I figli si fanno sempre più tardi16 min read

30 Novembre 2022 Società -

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Sociologo

I figli si fanno sempre più tardi16 min read

Reading Time: 14 minutes

Il ritardo nell’età a cui si hanno figli è considerato un indicatore dei cambiamenti sociali. I giovani hanno una transizione all’età adulta più lunga, per un mix di fattori, alcuni subiti – la fatica a entrare nel mondo del lavoro e avere un reddito stabile – altri voluti, come avere un tempo per studiare, fare esperienze, viaggiare. Per questi motivi l’età media del primo figlio in Europa è in costante aumento negli ultimi decenni.

Per valutare la portata di questi cambiamenti si ricorre a un indicatore: l’età media delle donne al primo figlio. Non dimentichiamo perciò che tra i motivi di questi mutamenti sociali c’è certamente anche un’accresciuta emancipazione delle donne, per fortuna sempre più impegnate in percorsi di studio, carriere lavorative e esperienze di svago in un’ottica di parità con i loro coetanei maschi.

Ah: già che ci siamo sdoganiamo anche il falso mito dell’età biologica come indicatore supremo di fertilità. Sempre più donne hanno figli ben oltre quella soglia dei 35 anni spesso indicata come critica, e gli studi più moderni confermano che tendiamo a dare troppo peso a questo fattore.

Età media primo figlio in Europa: i dati

Nel 1995 l’età media del primo figlio in Europa non superava in nessun paese i 30 anni, e nella maggior parte dei paesi stava nell’intervallo tra 23 e 28 anni. Nel 2020 l’intervallo è salito tra i 26 e i 31 anni.

età media primo figlio 2020

L’Italia ha il primato del paese europeo dove il primo figlio si fa più tardi, in media a 31,4 anni. Seguono Spagna, Irlanda e Grecia. I paesi mediterranei tendono quindi ad avere un’età media primo figlio più avanzata, per ragioni soprattutto socio-economiche: i giovani faticano maggiormente ad accedere in modo stabile al mondo del lavoro e sono meno tutelati dai sistemi di welfare.

I paesi con i dati più bassi sono invece come quelli dell’est Europa. Anche qui la protezione dei sistemi di welfare è bassa, ma prevale una forte connotazione sociale rispetto all’avere figli presto, anche se va detto che questi paesi sono anche quelli in cui l’età media si sta alzando più velocemente (tra i 3 e i 4 anni in più negli ultimi venti anni) e in tutti si avvicina sempre più ai 30.

Nell’ultimo decennio l’età media delle donne alla nascita del primo figlio è aumentata in tutti i paesi europei, con la sola eccezione della Slovacchia (-0,2). L’incremento più marcato si è registrato in Estonia e Portogallo (+1,8 anni), seguite da Irlanda (+1,6), Romania e Cipro (+1,5).

L’età media alla nascita del primo figlio cresce in tutti i paese europei anche se consideriamo solo gli ultimi cinque anni. Quindi sì, possiamo dire che in Europa il primo figlio si fa sempre più tardi.

Difficile individuare una tendenza stabile di lungo periodo. Certa invece è la conseguenza di questi mutamenti nei comportamenti riproduttivi: arrivando più tardi il primo figlio, si fanno meno figli e le famiglie sono meno numerose di un tempo. Questo comporta anche un progressivo invecchiamento della popolazione con conseguenze sull’equilibrio socio-demografico e economico dei paesi, situazione che riguarda in modo particolarmente importante l’Italia.

Alcune caratteristiche della società contemporanea sono comunque in gioco ovunque: la maggiore libertà di scelta naturalmente, ma anche il crescente ruolo sociale e lavorativo delle donne, il prolungamento della giovinezza (e della vita in generale), l’instabilità economica.

Altre, come la precarietà lavorativa e di vita (di tutti ma delle donne di più), la difficoltà di conciliare maternità e lavoro, il debole sostegno dei sistemi di welfare, sono più evidenti in alcuni paesi piuttosto che in altri, e questo spiega ad esempio perché, pur partendo da livelli simili nel 1990, l’età media primo figlio nei paesi del sud Europa sia aumentata molto più velocemente che in quelli del nord Europa.

Per concludere, la tabella riassume l’evoluzione dell’età media delle donne alla nascita del primo figlio in alcuni paesi europei negli ultimi 20 anni.

 

2001

2020

Italia

n.d.

31,4

Spagna

29,2

31,2

Irlanda

n.d.

30,9

Grecia

27,7

30,7

Portogallo

26,6

30,2

Paesi Bassi

28,6

30,2

Germania

n.d.

29,9

Danimarca

27,9

29,8

Austria

26,5

29,7

Svezia

28,2

29,7

Finlandia

27,5

29,5

Belgio

27,0

29,2

Slovenia

26,7

29,0

Francia

28,0

28,9

Rep. Ceca

25,3

28,5

Ungheria

25,3

28,4

Polonia

24,8

27,9

Slovacchia

24,3

27,2

Romania

23,8

27,1

Bulgaria

23,7

26,4

Fonte: Eurostat 

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
12 Commenti
  1. Davide

    Interessantissimo!

  2. Fabio Colombo

    ne arriveranno altri simili!

  3. Luciano

    Non credo ci sia un'età giusta per fare i figli, e neppure le condizioni socio-economiche dovrebbero influire nel determinare l'età giusta. L'età giusta purtroppo ci viene imposta ed inculcata da vari fattori. I figli devono essere lo scopo principale dello stare insieme, sia da sposati che da conviventi o altro, senza fare distinzione tra matrimoni civili, religiosi.... I figli sono l'eredità che noi lasciamo per costruire il futuro migliore possibile, non è tanto quello che facciamo che lascia il segno. Se facciamo i figli da vecchi, non avremo neppure la capacità di amarli e indirizzarli a quelle che dovrebbero essere i valori fondamentali del'essere. Purtroppo è un retaggio che anche il boom economico ci ha lasciato, è una ricerca di non avere 'impicci' troppo presto, di non aver pannolini da cambiare, figli da accompagnare a scuola, ecc. ecc. Non sono un sociologo, sono un genitore che ha fatto due figlie dopo i 30 anni, ma con il senno di poi, ammetto di aver sbagliato, avrei preferito anticipare e farne 3 o 4. Solo così la famiglia si ravviva e si riunisce. Certo non sempre le condizioni economiche lo permettono, spesso però è una scusa. I poveri, sopratutto nei paesi più poveri, hanno tanti figli, anche i nostri nonni e bisnonni che erano in condizioni precarie facevano 5, 6 figli e più anche 10. Non tiriamo sempre in ballo la precarietà del lavoro, il ruolo delle donne, ecc....Negli altri paesi europei, basta andare in Francia, vedi famiglie con 3 o 4 figli. E poi più si tarda e più noi diventeremmo dei 'vecchissimi nonni' forse non più in grado di badare i nipotini e dare il giusto aiuto ai nostri figli.

    • Fabio Colombo

      Luciano, grazie per la tua testimonianza. Fondamentalmente sono d'accordo. Personalmente non leggo positivamente il ritardo del tempo sociale rispetto a quello biologico, anche se poi credo che al di là di tabelle o presunte "età migliori" ognuno debba fare come gli/le pare.

  4. Luciano

    Certo 'fare come gli/le pare'....è ormai d'uso. Fare come gli/le pare mi sta bene solo se non impatta sugli altri.....fare figli a 40-50 anni secondo me impatta sulla crescita, sulla formazione, sull'educazione dei figli....ecc. anche se l'amore dei genitori può essere sempre lo stesso. Ma è la nostra società, sopratutto gli errori di chi come me vi ha preceduto anagraficamente parlando, che ci ha portato a questo, purtroppo.... spero che voi giovani riuscirete a modificare le cose, senza solo adattarle alle proprie personali esigenze.

  5. Moma

    Poi c è anche per' chi li vorrebbe da qualche anno e a 35 suonati non arrivano...... Sarei da buttare io quindi????

  6. Antonella bizzarri

    Mia mamma mi ha avuto a 43 anni...vorrei solo piangere, sono consapevole che sono arrivata molto in ritardo

  7. Salvo

    Chiedersi il perché i figli si fanno sempre più tardi è un argomento in cui ciascuno ne giustifica le sue ragioni ma partono tutti da una premessa trascurata: è la natura che ha creato questa realtà; dopo la maturità sessuale una femmina di qualsiasi specie vivente evoluta, se fertile, è in grado di concepire e riprodursi fino a quando essa non diventa sterile. Oramai sembra voler piegare anche la natura alle esigenze delle persone, basta trovare una giustificazione attendibile.

  8. Rosy Menta

    Sondaggio difficile. La mia bisnonna ha fatto 12 figli, 2 sono morti, 10 sono vissuti a lungo. Ma erano contadini. E' vero, una volta si facevano più figli per altri motivi, non perchè mancava il televisore ... c'era una un'alta mortalità, le case erano grandi e potevano ospitare due o più famiglie, per cui gli anziani erano sempre accuditi dalle nuore o dai figli/e. In famiglia erano collaborativi e c'era maggiore coesione, si divideva tutto. Oggi è tutto complicato, non solo perchè se lavorano entrambi i genitori il figlio è affidato a baby sitter o scuole, se la madre non lavora è sempre impegnata anche a dover intrattenere i figli con varie attività (palestra,nuoto, calcetto etc.) e ciò ha anche dei costi.... Una volta c'era i cortili, i bambini giocavano fuori casa, socializzavano e facevano attività fisiche, ed erano controllati anche da altre mamme, oggi starebbero sempre davanti al pc e si deve anche controllarli (possibilmente!). C'erano meno rischi e pericoli (droga etc.). Oggi non si fanno meno figli non solo perchè si deve mantenerli (pannolini, cibo, giocattoli..) altri costi incidono sul loro mantenimento e crescita... Le madri oggi sono più "responsabili" e attente, più mature e coscienti di cosa significhi mettere al mondo dei figli... Una volta, da una certa età, i figli andavano a scuola da soli... ore devono essere accompagnati... al momento della comunione non erano coinvolti i genitori. Andavano a Catechismo e via... oggi devo essere presenti anche i genitori... Insomma, il sociale e i cambiamenti culturali incidono molto sulla decisione d'avere un figlio e tutti questi fattori dovrebbero essere tenuti in considerazione facendo dei sondaggi.

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Rosy, grazie davvero del tuo commento. Sono riflessioni importanti, sono tanti i fattori che portano a un calo della natalità, tra cui certamente quello che citi tu. Ci sono fattori legati ai cambiamenti della società: il primo figlio si fa più tardi mentre magari un tempo arrivava a 20-25 anni perché le donne studiano, lavorano e si divertono di più, e questa mi pare una cosa assolutamente positiva. D'altra parte come dici tu manca un supporto che consenta alle famiglie (soprattutto alle donne) di vivere la maternità conciliandola con il lavoro e gli altri impegni della vita sociale. A poco servono i bonus bebè su cui insistiamo a battere: meglio sarebbe estendere i servizi, come gli asili nido, che consentono una reale conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

  9. Letizia88

    Dott. Colombo “Sempre più donne hanno figli ben oltre quella soglia dei 35 anni spesso indicata come critica, e gli studi più moderni confermano che tendiamo a dare troppo peso a questo fattore.” La ringrazio per queste rassicuranti parole, i dati sul calo della fertilità femminile a questa età sono spesso allarmanti, soprattutto per una donna che vi si avvicina con l’idea appunto, di fare un figlio. Mi permetto di sottolineare come anche l’età del padre influisca sulla fertilità della coppia e sulla buona crescita del figlio (a mio avviso)incoraggiando l’aumento demografico. Un dato che non riesco a trovare è l’età media del padre italiano e la fecondità maschile in Italia, ossia quanti figli hanno in media gli uomini in Italia mentre per le donne si trovano perfino dati regionali. Volevo chiederLe cortesemente se Lei ha questi dati o sa dove trovarli. La ringrazio dell’articolo molto interessante

    • Fabio Colombo

      Buongiorno Letizia, grazie mille del commento molto interessante. In questa pagina di Istat (http://dati-giovani.istat.it/Index.aspx?QueryId=10979) puoi trovare informazioni sull'età media del padre alla nascita del figlio. Il tasso di fecondità è invece un indicatore collegato alla popolazione femminile, e in effetti non si trovano dati simili relativi alla popolazione maschile.

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