Elezioni Polonia 2015: una sconfitta per l’Europa2 min read

28 Ottobre 2015 Europa Politica -

Elezioni Polonia 2015: una sconfitta per l’Europa2 min read

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Elezioni Polonia 2015: una sconfitta per l'Europa
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La vittoria di Beata Szydlo e di Diritto e Giustizia in Polonia è l’ennesima sconfitta patita dal progetto europeo in uno dei suoi stati membri. E questo non solo perché Jaroslaw Kaczynski, padre padrone del partito, gemello dell’ex premier deceduto nello strano incidente aereo di Smolensk, viene dipinto come l’Orban polacco.

È vero, Prawo i Sprawiedliwosc, il partito della neopremier, è euroscettico, xenofobo, nazionalista, proprio come Fidesz in Ungheria, e il nuovo parlamento, formato esclusivamente da partiti di destra e di centro non fa ben sperare per il futuro, così come il flusso ininterrotto di profughi siriani che attraversa ormai continuamente l’est Europa fa temere l’espandersi della deriva nazionalista e anti-immigrati in tutta la regione.

Elezioni Polonia 2015: vince un nazionalismo ferocemente anti-russo

Eppure i nazionalisti polacchi sono diversi da quelli ungheresi in un punto fondamentale, ovvero il loro essere tenacemente atlantisti e al contempo ferocemente anti-russi, ovvero tutto il contrario del vicino Orban. L’Europa viene quindi sconfitta, ancor prima che dalla riottosità dimostrata da Kaczynski nell’entare nell’euro, dal fatto di venire scavalcata dall’ingerenza di russi e americani in stati che dovrebbero ormai essere parte integrante dell’unione ed in territori che dovrebbero ricadere nella sua zona di influenza politica.

Dalla Siria alla Turchia, dalla Polonia all’Ungheria, dall’Ucraina alla Georgia, un po’ più ad est di quella che è stata, per lungo tempo, la cortina di ferro, si consuma ormai da anni una nuova guerra fredda a colpi di elezioni, colpi di stato, propaganda, opposti nazionalismi e conflitti armati locali, fra la nuova Russia di Putin e gli Stati Uniti che sembrano aver perso ogni fiducia nelle capacità dell’alleato europeo di arginare la potenza eurasiatica.

Guerre civili, muri e fili spinati circondano ormai quella che doveva essere la terra promessa della convivenza civile fra i popoli, e nuovi e antichi nazionalismi tornano a bruciare nel cuore stesso dei suoi stati fondatori. Scelte sbagliate, errori grossolani, squilibri di forza e lentezza del processo di democratizzazione e condivisione delle sue istituzioni hanno minato nel profondo la legittimità politica dell’Unione Europea e nemici interni ed esterni sono pronti ad approfittare di questa situazione.

La malattia, insomma, è già in uno stato avanzato, e le elezioni polacche non ne sono che l’ennesimo sintomo.

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
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