Federica Pellegrini e il manuale di autostima: le 10 cose che abbiamo in comune4 min read

1 Maggio 2014 Uncategorized -

Federica Pellegrini e il manuale di autostima: le 10 cose che abbiamo in comune4 min read

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federica pellegrini

L’estate si avvicina e, con lei, l’ansia da camerino Calzedonia. Non so voi, ma più della prova costume a me terrorizza la prova camerino, cioè tutti quei riti umilianti a cui ci costringe la scelta del costume giusto. La trovo una pratica odiosa per due ragioni. La prima è che ogni anno a maggio, dopo aver trascorso gli ultimi sette mesi coperta da strati plurimi di vestiti, io non ho proprio nessuna voglia di spogliarmi. E poi ho dei problemi con le commesse di Calzedonia che aprono e chiudono l’esile tenda che separa la tua intimità dal resto del mondo senza il minimo preavviso, lasciandoti ignuda, pallida, cicciotta quasi sull’uscio del negozio. Anche per questo motivo, da circa tre anni, non compro un costume nuovo.

Ma ora basta. È tempo di superare le paranoie attraverso un sano training di autostima. E chi meglio di Federica Pellegrini, che vive gran parte della sua vita in costume da bagno, può aiutarci? Sì proprio lei: 177 centimetri di altezza per 65 chili di peso. Bionda. Scolpita eppure femminile. Mille medaglie e record mondiali. Non ci crederete, ma abbiamo un sacco di cose in comune.

Federica Pellegrini: le cose che abbiamo in comune

1. I capelli. Dopo la fissa del taglio corto asimmetrico che ha risparmiato ben poche di noi, anche la Pellegrini è entrata nel loop dello shatush. Alzi la mano chi, tra le ragazze che leggono, non abbia speso 120 euro per ritrovarsi con un effetto ricrescita di sei mesi (sui capelli lunghi) o simil-Rita-Pavone (su quelli corti).

2. La vista. Federica è miope. Ama molto gli occhiali e li indossa spesso. Tuttavia neanche lei, pur scegliendo i modelli più glamour e colorati, riesce ad evitare l’agghiacciante effetto “Ragionier Filini”. Finché la ricerca nel campo ottico non risolverà l’annosa questione dei fondi di bottiglia, noi miopissimi saremo sempre vittime di una discriminazione estetica.

3. La pennichella. Fede è una dormigliona, proprio come noi. Essendo nata dopo il 1975 è una convinta assertrice del fatto che il sonno perso debba essere recuperato. In questo si distingue da chi è nato tra gli anni ’50 e i ’60 e cioè i nostri genitori: per loro il sonno è una categoria dell’essere che una volta persa non torna più, come la giovinezza o la verginità. E lo ribadiscono sempre. Soprattutto quando stiamo dormendo. La Pellegrini dimostra invece che si può essere dormiglioni e anche campioni olimpici.

4. I social network. Anche Federica Pellegrini fa un largo uso dei social, in particolar modo di twitter. Oltre a mostrare un’indubbia predisposizione semiotica per gli emoticons più disparati, alle volte, seppur raramente, cede alla tentazione dello status criptico-patetico. Quello che ha un unico preciso destinatario (spesso maschio) ma che decidiamo di condividere con tutti piuttosto che scrivere un cazzo di sms. Esempi di status criptico-patetici a cui prima o poi si cede: “E il telefono non squilla” (che significa: chiamami); “E poi boh, ti ritrovi a pensare a ciò che non è stato e poteva essere” (che significa: chiamami); “Certa gente dovrebbe solo vergognarsi per quanto è falsa” (che significa: chiamami).

federica pellegrini
@Simona Della Valle

5. Pollice verde. Sembra che Fede ne sia completamente priva: è in grado di far morire pure le piante grasse. E sapete come muoiono le piante grasse? è uno strazio. Le foglie cadono quando sono ancora verdi con un rumore sordo: la sensazione è quella di un braccio che all’improvviso ti cade per terra mentre stai parlando al telefono. Tonf. Tonf. Tonf. Una alla volta. Finché della pianta non rimane che il fusto, che si rinsecchisce in poco tempo. Sempre misteriose le cause del decesso.

6. Il mare. La più grande nuotatrice italiana detesta sguazzare in mare aperto, dove non si riesce a vedere il fondale. Anche a me mette una certa ansia. Preferisco nuotare dove il fondale è cristallino. Anzi preferisco nuotare dove tocco, così posso riposarmi se sono stanca. Meglio: io preferisco nuotare a riva. Di più: mi piace soprattutto stare ferma a riva.

7. Il salario. Nel mondiale di nuoto del 2009 Federica ha vinto due ori facendo due record del mondo. Per queste imprese ha guadagnato 3000 euro in tutto. Che mi sembra pochino, soprattutto considerando che un De Rossi o un Balotelli quei soldi li guadagnano in quattro/sei ore della loro esistenza (pisolino compreso).

8. Gli uomini. Uno dei motivi alla base di questi risultati così sorprendenti sta nel fatto che Federica si allena agli stessi ritmi di un atleta maschio. Ha un alto livello di sopportazione del dolore e della fatica. Questo per zittire una volta per tutte quelli che affermano che un corpo femminile abbia meno forza di uno maschile. Insomma, prendete la Pellegrini e Fassino e poi ditemi.

9. L’abisso. Federica non è stata solo una vincente. Ha provato il dolore della sconfitta e, da sempre, sconta la solitudine e la pressione del fuoriclasse. Ma non ha mai nascosto le sue debolezze e anzi le ha raccontate con una sincerità che sembra la stessa di quando aveva 16 anni. Nonostante le sfilate, le 500 paia di scarpe e il gossip rimane sempre tormentata, fragile eppure cazzuta.

10. Il credo. “Se nello sport hai avuto il dono di un talento, rispettalo allenandoti fino allo stremo delle forze”. Ognuno di noi ha un talento, nei confronti del quale abbiamo due obblighi: scoprirlo e rispettarlo e nutrirlo e dargli spazio. Che, ora che ci penso, sono quattro.

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I momenti più significativi della mia vita sono stati: quando, a dieci anni, ho interpretato Mary Poppins nel musical Mary Poppins e quando ho indovinato la definizione di integrale agli orali della maturità. Sono insegnante (non di matematica, of course) e ho una particolare predisposizione per i casi umani. Temo che le due cose siano collegate.
1 Commenti
  1. Stefania Cardinale

    Bella e brava e donna cazzuta! concordo in pieno .

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