Elezioni europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storia5 min read

17 Maggio 2014 Europa -

Elezioni europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storia5 min read

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Elezioni europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storiaSiamo entrati in una nuova dimensione. La sera del 15 maggio 2014, per la prima volta nella storia, i candidati in pectore alla guida della Commissione europea si sono sfidati in un dibattito televisivo continentale. In realtà, si è trattato della terzo appuntamento nell’ultimo mese e mezzo, ma per la prima volta, dopo le diserzioni di Alexis Tsipras, erano presenti tutti e cinque i candidati: Martin Schulz (tedesco, Partito Socialista Europeo), Jean-Claude Juncker (lussemburghese, Partito Popolare Europeo), Guy Verhofstadt (belga, Partito Liberale Democratico Europeo), Ska Keller (tedesca, Verdi Europei), Alexis Tsipras (greco, Un’Altra Europa con Tsipras).

Sotto la conduzione della giornalista italiana Monica Maggioni, il confronto è stato completo e l’evento un buon successo. Ben organizzato, con ottima partecipazione sui social media (più di mille tweet al minuto durante il dibattito), buono anche nella traduzione simultanea (almeno in lingua inglese, meno in italiano).

Chi lo ha seguito, si sarà sentito trasportato in una nuova dimensione. Perché così è. Ed era ora di accorgersene. I cittadini europei hanno visto il volto e ascoltato la voce dei candidati capofila dei partiti che voteranno il prossimo fine settimana. Con queste elezioni europee 2014, per la prima volta, gli elettori hanno la possibilità di imprimere quel cambiamento di cui i loro politici nazionali parlano da tempo, attraverso l’unico mezzo possibile: l’Europa.

Elezioni europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storia

Consigliamo di vedere il dibattito, per i più frettolosi di seguito lo riassumiamo in 5 punti:

1. Economia, Crescita, Occupazione, Mercato Unico

Il tema principale. Ogni candidato ha indicato la propria via per assicurare crescita e occupazione. Tutti si sono dimostrati concordi su un punto: è necessario combattere la disoccupazione giovanile e creare opportunità tramite le immense potenzialità del mercato unico.

Guy Verhofstadt ha richiamato le idee originarie del padre del mercato unico, Jaques Delhors. Tsipras – e in parte anche Schulz – hanno premuto l’acceleratore sulla rottura delle politiche del rigore frutto della passata legislatura. Juncker e Verhofstadt hanno ricordato che nulla di tutto ciò sarà raggiungibile senza proseguire nella politica del risanamento delle finanze pubbliche, senza produrre altro debito. Ska Keller è stata la più decisa sostenitrice di un cambio di rotta.

2. Banche e Finanza

Schulz vuole regole che impediscano alle banche di prendere rischi e ai cittadini di pagarne le conseguenze. Ska Keller ha insistito ribadendo il concetto, con tono forse vagamente populista.

Per tale ragione, Verhofstadt ha ricordato una cosa fondamentale, riferendosi al Commissario Barnier presente in sala e artefice della più grande riforma su normative bancarie e finanziarie mai intrapresa, l’Unione Bancaria: l’Europa ha già fatto queste riforme, i cittadini devono esserne informati e consapevoli, poiché il loro valore è immenso. Bisogna proseguire.

Elezioni europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storia

3. Politica Monetaria e Euro

Unanimi. L’Euro non crea problemi, li ha risolti e li risolve. Il costo da pagare per un ipotetico ritorno alle monete nazionali sarebbe immenso, con guerre di valuta e svalutazioni periodiche per sostenere economie instabili.

L’Euro è la risposta per avere una moneta stabile e costringere gli Stati a risanare le proprie economie, invece di avere economie malconce e una moneta che mascheri i loro problemi (Italia con la Lira). Non a caso, quando un’economia è sostanzialmente sana, l’Euro è una valuta perfettamente funzionante. Gli esempi non mancano.

4.Politica Estera e Immigrazione

I candidati ritengono che il tema della politica estera e dell’immigrazione debba trovare spazio e soluzioni a livello europeo, non solo nazionale. Ma l’UE deve essere dotate di appositi poteri, che oggi non ha. Secondo Verhofstadt, per esempio, non è possibile che USA, Canada, Australia abbiano una politica unica dell’immigrazione, mentre la UE sia divisa in 28 diverse politiche nazionali.

Elezioni europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storia

Anche Keller e Tsipras – ma anche Juncker – hanno concordato sulla estrema necessità di un approccio unitario, i migranti devono trovare tutela, soccorso e patente di legalità unitaria in tutta Europa. Schulz ha invece sottolineato le responsabilità degli Stati.

5. Scetticismo e sfiducia

Secondo la giovane e agguerrita Ska Keller, bisogna spiegare ai cittadini che attraverso il voto e la partecipazione l’Europa si rafforza. La scelta è dei cittadini. Verhofstadt ha rimarcato la necessità di politici che difendano l’Europa, non solo con l’argomento della pace, ma anche illustrazione di tutti i vantaggi in termini di diritti e prosperità.

Per Juncker, i governi nazionali danno colpa all’Europa, ma è il contrario: senza l’Unione e l’Euro, oggi, i Paesi europei sarebbero in guerra economico-monetaria l’uno contro l’altro, con gravissime conseguenze.

La svolta possibile: l’Unione politica per mano dei cittadini

Questa elezione è la più importante di tutte perché, per la prima volta, la politica cerca di appropriarsi davvero dell’Europa e delle sue istituzioni. I candidati al Parlamento, vogliono la presidenza dell’esecutivo, della Commissione. Le regole, cioè i Trattati, non lo prevedono, perché è il Consiglio a designare il presidente della Commissione e così sarà.

Ma questi cinque candidati hanno capito che i tempi sono maturi per forzare la mano. L’Europa è l’unica risposta ai bisogni dei cittadini, non i balbettii di 28 diverse capitali. Il tentativo è quello di creare un’Unione politica dal basso, stabilendo una leadership europea, senza attendere che siano gli Stati membri a ridiscutere i Trattati, senza che il nuovo presidente della Commissione telefoni a Berlino o Parigi prima di ogni iniziativa – per citare lo scatenato Verhofstadt. Vedremo come andrà.

Pur con qualche limite, il primo presidential debate della storia della UE va considerato un passo nella direzione giusta: quella della creazione di un’opinione pubblica europea che riesca a contrastare il predominio dei governi nazionali nella determinazione del destino politico dell’Unione europea. Guardatelo e fatevi un’opinione. Coglietene la portata storica.

Elezioni Europee 2014: il primo dibattito presidenziale della storia

Questi sono i candidati che contano, questo è il presente ma soprattutto il futuro. Questi sono i soggetti che da anni sono impegnati con vigore nel Parlamento europeo e hanno colto tutte le decisive potenzialità di questa istituzione. Non i candidati che parlano di ciò che non sanno e usano una stucchevole retorica sull’Europa (più Europa in Brianza, meno Catalogna in Salento, più Scozia in Sicilia, meno Svezia in Molise, etc.). Il mondo è cambiato da un pezzo. Il muro di Berlino è caduto più di vent’anni fa e in Italia ancora non se n’è accorto nessuno.

Questa è una dimensione imprescindibile e non si puo’ starne fuori. Richiede uno sforzo, un cambio di mentalità, ma riserva grandi opportunità e bisogna diventarne protagonisti, una volta per tutte. Come cittadini, imponendosi dal basso. Questa volta è diverso.

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Milano, Dublino, Londra e Bruxelles. Specializzato in diritto bancario, dei mercati finanziari e dell'Unione europea, collaboro con le facoltà di Economia e Diritto di alcune università europee.
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