Allora dove è finita tutta questa emergenza migranti?5 min read

3 Dicembre 2015 Migrazioni -

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Sociologo

Allora dove è finita tutta questa emergenza migranti?5 min read

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emergenza migranti
@Lettera27

C’era un tempo in cui sembrava che la popolazione del nostro paese dovesse raddoppiare, tanti erano i migranti in arrivo sulle nostre coste. C’era un tempo in cui sembrava che la situazione non avrebbe fatto altro che diventare più insostenibile di ora in ora. Non era un tempo lontano. Era l’estate 2015.

Ora le cose sembrano cambiate. E lo erano già prima degli attentati a Parigi. Le strade sono tappeti di foglie gialle, la sera fa buio presto e i migranti non arrivano più. Eppure la guerra in Siria non è finita, la situazione in Libia non mi risulta essersi risolta, i contesti di partenza di molti migranti africani non credo si siano trasformati in così poco tempo. Che fine ha fatto allora l’emergenza migranti?

Un po’ di numeri, per cominciare

Nel 2015 sono arrivati in Europa via mare 894 mila migranti (dato aggiornato al 30 novembre 2015). Un dato altissimo, se pensate che in tutto il 2014 erano arrivate 220 mila persone. Di queste 894 mila persone, 747 mila sono arrivate in Grecia, 144 mila in Italia e circa tremila in Spagna.

Nel 2014 in Italia arrivarono via mare 170 mila migranti, il dato del 2015 è dunque destinato ad essere probabilmente inferiore a quello dello scorso anno. In Grecia invece nel 2014 arrivarono 43.500 persone.

I numeri dunque non lasciano spazio ad equivoci: è in Grecia che si riscontra un aumento vertiginoso dei migranti in arrivo via mare, in gran parte dovuto alla massiccia presenza di persone in fuga dalla guerra in Siria, che sono il 60% del totale. Se togliamo i siriani, gli arrivi sono circa 300 mila, un numero comunque molto alto ma con così impressionante, e determinato in prevalenza da migranti afghani (circa 180 mila).

Per gli amanti della parola, l’emergenza dunque esiste ancora (ma quanto deve durare una cosa perché si smetta di chiamarla emergenza?) solo che è tutta in Grecia quindi non ce ne frega più niente.

La rotta balcanica è ancora molto trafficata

emergenza migranti
@Mario Fornasari

Questa storia si racconta quasi da sé guardando una mappa dell’Europa. I migranti passano dalla Grecia alla Macedonia e dalla Macedonia alla Serbia a ritmi di 3-4 mila al giorno. Dalla Serbia, fino a metà ottobre, proseguivano per l’Ungheria. Poi l’Ungheria non si è mostrata molto accogliente, così ora dall’Ungheria non ci passa più nessuno. Passano tutti dalla Croazia e poi dalla Slovenia, al ritmo di 2-3 mila al giorno.

Fino a metà novembre si spostavano masse anche di 10 mila persone al giorno. Ora i flussi stanno diminuendo, in parte perché sbarcano meno persone in Grecia e in parte per gli ostacoli che i vari governi stanno mettendo qua e là sul percorso dei migranti. L’ultima trovata è quella della Macedonia, che sta costruendo una barriera di filo spinato al confine con la Grecia.

La maggior parte dei migranti ambisce ad arrivare in Austria e Germania, dove molti di loro chiederanno asilo politico. La Germania però ha cominciato a mettere in discussione la sua proposta di dare asilo a tutti i siriani e l’Austria sta regolando i flussi in modo più rigido. Il risultato è che il transito dalla Slovenia all’Austria non è più fluido come era a settembre e ottobre, anche se rimane praticabile, e che il destino dei migranti sul medio periodo è davvero incerto.

Vale la pena ricordare che quello appena descritto è un cammino, per alcuni tratti anche in senso letterale, di duemila chilometri disseminato di mille insidie, soprattutto per bambini, donne, anziani. Ci sono ancora un sacco di persone in giro per l’Europa, ma non ce ne frega niente perché non passano in Italia.

In ogni caso, le migrazioni sono cicliche

emergenza migranti
@paride de carlo

Nel 2010 sono arrivate via mare in Italia 4 mila persone. Nel 2011 erano 70 mila, e ci sembravano tantissime. Poi nel 2012 sono tornate ad essere pochissime, 13 mila, e nel 2014 hanno sfiorato le 200 mila unità.

Nel 2015, in pochissimi mesi, la rotta balcanica è diventata la più frequentata e l’Italia in confronto non se la fila più nessuno, da che sembrava essere la porta spalancata d’Europa. Le migrazioni sono cicliche e mutano in fretta, nei volumi e nelle rotte. Da cosa dipendono i cicli delle migrazioni?

(Lo abbiamo spiegato qui)

I fattori sono tanti, a partire ovviamente dalle condizioni dei paesi di partenza. I siriani non partivano prima che scoppiasse una guerra. Al di là di questo, ci sono condizioni che ritornano continuamente.

Ci sono paesi che aprono e chiudono i rubinetti in maniera strategica. La Turchia ospita più di due milioni di profughi siriani. Per questo i paesi europei si sono precipitati da Erdogan per siglare un accordo davvero semplice da capire: l’Unione Europea dà tre miliardi di finanziamenti alla Turchia, la Turchia non fa partire i migranti.

Potrà poi succedere che la Turchia, fra qualche tempo, voglia ottenere qualcosa in più dall’Unione Europea. Farà partire un po’ di migranti, per aumentare il proprio potere negoziale.

Lo stesso sta accadendo con alcuni paesi africani, il ritornello è sempre quello: comprare con i soldi la libertà delle persone. L’Unione Europea promette investimenti, ad esempio, in Eritrea, il governo eritreo si impegna a non far partire chi vuole scappare dal paese. Lo farà per un po’, poi tornerà a rendersi conto che le rimesse degli emigrati valgono il 35-40% del Pil del paese.

Infine, il più banale dei cicli, quello delle stagioni. Arriva l’inverno e le traversate via mare sono molto più complicate. Ovviamente tornerà un’altra estate, e ci scopriremo attoniti a commentare una nuova, imprevedibile, emergenza migranti.

Ma quanti sono gli immigrati in Italia e in Europa?

E quanti sono invece i rifugiati?

Le parole delle migrazioni: cosa intendiamo per migranti, rifugiati, richiedenti asilo, immigrati, profughi?

Qual è la differenza tra rifugiati e migranti economici?

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
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