Dervla Murphy: ostinatamente ed economicamente in viaggio3 min read

6 Marzo 2017 Viaggi -

Dervla Murphy: ostinatamente ed economicamente in viaggio3 min read

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dervla murphy
banffcentre.ca

Una bicicletta e un mulo. Non serve molto altro per fare un viaggio, che si tratti di arrivare in India o in Etiopia. Pelle rosata, un grande sorriso e tanta energia, in perfetto stile femminile e irlandese.

Dervla Murphy è un personaggio poco conosciuto, anche se la sua storia è carica di avventura.

A cambiarle la vita è un compleanno. Il suo decimo compleanno, per l’esattezza, quando riceve in regalo dal padre una bicicletta e un mappamondo. “Pochi giorni dopo ho deciso che sarei arrivata in India. Comunque, ero una bambina furba e ho mantenuto questa ambizione”, racconta.

È il 1963 quando, a 31 anni, lascia Lismore, impugna la due ruote e parte diretta in India. Negli anni prosegue pedalando, con la figlia Rachel e i nipoti al seguito, per Goa, Perù e Africa.

Quel primo viaggio, costato poco più di 60 sterline, segna l’inizio di una serie di viaggi dedicati a scoprire il mondo che la circonda e che racconterà nei suoi libri. Ex infermiera, utilizza il ricavato dei testi per intraprendere altre avventure.

Inizia a farsi conoscere con il libro Full Tilt: Ireland to India With a Bicycle pubblicato nel 1965, che racconta del viaggio in bici intrapreso attraverso Europa, Iran, Afghanistan, Pakistan e India.

dervla murphy
@mujeresviajeras.com

Alla bicicletta Dervla Murphy alterna anche un altro fidato compagno di viaggio. In anticipo sui tempi e sulle mode, nel 1996 intraprende, accompagnata dal mulo Jock, un trekking estremo nell’impervia regione degli altipiani etiopici: quasi 1700 chilometri di salite e discese estenuanti in tre mesi di viaggio, che l’autrice trascorre a stretto contatto con gli abitanti locali.

Un’avventura che scorre veloce tra le pagine di In Etiopia con un mulo, un piccolo libretto giallo della EDT, acquistato in una bancarella al mare. Nelle prime righe si legge:

“Sin dai primi anni dell’infanzia impariamo a collegare all’Abissinia nomi romantici come quelli del Prete Gianni, di Rasselas, della Regina di Saba e del leone di Giuda: i riferimenti a quel paese che incontriamo nelle nostre letture contribuiscono a delineare il quadro di una terra improbabile, in cui convivono violenza e pietà, cortesia e slealtà, sterilità e fertilità.”

Miti che vengono presto sfatati tra le righe delle lettere. Miti che vengono sostituiti da un racconto denso di aneddoti, particolari, esperienze reali e umanamente ricche: dai disagi della sete e della fame al pericolo degli shifta, le milizie che operavano nelle più remote zone rurali e montane del Corno d’Africa, dal desiderio di una birra alla descrizione dei banditi delle montagne, dalla ricerca delle quattro zampe adatte (il mulo) alla descrizione del cibo consumato all’ombra dei profumati eucalipti.

Scrive l’Observer:

“Le credenziali di Dervla Murphy sono ben altro che un’indole ardimentosa e polpacci robusti… i resoconti delle sue peregrinazioni la pongono tra i migliori narratori di viaggio degli ultimi vent’anni.”

In effetti, una delle migliori qualità di Dervla Murphy è proprio la carica umana unita a un forte senso dell’umorismo. “I preparativi per un viaggio a piedi sono decisamente semplici. Ho dovuto soltanto acquistare uno zaino capiente, un paio di scarponi robusti, una borraccia di plastica da quattro litri, abbigliamento Husky composto da giacca, pantaloni e calze che fosse leggero da trasportare ma caldo, una dotazione essenziale di medicinali, una dozzina di quaderni e una decina di penne a sfera”.

Dervla Muphy
@irishexaminer.com

La descrizione perfetta degli elementi che non possono mancare nella sacca del viaggiatore. Tutto qui? No, la scrittrice sottolinea come “per non perdere il contatto con la mia civiltà, ho messo nel bagaglio un’antologia delle opere di Shakespeare, Tom Jones, Carr, Cooper e Boros. Sfortunatamente, durante il viaggio da Londra a Massaua, molti altri libri si sono accumulati nel mio zaino e quando, infine, ho iniziato l’ascesa verso i 2.500 metri dell’altipiano eritreo mi sono ritrovata sulle spalle uno zaino che pesava più di venti chili”.

Senza cartina, usando solo la bussola del cuore e della curiosità.

Nel 2016 la storia di Dervla Murphy è stata raccontata nel film documentario “Who is Dervla Murphy?”, un ritratto affettuoso, divertente e onesto di questa viaggiatrice energica e anticonformista.



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Viaggiatrice, sognatrice, lettrice. Una tesi in storia contemporanea e un corso in Gestione dell'Immigrazione sintetizzano la sua vita universitaria. Girasoli e asini le sue passioni. Nello zaino non mancano mai i libri, la macchina fotografica, la passione per i viaggi e un paio di scarpe da ginnastica con cui segnare la strada.
Commento
  1. Fu

    Incredibile!! Che storia avanti cento anni nel suo tempo!!

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