Guerra in Ucraina, la situazione nei paesi di confine | Voci dalla Moldova9 min read

12 Marzo 2022 Europa Politica -

Guerra in Ucraina, la situazione nei paesi di confine | Voci dalla Moldova9 min read

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La guerra in Ucraina è iniziata “ufficialmente” il 24 febbraio 2022 con le dichiarazioni di Vladimir Putin e l’invasione russa e ha sconvolto in pochi giorni la vita di milioni di persone: le vite dei cittadini ucraini, che vedono la loro quotidianità distrutta e le proprie esistenze in pericolo. Le vite dei cittadini russi, isolati dal resto del mondo e chiusi in un recinto di propaganda e violenza su chiunque osi opporsi a questa folle “operazione speciale”.

La guerra sconvolge anche le vite di tutti gli europei e in primis di chi vive ai confini di questa guerra. Tra le cosiddette Repubbliche ex sovietiche, un momento particolarmente duro lo vive la Moldova, stato indipendente dal 1991 ma legato per motivi politici, storici, economici, culturali e linguistici alla Russia. Oggi la Moldova, Paese che sta ospitando il maggior numero di rifugiati ucraini in proporzione alla popolazione, sta affrontando una situazione senza precedenti.

Ne abbiamo parlato con Igor Belei, direttore esecutivo della Missione Sociale Diaconia in Moldova, e Corneliu Rusnac, Caporedattore e giornalista politico di Radio Chisinau, in passato corrispondente di RFI News nella Repubblica moldava e della BBC a Chisinau. Grazie a entrambi e a Diaconia* per il tempo che ci hanno dedicato in questi giorni così difficili.

Come la guerra sta mutando la relazione tra Russia e repubbliche ex sovietiche?

Corneliu: La relazione tra la Russia e gli ex stati sovietici è molto diversa per ciascun caso. La Bielorussia, ad esempio, è diventata alleata della Russia nella guerra contro l’Ucraina e ha offerto il suo territorio alle truppe russe che da lì hanno lanciato attacchi. Gli stati dell’Asia centrale invece sono diventati molto cauti nelle loro relazioni con la Russia e nessuno degli stati asiatici ha espressamente sostenuto l’attacco di Mosca all’Ucraina. Allo stesso modo gli stati del Caucaso, l’Azerbaigian e l’Armenia. Diversa è la situazione in Georgia e in Moldova. Questi due paesi, come l’Ucraina, vogliono entrare nell’Unione Europea e, all’inizio di marzo, hanno presentato ufficialmente la richiesta di adesione. La Moldova ha condannato fermamente l’aggressione militare russa contro l’Ucraina. Riguardo i mutamenti nelle relazioni, saranno colpite, prima di tutto, le relazioni economiche con la Russia, che è soggetta a sanzioni senza precedenti.

In questi ultimi vent’anni come si sono modificate le relazioni tra Russia e Moldova? 

Corneliu: Negli ultimi 20 anni, la Moldova si è costantemente allontanata dalla Russia, tranne per brevi periodi di tempo in cui i politici filo-russi erano al potere a Chisinau o quando alcuni governanti hanno promosso politiche filo-russe. Ad esempio, tra il 2007 e il 2009, durante il regime comunista, o nel 2020, quando il Partito dei Socialisti (PSRM) ha dominato il Parlamento.

Questo allontanamento dalla Russia ha significato innanzitutto un distacco economico da Mosca e un collegamento all’economia europea. Questa tendenza si è intensificata dopo il 2014, quando la Repubblica di Moldova ha firmato un accordo di associazione con l’UE. Attualmente, oltre il 65% del commercio della Moldova è orientato verso l’UE e solo il 12% verso la Russia. Da quando i comunisti hanno lasciato il potere nel 2009, la Moldova si è avvicinata all’UE anche politicamente, con la maggior parte dei partiti al potere che hanno dichiarato come priorità della politica estera l’avvicinamento all’UE, tranne un breve periodo, nel 2020, di cui abbiamo parlato sopra.

Il nuovo corso della Russia può peggiorare la situazione in Transnistria?

Corneliu: Per quanto riguarda la situazione in Transnistria, il modo in cui questa potrebbe essere influenzata dalla guerra in Ucraina, la situazione attuale è incerta. Gli sviluppi futuri dipendono da come la Russia riuscirà ad andare avanti, se sarà o meno in grado di occupare la regione di Odessa, che confina con la regione transnistriana della Moldova. Se la regione di Odessa viene conquistata dai russi, la situazione peggiorerà sicuramente anche in Transnistria. Ci sono diversi scenari che i russi potrebbero applicare:

  1. Annettere la Transnistria alla Federazione Russa (cosa poco probabile);
  2. Riconoscere l’indipendenza della Transnistria come stato indipendente fornendole un collegamento con la Russia attraverso i territori ucraini occupati;
  3. La Transnistria rimane formalmente parte della Repubblica di Moldova, ma la Russia la usa per ricattare Chisinau e farla rinunciare all’intenzione di avvicinarsi all’UE.
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Corneliu Rusnac, Caporedattore e giornalista politico di Radio Chisinau

L’accoglienza dei profughi in Moldova: flussi e situazione

Igor: La Repubblica di Moldova si confronta per la prima volta con il fenomeno del flusso migratorio. Secondo dati ufficiali, fino al 10 marzo sul territorio moldavo sono entrati 270.306 cittadini ucraini e 31.096 cittadini di altre nazionalità. Il numero dei profughi ha superato il 3% della popolazione del Paese. La Moldova è al primo posto in Europa secondo il numero di rifugiati per 100.000 abitanti. Se nei primi giorni arrivavano in generale famiglie che erano in transito e partivano per l’Europa, dopo l’introduzione della legge marziale in Ucraina arrivano esclusivamente donne e bambini perché gli uomini rimangono nel Paese.

In questo contesto dobbiamo essere in grado di fornire loro accoglienza. Le condizioni climatiche in Moldova non permettono di sistemare le persone nelle tende, motivo per cui offriamo spazi riscaldati. Per fortuna, la risposta delle autorità e dell’intera società è stata esemplare: i profughi sono accolti in strutture con condizioni dignitose. Tre quarti dei rifugiati ucraini sono stati accolti da persone, un quarto nei centri di accoglienza dalle autorità pubbliche locali, in alloggi improvvisati come grandi sale sportive o strutture sociali. La Repubblica di Moldova dispone infatti di un’ampia rete di strutture sociali chiuse a causa della diminuzione della popolazione (scuole, ospedali, campi).

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Come è cambiato il vostro lavoro di attivisti dallo scoppio della guerra?

Igor: Ospitiamo e assistiamo madri e bambini nei nostri Centri Residenziali. Cerchiamo di dare risposte, di sostenere i gruppi più vulnerabili attraverso la mensa sociale, attraverso le attività parrocchiali. Su richiesta delle autorità abbiamo messo a disposizione la nostra logistica, con il Banco Alimentare. Abbiamo aumentato la nostra capacità di gestione del flusso di prodotti alimentari donati. Collaboriamo con due piattaforme di intervento e dialogo: una governativa ed un’altra del comune di Chisinau. In entrambi i casi, offriamo prodotti ai centri allestiti per i rifugiati. Purtroppo la crisi continuerà e dovremo rispondere ai bisogni delle persone con uno sforzo notevole. Parliamo in primis di cibo, ma anche di altre necessità.

La Repubblica Moldova è in sofferenza economica, come pensi che impatterà sul territorio la presenza di profughi dall’Ucraina?

Corneliu: Il problema dei rifugiati è probabilmente il problema più grave che la Repubblica di Moldova deve affrontare in questo momento e che rischia di incidere gravemente sullo Stato se non arrivano gli aiuti internazionali per i rifugiati. Funzionari di Chisinau affermano che la Moldova ha la capacità economica di aiutare 15.000 rifugiati. Attualmente, però, sul territorio moldavo sono molti di più e questo numero è in crescita. Circa tre quarti di loro sono ospitati da famiglie moldave che li hanno ricevuti nelle loro case e hanno offerto loro assistenza gratuita. Le risorse della Moldova sono molto limitate e non sarà in grado di far fronte a un’ondata crescente di rifugiati. I rischi per la stabilità sociale sono molto elevati e potrebbero portare a una grave crisi umanitaria se gli aiuti non arrivano dall’estero.

Come ha reagito la popolazione moldava alla guerra e alla presenza dei profughi ucraini?

Igor: Con una mobilitazione esemplare e una solidarietà senza precedenti, c’è una grande volontà di aiutare le persone in fuga dalla guerra. Lo scoppio della guerra, data anche la vicinanza geografica,  ha lasciato una forte impronta, soprattutto emotiva.

Igor Belei, direttore esecutivo della Missione Sociale Diaconia

La guerra ha cambiato il modo in cui i moldavi vedono i russi e la Russia?

Corneliu: È difficile valutare oggi come i moldavi vedono i russi e la Russia, dopo che Mosca ha iniziato la guerra in Ucraina. Non c’è ancora nessun sondaggio in questo senso. Come percezione personale, si può presumere che i cittadini moldavi che optano per l’integrazione europea, cioè circa il 60%, sono contrari alla guerra e condannano la Russia, e coloro che optano per un riavvicinamento con Mosca, circa il 30%, sostengono la guerra contro l’Ucraina e riprendono le narrazioni russe a questo proposito, che sono sostanzialmente ridotte all’idea che gli stessi ucraini sono responsabili dell’attacco della Russia.

Chi sono in questo momento i gruppi più fragili?

Igor: Sempre più persone stanno arrivando in Moldova, migliaia e migliaia di persone ogni giorno e questo flusso rischia di far crollare il sistema di assistenza sociale del Paese. Speriamo solo che il supporto esterno riduca gli effetti. La situazione sociale è fragile perché la Moldova aveva già un sistema di assistenza sociale piuttosto fragile.

Oggi abbiamo il maggior numero di rifugiati pro capite in Europa e siamo al sesto posto nel mondo secondo il numero di rifugiati, il che rende molto complicata non solo la situazione dell’intera struttura di risposta, ma anche delle persone che hanno ancora bisogno dell’assistenza da parte dello Stato: anziani e bambini. Poiché la maggior parte delle risorse va ai rifugiati, rischiamo di lasciare altre persone vulnerabili senza assistenza.

Soprattutto ora, dopo la fase acuta, se la situazione non cambia, dobbiamo offrire alle persone rifugiate la possibilità di trovare un posto di lavoro, per garantire la loro integrazione sociale almeno durante il periodo di permanenza in Moldova. Teniamo conto che insieme agli ucraini sono arrivate ​​altre persone, già rifugiate, in fuga dalla Siria e da altri paesi del Medio Oriente. Molti di loro sono migranti da anni. Dovremo anche trovare un modo per integrare i bambini nel sistema scolastico.

Pensi che questa guerra possa influire sull’action plan 2021/2024 dell’Unione Europea per la Repubblica di Moldova?

Corneliu: È poco probabile che la guerra in Ucraina influisca sull’action plan 2021/2024 dell’Unione Europea per la Moldova per una serie di motivi. Innanzitutto perché attualmente, nonostante la grave crisi della regione, i rischi che la Moldova venga attaccata dalla Russia, insieme all’Ucraina, sono estremamente ridotti. Così ripetono le autorità di Chisinau, suggerendo di avere anche dati riservati da partner esterni a conferma. Inoltre, un attacco armato alla Moldova complicherebbe ulteriormente la situazione della Russia, gravemente colpita dalle sanzioni internazionali, e Mosca non avrebbe nulla da guadagnare, poiché la Moldova non è affatto un obiettivo strategico. Soprattutto perché è uno stato neutrale dal punto di vista militare e non ha in programma di aderire alla NATO. In queste circostanze, il rapporto con l’UE dovrebbe rafforzarsi, soprattutto dopo che le autorità di Chisinau hanno presentato domanda di adesione all’UE all’inizio di marzo e potrebbero ottenere lo status di candidato. 

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*Diaconia è la struttura sociale della Metropolia di Bessarabia che opera da 20 anni sull’intero territorio della Repubblica Moldova. L’organizzazione ha un’ampia rete di servizi sociali: centri residenziali per mamme sole e bambini, per ragazze orfane o che provengono da famiglie vulnerabili, mense sociali, centri sociali per bambini e ragazzi.

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