La disuguaglianza nel mondo e in Italia | Dati, cause e soluzioni14 min read

26 Ottobre 2022 Economia -

La disuguaglianza nel mondo e in Italia | Dati, cause e soluzioni14 min read

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Frasi che leggiamo o sentiamo spesso: “la disuguaglianza nel mondo è aumentata”, “si allarga la forbice tra ricchi e poveri”, “la disuguaglianza è il vero problema”. Frasi che, utilizzate come un mantra da media e politici, possono sembrare un po’ vuote, eppure non lo sono. Sono vere, come vera è la questione della disuguaglianza nel mondo.

La disuguaglianza nel mondo si è in effetti accentuata negli ultimi trent’anni. Diversi studi internazionali stanno monitorando il fenomeno ma sono pochi i governi nazionali che prestano attenzione alla redistribuzione della ricchezza, che dovrebbe essere l’antidoto alla disuguaglianza.

Ma come si misura la disuguaglianza? Quali sono i paesi più eguali e quelli più diseguali? Come mai la disuguaglianza nel mondo è aumentata negli ultimi anni? E come è la situazione in Italia?

Per rispondere a queste domande facciamo riferimento all’indice di Gini, il metodo di misurazione della disuguaglianza economica più riconosciuto a livello globale, che ci consente anche di mappare l’entità del problema nelle diverse aree del mondo.

Scandagliamo poi altri studi per approfondire le motivazioni dell’aumento della disuguaglianza nel mondo, con un focus finale sull’Italia.

Cos’è l’indice di Gini

Siamo all’inizio del novecento e il poliedrico statistico italiano Corrado Gini, poi convinto sostenitore del fascismo, si ingegna per elaborare un indice di misurazione della concentrazione della ricchezza. Compie diversi studi e nel 1914 propone quello che sarebbe stato universalmente riconosciuto come indice, o coefficiente, di Gini.

L’indice di Gini è attualmente utilizzato su scala globale per misurare la disuguaglianza nel mondo, quindi la disparità di distribuzione del patrimonio economico (o ricchezza) e del reddito fra gli individui di una popolazione.

L’indice si muove fra 0 e 1, dove 0 indica la completa equi-distribuzione della ricchezza (tutti percepiscono lo stesso reddito), mentre 1 corrisponde alla massima concentrazione (un individuo controlla tutta la ricchezza nazionale). Indici di Gini vicini allo 0 corrispondono quindi a una situazione vicina a una equa distribuzione economica, mentre coefficienti vicini all’1 indicano una concentrazione verso pochi individui di ricchezza e reddito.

A volte l’indice di Gini viene moltiplicato per cento, diventando così un valore tra 0 e 100, più facile da visualizzare graficamente e da comprendere nei suoi trend di crescita o decrescita.

La disuguaglianza nel mondo

A livello mondiale i dati della Banca Mondiale sono disponibili in maniera frammentata, non per tutti i paesi e molti non sono aggiornati.

Ad ogni modo possiamo certamente affermare che i paesi più diseguali – con indice di Gini superiore al 50 – sono in Africa subsahariana, anche se i dati di molti paesi africani non sono aggiornati dal 2014-2015 quindi potrebbero essere cambiati anche significativamente.

L’altra area con grandi disuguaglianze al mondo è il centro-sud America; qui i dati sono aggiornati al 2019-2020 e il paese peggiore è la Colombia (indice di 54), seguita da Panama (49,8), Costa Rica (49,3) e Brasile (48,9), ma praticamente tutti i paesi latino americani hanno un indice di Gini superiore al 40.

Sopra al 40, quindi con una distribuzione del reddito molto ineguale, sono anche grandi paesi come Turchia (41,9), Stati Uniti (41,5), Iran (40,9) e il primo paese europeo, la Bulgaria con 40,3.

Nel terzo blocco, con un indice di Gini tra il 35 e il 40, troviamo un gruppo misto di paesi di diversi continenti. Abbiamo i best performer tra i paesi dell’Africa subsahariana – Sudan, Guinea Bissau, Etiopia, Nigeria, Sierra Leone, Mali, Costa d’Avorio, Niger, Benin, Senegal, Malawi – diversi paesi asiatici e mediorientali – Israele, Cina, Indonesia, India, Vietnam, Thailandia – oltre alla Russia e ai peggiori fra i paesi europei (si veda sezione successiva).

Troviamo poi un gruppo di paesi con un indice ancora migliore, tra il 30 e il 35, che comprendeun mix di paesi europei, del nord Africa e asiatici. Infine, nel blocco dei paesi con la ricchezza più equi-distribuita ci sono molti paesi del centro-nord Europa e ex repubbliche sovietiche. La Slovacchia, con un indice di Gini di 20,9 è il paese più egualitario al mondo, seguita da Bielorussia, Slovenia, Armenia, Repubblica Ceca, Ucraina, Moldova, Islanda, Belgio e i paesi scandinavi.

In conclusione, come evidenziato dal World Inequality Report 2022, il 10% di popolazione più ricca del pianeta possiede il 76% della ricchezza e il 52% del reddito, mentre il 50% più povero possiede il 2% della ricchezza e l’8% del reddito.

disuguaglianza nel mondo

Perché aumenta la disuguaglianza nel mondo

Il già citato World Inequality Report 2022 riporta che la disuguaglianza nel mondo è in crescita negli ultimi 30 anni a causa di politiche liberiste di privatizzazione e deregolamentazione. Il trend però non è univoco: ci sono paesi dove la disuguaglianza si sta riducendo, soprattutto nelle zone più povere del mondo come Africa e America latina che tuttavia, come abbiamo visto, restano in fondo alla classifica in base all’indice di Gini.

Inoltre, il report evidenzia che mentre aumentano le disuguaglianze all’interno dei paesi, diminuiscono le disuguaglianze tra paesi. Questo è uno degli effetti più interessanti della globalizzazione, che ha portato ad una crescita economica significativa in paesi come Cina, India e altri paesi emergenti dell’Asia, riducendo le disuguaglianze tra questi e i paesi più ricchi.

Altri fattori che si intersecano con la disuguaglianza economica sono genere, disabilità e appartenenza etnica. Per quanto riguarda il genere, si registra un progressivo ma molto lento miglioramento. Ipotizzando un mondo di perfetta eguaglianza, donne e uomini dovrebbero guadagnare ciascuno il 50% di tutto il reddito di lavoro. Invece, le donne guadagnano solo il 35% del reddito da lavoro, una percentuale solo di poco superiore al 30% del 1990.

Inoltre nuovi driver di potenziali disuguaglianze stanno emergendo in questi anni; la trasformazione digitale e il cambiamento climatico rischiano di avere un impatto disuguale, se non saranno accompagnate da adeguate misure. Il 50% delle emissioni di carbonio è prodotto dal 10% di grandi produttori di emissioni.

E la disuguaglianza in Europa e Italia?

A livello globale, l’Italia fa meglio di paesi come Stati Uniti e Australia, ma a livello europeo la situazione è molto differente e l’Italia occupa la 21esima posizione su 27, con un coefficiente pari a 0,329. Questo il confronto con alcuni paesi europei, con un coefficiente di Gini espresso in centesimi per una migliore resa grafica.

indice gini europa 2021

Negli ultimi venti anni, l’indice di Gini in Italia ha toccato il suo punto più di basso nel 2001, quando era a 29, indice di una società più egualitaria. Da allora ha continuato a salire, seppur con fasi alterne, fino al 33,4 del 2018, dato più alto degli ultimi venti anni, poi sceso fino al 32,9 del 2021.

Gli ultimi dati disponibili sulla distribuzione della ricchezza in Italia fanno riferimento a metà 2019, e sono riportati dal rapporto sulla disuguaglianza in Italia curato da Oxfam.disuguaglianza in italia

Fonte: OxfamIn pratica, il 40% più ricco della popolazione italiana detiene l’87% della ricchezza e il restante 60% più povero il 13%. Zoomando ancora di più scopriamo che il 5% più ricco della popolazione italiana detiene una ricchezza superiore all’80% più povero; l’1% più ricco detiene il 22% della ricchezza nazionale; i 3 miliardari più ricchi d’Italia posseggono quanto il 10% più povero della popolazione, circa 6 milioni di persone.

Questa situazione di concentrazione di ricchezza è andata peggiorando negli ultimi 20 anni e la forbice tra la ricchezza posseduta dal 10% più ricco e dal 10% più povero degli italiani è aumentata.

L’economista Salvatore Morelli, curatore della parte dedicato all’Italia nel World Inequality Report insieme a Paolo Acciari e Facundo Alvaredo si esprime così:

In Italia il patrimonio conta più del reddito, ciò che si eredita più di ciò che si produce. Ad aggravare la situazione il dato secondo cui l’Italia è uno dei paesi europei più attivi sul fronte delle privatizzazioni. Ad alleviarla, alcune misure di welfare che – nonostante tutto – ancora tengono e quel bene-rifugio che per molti italiani è la casa di proprietà.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
2 Commenti
  1. valerio

    grande ed utile lavoro. Grazie.

  2. leo

    il lavoro o il reddito deve essere a vita a tutti le singole persone Europei per avere diritto a una vita dignitosa e garantita.

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