Mi devo mettere a dieta! La dieta dimagrante e le donne5 min read

9 Marzo 2016 Associazione LeNius Cucina -

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antropologa e comunicatrice

Mi devo mettere a dieta! La dieta dimagrante e le donne5 min read

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Tutte le donne si sono messe a dieta una volta nella vita. Hanno pianto fortemente nel vedere scarsi progressi, subito scompensi ormonali e isterie dovute ad una dieta dimagrante squilibrata, mangiato di nascosto, rifiutato dei pasti per entrare in un vestito e incontrare l’immagine ideale di se stesse riflessa nello specchio. Ma come mai mettersi a dieta è difficile? Da quando la dieta dimagrante è diventata un dramma del mondo femminile? E quali sono i principi di una dieta sana?

Donne, cibo e dieta dimagrante

Storicamente e socialmente sono le donne che sono associate alla preparazione e somministrazione del cibo che è considerata una delle più profonde manifestazioni del ‘prendersi cura di qualcuno’. Non parlo solo dell’allattamento e dello svezzamento, ma di quello che segue e di chi prepara la cena nella maggior parte dei nuclei famigliari oggi. Anche dove le donne lavorano fuori casa quanto l’uomo, in più de 50% dei casi che conosco, sono le donne che si occupano di cibo. Svolgono la maggior parte dei lavori (sociali) legati al cibo: cucinare, apparecchiare, fare la spesa, pulire i resti, piantare e raccogliere, fare mangiare i piccoli.

Ecco, le donne nutrono ogni giorno gli altri ma intanto affamano se stesse.

Mi devo mettere a dieta!

Ci sono tante domande che mi pongo rispetto al fatto che spesso l’identità di una donna è fortemente connotata dalla relazione con il cibo e dalle diverse diete che hanno costellato la sua esistenza. Perché molte donne insistono nel mettersi a dieta da sole nonostante i ripetuti fallimenti? Perché la dieta è vista come una panacea alle più svariate sofferenze? Perché il cibo a volte è una ossessione o una frustrazione che tormenta il mondo femminile?

Diversi studi suggeriscono che c’è una forte dipendenza emotiva/emozionale dal cibo e che le restrizioni sul cibo sono centrali anche nella costruzione della femminilità (1). Pensate a quante ragazze credono che in fondo se fossero un pochino più magre le cose andrebbero meglio. Si auto-disciplinano sulle quantità, calorie e tipologie di cibi da ingurgitare al fine di migliorarsi e migliorare la relazione con il mondo esterno.
Molte donne che potrebbero mangiare normalmente e che NON vivono in condizioni di povertà sono sempre a dieta fino ad affamarsi, e talvolta a farsi del male. Altre in condizioni di severa povertà, penso al Sud Sudan o alle zone più remote del Corno d’Africa, reputerebbero queste privazioni una totale follia.
dieta dimagrante

Dieta dimagrante e mondo femminile

Essere sempre a dieta è una condizione che sottolinea un messaggio molto confuso e complesso che le donne vorrebbero avere dei corpi perfetti. E la perfezione in voga è coincidente con il magro. La comunicazione e i media giocano un ruolo enorme nel perpetuare l’ossessione sulle diete e sulla magrezza. Idealizzano una immagine del magro e di un corpo tonico, promuovendo prodotti che in realtà basano il loro funzionamento sul fallimento della dieta dimagrante (e della cultura del mangiare bene): “non ha funzionato la dieta del cioccolato prova l’ erba bella”… etc. (slogan ovviamente inventato per dare un esempio, l’erba bella non esiste e se esiste non fa dimagrire!).

Senza per forza arrivare ad esempi complessi e laddove si sviluppa un vero disordine alimentare, la forte motivazione dell’ideale del magro ci spinge a un costante conflitto con il corpo, e a vivere quotidianamente lo stress della dieta per perdere peso e non della dieta per stare bene. Non è neanche lontanamente possibile che un uomo comprenda realmente come questo retro-pensiero – mi devo mettere a dieta e devo perdere peso – sia presente quasi costantemente nella testa di una donna, anche in condizioni normali.

dieta dimagrante

Per cui è nel pensiero collettivo femminile (se esiste, e lo spero) che questi dubbi, paure e la consapevolezza della dieta sana può sfogarsi, formarsi e migliorare. È importante prendere coscienza che possiamo essere comprese nella nostra necessità di metterci a dieta e essere aiutate da persone competenti che guidano il nostro bisogno. Fino a quel livello che fa ritrovare la sicurezza, in qualunque punto essa sia franata, e ci aiuti a diventare più forte e in salute.

Per questo motivo, è necessario approfondire e stimolare il confronto. Domenica 20 Marzo 2016 ne abbiamo parlato insieme a Milano, ad un evento gratuito, in cui si è affrontata la “dieta giusta” in compagnia di una ostetrica, una dietista e una psicologa. Abbiamo portato questa riflessione dal web all’incontro di persona, organizzate e ospitate nello #Spaziodonna presso lo stand di La Bottega della Luna alla fiera Fa’ la cosa giusta 2016.


Scarica il programma qui
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Dieta può voler dire anche altro, per esempio: NON stare sempre a dieta. Di certo è possibile imparare a mangiare e ‘conoscere il cibo che mangiamo’ magari anche attraverso i functional food*. Come sempre, bisogna lavorare sulla nostra educazione, sulla consapevolezza del corpo e su come il cibo influisce sui cicli di vita femminili. Ci vorrà tempo ma intanto è importate parlarne insieme anche di persona.

*Cosa sono i functional food? Con questo termini si identificano gli alimenti che oltre a nutrirci (darci energie per far funzionare il cervello e muoverci) fanno bene alla salute.

Per approfondimenti:
1. Allen and Sachs, 2007. Women and food chains: the gendered politics of food. International Journal of Sociology of Food and Agriculture – Vol. 15(1) ISSN: 0798-1759
2. Counihan, Carole M. 1998. “What Does It Mean to Be Fat, Thin, and Female in the United States: a Review Essay.” Pp. 145-162 in Food and Gender: Identity and Power, edited by Carol M. Counihan and Steven L. Kaplan. Amsterdam, Netherlands: Harwood Academic Publishers.
3. The Medical Journal of Australia

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Antropologa e progettista, per Le Nius è project manager, content manager e formatrice. Nella vita studia e comunica progetti di cooperazione, in particolare progetti di sviluppo che fanno leva sui patrimoni culturali. Si interessa di antropologia dei media, è consulente per il terzo settore. info@lenius.it
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