Dalle Vigne. Tradizioni e Dintorni della Vendemmia3 min read
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Nelle settimane di passaggio all’autunno, l’aria è ebbra… ubriaca… il suo tasso alcolemico qui sulle sponde del lago di Garda e in molte altre zone d’Italia è altissimo. Fenomeno strano? No, stagionale. E’ tempo di vendemmie e dalle cantine esce il profumo del mosto, che inebria l’atmosfera. Sulle strade spesso il traffico è rallentato da trattori, carrette e mezzi “ad hoc” che trasportano l’uva dai campi ai punti di ricezione, dove viene selezionata e trasformata.
La raccolta d’uva originariamente veniva effettuata a mano: fatica, sudore, succo che scorre lungo le braccia e ovunque, mosche ma per qualcuno rimane una gran passione! Oramai però questo lavoro manuale è in gran parte effettuato con degli appositi macchinari, tanto che gli impianti dei vigneti sono stati morfologicamente modificati sulla base della funzionalità delle macchine. Chi sostiene il buon vecchio metodo e chi spinge per l’innovazione. Pro e contro di ambedue, come sempre. Ma questi discorsi li lasciamo agli esperti.
Per quella che è la mia esperienza, seppur indiretta, in questo periodo zii e cugini sono impegnati nella raccolta, come da tradizione di famiglia. Di giorno in giorno, sono innumerevoli e spesso irripetibili, gli scongiuri per il bel tempo. La raccolta diviene momento di condivisione, di chiacchiere, di scambio e una volta ultimati i lavori e ripreso fiato, anche un buon motivo per far festa.
Io godo solitamente dei favori di zia Margherita, amante e rispettosa delle tradizioni locali, che cucina e tramanda le ricette che lei stessa ha visto realizzare dalle precedenti donne di famiglia. Buon punto di riferimento per noi nipoti, quando ci vogliamo misurare con piatti dai vecchi ricordi. La zia in occasione della vendemmia si fa tenere da parte una buona bottiglia di mosto per preparare “i sugoli”.
Si tratta in sostanza di un budino di succo d’uva, una delizia che ogni volta non è mai uguale, in quanto la sua dolcezza e la sua consistenza sono determinate dalle caratteristiche dell’uva stessa, che ogni anno variano in base al sole, alle piogge, alla maturazione, all’acidità, a svariati fattori naturali. Curiosando in internet, ho scoperto che oramai questo dolce si è diffuso. Spopolano in rete le ricette e le varianti al tema: tradizioni e rivisitazioni. Ci piace.
Per poter poi assaggiare il primo bicchiere di vino nuovo, da queste parti bisogna attendere l’inizio di novembre, quando a Bardolino (VR) si brinda con il Novello; oppure nell’ambito di alcuni altri eventi rintracciabili su http://www.ilbardolino.com/eventi/. Era, ed è usanza nelle case versare il vino novello in occasione di Tutti i Santi. In compagnia, magari al calore di un bel camino, il vino si sposa bene con le caldarroste, qui tipiche del Monte Baldo, e la “fogassa su la gradela”.
La fogassa è un dolce tipico, molto semplice, una sorta di “spianata”, cotta tradizionalmente sulle braci. Trovate qui la ricetta che abbiamo preparato per voi.
Quindi, tutti pronti ad impastare, rosolare sul fuoco scoppiettante per avere di che accompagnare al meglio il nuovo vino. Bicchieri alzati : cin-cin!
Alla salute!
(Photo credits: Luxt Design)