Giovani NEET: chi e quanti sono in Italia e in Europa?27 min read

22 Agosto 2022 Giovani -

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Sociologo

Giovani NEET: chi e quanti sono in Italia e in Europa?27 min read

Reading Time: 21 minutes

Giovani NEET: quanti sono in Italia ed Europa 2016

Sono 2.214.000 i giovani NEET in Italia nel 2016 secondo Istat. Come siamo messi rispetto al resto d’Europa? Così, secondo i dati Eurostat relativi al 2016.

giovani neet

Già, siamo il paese europeo con la più alta percentuale di giovani NEET. Un italiano su quattro tra i 15 e i 29 anni non lavora, né studia, né si sta formando. La media europea è del 14,2%. Questo potrebbe anche significare che un sacco di giovani italiani sono in giro per il mondo a godersi la vita. Oppure che sono depressi e chiusi in casa senza neanche più la spinta a studiare o cercare lavoro. O ancora che stanno lottando per trovare una via d’uscita dall’universo NEET senza trovarla. È il limite dei numeri, quello di non raccontarci le storie.

Come è evoluto invece il fenomeno nel tempo? I dati Eurostat sono disponibili dal 2004 e da quell’anno, in cui eravamo al 19,6%, il dato è sceso fino al 18,8% del 2007 ed è poi salito vertiginosamente fino al 26,2% del 2014. Infine, una flessione negli ultimi due anni fino al 24,3% del 2016.

In fondo all’articolo trovate la tabellina relativa a tutti i paesi europei. Negli ultimi dieci anni il fenomeno è diventato più significativo in molti paesi europei, con l’eccezione, tra i paesi più grandi, di Germania, Ungheria, Slovacchia, Svezia, Regno Unito, Polonia, Austria e Repubblica Ceca. La crescita più importante della percentuale di giovani NEET negli ultimi dieci anni si è avuta in Grecia (+7 punti percentuali), Italia (+5,5), Romania (+5,4), Spagna (+5,3).

Se scomponiamo però l’analisi, notiamo che la crescita del fenomeno in molti paesi europei riguarda soprattutto gli anni della crisi con un apice tra il 2011 e il 2013. Da allora, la percentuale di NEET è in declino nella maggioranza dei paesi, ad eccezione di Finalndia (+0,8 tra il 2013 e il 2016), Francia e Romania (+0,6), Austria (+0,3).

Negli ultimi tre anni in Italia la percentuale di NEET è calata di 1,7 punti percentuali, di cui un calo molto significativo di 1,4 solo tra il 2015 e il 2016, anche se nonostante questo restiamo il paese con più giovani NEET in Europa. Anche nell’ultimo anno le percentuali sono in diminuzione quasi ovunque, con valori molto significativi, oltre che per l’Italia, anche per Grecia, Irlanda e Belgio.

Se diamo uno sguardo di insieme al fenomeno e alla sua evoluzione, possiamo certamente dire che esso è particolarmente rilevante nei paesi dell’Europa mediterranea, con l’eccezione del Portogallo, e nei paesi dell’est Europa, che stanno però migliorando quasi tutti le loro performance. La percentuale di giovani NEET è invece inferiore nei paesi del centro-nord Europa, con la parziale eccezione di Francia e Irlanda e una situazione in preoccupante peggioramento in Finlandia.

Giovani NEET: i dati in Europa

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Fonte: Eurostat

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
7 Commenti
  1. Daniele

    In effetti io tra i 15 e 19 anni ero al liceo, ma dai 19 ai 24 non ho fatto sostanzialmente una mazza (nominalmente ero uno studente universitario, ma essendo iscritto a Lettere...)

    • Fabio Colombo

      in questo caso non rientravi tra le statistiche NEET, essendo iscritto all'Università

  2. dav1de

    Articolo interessantissimo. Personalmente sono stato NEET in America Latina, ed era un gran bel stare :)Domanda: la differenza tra disoccupato e NEET è data solo dall'età?

    • Fabio Colombo

      No. Ponendo come stabile una fascia di età (es. 16-24 anni) rientri fra i NEET se, oltre a essere disoccupato, non sei iscritto né a scuola né all'Università e nemmeno a percorsi formativi professionalizzanti. Infatti il dato sulla disoccupazione giovanile per quella fascia è più alto (40%). Il vero problema è che questo dato non distingue chi è disoccupato perché va a scuola e chi lo è perché non trova/non cerca lavoro. In questo senso il dato sui NEET è più significativo per leggere fenomeni che riguardano i giovani.

      • Lia

        Quello che scrive non è corretto, chi studia non viene considerato tra i disoccupati ma tra gli inattivi. Per ISTAT il disoccupato non è solo chi non lavora, ma chi sta cercando attivamente un'occupazione. Tutti i dati che lei ha citato sono di fonte ISTAT o EUROSTAT e i criteri di rilevazione sono gli stessi.

  3. Libero Labour

    Concordo con Fabio, infatti sul tema della disoccupazione giovanile i dati non sono "pacifici".https://www.lenius.it/disoccupazione-giovanile-italia/

  4. Barbara

    Leggendo questo articolo e rapportandomi con il mondo esterno devo dire che comprendo la dinamica giovanile. L'opportunità di crescita lavorativa in Italia è satura, anzi, più una persona è specializzata e intraprendente più viene declassata dalle società di selezione del personale. Sembra che questo stato, questa cultura "moderna" dia molta più sostanza e lavoro a una persona che non si pone poi così molte domande nella vita, che qualcuno che sia disposto a voler crescere e cambiare il mondo in cui siamo. Non è una questione di fare i preziosi, ma chi andrebbe mai a lavorare a nero o accettare stage a 300 euro al mese se ha passato gran parte della sua vita sui libri? se lo ritengono un insulto, non posso che dargli ragione. Il mercato del lavoro è cambiato è inutile negarlo e più ci avviciniamo a questo stereotipo di lavoro "macchina" più le persone risulteranno insoddisfatte e depresse nelle loro vite, motivo? perché stiamo andando contro natura.

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