God Save the Green: orti al cinema4 min read

9 Giugno 2014 Uncategorized -

God Save the Green: orti al cinema4 min read

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[divider scroll_text=”Lifestyle: orti e giardini”]
Cosa ne dite di un tour tra gli orti stando comodamente seduti in poltrona, al cinema o a casa?
No, non ci siamo dotati di teletrasporto, ma vi portiamo alla scoperta di realtà interessanti e curiose nel mondo, grazie all’aiuto di Michele Mellara ed Alessandro Rossi e del loro God save the green.
Si tratta di un film documentario, che come un tappeto volante ci conduce a far visita a persone che si sono dedicate alla coltivazione dell’orto, in giro per il mondo, ingegnandosi all’occorrenza con metodi e tempi dettati dalla natura e dalla situazione.

Abdollah a Casablanca, in Marocco, cura l’ultimo giardino della città. Ha sempre fatto il contadino, fin da bambino, imparando che le sue terre sono adatte soprattutto a patate, carciofi, coriandolo e prezzemolo. A Teresina, in Brasile, un gruppo di dieci mamme provvede al sostentamento della famiglia sfruttando l’efficienza della coltura idroponica. Una modalità economica e molto pratica, che partendo dal recupero di bottiglie in plastica ne fa dei contenitori per la coltura di ortaggi.

Si passa poi per Berlino, capitale degli orti cittadini condivisi. Nell’ex aeroporto di Tempelhof, il cui recupero è molto discusso anche in questi giorni, ora ad atterrare sono farfalle, coccinelle ed altri insetti, attirati dalle fioriture di svariate piante. E sull’incrocio di Kreuzberg, dove si trovava una rimessa di automobili, Ali, arrivato dalla Turchia molti anni fa, ha dato vita ad un rigogliosissimo giardino, dove nel fine settimana la famiglia numerosa si ritrova a godere dei frutti di questo pezzo di terra.

Lucy invece, a Nairobi, Kenya, insegna a donne e ragazzi a coltivare nei sacchi di terra, ottimizzando risorse e risultati così buoni da produrre verdure anche per la mensa della scuola locale.

god save the green guerrilla-berlin
Guerrilla@http://marraiafura.com/

Poi incontriamo Franziska e Petrus, che sono parte dei così detti “Guerrilla”: piantano fiori ed erbe nelle aiuole pubbliche, negli spazi comunitari dismessi, sostenendo un principio di controllo e responsabilità nelle cura e nell’abbellimento della propria città.

E ancora tanti altri….

Qualche curiosità mi rimane e allora vado direttamente alla fonte e interpello Michele ed Alessandro, gli autori, che ho avuto il piacere di conoscere in una tappa del percorso di programmazione nelle sale del loro film.

Perché questo film? Come mai vi siete interessati agli orti e giardini?

“Siamo partiti dalla considerazione che dal 2007 gli abitanti delle città hanno, nel mondo, superato quelli delle campagne. E’ una trasformazione antropologica drastica e per certi versi drammatica.
Gran parte di questi cittadini vivono in luoghi orrendi: bidonville, slums, periferie disagiate o degradate. Il cibo fresco per loro costituisce una conquista non sempre facile da ottenersi. Contemporaneamente nelle ricche città del nord si sta diffondendo per vari motivi un vasto interesse per l’orticoltura urbana, il giardinaggio e l’agricoltura di prossimità. Questi due fuochi di interesse costituiscono il punto di partenza del film”.

Come è avvenuta la scelta dei luoghi e delle persone protagoniste di God Save the Green?

“Varie persone, ricercatori e professori universitari, giornalisti, amici, ci hanno aiutato nell’individuare storie e luoghi. A questo si è aggiunta la nostra ricerca su testi, riviste, rete e il supporto logistico e informativo di una ONG italiana, il CEFA, che ci ha molto aiutato soprattutto nella prima e più delicata fase di realizzazione del film”.

Come sta andando il tour del film nelle sale? Vi occuperete ancora di questi temi?

“Il film sta girando nelle sale italiane, quelle che si interessano e occupano di documentari, da più di un anno. Abbiamo avuto circa 150 proiezioni in gran parte d’Italia. A queste si aggiungono Festival in Italia e all’estero e non poche proiezioni soprattutto in Europa. Il film è distribuito in Italia dalla Cineteca di Bologna. Ci stiamo occupando di questi temi con la nostra società, la Mammut Film, all’interno di un progetto Europeo che sta creando una rete di formazione e diffusione di orti urbani coordinando realtà accademiche e associazioni di quattro paesi europei. Il progetto si chiama Hortis e la Mammut si occupa della comunicazione”.

Soddisfatte anche queste curiosità, non rimane che trovare la sala più vicina dove poter salire sul tappeto volante e scoprire orti e giardini nel mondo. Arrivati al capolinea, fate un fischio, che cambiamo mezzo e ripartiamo per un’altra tappa del nostro viaggio attraverso la rubrica Orti e Giardini.

Foto in copertina | La Terra trema

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Di professione curiosa e istigatrice tale; di aspirazione narratrice; di indole sognatrice; impegnata in condivisione e comunicazione. Appena posso, viaggiatrice. Laureata in economia dello sviluppo internazionale, senza necessità di collegamento tra il titolo di studio e ciò che svolgo. Seguo la mia strada e mi piace incontrarne tante altre, diverse. A volte mi faccio domande; per fortuna, non ho tutte le risposte.
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