Governo Renzi: lotta contro i gufi o svolta autoritaria?3 min read

23 Luglio 2014 Politica Politica interna -

Governo Renzi: lotta contro i gufi o svolta autoritaria?3 min read

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Governo Renzi: lotta contro i gufi o svolta autoritaria?

Quella tentata da Matteo Renzi con l’accoppiata Italicum-Riforma del Senato è una lotta contro i gufi o svolta autoritaria? La questione agita da giorni il dibattito pubblico del Belpaese. Gli schieramenti sono quelli che ti aspetti. A gridare al complotto autoritario sono ovviamente il Movimento 5 Stelle e la sua costola cartacea, il Fatto di Gomez e Travaglio. A sussurrarlo sono però in tanti anche dentro la minoranza PD, con Corradino Mineo diventato simbolo dell’opposizione solitaria al sindaco d’Italia e bersaglio dei renziani di ogni ordine e grado.

A difendere le riforme ovviamente il Premier ed il ministro Boschi che rilanciano al mittente le accuse. Il Premier lancia quindi l’ashtag #mentreloro che di fatto prosegue nel solcare quel confine fra i riformatori e “la palude”, “i gufi”, “i professoroni”.

Ed è forse proprio questa la cifra più preoccupante del Renzismo, molto più delle riforme elettorali ed istituzionali, mettere cioè in pratica quello che è, secondo Hannah Arendt, uno degli elementi fondanti dell’ideologia totalitaria, ovvero la creazione di un noi e di un loro, di una divisione manichea fra chi cerca il benessere collettivo e chi è arroccato nella difesa di interessi di parte.

E così intellettuali, sindacati, opposizione vengono trasformati da persone dotate di un (legittimo) punto di vista differente a nemici del progresso e del bene comune. Dispiace, per altro, constatare come proprio il Presidente della Repubblica, che della pluralità delle posizioni dovrebbe essere il garante, e i principali giornali (che dovrebbero svolgere un’analoga funzione) intervengano a gamba tesa tentando di censurare le posizioni più scomode e avverse al Governo.

D’altro canto ha poco da piangere la cittadina Nunzia Catalfo. Lo stesso schema è stato applicato, con successo, dal suo Movimento, che ha individuato via via nella Casta, nell’Italia di serie A dei pensionati e dei dipendenti pubblici, nella Peste Rossa il nemico da abbattere. Né può ai nostri occhi risultare un credibile difensore delle prerogative costituzionali chi aveva promesso, all’indomani di una eventuale vittoria elettorale, tribunali del popolo e marce su Roma.

A essere in agonia, insomma, prima ancora che la Costituzione, è quel pensiero debole che aveva caratterizzato, per un ventennio, la sinistra italiana orfana delle certezze sovietiche, rendendola, per l’appunto, più debole ma anche più liberale, giusta ed attenta alle ragioni di ognuno. Renzi ha capito che come ieri sembrava impossibile vincere contro un centrodestra manicheo per il quale l’uomo di sinistra era un coglione, l’immigrato un criminale, il giudice un matto o un cancro oggi sarebbe stato complicato imporsi se non imparando la lezione da Berlusconi e sfidando Grillo sul campo del tweet corrosivo, della battuta facile, del messaggio immediato tarato sul famoso bambino di 12 anni.

Fare, come fa Grillo; paragoni fra le attuali riforme e la legge Acerbo ha, come lo stesso Beppe ammette, poco senso perché “la Storia non si ripresenta mai uguale” a se se stessa. Molto più senso sembra avere, a nostro avviso, ricercare al di sotto delle trame della storia evenemenziale quel sottotesto di pratiche, atteggiamenti e convinzioni più ostile al cambiamento, che spesso guida le azioni umane.

Più volte nel corso del secolo scorso ci siamo illusi che l’epoca dei fondamentalismi e delle ideologie fosse tramontata per sempre e ogni volta ci siamo dovuti ricredere. Il nostro secolo iniziato col crollo delle torri e continuato col ritorno della guerra in Europa dovrebbe metterci in guardia da ogni facile trionfalismo.

Immagine| dt.bh

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
9 Commenti
  1. Stefano

    "sarebbe stato complicato imporsi se non imparando la lezione da Berlusconi". La sfida con Grillo (a mio avviso) va combattutta obbligatoriamente sul campo del tweet e del sensazionalismo, pena soccombere contro chi invece sa come avere presa su un popolo in cui l'età media è di dodici anni. Ovvio che non ritenga questa come la via migliore, che questo modo di governare e comunicarsi sia di bassa lega e poco fecondo, ma che risultati si avrebbero a trattare da adulti dei bambini che hanno potere decisionale su di te? Più che una cifra preoccupante del Renzismo, la vedo come preoccupante dell'andazzo dell'informazione e della coscienza sociale e civile della gggente!11!!

  2. dav1de

    Possibile che le priorità del governo Renzi siano riforma elettorale e riforma del Senato in un momento così drammatico? Primi mesi davvero deludenti.

    • Stefano

      dav1de, innanzitutto, cosa intendi per "così drammatico"? successivamente, quali dovrebbero essere le priorità di un qualsiasi governo ora, secondo te?

      • dav1de

        Occuparsi del lavoro? Studiare come diminuire tasse sul lavoro e incentivare occupazione. Riforma della scuola e dell'università. Poi ci sarebbero anche tutte le promesse fatte e non mantenute ma lasciando stare la parte di propaganda iniziale. Davvero un governo nato senza elezioni per affrontare urgenze può stare mesi a occuparsi solo di riforme interne? Nessuno nega abbiano importanza, ma non priorità. Non trovi?

        • Stefano

          Queste cose vengano tentate (sicuramente millantate) da che ho memoria e proprio perché di passi avanti non ne sono stati fatti, nonostante governi di varie posizioni e persone si siano succeduti, io interpreto le azioni politiche del nuovo PD come le basi per smuovere qualcosa all'interno. Lo interpreto così con una certa speranza, ma ricollegandomi anche all'articolo di cui parliamo, un dodicenne non vede al di la dell'oggi, e dato che si ha che fare con una classe politica indegna e un mucchio di dodicenni, un modo di guardare un po' in la può essere quello di cercare di darsi una certa "tranquillità politica" dato che una riforma del lavoro (che da sola non basterebbe e dovrebbe toccare istruzione, sanità etc etc per non essere una toppa) come si deve è una cosa estremamente complessa e di cui (ahimé) saranno i nostri figli a godere. Mettendomi nei panni di un governante, mi sarebbe difficile occuparmi della cosa pubblica con lungimiranza quando devo costantemente guardarmi da chi sta nel mio "palazzo" e che può e vuole farmi caracollare con facilità.

          • dav1de

            Sulla stabilità e la lunga durata sono d'accordo, però il fatto che nasca come governo d'emergenza cozza un po' contro il discorso attuale. Letta non era mica caduto perché "andava piano?" Renzi caracolla anche perché ha una maggioranza debole e il suo governo non è passato dalle elezioni: ho come il presentimento che dopo la legge elettorale queste elezioni ci saranno...

        • Stefano

          Poi la domanda che da il titolo all'articolo rimane lecitissima eh, e ricordiamoci che stiamo discutendo di questo, non in generale di politica.

  3. dav1de

    Drammatico intendo che l'Italia ha un tasso di disoccupazione spaventoso (12,6% dati aprile 2014) e 10 milioni di poveri (dati istat).

  4. Paolo

    Con quel che è successo oggi direi che possiamo rispondere con "serenità" alla domanda posta... Quando si convoca la capigruppo dopo 5 emendamenti su invito di colle e presidente del consiglio, quando si "convince" Grasso dell'assoluta necessità ad accellerare, quando si paventa la "tagliola" come sistematica soluzione alla discussione e alle trattative.. Beh... Poi, se si debba parlare di svolta (dopo anni di Berlusconi&C.), o più semplicemente di una prosecuzione del tentativo di salvare dei privilegi... Vedete voi. Non c'entra una mazza la governabilità, è un pretesto. C'entra il potere. Le riforme non sono certo i processi più immediati in democrazia. Sono il frutto di confronti, consultazioni, studi, analisi. Sono necessarie? Certo. Facciamola la riforma del lavoro, forza... La riforma agraria, ne abbiamo bisogno... Riformiamo il welfare, certamente... No! Cazzo! PRIMA DI TUTTO RIFORMIAMO IL SENATO!! Ovvio.

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