Eliminazione del reato di clandestinità: com’è andata a finire?3 min read

24 Febbraio 2017 Politica Politiche migratorie -

Eliminazione del reato di clandestinità: com’è andata a finire?3 min read

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Eliminazione del reato di clandestinità: com'è andata a finire?
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Il governo Renzi aveva promesso di eliminare il reato di clandestinità, il famoso provvedimento introdotto nel 2009 da Maroni (Ministro dell’Interno) e Alfano (Ministro della Giustizia) all’interno del pacchetto sicurezza, più per scopi propagandistici che altro: la legge n. 94 del 2009 introdusse nel Testo Unico delle norme sugli stranieri extracomunitari, l’art. 10 bis che sanzionava la condotta dello straniero che fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni che disciplinano l’ingresso ed il soggiorno in Italia dei cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea.

Renzi aveva promesso e invece nulla di tutto questo è stato fatto: il decreto legge che elimina il reato di clandestinità si è “smarrito”. Le promesse e le dichiarazioni di esponenti del governo e della maggioranza che auspicavano la depenalizzazione sono cadute nel vuoto a distanza di quasi tre anni dall’approvazione della legge delega alla Camera (aprile 2014), a cui sarebbe dovuta seguire il decreto legge del Governo (che non è mai stato varato).

Perché è tutto fermo? Si tratta essenzialmente di “opportunismo politico”. Il Governo era (ed è) tenuto in piedi da formazioni politiche ideologicamente contrarie ad un’apertura in questo senso, e probabilmente non sono mancati i contrasti con NCD del Ministro Alfano, uno degli autori del provvedimento all’epoca del governo Berlusconi. L’impossibilità di rompere la coalizione ha prevalso, ed ha certamente convinto Renzi prima e Gentiloni ora, a “prender tempo”. Probabilmente, a tutto ciò si aggiunge la percezione di una forte ostilità alla legge in parte dell’elettorato, rafforzata dalla situazione internazionale e dalla martellante propaganda di Matteo Salvini e delle destre europee, pronte ad “alzare barricate” e a dare battaglia.

Cosa prevedeva il decreto? Il decreto legge prevedeva il declassamento del reato di immigrazione clandestina ad un illecito amministrativo, mantenendo l’arresto per gli immigrati che rientrano in Italia dopo un provvedimento di espulsione. Numerose e di diversa natura sono state le critiche al reato di clandestinità. Le più ovvie, portate avanti da importanti giuristi (tra cui Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky) hanno messo in risalto come la legge, criminalizzando “mere condizioni personali” non ha giustificazioni concrete al di fuori di esse. Già nel 2010, Corte costituzionale aveva anche stabilito che gli stranieri irregolari non possono essere considerati automaticamente socialmente pericolosi per il solo fatto di essere clandestini.

Le obiezioni richiamano anche motivi squisitamente di utilità giuridica ed investigativa. Infatti, il clandestino non rinuncerebbe comunque ad entrare in Italia, essendo punito esclusivamente con un’ammenda pecuniaria che ovviamente non può permettersi. Come se non bastasse, essendo automaticamente il clandestino un “indagato”, non potrebbe testimoniare contro gli scafisti, vero perno del sistema degli sbarchi irregolari.

Cosa possiamo aspettarci in futuro? Ben poco. Con le dimissioni di Renzi, a 10 mesi dal probabile scioglimento delle Camere, siamo entrati in una nuova fase di questa legislatura. Nessuno può prevedere quando si andrà a nuove elezioni, ma i partiti iniziano a fare campagna elettorale ed è lecito pensare che NCD non sacrificherà un tema caro ai suoi elettori come quello della “sicurezza” e della chiusura delle frontiere. E poca fiducia traspare dal Partito Democratico, il cui peso Governativo si affievolisce, sconvolto in questi giorni dalla scissione e dalle liti interne. Il problema dell’immigrazione, clandestina e non, andrebbe affrontato da un governo coraggioso e responsabile nelle sedi europee, attraverso leggi intelligenti e strategie comuni, che mettano insieme sicurezza e accoglienza nei confronti da chi fugge da guerre e carestie. Il governo italiano è immobile, il tempo passa e la situazione peggiora.

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Pugliese, classe 91’, ho studiato lettere e filosofia a Bari e studio storia a Milano. Da piccolo ero un cultore dell’Epica e dei nomi dei pianeti del Sistema solare, ma soprattutto dei film Disney, ed anche adesso se vedo Bambi o il Re Leone piango. Sono interista, socialista, liberale e agnostico (una vitaccia). Oggi divido il mio tempo tra le passate di pomodoro pugliesi e la mia passione più grande, la politica.
16 Commenti
  1. Michele

    Caro Orlando, ti e' chiaro che in Africa alcune centinaia di milioni di persone verrebbero oggi stesso in Italia/Europa se solo gliene fosse data l'opportunita' regoloare o irregolare? Pensi che le nostre economie potrebbero reggere l'urto? I miei nonni si trasferirono negli Usa ai primi del novecento pagandosi un normale passaggio nave, avendo dicumenti e con concrete prospettive di lavoro cercate prima della partenza. Piu' in generale ti e' chiaro che il concetto del 'regalo', anche se sarebbe molto bello il contrario, non esiste fuori dai cartoni? Con stima e simpatia Michele

    • Davide Fracasso

      Ciao Michele, esattamente la storia degli italiani che partivano con i documenti in regola e con un lavoro da dove arriva? Come cercavano il lavoro? Mi sembra una notizia un tantino infondata. I migranti che arrivano in Italia si strapagano il viaggio, dato che per farlo non hanno canali regolari ma solo irregolari, cosa che tra l'altro arricchisce mafie e scafisti oltre che mettere in pericolo la loro vita. Quindi non risulta proprio che nessuno regali niente a nessuno: l'unico regalo che fanno i governi chiudendo i confini lo fanno a trafficanti e mafiosi.

      • Federico

        Giusto Davide, non avrei saputo scriverlo meglio.Temo che michele appartenga al gruppo di quelli che dicono "prima gli italiani" ma che non hanno mai scucito un euro per i vari terremotati e connazionali in difficoltà

  2. mattia

    Ma se volete eliminare il reato di clandestinità, mi spiegate come è possibile gestire il fenomeno migratorio? cioè cosa proponete per regolare i flussi di persone che non arrivano con documenti a posto? Pensate veramente che possano arrivare centinaia di migliaia di persone ogni anno in Italia, un'economia che non cresce da 20 anni che ha una disoccupazione tra le più alte d'Europa? E' bello parlare di accoglienza, "essere buoni", ma nel concreto come coniugare risorse finanziarie scarse/assenza di lavoro con l'accoglienza (considerando che gli altri paesi europei non vogliono farsi carico di tutte queste persone che arrivano)?

    • Davide Fracasso

      Ciao Mattia, se vogliamo entrare nel concreto, senza usare slogan come buonisti o cattivisti, dobbiamo innanzitutto riconoscere che il reato di clandestinità è un provvedimento spot, propaganda, che intasa i tribunali e non serve affatto a gestire i flussi migratori: tant'è che i cosiddetti "clandestini" per legge vengono sanzionati e poi lasciati "liberi" di tornare sul territorio italiano, questa volta sì in condizione di clandestinità, senza diritti e in balia di mafia e criminalità. Se poi vogliamo guardare ai dati, l'Inps sostiene ci sia più bisogno di lavoratori migranti regolari. Perché allora continuare a tenere una legge che li metta fuori legge, li lasci sul territorio e li renda soggetti a rischio per sfruttamento e malavita?

      • Ulisse

        Sig. Davide, il commentatore Mattia ha posto alcune domande: 1) Cosa proponete per limitare il numero di coloro che, in deroga alle Leggi, arrivano in Europa senza permesso, senza lavoro, senza soldi e che sono a carico della collettività? 2) In una Nazione che non cresce da 20 anni con la disoccupazione giovanile, soprattutto nel meridione, tra le più alte d’Europa, con quella degli stranieri extra EU che ha sfiorato l’anno scorso il 15 % (quella degli italiani era dell’11,1% e quella complessiva dell’11,5%), come si pretende di conciliare l’ingente numero di arrivi e la possibilità di offrire loro un lavoro regolare se esiste un maggiore tasso di disoccupazione proprio tra gli stranieri ?

        • Davide Fracasso

          Ciao Ulisse, riporterò certamente le vostre richieste alla redazione per un approfondimento. Mi piacerebbe però per una volta che la smetteste di fare benaltrismo: stiamo parlando di una legge, il reato di clandestinità e cercando di approfondire il perché, ad anni dalla sua approvazione, è inutile ed anzi ostacola addirittura il fine per cui è stata propagandata. Vogliamo entrare nel merito invece di continuare a parlare di massimi sistemi o fa paura parlare della realtà? Questa è una legge inutile, se mi vuoi spiegare perché a tuo parere è utile e cosa ha portato in questi anni sono lieto di ascoltarti.

  3. mattia

    Si, potrei anche essere d´accordo sul contenuto dell´articolo. Credo semplicemente che qualsiasi decisione in merito alla tematica migratoria sia una decisione POLITICA, che non possa prescindere da una valutazione degli effetti che la migrazione ha sul mercato del lavoro autoctono. Questo perché qualsiasi politica migratoria può aumentare o ridurre l´offerta di lavoro in una determinata economia. Ora mi si propone di depenalizzare il reato di clandestinità e mi sta bene, ma in alternativa cosa si propone concretamente Ulisse ? quale alternitiva valida abbiamo che rispetti la vita umana, senza criminalizzare nessuno, ma al tempo stesso tuteli e il tessuto sociale e il mercato del lavoro del paese ospitante?Resto aperto a qualsiasi nuova idea, che sia un superamento adeguato dello status quo.

    • Ulisse

      Le regole sociali che chiamiamo Leggi, non sono un capriccio o sono state create allo scopo di far soffrire le genti; esistono delle ragioni, più o meno condivisibili, la ratio, per le quali sono state discusse, formulate ed emanate. Se si osservano, volenti o nolenti, ci si colloca nella legalità altrimenti nell’illegalità. Chi le emana dovrà poi farsi carico delle conseguenze; tutti, ad esempio, vorrebbero dare un’indennità di disoccupazione dignitosa ai senza lavoro o far lavorare le persone fino a 50 anni ma non è realizzabile. Se le nazioni istituiscono dei confini, valicabili a determinate condizioni, le ragioni risiedono in un atto di responsabilità o nella volontà di proferire sofferenza a chi è desideroso di entrare senza averne i requisiti ? Ciò, ovviamente, non significa che nessuno straniero possa entrare per ragioni di lavoro; lo sarà per chi ha specifiche caratteristiche qualora queste vengano richieste (per chi non truffa richiedendo asilo è cosa diversa). Depenalizzare un reato come quello, impropriamente chiamato di clandestinità, pone nuovi problemi di ordine sociale, legale e soprattutto pratico perché consentirebbe a milioni di persone, dopo l’essere entrate senza permesso a non subire conseguenze giuridiche anche se chi ora entra illegalmente non ne subisce. Chi, dopo la negazione della chiesta d’asilo, riceve un foglio di via e non lo osserva, subisce qualche conseguenza penale ? L’espulsione è un atto per coloro che hanno subito una condanna penale maggiore di due anni e quindi l’aver commesso dei reati diversi da quello di essere entrati illegalmente. Consentire ad un criminale espulso di rientrare è sensato ? Del resto anche mantenendo la norma in oggetto non solo non ne impedisce la sua violazione, ma con gli sbarchi “autorizzati” a cui si assiste da anni è singolare parlare di “clandestinità”. Ipotizziamo quindi di abolire questa norma, istituita nel 1998 con la Legge Turco-Napolitano, dalla Legge Martelli e modificata successivamente, non per questo si impediranno gli sbarchi o l’ingresso delle persone da altre nazioni, o si troverà una sistemazione a spese della collettività o le risorse finanziarie soprattutto dopo tagli drastici del welfare. Non per questo la nazione sarà in grado di creare nuovi posti di lavoro e non per questo, sempre a norma di Legge, si obbligherà ad accettare con simpatia chi, giusto o sbagliato che sia, è entrato in casa d’altri senza invito. Le persone straniere che lavorano ci sono, e sono milioni e non hanno mai registrato episodi di intolleranza come nell'ultimo biennio. Le vicende di sgombero degli alloggi occupati abusivamente a Roma dell'altro ieri e il malessere, in cui non mancano le vicende di cronaca, che da nord a sud del bel Paese stanno creando i richiedenti asilo pongono delle riflessioni tra cui: gli Italiani hanno l’obbligo di trovare una soluzione ai problemi degli stranieri se loro lo esigono sopratutto se non ci sono le possibilità e le condizioni per poterlo fare ?

      • Giorgio Menozzi

        Ovviamente sì: abolire il reato di clandestinità e creare un sistema organizzato e non emergenziale di accoglienze creerebbe, soprattutto nel Meridione di Italia, posti di lavoro, farebbe ripartire la spesa al dettaglio e occuperebbe figure professionali di livello medio alto che qui trovano scarsissimo impiego quali avvocati, psicologi, educatori di comunità, gestori delle risorse umane etc. Inoltre i numeri citati dall'articolo mi sembra fotografino una situazione tutt'altro che paragonabile all'invasione. Se in più volessimo toglierci il vizio di limitare la libertà personale e la Carta dei diritti dell'uomo" facendo muovere liberamente gli esseri umani a prescindere da colore, credo, status economico e nazionalità scompagineremmo gli affari di molte mafie e scopriremmo che spesso non è l'Italia il loro obiettivo. Ma questo comporterebbe un serio impegno in UE..

  4. mattia

    Ulisse mi trova d´accordo, la mia infatti era più una provocazione in realtà rivolta a chi ha scritto l´articolo. Infatti quello che é successo a Roma é emblematico credo, se ne dedcue che il nostro sistema di accoglienza é allo sfascio proprio perche si fa entrare chiunque in Italia senza fare piú nessuna distinzione sottraendo le giá scarse risorse a chi il diritto di restare lo avrebbe.

    • Ulisse

      Com’è stato fatto notare dal commentatore Davide, il reato d’immigrazione irregolare o di “clandestinità” è, cito parole sue, propaganda, intasa i tribunali e non serve a gestire i flussi in quando, per Legge sanzionati, ma poi lasciati “liberi” di tornare sul territorio senza diritti e in balia di mafia e criminalità. Non comprendendo perché si devono trovare in un luogo senza permesso e dover poi risolvere tutti i problemi che questo comporta e creano, in questo suo punto di vista, quello del Sig. Davide, le cose, talvolta, sono ben diverse. Nella vicenda dello stupro di Rimini il padre dei due marocchini minorenni indagati era un immigrato irregolare che doveva essere espulso, ma nel frattempo la sua posizione è stata sanata nel 1995; successivamente però revocata dati i suoi numerosi precedenti penali. Doveva essere quindi espulso ma dovendo badare ai suoi figli, la madre ne era impossibilitata poiché anch’essa irregolare, rimase in Italia. Se la Legge all'inizio fosse stata applicata e rispettata, le cose a Rimini sarebbero andare diversamente; la stessa cosa al presunto stupratore Congolese a cui hanno concesso un permesso per motivi umanitari, quello che scriveva e sembra una farsa: “siamo tutti fratelli”. Vede in questo ennesimo triste episodio la Legge c’era, ma non è stata, come quasi sempre accade, applicata e né i genitori, né i figli e né il Congolese non erano in balia a nessuna criminalità e abolirlo, il reato di “clandestinità” non significa certamente migliorare le cose, anzi.

  5. Franceschini Damiano

    Non riesco a trovare informazioni sul decreto attuativo del reato di clandestinità. È stato abolito? O la procedura è ancora ferma?

    • Davide Fracasso

      Ciao Damiano, il reato di clandestinità non è stato abolito dal governo Renzi e Gentiloni per motivi di "opportunità politica", che significa opportunismo. Era troppo impopolare, secondo il governo.

  6. cristian

    Buongiorno Davide, e anche vero che gli stranieri che aprono partita iva in italia non pagano i 4000 euro all'anno di contributi inps. Ma li mandano alle rispettive famiglie in africa....conviene di più e non sono perseguibili.

    • Davide Fracasso

      Ciao Cristian, esattamente dove hai trovato questa informazione? A parte che fatico a comprendere perché identifichi non italiani con africani: e tutto il resto del mondo?

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