Perché in Italia ci sono pochi Devis Mangia?3 min read

11 Gennaio 2014 Uncategorized -

Perché in Italia ci sono pochi Devis Mangia?3 min read

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@calciocatania
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Tutti a La Spezia attendevano il 21 dicembre 2013 come se fosse il giorno di Natale, pronti a vedere la nuova scommessa di Gabriele Volpi. Il patron aveva convinto da qualche giorno a salire sulla nave della sua squadra di calcio un allenatore invidiato da ben più nobili palcoscenici: Devis Mangia.

A La Spezia cercano da un paio d’anni, a suon di milioni di euro, di provare a capire che sapore avrebbe portare una nuova squadra ligure sui più grandi palcoscenici del calcio. La spasmodica voglia di raggiungere quanto prima il sognato traguardo ha fatto sì che venissero bruciati un paio di allenatori rampanti (su tutti Giovanni Stroppa). Lo stesso pubblico, educato dai proprietari, ha fischiato ogni striminzito pareggio della propria squadra.

Devis Mangia: una carriera a piccoli passi

La storia dell’allenatore merita di essere evidenziata. La carriera di Devis Mangia è stata, sino a questo momento, costruita passo dopo passo e senza forzare, sebbene ne avesse avuto l’opportunità. Sacchiano incallito, ha sempre gestito un dinamico 4-4-2, fatto di tanto possesso palla, di un fraseggio corto e veloce, portando le sue squadre nella metà campo avversaria con notevole brillantezza atletica e un aggressivo pressing alto.

Anche i più accaniti appassionati di calcio non sanno forse che le squadre da lui allenate tra la metà degli anni ’90 e i primi anni del ventunesimo secolo sono sempre state piene zeppe di giovani (partendo dall’Enotria ha poi disegnato schemi per Voghera, Meda, Fiorenzuola e Tritium) ma è a Varese che ha cominciato a far appuntare il proprio nome sui taccuini dei più scaltri osservatori di calcio, portando la formazione Primavera – costruita proprio in quel campionato, dopo 25 anni di assenza dal calcio giovanile – sino alla finale del campionato nazionale. Nel 2011 a Palermo inizia il campionato tra lo scetticismo generale, fa assaggiare alla città un calcio veloce, divertente e pieno di brio. Interista sfegatato, sconfigge la Beneamata conquistandosi un immediato aumento di stipendio. Nonostante sei vittorie di fila in casa viene poi esonerato da Zamparini che, come suo solito, era alla ricerca di qualche novità per rendere ancora più accattivante la stagione rosanero.

La ribalta nazionale la ottiene alla guida dell’Under 21 italiana durante lo scorso campionato europeo di categoria, quando giunge sino alla finale del campionato, sconfitto da una onnipresente Spagna. Di lì a qualche mese riceve le telefonate del Verona e a sorpresa del Milan che, consigliato da Arrigo Sacchi, sonda l’interesse di Devis per poter plasmare una squadra in cerca d’autore. Il tecnico non si scompone: sa che nel moderno mondo del calcio si fa presto ad essere Stramaccioni e quindi preferisce continuare a studiare andando a trovare qualcuno che possa insegnargli qualcosa, come Pep Guardiola.

Chapeau quindi per l’umiltà e la voglia di credere in qualcosa da costruire col sudore e non con il “tutto e subito”. Per adesso a Devis basta essere presente sui taccuini dei più scaltri osservatori di calcio: il domani non è così lontano e l’esperienza, condita dalla dedizione per un lavoro che si ama senza l’affannosa ricerca del personaggio mediatico da creare, torneranno utili per scrivere pagine ancora più importanti.

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Nato a Salerno qualche anno fa ma trapiantato a Milano sin dai primi dentini, cresco (si fa per dire) col pane e pallone quotidiano, accompagnandoli con una bicicletta, una racchetta da tennis, delle scarpe per correre, un costume per nuotare e tanto televideo da leggere alla pagina 200. Curioso, irrequieto, sperimentatore. Sognatore.
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