenti un programma attento alle politiche del lavoro, alle tutele sociali e rilanci la proposta su cui si discute ormai da mesi per un reddito di cittadinanza. Gli unici punti su cui Grasso si è espresso riguardano il mantenimento dell’attuale cuneo fiscale e una tassa sulla ricchezza. Quasi certa la presenza nel programma del reintegro dell’articolo 18, abolito da Renzi.

Centrodestra. Berlusconi ha ribadito in diverse occasioni che il suo programma elettorale rimarrà sostanzialmente invariato rispetto alle scorse elezioni: “meno tasse per famiglie, partite iva e imprese, in modo da dare più lavoro, secondo gli insegnamenti di Reagan e Thatcher. Siamo vicini con la Lega su flat tax, io sono al 25%”. La Lega, dal canto suo, non ha ancora presentato un programma economico definito, conferma del fatto che siano ancora attualmente in corso le discussioni interne alla coalizione per la definizione di un programma unitario.

Movimento 5 Stelle. Tramite la piattaforma Rousseau, i militanti del M5S stanno approvando via via i punti salienti del programma di governo da presentare per la prossima corsa elettorale. Per risollevare la situazione dei tanti italiani che vivono in una situazione di povertà, rimane la proposta del reddito di cittadinanza. Come fonte di finanziamento, si prevede un forte taglio agli sprechi, al costo della politica e una forte lotta alla corruzione. Vi è anche la proposta per il ripristino della legge per la separazione tra le banche d’affari e quelle commerciali, l’abolizione dei monopoli e della legge Biagi. Al vaglio dei militanti anche diverse proposte per vietare le “scatole cinesi” della Borsa, gli incroci azionari tra sistema bancario e quello industriale, oltre all’abolizione delle cariche multiple dei consiglieri di amministrazione nelle aziende quotate. C’è anche la proposta per la creazione della Banca Pubblica Italiana, un istituto con lo scopo di sostenere le banche in difficoltà ed elargire finanziamenti per alcune opere di primaria importanza come la riqualificazione edilizia, scolastica, idrogeologica oltre che per la banda larga.

Appendice: Potere al Popolo

Potere al popolo nasce Napoli dall’esperienza del centro sociale “Je So Pazzo”. In breve tempo, il nuovo soggetto politico ha raccolto numerosi consensi nella sinistra che non si riconosce nel partito Liberi e Uguali di Pietro Grasso e ha creato diversi comitati locali in più città italiane. La candidata premier e portavoce ufficiale è Viola Carofalo, ricercatrice precaria, ma il movimento ha più volte precisato di aver indicato un capo politico “solo perché previsto dall’attuale legge elettorale”. Andrea Malpezzi, ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista ora confluita nel nuovo movimento, riassume così in poche parole gli obiettivi di “Potere al popolo” e il contesto in cui nasce: “In tutta Europa sono nati movimenti di sinistra alternativi al socialismo europeo, che da anni porta avanti politiche neoliberiste. Politiche che ‘Potere al Popolo’ vuole superare, ricostruendo la sinistra anche in Italia”.
Sul sito ufficiale è possibile reperire i punti del loro programma completo, qui ne elenchiamo alcuni dei più rilevanti:
1. Il rilancio di nuovi valori europeisti, per “rompere con l’Europa dei trattati” e costruire una nuova “Europa fondata sulla solidarietà fra lavoratrici e lavoratori, sui diritti sociali”. Per i rapporti internazionali viene chiesta la rottura dei rapporti con la Nato con la rescissione di tutti i trattati militari e il ritiro completo delle missioni militari all’estero.
2. Per quanto riguarda il lavoro, viene proposta la cancellazione del Jobs Act e della legge Fornero, la cancellazione delle principali forme di contratto diverse dal tempo indeterminato, l’abolizione degli ordini professionali, l’introduzione dell’equo compenso per i lavoratori autonomi, la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali e una massiccia riforma per le pensioni con l’introduzione di un limite massimo di pensione fissato a 5.000 euro lordi mensili.
3. Per l’economia si parla di una tassa patrimoniale e il “ripristino della progressività del sistema fiscale secondo dettato costituzionale”. Viene anche proposto l’inserimento di un tetto massimo per gli stipendi dei manager, la fine delle privatizzazioni, la separazione tra banche d’affari e di risparmio e la creazione di una commissione incaricata di rinegoziare e ristrutturare il debito pubblico.
4. Sull’immigrazione viene proposta l’abolizione del regolamento di Dublino III, delle leggi Minniti-Orlando, degli accordi bilaterali per il rimpatrio forzato e l’approvazione dello Ius soli con una revisione estensiva della legge di cittadinanza.
5. In tema di giustizia, le voci principali riguardano la legalizzazione delle droghe leggere e la depenalizzazione del consumo di sostanze, educazione all’antimafia, la trasformazione della guardia di finanza in polizia specializzata in contrasto alla corruzione, all’evasione ed elusione fiscale e tributaria, l’introduzione dei codici identificativi per gli agenti di polizia in servizio di ordine pubblico, un inasprimento della legge sul reato di tortura, l’abolizione dell’ergastolo e del 41 bis.

5 link per saperne di +

1. Il + a 5 Stelle

Sul sito del Movimento 5 Stelle trovate il Programma nazionale dell’Italia “scritto dagli italiani“: potete consultare le varie voci (energia, trasporti, esteri, etc) e farvi un’idea delle proposte.

2. Il + Grasso

L’intervento di Pietro Grasso alla prima di Liberi e Uguali. In video su YouTube.

3. Il + numerico

Una guida agli ultimi sondaggi nazionali: chi vincerà le elezioni? Quanti voti prenderà la destra? Quanti i 5 Stelle? E quanti la sinistra?

4. Il + berlusconiano

Berlusconi è partito alla carica, con le promesse più mirabolanti alle fasce di popolazioni più sensibili al suo carisma: via le tasse su casa, auto e pensioni minime a 1000 euro. Si è solo dimenticato di spiegare come intende farlo.

5. Il + renziano

Per chi vuole ricevere direttamente dal segretario del PD le ultime sulle iniziative del centrosinistra ci sono la newsletter Enews e la app Matteo Renzi. Chissà perché non l’ha chiamata PD.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
Commento
  1. giuseppe

    TEMPO DI ELEZIONI: RIFLETTIAMO CON GIORGIO GABER Totò: amici…. Serafino: dì pure. Totò: la politica non cambia proprio mai! Serafino: in che senso? Totò: campagna elettorale, tempo di aspri contrasti anche questa volta. Giacomo: contrasti, cari amici, che evidenziano tutta l’inadeguatezza culturale di buona parte della nostra classe politica nell’affrontare i gravi problemi che affliggono il nostro Paese. Ennio: siamo tornati indietro di alcuni decenni: si è ritornati a parlare prevalentemente di Fascismo e Antifascismo, di saluto romano e di pugno chiuso, di Destra e di Sinistra. E l’aspetto preoccupante sta nel fatto che la politica sembra aver dimenticato il dramma della disoccupazione che costringe molti giovani a lasciare il nostro Paese. Giacomo: hai ragione! Ma più ragione ancora aveva Giorgio Gaber. Ludovico: Giorgio Gaber chi? Il cantante? Giacomo: si proprio lui. Ludovico: e cosa diceva? Giacomo: cose attualissime in una sua composizione del 1995 intitolata proprio “Destra – Sinistra” dove possiamo leggere queste riflessioni: “Le parole definiscono il mondo, se non ci fossero le parole, non avremmo la possibilità di parlare di niente. Ma il mondo gira e le parole stanno ferme, le parole si logorano invecchiano, perdono di senso e tutti noi continuiamo ad usarle, senza accorgerci di parlare, di niente. Tutti noi ce la prendiamo con la storia Ma io dico che la colpa è nostra È evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra Ma cos’è la destra cos’è la sinistra. Fare il bagno nella vasca è di destra Far la doccia invece è di sinistra. un pacchetto di Marlboro è di destra di contrabbando è di sinistra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra. I blue-jeans che sono un segno di sinistra Con la giacca vanno verso destra. Il concerto nello stadio è di sinistra I prezzi sono un po’ di destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra La piscina bella azzurra e trasparente È evidente che sia un po’ di destra. Mentre i fiumi tutti laghi e anche il mare Sono di merda più che sinistra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra. L’ideologia l’ideologia Malgrado tutto credo ancora che ci sia È la passione l’ossessione della tua diversità Che al momento dove è andata non si sa Dove non si sa dove non si sa. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra La tangente per natura è di destra Col consenso di chi sta a sinistra Non si sa se la fortuna sia di destra La sfiga è sempre di sinistra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra Il saluto vigoroso a pugno chiuso È un antico gesto di sinistra Quello un po’ degli anni 20 un po’ romano Da stronzi oltre che di destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra I collant son quasi sempre di sinistra Il reggicalze è più che mai di destra Son sicuro che il bastardo è di sinistra Il figlio di puttana è a destra Una donna emancipata è di sinistra Riservata è già un po’ di destra Ma un figone resta sempre un’attrazione Che va bene per sinistra o destra. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra Ma cos’è la destra cos’è la sinistra Destra sinistra Destra sinistra Destra sinistra Destra sinistra Basta!” Ennio: Giacomo…. hai proprio ragione. Ho notato, nonostante siano trascorsi più di vent’anni dalla sua pubblicazione, tutta l’attualità dei problemi affrontati dal Gaber. (Dai dialoghi svolti al Circolo della Concordia) gcastronovo.blogspot.it

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