Erick Thohir, una speranza difficile da decifrareh2 min read

24 Novembre 2013 Uncategorized -

Erick Thohir, una speranza difficile da decifrareh2 min read

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erick thohir

Erick Thohir è un grande punto di domanda per il tifoso neroazzurro, scisso tra i sentimenti per Massimo Moratti e la voglia di riscatto dopo qualche anno anonimo e mediocre. Come i tifosi si dividevano su Moratti, da una parte gli affezionati alla famiglia che ha fatto grande l’Inter, dall’altra una parte di tifosi (capeggiati simbolicamente dalla Curva Nord) che ha tenuto a mente tutti gli errori e i fallimenti della gestione Moratti, pur ammettendo fossero errori “per amore”. A chiudere questo eterno dibattito da bar è intervenuto lo stesso Massimo Moratti, vendendo la maggioranza della società all’indonesiano Erick Thohir.

Sbarcato a Milano da una terra lontana e bellissima, l’Indonesia, Thohir si presenta come uomo di successo, business man e uomo dei media, ultima qualità dimostrata prontamente domenica 17 novembre nell’intervista a Che tempo che fa di Fabio Fazio.

Si è mosso bene, Erick Thohir, nell’ultima settimana, arrivando in punta di piedi e trasformandosi poco a poco in un tornado. Idee chiare, a quanto pare, su bilanci e struttura della società, un po’ meno sul discorso tecnico e calcistico. Ha fatto promesse importanti che rientrano però in una normalità e non scaldano particolarmente il cuore dei tifosi, che ne hanno anche abbastanza dei titoloni sparati da giornali e siti sportivi per qualche copia o clic in più.

(A questo proposito chiedere agli juventini con Tuttosport, che non temendo mai di coprirsi di ridicolo e confidando nella scarsa memoria dei tifosi, spara titoli assecondando i quali la Juve ogni anno dovrebbe comprare Messi e Cristiano Ronaldo)

Noi, tifosi neroazzurri, l’abbiamo capito che Erick Thohir è un business man, e probabilmente capace: Thohir, però, deve capire che l’Inter è passione e sacrificio, è quello che ti “svolta” o ti rovina una domenica, sono quei colori per cui prendi un aereo e vai a Madrid e piangi per una doppietta di Milito attesa più di 40 anni, ma anche a Sassuolo o Verona per una partita di cui potresti benissimo fare a meno, è l’amore che ti fa muovere ogni domenica dal divano per andare allo stadio in modo mediamente irrazionale, è un fuoco che ti porti dietro tutta la vita, tutti i giorni. Erick Thohir deve capire questo, altrimenti non andrà mai d’accordo con noi tifosi neroazzurri.

Immagine| Videointer

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Scatto in profondità, controllo e, prima del tiro, un impercettibile passo di danza che manda in tilt gli avversari e libera la porta. Tango Hesitation lo chiamano, un movimento sublime un cui tutto – il ritmo, la passione e anche un pallone – rimane sospeso per una frazione senza tempo. Arte e struggimento: il piede e il volto di Diego Milito.
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