Cosa dice il Decreto sicurezza bis5 min read

31 Luglio 2019 Politica Politiche migratorie -

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Sociologo

Cosa dice il Decreto sicurezza bis5 min read

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L’ossessione per la sicurezza colpisce ancora. A inaugurarla ufficialmente fu il Governo Prodi nel marzo del 2008 che sull’onda di una delle tante “emergenze rom” approvò un decreto sicurezza per tranquillizzare gli italiani di fronte alla minaccia ultima.

Da allora tutti i governi ne hanno fatto ampio uso, tanto che viene da pensare che forse non producano così tanta sicurezza, se ogni tot mesi c’è bisogno di un nuovo decreto sicurezza.

L’ultima trovata è il decreto sicurezza bis, che suona un po’ come quando la band esce per prendere gli applausi e poi torna sul palco con uno studiatissimo “ma sì dai, ne facciamo un’altra”.

Il Decreto sicurezza bis è stato varato dal Consiglio dei Ministri l’11 giugno ed è stato votato dalla Camera il 24 luglio.

Decreto sicurezza bis: cosa prevede

decreto sicurezza bis
@Governo Italiano | Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il Ministro dell’interno può chiudere l’accesso alle acque territoriali

La competenza sulla decisione di chiudere l’accesso alle acque territoriali italiane per le navi che trasportano migranti passa dal Ministero delle infrastrutture a quello dell’interno. Salvini vuole avere questa carta in mano da giocarsi ogni volta che può, e il Movimento 5 Stelle gliel’ha gentilmente concessa, con buona pace di Toninelli, come gli ha concesso tutto ciò che lo ha fatto arrivare al 34% delle elezioni europee.

Il Ministro dell’Interno può quindi, ovviamente “per motivi di ordine e sicurezza pubblica”, limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, limitatamente alle violazioni delle leggi di immigrazione e comunque “di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture”. Non è come chiudere i porti, ma lo slogan sarà sempre quello.

Le navi che entrano in acque territoriali italiane sono punite

Non finisce mai di stupire l’accanimento che i governi di vario colore mostrano nei confronti delle navi delle ONG, nonostante sia ormai acclarato che la presenza di navi umanitarie nel Mediterraneo non ha mai causato un aumento di partenze, ma semmai solo un maggior numero di vite salvate.

La stagione fu aperta dalla improvvida definizione di “taxi del mare” data da Di Maio, che naturalmente non aveva la minima idea delle conseguenze che una simile uscita poteva avere.

L’ex Ministro dell’interno Minniti (PD) lo ha però preso in parola, portando avanti la linea in modo molto concreto nell’estate del 2017, con l’introduzione del codice di condotta per le navi umanitarie nel Mediterraneo.

La strada era spianata insomma quando è arrivato Salvini, che non ha fatto altro che percorrerla a tutta velocità prima con la storia dei porti chiusi, ora con questa nuova norma, che prevede una sanzione da 150 mila euro a un milione di euro per le navi che violano il divieto di ingresso, transito e sosta in acque territoriali italiane di cui al primo punto. La nave può anche essere sottoposta a sequestro e il comandante che compie il “delitto di resistenza o violenza contro nave da guerra, in base all’art. 1100 del codice della navigazione” può essere arrestato.

La norma non fa esplicito riferimento alle navi delle ONG, ma è chiaramente mirata a loro, anche se ha come effetto quello di applicarsi anche a navi commerciali o di pescatori nel caso in cui decidano di salvare delle persone e portarle in acque territoriali italiane.

I progetti che supportano i rimpatri vengono premiati

Il Decreto sicurezza bis istituisce un fondo per finanziare interventi di cooperazione che abbiano tra gli obiettivi quello di regolare e supportare i rimpatri di persone irregolarmente presenti in Italia verso paesi non appartenenti all’Unione Europea.

Il fondo è di due milioni di euro per il 2019 (davvero poca roba) e potrà essere incrementato fino a 50 milioni di euro all’anno (potrà essere, non sarà).

Chi sgarra durante le manifestazioni è punito severamente

Si inaspriscono le pene per chi compie alcuni atti durante manifestazioni. Chi, in luogo pubblico e senza motivo, usa caschi protettivi o altri mezzi che rendono difficoltoso il riconoscimento della persona è già punito con l’arresto da uno a due anni e un’ammenda da mille a duemila euro. Con il Decreto sicurezza bis se il fatto è commesso durante manifestazioni pubbliche la punizione è l’arresto da due a tre anni e l’ammenda da duemila a seimila euro.

Chi compie reati di violenza o minaccia o resistenza a pubblico ufficiale è punito con reclusione da sei mesi a cinque anni, chi di violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario con reclusione da uno a sette anni. Con il Decreto sicurezza bis tali pene vengono aumentate se questi fatti sono commessi durante manifestazioni pubbliche.

Chi compie reato di interruzione di ufficio o servizio pubblico è punito con reclusione fino a un anno. Tale pena è inasprita fino a due anni se il reato viene commesso durante manifestazioni pubbliche.

Contrasto alla violenza nello sport

Sono previste diverse norme per il contrasto alla violenza in ambito sportivo. Con il Decreto sicurezza bis il questore può impedire l’accesso a luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive a chi ha una denuncia per precedenti episodi di violenza in ambito sportivo o, in alcuni casi, anche in ambito non sportivo. Vi è inoltre un generale inasprimento delle pene per comportamenti violenti durante manifestazioni sportive.

Alle società sportive è fatto divieto di dare contributi, sovvenzioni o facilitazioni sia economiche sia in natura ai destinatari di provvedimenti di divieto di accesso a luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive di cui sopra.

Sono presenti inoltre provvedimenti specifici e urgenti in vista dell’Universiade 2019 che si tiene a Napoli dal 3 al 14 luglio. In particolare viene incrementata di 500 unità la presenza di forze armate sul territorio con una spesa di 1,2 milioni di euro.

Assunzione di personale nella Giustizia

Il Decreto sicurezza bis prevede l’assunzione da parte del Ministero della Giustizia di 800 figure amministrative non dirigenziali. Tale assunzione è prevista per il biennio 2019/2020 con contratto di lavoro a tempo determinato di un anno, ed è finalizzata a eliminare l’arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze penali di condanna. La spesa relativi è di 28 milioni di euro, di cui 3,5 nel 2019 e 24,6 nel 2020.

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
Commento
  1. fulvio

    sul tema delle navi che soccorrono i migranti tiene in considerazione le leggi internazionali? Vorrei dei chiarimenti su: "se una nazione non rispetta le leggi internazionali cosa rischia?"

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