Dimissioni Montezemolo: fine di un’era3 min read

10 Settembre 2014 Uncategorized -

Dimissioni Montezemolo: fine di un’era3 min read

Reading Time: 3 minutes

dimissioni montezemoloL’annata 2014 del mondiale di F1 verrà ricordata in casa Ferrari come quella dei cambi epocali. Dopo le dimissioni di Stefano Domenicali dalla gestione sportiva di Maranello e l’avvento di Marco Mattiacci, arriva l’addio di Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, che lascia la “plancia di comando” a Sergio Marchionne, attuale amministratore delegato del gruppo Fiat.

La decisione di Montezemolo sorprende fino ad un certo punto perché già nel week-end di Monza si avvertiva qualcosa nell’aria e le rassicurazioni dell’ormai ex presidente della “rossa” non avevano convinto più di tanto. Ora è molto difficile poter immaginare le conseguenze nell’asset di Maranello. Fernando Alonso lascerà Ferrari? Come cambierà l’organizzazione nella gestione sportiva?

Gli interrogativi sono tanti ed è indubbio che questo cambiamento rappresenta l’inizio di una nuova era, contrassegnata da uno spirito diverso. Marchionne ha già fissato gli obiettivi sulla necessità di tornare a vincere in pista, per porre finalmente fine alla lunga astinenza da titolo della rossa. Ma che era è stata quella di Montezemolo?

Tutto comincia nel lontano 1973 quando il giovane Luca entra nella scuderia di Maranello come assistente di Enzo Ferrari e responsabile della squadra corse. Sotto la sua gestione a Maranello arriveranno il campionato mondiale costrutturi per 3 anni di seguito, dal 1975 al 1977, e due campionati del mondo piloti con Niki Lauda, nel 1975 e nel 1977.

La storia si interrompe per qualche tempo, e Montezemolo viene impegnato in primis nel gruppo Fiat, nella gestione editoriale dell’holding del quotidiano la Stampa e poi nella gestione dei mondiali di calcio del ’90. In questi anni Montezemolo entra anche a far parte consiglio di amministrazione della Juventus.

Tuttavia il richiamo per la Ferrari non si era mai del tutto esinto ed ecco il ritorno a Maranello nel 1991 con il ruolo di Presidente e di Amministratore Delegato, carica ricoperta fino al 2006. La scalata è ardua. La rossa viene da anni difficili in F1 e l’ultimo titolo mondiale vinto risale al 1979, troppo tempo per una casa dalla storia gloriosa. Si stabiliscono della basi concrete da cui ripartire e il primo nome è quello di Jean Todt. Il francese, noto agli addetti ai lavori per i successi con Peugeot nei rally, viene assunto con il preciso scopo di riportare a Maranello l’iride. È solo l’inizio di una rivoluzione che porterà tecnici come Byrne e Brawn e soprattutto un pilota che scriverà pagine importanti nella storia dei motori in Ferrari, Michael Schumacher.

Con il tedesco in squadra arriveranno 5 titoli piloti consecutivi dal 2000 al 2004 e 4 titoli costruttori dal 2001 al 2004. La Ferrari torna a risplendere nel circus della F1 e la gestione Montezemolo è illuminata da sponsor e attenzioni. La storia dello sport, però, è fatta di alti e bassi e la luce sfavillante di quegli anni lascerà spazio all’oscurità del presente, con l’eccezione del titolo conquistato da Raikkonen del 2007. Le ragioni del tracollo rosso sono diverse: una galleria del vento non adeguata, una F1 senza test troppo incline all’aerodinamica, una posizione politica del presidente Ferrari troppo debole. Una combinazione di fattori che porta di anno in anno la rossa di Maranello sempre più ai margini del mondiale, costretta a fare da spettatore ai successi di Red Bull prima e Mercedes oggi.

Eccoci ora al momento delle “gravi” decisioni. L’assunzione di responsabilità è un atto doveroso che però, come era stato nel caso di Domenicali, non hanno l’effetto di una bacchetta magica sulla realtà. Le conseguenze, come detto, non sono facili da prevedere ma senza dubbio ci saranno dei mutamenti drastici. Marchionne ha rassicurato su una non internazionalizzazione di Ferrari, ma la gestione sportiva subirà degli interventi sostanziali. Lo stesso Alonso potrebbe lasciare perché non adeguatamente rassicurato da un progetto con tanti punti interrogativi, che lascia dubbiosi anche gli appassionati ferraristi. Come sempre il tempo sarà galantuomo e non resta che attendere. A chiosa, non si può che sperare che il mito Ferrari possa rivivere più lucente di prima e non si può non rivolgere un ringraziamento al presidente uscente per le forti emozioni avute in 23 anni di gestione.

Immagine| f1grandprix.motorionline.com/

CONDIVIDI

Nato nel “lontano” 1982, ho la qualifica di sistemista Cisco ed esperto nella programmazione informatica. Coltivo da sempre la passione nel raccontare lo sport, soprattutto calcio e motori, cercando di essere originale nell’esposizione. Gli eventi sportivi sono la mia “droga” e confesso che spesso ne abuso.
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU