Donne che hanno fatto la storia dello sport21 min read
Reading Time: 16 minutes3. Fanny Blankers-Koen
Restando sul tema di nomignoli idioti dati da giornalisti (maschi), Fanny Blankers-Koen venne ribattezzata “la mammina volante” dopo aver vinto quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Londra del 1948, cosa che non sorprese tanto quanto il fatto che avesse avuto già due gravidanze.
Nata nel 1918 a Baarn, nei Paesi Bassi, Francina Elsje Blankers-Koen, detta Fanny, dimostra fin dall’infanzia versatilità negli sport, praticando nuoto, tennis, pattinaggio e ginnastica. Ben presto decide però di concentrarsi nell’atletica leggera.
La sua prima competizione avviene all’età di 17 anni, quando stabilisce il record nazionale olandese degli 800 metri. L’anno dopo viene convocata per partecipare alle Olimpiadi di Berlino, ma non arriva al podio.
La sua carriera è lenta ma costante. Nel 1938 stabilisce il record mondiale sulle 100 iarde e comincia a vincere le sue prime medaglie ai campionati internazionali, con un bronzo nel 100 e 200 metri ai campionati europei di atletica leggera a Vienna. Nel 1940 erano previste le Olimpiadi a Helsinki, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale determina l’annullamento dell’evento.
Nonostante fosse sconcertante per l’epoca, poco dopo il parto del suo primo figlio nel 1941, Fanny riprende gli allenamenti in vista delle competizioni. Ed è proprio allora che la sua carriera sportiva ha un’impennata. Negli anni della guerra Fanny Blankers-Koen stabilisce sei record mondiali, tra i quali gli 80 metri a ostacoli, i 100 metri e il salto in lungo. Nel 1946 partorisce il suo secondo figlio: la stampa internazionale la soprannomina “la mammina volante”.
Le maggiori vittorie dell’atleta avvengono due anni dopo, con le Olimpiadi di Londra del 1948. Solo durante questo evento, Fanny vince ben quattro medaglie d’oro: nei 100 e nei 200 metri, negli 80 metri ostacoli e nella staffetta.
Una volta abbandonata l’attività sportiva, Fanny Blankers-Koen è alla guida della Nazionale olandese degli europei del 1958, fino alle Olimpiadi del 1968. Nel 1999, al galà della Federazione Internazionale di Atletica Leggera, viene dichiarata “Atleta femminile del secolo”, titolo che ne certifica il suo ruolo tra le donne nella storia dello sport. Si spegne nel 2004, per Alzheimer.