Giovani che si raccontano con una graphic novel: narrazione come strumento educativo6 min read

14 Giugno 2022 Associazione LeNius Giovani Non profit Società -

di -
Educatore

Giovani che si raccontano con una graphic novel: narrazione come strumento educativo6 min read

Reading Time: 5 minutes

Viviamo immersi nelle narrazioni e non ce ne accorgiamo, così come non ci accorgiamo di respirare o di battere le ciglia. Dalle incisioni rupestri alle storie di Instagram, probabilmente non esiste civiltà che non abbia vissuto raccontando e ci si potrebbe spingere a dire che la narrazione sia nata con l’essere umano.

Potrebbe sembrare semplice intrattenimento. Le funzioni della narrazione, però, sono molte e profonde: attraverso il racconto individui e gruppi interagiscono tra loro, costruiscono mappe per interpretare la realtà e in qualche modo la modificano. In questo senso, nel bene e nel male, la narrazione mostra tutta la sua potenza in quanto azione trasformativa che coinvolge sia chi racconta (scrive, canta, recita…) sia chi ascolta, legge o assiste a rappresentazioni.

Molti studiosi hanno ribadito il valore della narrazione anche come strumento indispensabile nei processi di cambiamento sociale e organizzativo. Se, da un lato, la narrazione ha la funzione di tramandare le conoscenze così come sono, dall’altro è anche aperta a piccole e grandi variazioni che consentono il rinnovamento culturale.

narrazione come strumento educativo
Dettagli del racconto grafico di Adam.

Da un punto di vista individuale avviene un movimento analogo. Ogni racconto contribuisce alla costruzione dell’identità personale e allo stesso tempo apre all’Altro. Non esiste infatti racconto senza almeno due voci (fossero anche interiori), due intenzionalità, due modi di sentire.

È quindi facile intuire la potenzialità educativa della narrazione, se usata in modo consapevole e intenzionale. Attraverso l’ascolto di fiabe e altre storie, ad esempio, bambine e bambini sperimentano emozioni come la paura, la compassione, la meraviglia. Allo stesso tempo interiorizzano concetti e valori che li aiuteranno ad orientarsi nella vita. Basti pensare, solo per fare degli esempi, alla collocazione degli eventi nello spazio e nel tempo, alla comprensione profonda delle intenzioni e motivazioni dei personaggi, al concetto di causa-effetto. Oppure al valore del dialogo nella risoluzione dei conflitti, o all’equità come fondamento del vivere comune.

Un passo ulteriore avviene nel momento in cui bambinə e ragazzə sono chiamatə a costruire e raccontare una storia. Un simile impegno non è solo una riflessione sul loro breve – ma non per questo poco significativo – passato, ma anche interpretazione del presente e costruzione del futuro. Come scrive Duccio Demetrio nel suo Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, “Quando ripensiamo a ciò che abbiamo vissuto creiamo un altro da noi”. In altre parole abbiamo l’opportunità di guardarci da fuori, di mettere una distanza e, in qualche modo, riscrivere la nostra storia. È soprattutto in quel momento che la narrazione smette di essere una rappresentazione e si fa realtà a tutti gli effetti.

ideare e scrivere una graphic novel a quarto oggiaro
Disegni e storia di Maryam.

Un modo per favorire le conseguenze positive della narrazione, tra cui la consapevolezza delle emozioni e la salute psicologica, sono i laboratori di scrittura creativa. Intesi come strumento educativo, questi laboratori possono essere rivolti a persone di tutte le età e si mostrano particolarmente efficaci quando coinvolgono giovani in età evolutiva.

Ci sono almeno tre considerazioni importanti da fare quando si parla di scrittura creativa. La prima è che si narra sempre di sé e del proprio mondo. Anche quando raccontiamo di alieni, di pirati o di terre lontane è la nostra interiorità, il nostro passato, i nostri conflitti e le nostre speranze che proponiamo agli altri. La seconda è che raccontando ci si rivolge sempre a qualcun altro: perfino chi dice “scrivo solo per me” ha un interlocutore in mente. La terza è che la scrittura è solo un punto di partenza, solo una possibile declinazione. Sulla base di quest’ultimo punto, gli educatori non dovrebbero mai perdere di vista il bisogno di raccontarsi che è alla base dell’attività e dovrebbero essere pronti ad adattarsi alle caratteristiche delle persone coinvolte.

Ed è proprio ciò che è accaduto in questi mesi a Quarto Oggiaro, quartiere alla periferia nord di Milano, dove un gruppo di giovanissimi ha lavorato alla creazione di una graphic novel, della propria graphic novel in senso stretto: i ragazzi e le ragazze, infatti, raccontano le loro esperienze e i loro problemi, attraverso la lente narrativa dei supereroi.

L’attività fa parte del più ampio progetto Per un Quarto di libro, sostenuto da Fondazione Cariplo e gestito da diverse associazioni non profit del territorio milanese: Fondazione Arché, Nivalis Cooperativa, Ambiente Acqua Onlus, Associazione Errante e Associazione Le Nius.

Del laboratorio digitale di Graphic Novel condotto con il giovane book club abbiamo parlato con Gianmarco Crescentini, educatore per Fondazione Arché.

Una graphic novel ideata e scritta dai giovanissimi di Quarto Oggiaro

Gianmarco, chi sono i partecipanti al book club e laboratorio di graphic novel?

Sono tutti ragazzi e ragazze di prima media, quasi tutti nati in Italia da genitori stranieri. Sono minori già ingaggiati dal Punto Luce di Quarto Oggiaro, dove il percorso si è svolto, e dove già da tempo ricevono un’offerta educativa extrascolastica rilevante. Questo rapporto già costruito nel tempo ci ha consentito di lavorare con loro a questo progetto più complesso.

Le ragazze e i ragazzi all’opera.

In cosa consiste il progetto?

L’obiettivo iniziale era di sensibilizzare ragazze e ragazzi alla cultura e alla lettura, ma ci siamo subito accorti che il mero incontro teorico su cos’è una graphic novel, cos’è un genere letterario, e il solo leggerle non funzionava abbastanza. Sono ragazzi abituati a fare cose concrete. Preferiscono lavorare, disegnare, fare. Così abbiamo previsto di aprire ciascun incontro con una sorta di attività preliminare pensata come gioco, in modo di agganciarli.

Abbiamo preso spunto dal film Supereroi di Paolo Genovese. Nel film i supereroi sono persone che non hanno superpoteri, ma che cercano di affrontare i problemi quotidiani preservando la relazione e cercando di stare in gruppo nonostante i cambiamenti che ciascuno di noi vive nella propria vita.

Trasportando questo concetto all’interno degli incontri abbiamo chiesto ai ragazze e alle ragazze di raccontare le loro storie personali, i problemi concreti che hanno affrontato. Anche se in questo caso i superpoteri ci sono.

Quali sono i temi che emergono dalle loro storie?

Le storie raccontano problemi di solitudine, di relazioni tra pari, difficoltà nel prendere decisioni, nel trovarsi in un contesto nuovo, nell’abbandonare la propria città e territorio per iniziare una vita da un’altra parte. Sono tutte idee loro, l’unica cosa che abbiamo chiesto è di partire da qualcosa che conoscono. La storia può essere inventata, ma la criticità deve essere reale e verosimile.

La narrazione è un forte strumento per comunicare.

ideare e scrivere una graphic novel a quarto oggiaro

Secondo la tua esperienza, che ruolo ha la narrazione nelle attività educative?

La narrazione è un forte strumento per comunicare. In particolare la graphic novel, perché tutto ciò che ha a che fare con il solo testo per loro è difficile da padroneggiare, un po’ per ritardi conoscitivi dovuti a una barriera linguistica, ma anche per un problema connesso alla loro età: una generazione abituata a comunicare per immagini.

Qual è stato il risultato?

Siamo passati nella fase di ideazione alla scrittura delle varie storie, accompagnate e accompagnati dal nostro ruolo di educatori. Gli ultimi incontri hanno visto la partecipazione di un grafico e illustratore professionistaAlberto Ipsilantie di un’art directorElisabetta Peruffo – per cercare di rendere concreto il loro lavoro, fino ad arrivare al prodotto finale, che sarà un mini e-book illustrato contenente le diverse storie.

Giovedì 16 giugno presenteremo i lavori durante il #letturaday di Quarto Oggiaro al Caffè letterario organizzato dal progetto in collaborazione con altre associazioni locali e la Biblioteca di Quarto Oggiaro. Siete tutte e tutti invitati a vederli al nostro Caffè letterario. Vi aspettiamo numeros*!

CONDIVIDI

Educatore professionale e formatore, ha lavorato in diversi ambiti del terzo settore. Nel suo lavoro mescola linguaggi e strumenti per creare occasioni di crescita personale attraverso esperienze condivise. Per Le Nius scrive di temi sociali e non profit.
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU