Diario da Gaza: 11°-12°-13° giorno Operazione “Protective edge”7 min read

18 Luglio 2014 Mondo Politica -

Diario da Gaza: 11°-12°-13° giorno Operazione “Protective edge”7 min read

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Diario da Gaza: 11° giorno Operazione

Pubblichiamo un altro contributo che ci arriva direttamente da Gaza, dove l’orrore di ieri non ha fermato il conflitto, che peggiora di ora in ora e dopo l’invasione della Striscia di stanotte rischia di raddoppiare, triplicare o moltiplicare per chissà quale numero i morti, quasi arrivati a 300.

Gaza, 11° giorno Operazione “Protective edge” – incursioni notturne nella striscia di Gaza

Dopo le 5 ore di cessate il fuoco che hanno dato respiro alla popolazione durante la giornata di ieri, non si hanno più avuto notizie su incontri, accordi e tregue in corso tra Egitto, Hamas e Israele. L’esercito militare ad un certo punto ha iniziato il previsto attacco militare più forte e aggressivo: “l’invasione di terra”, che nell’immaginario di tutti i media internazionali dovrebbe essere un’invasione di soldatini che entrano in forze con carri armati dentro la città facendo arresti e scacciando il nemico.

In realtà sono state incursioni che Israele ha preparato in questi giorni e praticato per tutta la notte in modo aggressivo e determinato lungo tutto il confine. Con violenza maggiore e assurda verso tutta la popolazione civile, senza nessun problema sui danni che man mano ha creato.

Sono entrati di 300 metri lungo la zona di sicurezza dal nord al sud, con molti carri armati che per tutta la notte non hanno smesso di bersagliare le case lungo il confine. Aiutati maggiormente dall’aviazione hanno tirato sulle case di civili e bombardato terreni in cerca di tunnel. Tagliando l’elettricità in tutta la striscia, per creare l’atmosfera di terrore e disorientare il nemico, sono avanzati e arretrati a momenti alterni; hanno tirato gas lacrimogeni, per coprire l’avanzamento e intossicato decine di persone, due delle quali nel sud sono morte per soffocamento, perché il gas è entrato nella casa.

In situazione normale queste operazioni sono considerate di routine, la chiamano “levelling operation”, livellamento del terreno, scavi che monitorano la presenza eventuale di tunnel. A rimetterci in genere sono i contadini dei terreni più vicini alla buffer zone. In questo caso aumentando la dose di mezzi militari, soldati richiamati al confine (circa 40.000), l’operazione allargata a ventaglio ha coinvolto un numero maggior di popolazione. Ora le famiglie che hanno perduto le case su quel confine stanno appoggiate in abitazioni di vicini; l’emergenza umanitaria sta peggiorando, allargandosi a macchia d’olio e nei prossimi giorni potrebbe diventare una catastrofe enorme, considerato l’alto numero degli sfollati previsti ai quali è stato richiesto di abbandonare le case.

In questo momento la situazione è ancora incerta, l’esercito ha fatto solo qualche tafferuglio con le forze di Hamas che ora hanno diretto i missili non dentro Israele ma verso il confine. L’IDF è incerta sul da farsi, entrare nella Striscia è un rischio e farebbe sicuramente ancora più vittime tra la popolazione di Gaza ma anche tra i militari israeliani.

L’intervento diplomatico può essere l’unica soluzione a questo caos, prendendo in considerazione anche le proposte di tregua dei Palestinesi che sono: fine dell’embargo, apertura delle frontiere, lasciare i palestinesi vivere la loro vita senza intromissioni, occupazione e colonizzazione.

Se la Comunità Internazionale recepisce, questo conflitto finisce in poco tempo. Per ora è tutto sospeso e come al solito lasciano parlare solo le bombe.

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AGGIORNAMENTO: Pubblichiamo la testimonianza che ci è arrivata da Gaza nelle ultime ore.

Gaza 19 Luglio 2014 – 12° giorno Operazione “Protective edge”

L’esercito israeliano preferisce la notte per colpire le case dei civili, gli occhi delle telecamere dei media mondiali, che sono presenti qui a Gaza non hanno così l’opportunità’ di vedere in diretta l’orrore di questa guerra che combatte per la “sicurezza” di Israele. Ai media e all’opinione pubblica mondiale basteranno le dichiarazioni dei rappresentanti israeliani all’ONU che dichiarano con noncuranza che Israele vuole la pace e vuole salvare la vita ai palestinesi.

Intanto ieri in poche ore hanno fatto decine di vittime; un’altra intera famiglia sterminata a Beit Hanoun 5 persone, tra cui 2 donne e un bambino; una moschea a Khan Younis con i fedeli in preghiera attaccata da un raid aereo 9 i morti, decine i feriti (3 dei quali della stessa famiglia)

In queste ultime ore un’altra famiglia di Beit Lahya colpita e sterminata 8 morti e 7 feriti, (un bambino di 11 mesi e uno di 3 anni. In tutte le aree di confine dove hanno condotto le operazioni di “incursione e livellamento”, hanno sparato cannonate sulle case della gente. Abbiamo raggiunto telefonicamente molte persone che chiedevano aiuto per gli spostamenti. A Tuffah (area est di Gaza) una intera palazzina è stata attaccata dai tank shell ininterrottamente; le famiglie sono state costrette a fuggire e rimanere in strada per ore sotto i colpi delle cannonate.

E dopo l’evacuazione dell’ospedale Al Wafa, è stato colpito anche l’ospedale Kamal Adwan, a Jabalia. Decine di feriti arrivano ogni ora negli ospedali di Gaza, ormai pieni di emergenza e in necessità di medicinali per i soccorsi.

Sono saliti i numeri delle persone sfollate dalle case e rifugiate presso le scuole dell’UNRWA aperte per raccogliere la popolazione. Sono attualmente 23.000 le persone dentro le scuole che hanno bisogno di cibo di emergenza e altra assistenza ma in queste ore il numero sarà destinato a salire di molto. Sono oltre 100.000 le persone che sono state avvisate dai militari nei giorni scorsi ad abbandonare le proprie case.

Intanto continuano anche questa mattina, attacchi di droni e artiglieria senza sosta. Abbiamo notato un comune denominatore negli attacchi: l’esercito ha scelto di sterminare famiglie intere, con donne e bambini, proprio come nelle dichiarazioni e indicazioni della destra israeliana; Ayele Shaked, parlamentare del partito di destra israeliano “casa ebraica” ha dichiarato qualche giorno fa che devono essere sterminati i bambini palestinesi e le madri che partoriscono “piccoli serpenti”.

Sono 307 i morti dall’inizio dell’Operazione “Protective edge” – Oggi Ban Ki Mun in Medio Oriente

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AGGIORNAMENTO

Gaza, 20 luglio 2014 13° giorno Operazione “Protective edge”

Impossibile avvicinarsi, impossibile fermare la strage che stanno compiendo in alcune zone di Gaza; in particolare Shajayya è sotto il fuoco israeliano degli aerei da guerra e delle cannonate, che stanno ripetutamente attaccando abitazioni civili con la popolazione rinchiusa dentro. Una intera famiglia sterminata, l’ennesima, famiglia che appartiene ad Hamas, donne, bambini, anziani… È stata la notte del terrore nei cieli, aerei da guerra che prendevano la rincorsa su tutta la striscia e lanciavano alla fine della corsa sull’area di turno. Ovunque bombe e attacchi, fuoco e terrore nelle zone di confine, ad est come a sud. Cannonate lungo tutto il confine.

Sono oltre 360 i morti palestinesi e 2670 i feriti che aumentano di ora in ora. Nelle prime ore del mattino sono stati uccisi altri 2 soldati israeliani che si aggiungono ai 5 uccisi in questi 2 giorni di operazione di terra; ed è notizia di adesso di un agguato a 2 tank israeliani, non verificate le vittime si parla di oltre 10 soldati.

La mezza luna rossa non ha più risposto alle chiamate della gente perché completamente impossibilita a intervenire. Il combattimento su alcune aree sta allargandosi; l’esercito israeliano ha dichiarato che entrerà in ogni zona della Striscia di Gaza ma questo lo sta già facendo dall’inizio dell’operazione. I combattimenti di terra non permettono il movimento delle ambulanze e la popolazione civile rimane intrappolata sotto i continui bombardamenti che si svolgono man mano che l’esercito procede nell’entrata. Dalle TV in live si vedono zone che bruciano e il fumo sta ricoprendo molte aree della Striscia di Gaza.

I combattimenti sono nel pieno delle attività, è guerra totale e non si sa quali saranno le conseguenze e la fine di questo delirio.

è un massacro senza precedenti che non risparmia nessuno. Non sono solo i terroristi a rimanere vittime di questo attacco, purtroppo sono i civili che ne pagano tutte le colpe e le prospettive di fine sono assolutamente lontane dalla fine e soluzione.

Oggi negoziatori in Qatar (Meshahal e Abu Mazen) e al Cairo (Mogherini Min. Est. Italiano e Fabious Min. Est. Francese). Sul tavolo, il cessate il fuoco, che purtroppo nessuno vuole e le richieste di uscire dall’embargo e la chiusura della Striscia di Gaza.

Immagine| BusinessInsider.com

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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