En garde! Perché scegliere la scherma6 min read

11 Maggio 2017 Uncategorized -

En garde! Perché scegliere la scherma6 min read

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Circolo Mangiarotti

Le Nius va a scuola: abbiamo incontrato le terze medie dell’Istituto Vittoria Colonna di Milano, gli abbiamo raccontato cos’è Le Nius, come si scrive per il web e abbiamo provato a rispondere alle domande dei ragazzi. Poi abbiamo invitato chi lo desiderava a scrivere un post. Pietro Borromeo, Federico D’Evant, Stefania Pinto, Paolo Venturi hanno lavorato a questo articolo.

In Italia la scherma gode di una crescente popolarità tra i giovani e i giovanissimi, anche grazie ai successi dei nostri campioni olimpici. Per praticare la scherma ci vuole passione e la passione nasce quasi istantaneamente quando ci si avvicina a questo sport.

Nonostante sia uno sport individuale basato sulla sfida, la sua disciplina è fatta di regole il cui rispetto e la cui condivisione determinano una singolare comunanza di sentimenti. In palestra, durante gli allenamenti ed alle gare nascono e si consolidano grandi amicizie.

Chi pratica la scherma non è solo uno “spadaccino”, come comunemente si dice. Infatti le armi sono di tre tipologie differenti: fioretto, spada e sciabola, e anche la tecnica è diversa a seconda dell’arma che, in ogni caso, deve essere impugnata solo a condizione di saper gestire le proprie capacità e le proprie emozioni.

Per saperne di più, per capire lo spirito di chi si avvicina alla scherma, siamo andati al Circolo della Spada Mangiarotti, fondato dal grandissimo campione olimpico Edoardo Mangiarotti e da sempre frequentato dalla migliore gioventù milanese.

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La scuola Mangiarotti | 1, 2

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare un maestro ed un atleta di eccezione: Sandro Resegotti e suo figlio Matteo, il primo, campione del mondo di spada e oggi Maestro e direttore del Circolo, il secondo, giovane promessa della scherma italiana.
Oltre al legame familiare, li unisce il rapporto Maestro-Allievo, che costituisce un altro punto di forza di questo sport: saldissimo, di reciproca fiducia e stima.

Intervista al Maestro Sandro Resegotti

Il Maestro Sandro Resegotti

Al Maestro Sandro abbiamo chiesto di parlarci dei metodi di allenamento, della sua scelta di insegnare la scherma ai ragazzi dopo essere stato lui stesso un campione e delle speranze che ripone negli atleti che seguono i suoi insegnamenti e che crescono con lui.

I metodi che lei utilizza nella sua palestra sono legati in qualche modo a come lei si allenava da giovane?

I tempi sono cambiati, sono passati tanti anni, decenni. Lo sport in generale, non solo la scherma, è cambiato, la velocità è enormemente aumentata. L’aspetto della preparazione atletica è diventato quindi nell’ultimo decennio primario per reggere la velocità in fase di assalto. Oggi un ottimo programma prevede di individuare le date delle gare come obiettivo per una partecipazione agonistica ai massimi livelli.

Come mai ha deciso di insegnare scherma ai ragazzi?

Devo dire che già quando ero tiratore mi sentivo quasi un allenatore per così dire “in pedana” usando questa espressione come quando nel calcio si parla di allenatore “in campo”. Anche quando ero nella squadra nazionale mi è sempre piaciuto studiare come i maestri insegnassero la scherma, mi appassionava guardarli e capire i loro metodi. La passione di insegnare è nata già quando ero tiratore.

Tirare di scherma è molto difficile, serve molto allenamento o si impara velocemente?

La scherma è un bello sport, in cui lavora tutto il corpo, le gambe, le braccia, ma soprattutto la mente che comanda la muscolatura e consente il controllo dei movimenti. Se mi chiedete se si impara velocemente, io vi dico no. Come in tutti gli sport bisogna impegnarsi giorno per giorno. La scherma è uno sport che ha bisogno di continuità nell’allenamento e sicuramente di molta applicazione, molta concentrazione e una grande determinazione nell’arrivare.

Lei ripone speranze nei suoi allievi ed in genere nei giovani che tirano di scherma?

La mia speranza è che i miei allievi e tutti i giovani possano divertirsi venendo in palestra, praticando questo sport sano, leale, pulito e soprattutto che ci mettano impegno. L’impegno è la cosa che mi interessa di più, perché quando uno si impegna e fa le cose bene anche se non è detto che per forza vincerà, perché alla fine vince uno solo, sicuramente si potrà togliere delle soddisfazioni e, soprattutto, avrà la coscienza a posto perché avrà fatto tutto il possibile per cercare di migliorarsi, così come deve farsi nella vita.

Intervista alla promessa della scherma Matteo Resegotti

Matteo Resegotti | Fonte

A Matteo Resegotti, 16 anni, abbiamo chiesto di spiegare la sua scelta di seguire le orme del padre campione, di parlarci dei suoi sacrifici, dell’impegno e della forza che serve per superare anche i momenti difficili.

Come hai iniziato la carriera schermistica?

Ho iniziato a tirare di scherma quando avevo sei anni, ma la mia passione è nata quando ne avevo due e guardavo Zorro alla televisione. Mi sono sempre piaciute le spade, da lì è cominciato un po’ tutto. Il fatto che mio padre sia stato un grande campione mi ha motivato ancora di più ad intraprendere questo sport.

Quali sono state le tue vittorie più importanti?

Sicuramente mi ricordo la mia prima vittoria al torneo che ho fatto qui in palestra quando avevo sei anni. Ma un’emozione grandissima, la più grande che abbia mai provato, l’ho sentita l’anno scorso quando ho vinto la medaglia d’argento ai campionati europei in Serbia. Già l’essere stato tutto l’anno a lavorare in palestra sulle pedane e poi essere convocato insieme a pochi altri italiani della mia categoria era stata una grande soddisfazione, ma poi salire sul secondo gradino del podio, purtroppo battuto dalla Russia, è stato indimenticabile!

Come gestisci la scherma e la scuola?

Beh sicuramente lo sport occupa gran parte del mio tempo e della mia vita perché comunque, oltre a studiare, mi alleno tutti i giorni. Due giorni alla settimana faccio preparazione atletica ed altri tre sono in palestra per gli assalti e per le lezioni, quindi è un grande impegno. Finora son riuscito a gestirmi bene. Le gare mi occupano gran parte degli week-end durante l’anno ed il problema sono i compiti a casa che mi lascia la scuola (frequento il liceo scientifico). Non è semplice, ma devo dire che ce la faccio e non mi lamento, è la mia vita e mi piace.

Qual è stato il periodo peggiore della tua carriera?

Nella vita di uno sportivo ci sono anche momenti difficili da affrontare perché se fosse sempre tutto rose e fiori saremmo tutti campioni! Per me uno dei momenti peggiori è stato il penultimo anno della categoria under 14. Abituato a degli ottimi piazzamenti, quell’anno non è andato come speravo ed è stata dura. Non ho mollato e con l’aiuto del Maestro Sandro, sono riuscito a reagire tanto che l’anno dopo ho piazzato una vittoria e un secondo posto alle due prove dei campionati italiani. Così sono riuscito ad entrare nella nazionale under 20 e da lì è iniziato il mio periodo migliore, quello che sto vivendo!

E allora, perché scegliere la scherma?

Incontrare due persone come il Maestro Sandro ed il giovane Matteo, ascoltare le loro parole, percepire la loro passione, ci ha fatto capire che la scherma è qualcosa in più di un semplice sport.

Abbiamo tratto la convinzione che praticandola si impari ad affrontare le sfide della vita con determinazione e coraggio, ma soprattutto con lealtà, con la consapevolezza che, nella maggior parte dei casi, i risultati ed i successi dipendono dalla capacità di rimanere “en garde” anche di fronte alle avversità.

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Il progetto "Le Nius a Scuola" porta i redattori di Le Nius a scuola a raccontare come funziona la comunicazione digitale, spiegare alcune competenze e accompagnare gli alunni nella elaborazione di un prodotto digitale. Molti alunni ci hanno inviato i loro articoli che abbiamo letto, editato e pubblicato. Crediamo ne valga la pena.
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