Emigrati italiani | Chi sono, da dove partono e dove vanno?16 min read

17 Marzo 2024 Emigrazione -

Emigrati italiani | Chi sono, da dove partono e dove vanno?16 min read

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Italiani all’estero: dati 2018

L’emigrazione degli italiani all’estero è quindi una realtà consolidata con origini lontane. Secondo il rapporto dell’AIRE – Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (pdf), gli emigrati italiani nel mondo sono 5.288.281, una diffusione capillare con lieve prevalenza di donne, provenienti in particolare da Sicilia, Campania, Lombardia, Lazio e Veneto. Sono soprattutto in Europa (tre milioni) e America Latina. In particolare l’Argentina ha il primato assoluto per presenza di italiani all’estero, e qui abbiamo raccontato le storie di emigrati italiani in Argentina.

Attenzione però, parliamo però di presenze registrate e non di movimenti migratori veri e propri: i dati dell’AIRE vanno letti considerando che l’iscrizione è un diritto-dovere previsto non solo per coloro che lasciano l’Italia e si trasferiscono in un altro Stato per oltre 12 mesi, ma anche per i discendenti di italiani nati all’estero a cui è stata riconosciuta la cittadinanza, i quali potrebbero non essersi neanche mai recati in Italia.

Ciò spiega la grande presenza italiana in paesi che sono stati mete di emigrazione nel passato, seppure più della metà risulta iscritta per espatrio e quelle stesse mete continuano a essere anche oggi destinazioni particolarmente attrattive. Per restituire un quadro più completo i dati dell’AIRE vanno quindi associati ad altre fonti, nazionali ed estere.

Gli emigrati italiani di oggi: dati 2018

A partire dagli anni settanta da paese di emigrazione l’Italia diviene paese di immigrazione, seppure si conta ancora una media di 50 mila espatri all’anno sia verso mete nuove, sia verso quelle già battute.

Le partenze degli italiani tornano a crescere in particolare dal 2008, al sopraggiungere della crisi economica, dando avvio a quella che viene definita “Nuova Emigrazione”. Da quell’anno il numero medio di cancellazioni anagrafiche per l’estero (e quindi il numero di cittadini espatriati) aumenta costantemente, per raggiungere quota 1.260.000.

italiani all'estero

Parallelamente diminuiscono i rientri dei nostri connazionali e il saldo migratorio con l’estero si assottiglia: nel 2018 le iscrizioni sono state appena 175 mila in più rispetto alle cancellazioni, con pesanti ricadute demografiche e socio-economiche, determinate anche da altri fattori, in primis il numero di decessi superiore a quello delle nascite, che risultano le più basse dall’Unità d’Italia.

Gli emigrati italiani degli ultimi anni sono prevalentemente giovani (18-34 anni) e giovani adulti (35-49 anni), oltre la metà sono laureati. Partono soprattutto da Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Sicilia e Puglia, per raggiungere nell’ordine Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Stati Uniti e Brasile. È però il Portogallo a registrare la crescita più significativa. Data l’enorme presenza di comunità italiane, anche l’America Latina continua a essere vista come una terra in cui è facile sentirsi a casa.

dove emigrano italiani

I numeri però sono molto probabilmente sottostimati, in quanto non tutti gli espatriati effettuano prontamente la cancellazione anagrafica e la registrazione nel paese d’arrivo. Lo ha dimostrato quanto successo nel 2016, quando il timore della Brexit ha portato molti italiani in realtà già presenti nel Regno Unito a registrarsi all’anagrafe locale, cosa che prima non avevano fatto.

Secondo una ricerca curata da due ricercatori italiani, i nuovi migranti hanno spesso un titolo di studio medio-alto e alimentano la cosiddetta “fuga dei cervelli”, ma diversi dati provenienti dai consolati dei paesi di destinazione mostrano anche la numerosità di persone con titoli di studio inferiori, che cercano lavori poco qualificati nelle città di tutta Europa.

In entrambi i casi, ci si sposta per cercare migliori condizioni lavorative e in particolare una maggiore remunerazione rispetto a quella riconosciuta in Italia. I lavori meno qualificati sono anche il mezzo di sostentamento per quei giovani qualificati che, almeno all’inizio, pianificano un’esperienza all’estero di breve-media durata, per migliorare le loro competenze linguistiche e mettersi alla prova in un contesto socio-culturale nuovo.

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Progettista sociale con spiccato interesse per le questioni politiche e sociali. Tenta costantemente la fuga dallo schermo del computer, ma inciampa spesso nel cavo di alimentazione, lo calcia e scappa tra gli alberi o tra i portici di Bologna. Vagheggia di mollare tutto per dedicarsi a viaggi squattrinati e alla sua principale passione: la polemica.
3 Commenti
  1. grazia burman

    E cosa succede con lemigrazione degli italiani nella economia italiana? Mi pare che non solo in Brasile gli effetti di questi arrivi massivi di italiani siano stati molto positivi sulla cultura di São Paulo e il suo sviluppo industriale ma anche in Italia queste partite massive permettono di svilupparsi di piú. Vuol dire che la capacità intrinseca determinata un pò per l educazione formale e informale e dello spirito della cultura italiana hanno fatto questo sviluppo. Studi di imigranti italiani in Brasile nella regione Sud (Rio Grande do Sul e Santa Catarina ) rurale dimostrano che questi discendenti dei emigrati italiani, in poco piu di una generazione hanno subito un inpoveramento intelettuale e economico e dimostrato che senza quelle condizioni culturali e educazionali che avevano prima, ne mezzi ne scuole adattate alle loro necessitá.

  2. IB

    Grazie per l'articolo. È molto interessante. Io vivo all'estero da 8 anni e ho conosciuto molte decine di stranieri (prevalentemente brasiliani) con cittadinanza italiana, ma residenti all'estero. In pratica stranieri con un nonno italiano che ha permesso loro di ottenere la cittadinanza, ma solo per potersi trasferirsi in altri paesi europei. Diversi di loro mi hanno anche parlato di un vero e proprio business in Italia di gente che affitta una stanza per il tempo necessario a ottenere la cittadinanza e agevola le pratiche. Se solo io ne ho conosciuti così tanti, il numero totale deve essere di almeno migliaia di persone. Presumo che vengano conteggiati come italiani emigrati, ma mi chiedevo se c'è la consapevolezza che rappresentano un categoria a sè. Per conoscenza, ho trovato poi un analogo fenomeno di sudamericani con passaporto spagnolo.

  3. SFP

    E sempre facile pensare al negativo che "fanno" gli immigrati. Luoghi come l'estate uniti sono cresciuti sulle spalle degli immigrati. L'Italia ha quasi sempre avuto problemi con le persone che migrano ad Italia. Nel passato potevamo dire la stessa cosa per gli italiani che emigravano ad altri luoghi però oggi finalmente sembra che è aumentato. Chi sono ancora gli stereotipi negativi degli italo americani però hanno anche aumentato molto la cultura americana. Gli immigrati crescono l'economia e la forza di lavoro.

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