Giovani NEET: chi e quanti sono in Italia e in Europa?27 min read

22 Agosto 2022 Giovani -

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Sociologo

Giovani NEET: chi e quanti sono in Italia e in Europa?27 min read

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Giovani NEET: aggiornamento dati 2014

Eurostat ha aggiornato i dati sui giovani NEET al 2014. La percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, non studiano e non fanno formazione in Italia è del 22,1%. Praticamente nessuna differenza rispetto al 2013, quando era al 22,2%. Rimaniamo dunque al primo posto in Europa in questa classifica. La Bulgaria rimane al secondo posto, ma con un miglioramento notevole (dal 21,6% del 2013 al 20,2% del 2014). Terza è la Grecia al 19,1%.

La maggioranza dei paesi europei ha visto diminuire la percentuale di giovani NEET tra il 2013 e il 2014, tanto che la media europea è passata dal 13% al 12,4%. La performance peggiore è quella del Lussemburgo, che passa dal 5% al 6,3%. Fa male anche la Finlandia, che dal 9,3% passa al 10,2%.

Vediamo ora i dati del 2013 e l’evoluzione storica del fenomeno dei giovani NEET in Italia e in Europa.

Giovani NEET: quanti sono in Italia ed Europa

Ma quanti sono questi giovani NEET? Gli ultimi dati sull’Italia li ha diffusi l’ISTAT, che ne calcola 3,7 milioni. Ma attenzione, l’ISTAT è di manica larga e considera la fascia 15-34 anni. A livello europeo invece solitamente si considera la fascia 15-24 anni. Una bella differenza, che però in questo caso, come vedremo, non cambia il succo della questione.

Addentriamoci nelle informazioni che abbiamo sul fenomeno con due operazioni che a noi di Le Nius piace fare: confrontarci con il resto d’Europa e vedere come è cambiata la situazione nel tempo.

Come siamo messi quindi rispetto al resto d’Europa? Così, secondo i dati Eurostat 2013.

giovani neet

Già, siamo il paese europeo con la più alta percentuale di giovani NEET. Un italiano su quattro tra i 15 e i 24 anni non lavora, né studia, né si sta formando. Questo potrebbe in linea di massima anche significare che un sacco di giovani italiani sono in giro per il mondo a godersi la vita. Oppure che sono depressi e chiusi in casa senza neanche più la spinta a studiare o cercare lavoro. O ancora che stanno lottando per trovare una via d’uscita dall’universo NEET senza trovarla. È il limite dei numeri, quello di non raccontarci le storie.

Come è evoluto invece il fenomeno nel tempo? I dati Eurostat sono disponibili dal 2002 e da quell’anno, in cui eravamo al 16,8%, il dato ha continuato a salire, salvo lievi oscillazioni, fino al 22,2% del 2013.

giovani neet

Fonte: Eurostat

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
7 Commenti
  1. Daniele

    In effetti io tra i 15 e 19 anni ero al liceo, ma dai 19 ai 24 non ho fatto sostanzialmente una mazza (nominalmente ero uno studente universitario, ma essendo iscritto a Lettere...)

    • Fabio Colombo

      in questo caso non rientravi tra le statistiche NEET, essendo iscritto all'Università

  2. dav1de

    Articolo interessantissimo. Personalmente sono stato NEET in America Latina, ed era un gran bel stare :)Domanda: la differenza tra disoccupato e NEET è data solo dall'età?

    • Fabio Colombo

      No. Ponendo come stabile una fascia di età (es. 16-24 anni) rientri fra i NEET se, oltre a essere disoccupato, non sei iscritto né a scuola né all'Università e nemmeno a percorsi formativi professionalizzanti. Infatti il dato sulla disoccupazione giovanile per quella fascia è più alto (40%). Il vero problema è che questo dato non distingue chi è disoccupato perché va a scuola e chi lo è perché non trova/non cerca lavoro. In questo senso il dato sui NEET è più significativo per leggere fenomeni che riguardano i giovani.

      • Lia

        Quello che scrive non è corretto, chi studia non viene considerato tra i disoccupati ma tra gli inattivi. Per ISTAT il disoccupato non è solo chi non lavora, ma chi sta cercando attivamente un'occupazione. Tutti i dati che lei ha citato sono di fonte ISTAT o EUROSTAT e i criteri di rilevazione sono gli stessi.

  3. Libero Labour

    Concordo con Fabio, infatti sul tema della disoccupazione giovanile i dati non sono "pacifici".https://www.lenius.it/disoccupazione-giovanile-italia/

  4. Barbara

    Leggendo questo articolo e rapportandomi con il mondo esterno devo dire che comprendo la dinamica giovanile. L'opportunità di crescita lavorativa in Italia è satura, anzi, più una persona è specializzata e intraprendente più viene declassata dalle società di selezione del personale. Sembra che questo stato, questa cultura "moderna" dia molta più sostanza e lavoro a una persona che non si pone poi così molte domande nella vita, che qualcuno che sia disposto a voler crescere e cambiare il mondo in cui siamo. Non è una questione di fare i preziosi, ma chi andrebbe mai a lavorare a nero o accettare stage a 300 euro al mese se ha passato gran parte della sua vita sui libri? se lo ritengono un insulto, non posso che dargli ragione. Il mercato del lavoro è cambiato è inutile negarlo e più ci avviciniamo a questo stereotipo di lavoro "macchina" più le persone risulteranno insoddisfatte e depresse nelle loro vite, motivo? perché stiamo andando contro natura.

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