Europa e crisi economica: le risposte di Mario Draghi6 min read

6 Giugno 2014 Economia Europa -

Europa e crisi economica: le risposte di Mario Draghi6 min read

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Europa e crisi economica: le risposte di Mario Draghi
@ECB European Central Bank
Henry Kissinger si chiedeva quale numero telefonico avrebbe dovuto comporre se avesse voluto parlare con Mr. Euro, cioè con un soggetto di riferimento in Europa, invece che con decine di capitali nazionali. La domanda aleggia da decenni senza risposta.

Oggi, però, non vi sono più dubbi: Mr. Euro è Mario Draghi, che sta cercando di trascinare l’Europa fuori da una crisi durissima con azioni ad ogni livello, che ormai travalicano la politica monetaria (propria di una banca centrale) e sconfinano nella politica economica (di competenza degli Stati, che però ronfano), se non addirittura nella politica stessa (abbiamo descritto in passato la fondamentale spinta di Draghi verso l’approvazione dell’Unione Bancaria da parte delle istituzioni politiche UE e degli Stati Membri).

Ieri infatti è stata una giornata di portata storica per la Banca Centrale Europea. I motivi dell’azione sono noti: per iniziare, la bassa inflazione nell’eurozona, calata nel mese di maggio fino al +0,5% (assai lontana dal target del 2% della BCE); poi, la crescita asfittica del PIL nell’Eurozona nel primo trimestre del 2014 (+0,2%); l’alta disoccupazione e i prestiti bancari al settore privato ancora bloccati. Vediamo nel dettaglio come Francoforte ha inteso affrontare questi problemi mediante misure rivoluzionarie.

Europa e crisi economica: le risposte di Mario Draghi

Tassi ai minimi storici

Dall’11 giugno 2014, avrà effetto il taglio ai minimi storici del tasso a medio-lungo termine dallo 0,25% allo 0,10% e quello a breve termine dallo 0,75% allo 0,40%. Per effetto di tale decisione, se le banche pagheranno meno interessi sulla liquidità che ricevono dalla banca centrale, anche i loro clienti pagheranno meno interessi sui prestiti che ricevono da esse. Le prime potranno infatti scaricare sui secondi i tassi di interesse minori sui loro prestiti. Per esempio, chi ha prestiti indicizzati al tasso BCE (un mutuo casa), dalla rata di giugno pagherà un importo più basso. Aumenta così il reddito disponibile di cittadini ed imprese e, indirettamente si riducono i tassi di interesse sui Titoli di Stato, agevolando così il finanziamento del debito (lo Stato piazzerà più facilmente sui mercati i propri titoli. Già registrata una riduzione sensibile dello spread).

Tasso depositi overnight negativo

Sempre dall’11 giugno, le banche che dispongono di liquidità in eccesso e la depositano presso la BCE invece di investirla, dovranno pagare. Questo è l’effetto della decisione, unica nella storia della BCE, di portare i tassi in negativo. Cosa significa? Se inizialmente le banche ricevevano un interesse per i propri depositi di liquidità presso la BCE, tasso poi passato allo 0% (cioè nessun guadagno per le banche), dopo questa decisione il le banche pagheranno una sorta di tassa sul capitale dello 0,10%. Non era mai successo nella storia. In pratica, questa mossa di Draghi disincentiva le banche a depositare liquidità (perché ne taglia i guadagni derivanti) e le incentiva a investire l’eventuale liquidità in eccesso nell’economia, ad esempio investendo su titoli a breve scadenza (per esempio i BOT).

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@ECB European Central Bank

T-LTROs nel 2014 e 6 nel 2015-2016

I Targeted-LTRO (targeted long term rifinancing operations) sono la vera svolta della giornata di ieri. Si tratta di operazioni di rifinanziamento a lungo termine delle banche, ma con un preciso target: l’economia reale. A differenza di quanto avvenuto con gli LTROs (senza la “T” di targeted) degli anni passati, le banche riceveranno dalla BCE liquidità in relazione a quanti prestiti effettuano nei confronti delle imprese dell’eurozona, cioè dell’economia reale.

Il primo riferimento sarà calcolato sull’ammontare dei prestiti delle banche verso le imprese alla data del 30 aprile 2014. Il 7% di quella somma (400 miliardi di euro circa) sarà trasferita dalla BCE alle banche come liquidità per effettuare nuovi prestiti. Ad ulteriore conferma del chiaro intento della BCE di dare stimolo al credito verso l’economia, nel calcolo non verranno considerati gli acquisti di Titoli di Stato e prestiti immobiliari (negli anni passati le banche erano state infatti accusate di ricevere denaro dalla BCE e investirlo principalmente in titoli di Stato: da ora non sarà più possibile).

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@ECB European Central Bank

Insomma, niente prestiti alle imprese, niente liquidità dalla BCE. La liquidità ricevuta dalle banche andrà restituita a settembre 2018. Gli istituti di credito chi non riusciranno a impiegarla nell’economia reale dovranno invece rimborsare anticipatamente la BCE due anni prima, a settembre 2016. Altri due operazioni di T-LTRO verranno effettuati nel mese di settembre e dicembre del 2014. Il tasso di questi prestiti sarà dello 0,5% (MRO + 0,10%). Come si vede chiaramente, più che occuparsi di politica monetaria, in questo caso la BCE entra in campo per dare stimolo diretto all’economia reale. Inoltre, da marzo 2015 a giugno 2016 verranno effettuate altre 6 operazioni di T-LTORs ogni tre mesi, con modalità di assegnazione differenti. Francoforte assegnerà un target da raggiungere nei prestiti verso le imprese: alle banche che supereranno quella soglia nel trimestre, verrà fornito il triplo della liquidità della frazione oltre il target. Un incentivo poderoso.

Leggera svalutazione (indiretta) dell’euro

Dal 10 giugno si bloccano le cosiddette operazioni di drenaggio della liquidità in eccesso sui mercati. Per conseguenza l’euro si svaluterà leggermente, con atteso miglioramento delle esportazioni dell’Eurozona, panacea invocata soprattutto dai Paesi mediterranei manifatturieri. A ciò si aggiunga la decisione di mantenere una politica monetaria espansiva fino a fine 2018. I titoli (principalmente obbligazioni) usati oggi come collaterali (cioè garanzia) per ricevere la liquidità da parte della BCE saranno validi fino a settembre 2018.

Impulso al mercato degli ABS (Asset Backed Securities)

È l’effetto della riforma lanciata la scorsa settimana dalla BCE e da Bank of England per la creazione di un mercato delle cartolarizzazione semplice e trasparente. Le cartolarizzazioni, o securitizations, sono operazioni mediante le quali un insieme di crediti – ad esempio un insieme di mutui casa – viene ceduto da uno o più soggetti (Originators, banche o finanziarie) a un soggetto appositamente creato (SPV, special purpose vehicle) che a fronte delle attività cedute emette titoli (obbligazioni) da collocarsi sui mercati. SPV paga la banca per quei crediti, poi incorpora quei crediti in un titolo e lo vende a terzi acquirenti.

Per l’effetto, l’acquirente del titolo incassa periodicamente l’entrata sottostante (cioè le rate dei vari mutui) e la banca cedente ottiene immediata liquidità dal SPV come corrispettivo della cessione, invece di dover attendere il periodico pagamento delle rate dei mutui sottostanti. Pertanto, la decisione della BCE incentiverà le banche ad impacchettare, cioè cartolarizzare, i prestiti in ABS (cioè titoli garantiti da asset, in pratica, titoli di qualità particolarmente alta) ed ottenere immediatamente liquidità. Questo aumenterà la resilienza delle banche, i cui tassi dovrebbero calare ulteriormente – in aggiunta a quanto descritto sopra – anche grazie a queste operazioni, con conseguenti benefici per l’economia reale.

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Milano, Dublino, Londra e Bruxelles. Specializzato in diritto bancario, dei mercati finanziari e dell'Unione europea, collaboro con le facoltà di Economia e Diritto di alcune università europee.
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