Diario da Gaza: 17°-18°-19° giorno Operazione “Protective edge”7 min read

26 Luglio 2014 Mondo Politica -

Diario da Gaza: 17°-18°-19° giorno Operazione “Protective edge”7 min read

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Diario da Gaza: 17°-18°-19° giorno Operazione “Protective edge”

Stamattina l’inizio della tregua dopo giornate di puro orrore, con il bombardamento di ospedali e della scuola dell’UNRWA. Nelle ultime ora invece pare arrivare la (prevedibile?) conferma che i vertici di Hamas non c’entrano nulla con il sequestro e l’assassinio dei tre giovani coloni israeliani.

Se qualcuno ricorda, è il motivo per cui questa guerra sarebbe iniziata. A questo punto cadrebbe anche l’ultimo velo sulla strategia di Israele. Intanto, triste traguardo, i morti sono arrivati a mille.

Vediamo il racconto delle ultime 72 ore da Gaza.

da Gaza, Meri Calvelli

Gaza, 24 luglio 2014 – 17° giorno Operazione “Protective edge”

L’attacco militare, concentrato nelle zone di confine del sud della striscia sono andate avanti per tutto il giorno di ieri fino a questa mattina. La maggior parte dei 50 raid aerei di questa notte, dalle 22 alle 6, sono stati riversati sulla zona Sud di Khan Younis e villaggi di confine.

Khuza’a, villaggio di agricoltori situato al confine, sulla “buffer zone”, attaccato nella notte del 23, ha ancora un bilancio parziale delle vittime e dei feriti. Solo poche ore di “tregua umanitaria”, dove sono entrate ambulanze per scavare e evacuare i feriti e i cittadini rimasti intrappolati sotto i fuochi dell’artiglieria. Ancora il bilancio non si conosce e continua ad essere zona militare chiusa, come Shajayya, quartiere di gaza completamente distrutto dove ancora i morti sono sotto le macerie.

È di queste ore l’inizio dell’evacuazione di 40.000 persone. I due ospedali di Khan Younis, Nassar e European Hospital sono pieni di feriti che vengono trattati in queste ore.

Per tutta la giornata di ieri ci sono stati forti combattimenti e attacchi militari, concentrati per la maggior parte al sud della striscia. Questo è l’ultimo fazzoletto di terra che l’esercito militare sta “setacciando” per scovare tunnel e missili di Hamas.

Se non fosse evidente che li tirano si potrebbe pensare che non esistono; purtroppo questa operazione impostata su questa ricerca, ha portato solo vittime civili e distruzione. Nonostante la grande tecnologia militare messa in campo da Israele infatti i tunnel non li trovano. E così hanno fatto come sempre un enorme massacro di civili.

Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha votato ieri l’apertura di una inchiesta sui crimini di guerra da parte di Israele nella Striscia di Gaza. Tra i 47 paesi che partecipano al Consiglio, 29 hanno votato con parere favorevole, 17 astenuti, tra cui l’Italia (vergogna!) e uno ha votato contro, USA (tanto per cambiare).

Ieri nella conferenza stampa in Qatar, Meshaal, (leader Hamas in esilio) ha ribadito la volontà di arrivare ad un cessate il fuoco duraturo ma non prima che venga tolto il blocco totale e l’embargo su Gaza.

Dalle 22 alle 8 di questa mattina sono stati lanciati 12 razzi e 9 mortai da parte palestinese; condotti 39 raid aerei e sparati 52 missili su diverse località della Striscia di Gaza. Sparati circa 432 tank shells lungo i confini (soprattutto al sud) e circa 230 shells dalle navi israeliane. Forti combattimenti ancora in corso in 6 aree; 17 case distrutte, 26 Palestinesi uccisi e 68 feriti.

Ultime notizie sulla tregua umanitaria: pare che possa partire da sabato per 5 giorni, così come era stato comunicato fino a ieri notte per cominciare a discutere i punti del cessate il fuoco duraturo. Per il momento droni e attacchi aerei su Gaza City.

Il bilancio delle vittime e dei danni dall’inizio fino ad oggi: 775 le vittime palestinesi 4563 i feriti palestinesi. 140.000 gli sfollati. 32 soldati israeliani e 3 civili (uno thailandese); 150 soldati feriti.

Diario da Gaza: 17°-18°-19° giorno Operazione “Protective edge”

Gaza 25 luglio 2014 – 18° giorno Operazione “Protective Edge”

“Stavamo caricando i materassi da distribuire alla popolazione evacuata dalle proprie case e rifugiata dentro posti di fortuna (negozi, case chiese), quando Sharif, di Beit Hannoun ha ricevuto la telefonata dalla gente del suo villaggio rifugiata nella scuola dell’UNRWA.

“L’artiglieria ha colpito la scuola elementare ci sono tanti feriti”. Poi la comunicazione cade e per molti minuti non si riesce più’ a prendere la linea. In quell’area bombardata, dove eravamo andati a ritirare i materassi, era l’ultima fabbrica rimasta in piedi, che sta producendo questo materiale per tutta la striscia; la fabbrica grande di Beit Hannoun era stata bombardata già qualche notte prima, tutta la produzione, ora assolutamente necessaria, era andata distrutta.

Le scuole dell’UNRWA, sono cominciate a diventare target dell’esercito, nonostante le rassicurazioni dell’IDF; convinti che anche queste siano rampe di lancio dei missili, non sentiranno ragioni, per motivi di sicurezza.

La Beit Hannun “primary boy school” ospitava 1500 sfollati provenienti dalla stessa zona. Avevano già chiesto di allontanarsi e di lasciare quella scuola, perché gli attacchi e i combattimenti erano forti; già un altro migliaio di persone aveva ri-evacuato. E così, passando da casa, a scuola, a strada, la popolazione civile non sa più dove andare e rimane bersaglio dell’esercito militare israeliano.

Sono oltre 140.000 gli sfollati, prepotentemente cacciati dalle proprie case, perchè l’esercito è voluto entrare nelle terre dl confine e della buffer zone, dove vivono migliaia di contadini, dal Nord al Sud. Purtroppo non hanno la possibilità di difendersi perché sono considerati solo aggressori, quindi non resta che scappare. 20 morti e 200 feriti.

L’esercito militare israeliano invece insiste con l’operazione di terra per individuare missili e rampe di lancio e mettere in sicurezza il popolo di Israele; loro possono difendersi e quindi è legittimo anche attaccare anche i civili di Gaza.

Questa notte sono stati lanciati 5 missili da Gaza verso Israele; pochi ha commentato l’esercito, “forse stanno risparmiando per durare di più la guerra” questa l’opinione dell’IDF

34 invece gli attacchi aerei israeliani con 50 missili su diverse località. Centinaia i colpi sparati dall’artiglieria sulle zone di confine. 10 palestinesi uccisi, 33 feriti, 9 case distrutte.

Alle 13.30 si riunirà il governo israeliano per decidere e comunicare la posizione ufficiale sull’operazione militare.

Intanto ancora bombardamenti con droni anche nella città di Gaza. Da poco hanno tirato su una casa di una persona di Hamas….per la 4 volta; la casa è distrutta e dentro non c’e’ nessuno ma l’obiettivo è sensibile e fondamentale, quindi va colpito, i danni collaterali chiaramente verso le case vicine.

Gaza 26 luglio 19° giorno Operazione “Protective edge”

Tregua di 12 ore da questa mattina alle 8, dopo una notte di inferno su tutta la striscia; hanno continuato a bombardare ferocemente fino a pochi minuti prima dell’inizio di “pausa”.

Decine le case distrutte, decine i morti, centinaia i feriti. La gente ha urlato tutta la notte in un coro di terrore per le atrocità che gli si sono scatenate intorno. Un boato e inferno di fuoco scatenato sulla gente.

Gli attacchi con droni e F16, con artiglieria di terra e mare, sono scoppiati fortemente da dopo il tramonto senza sosta. Con un movimento di attività militare da sud a nord, hanno passato in rassegna tutto il territorio senza fermarsi. “I famosi occhi dei militari” che guardano e scelgono accuratamente l’obiettivo, hanno allargato la visuale e hanno fatto fuoco su tutto.

Colpito ripetutamente il sud a tappeto; una casa con 20 persone principalmente donne e bambini, è stata completamente abbattuta senza avvertimento. Era un venditore di polli di Banisweila – Khan Younis. Distrutte tutte le aziende agricole e di allevamento della zona.

Attaccati gli ospedali del nord con forti colpi di artiglieria senza sosta. Difficile spostare i pazienti dai diversi reparti dell’ospedale di Beit Hannun dove arrivano. Ferito anche un volontario svedese che si trovava dentro l’ospedale.

La gente questa mattina, approfittando della tregua umanitaria sta recandosi nelle proprie case dove non torna da oltre 10 giorni. Non si sa che cosa troveranno, sicuramente macerie e tanti morti abbandonati durante l’offensiva. La situazione umanitaria è catastrofica, comincia ad esserci un grave problema igienico-sanitario, manca acqua sia per bere che per lavarsi.

Nei posti dove la gente è alloggiata, da sfollata, ci sono grossi problemi di agibilità. Le strutture non sono idonee e non hanno le infrastrutture per contenere tale numero di persone. Comincia a mancare il gasolio e l’elettricità e’ garantita per pochissime ore al giorno e non in tutte le aree.

Una situazione insostenibile. Non volevo arrivare a definirla un “sadico genocidio” di popolazione ma questo purtroppo si sta rivelando nel vero senso della parola.

Cerchiamo di fermarlo con tutti i mezzi necessari. 12 ore di tregua, droni incessanti sulla testa.

Immagine| 99 posse

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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