Giovani NEET: chi e quanti sono in Italia e in Europa?27 min read

22 Agosto 2022 Giovani -

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Sociologo

Giovani NEET: chi e quanti sono in Italia e in Europa?27 min read

Reading Time: 21 minutes

Quanti sono i giovani NEET in Italia ed Europa? Dati 2018

Intanto, una precisazione. Cosa intendiamo per giovani? Eurostat, la nostra principale fonti di dati, ci consente di scegliere tra diverse fasce di età. Scegliamo quella dai 15 ai 29 anni. Ci sembra la più adeguata per leggere il fenomeno, comprendendo sia i giovani in fascia scolare che quelli potenzialmente già in fascia lavorativa. Come siamo messi quindi rispetto al resto d’Europa?

neet in europa

Già, siamo il paese europeo con la più alta percentuale di giovani NEET. Quasi un italiano su quattro tra i 15 e i 29 anni non lavora, né studia, né si sta formando. Nel resto d’Europa il fenomeno è molto più contenuto. Anche nei paesi mediterranei, che di solito se la giocano con l’Italia, i giovani NEET sono molto meno che nel nostro paese: il 19,5% in Grecia, il 15,3 in Spagna, il 9,6 in Portogallo, il 7,3 a Malta.

Come è evoluto invece il fenomeno nel tempo? I dati Eurostat sono disponibili dal 2004 e da quell’anno, in cui eravamo al 19,6%, il dato ha continuato a salire, salvo lievi oscillazioni, fino al 24,1% del 2017, poi il lieve calo dell’ultimo anno.

La storia è molto diversa negli altri paesi europei, dove il fenomeno decresce in modo significativo da 3-4 anni e dove è sempre stato abbastanza contenuto, fatta eccezione per gli anni più duri della crisi economica.

Così, mentre negli ultimi 10 anni la media UE è scesa dal 14,8 al 12,9%, il dato italiano è salito dal già altissimo 20,5 al 23,4%. Solo Grecia, Romania e Danimarca hanno visto salire la loro percentuale di giovani NEET nello stesso periodo.

In termini assoluti i giovani NEET in Italia sono 2.116.000, in calo di 73 mila unità rispetto al 2017. Il picco è stato toccato nel 2014 (2.413.000 NEET), la buona notizia è quindi che negli ultimi cinque anni il valore assoluto è diminuito di quasi 300 mila unità.

Vi è una leggera prevalenza femminile (52,6%), anche se guardando il trend notiamo che rispetto a 10 anni fa le giovani NEET sono aumentate solo del 4% mentre i maschi in condizione di NEET sono aumentati del 34%. È in corso quindi una sorta di riequilibrio di genere.

Vi è poi nella popolazione NEET una sovrarappresentazione dei giovani con cittadinanza non italiana: sono 300 mila i NEET stranieri, il 14,5% del totale dei NEET, mentre la popolazione straniera totale rappresenta l’8,5% della popolazione.

neet in italia

Quanto alla distribuzione territoriale dei giovani NEET in Italia, sono le regioni del sud a presentare i dati più alti. Sicilia, Calabria e Campania superano abbondantemente la quota del 30% di NEET, seguite da Puglia, Sardegna, Basilicata, Molise, Lazio, Abruzzo e Liguria con una quota tra il 20 e il 30%.

Le regioni con le percentuali più basse son quelle del nord est, che hanno dati in linea o solo leggermente superiori alla media europea, seguite dalle altre regioni del centro-nord con percentuali tra il 15 e il 20%.

La nota positiva è che l’incidenza dei giovani NEET è in calo in gran parte delle regioni rispetto al 2017, con le eccezioni di Sicilia (+1 punto), Lazio (+0,7 punti), Valle d’Aosta e Molise (+0,4 punti).

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
7 Commenti
  1. Daniele

    In effetti io tra i 15 e 19 anni ero al liceo, ma dai 19 ai 24 non ho fatto sostanzialmente una mazza (nominalmente ero uno studente universitario, ma essendo iscritto a Lettere...)

    • Fabio Colombo

      in questo caso non rientravi tra le statistiche NEET, essendo iscritto all'Università

  2. dav1de

    Articolo interessantissimo. Personalmente sono stato NEET in America Latina, ed era un gran bel stare :)Domanda: la differenza tra disoccupato e NEET è data solo dall'età?

    • Fabio Colombo

      No. Ponendo come stabile una fascia di età (es. 16-24 anni) rientri fra i NEET se, oltre a essere disoccupato, non sei iscritto né a scuola né all'Università e nemmeno a percorsi formativi professionalizzanti. Infatti il dato sulla disoccupazione giovanile per quella fascia è più alto (40%). Il vero problema è che questo dato non distingue chi è disoccupato perché va a scuola e chi lo è perché non trova/non cerca lavoro. In questo senso il dato sui NEET è più significativo per leggere fenomeni che riguardano i giovani.

      • Lia

        Quello che scrive non è corretto, chi studia non viene considerato tra i disoccupati ma tra gli inattivi. Per ISTAT il disoccupato non è solo chi non lavora, ma chi sta cercando attivamente un'occupazione. Tutti i dati che lei ha citato sono di fonte ISTAT o EUROSTAT e i criteri di rilevazione sono gli stessi.

  3. Libero Labour

    Concordo con Fabio, infatti sul tema della disoccupazione giovanile i dati non sono "pacifici".https://www.lenius.it/disoccupazione-giovanile-italia/

  4. Barbara

    Leggendo questo articolo e rapportandomi con il mondo esterno devo dire che comprendo la dinamica giovanile. L'opportunità di crescita lavorativa in Italia è satura, anzi, più una persona è specializzata e intraprendente più viene declassata dalle società di selezione del personale. Sembra che questo stato, questa cultura "moderna" dia molta più sostanza e lavoro a una persona che non si pone poi così molte domande nella vita, che qualcuno che sia disposto a voler crescere e cambiare il mondo in cui siamo. Non è una questione di fare i preziosi, ma chi andrebbe mai a lavorare a nero o accettare stage a 300 euro al mese se ha passato gran parte della sua vita sui libri? se lo ritengono un insulto, non posso che dargli ragione. Il mercato del lavoro è cambiato è inutile negarlo e più ci avviciniamo a questo stereotipo di lavoro "macchina" più le persone risulteranno insoddisfatte e depresse nelle loro vite, motivo? perché stiamo andando contro natura.

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