Il culo di Rubik: i pezzi migliori e i peggiori del 20144 min read

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Fine anno, tempo di bilanci: fioccano le classifiche del meglio e del peggio del 2014. Poteva questa rubrica non accodarsi al trend? Sì, poteva, ma sono ancora provato dal pranzo di Natale e non mi va di inventarmi un altro argomento.

E allora sotto con i pezzi del culo di Rubik che hanno avuto più e meno successo nel corso di questo primo anno di attività! Fa fede il numero dei “Mi piace” ricevuti, le classifiche sono in ordine crescente.

I migliori

5) Gameplay memories: c’era una volta la sala giochi. Il post nel quale racconto dell’ascesa, caduta e subitanea scomparsa quasi totale dei videogiochi a gettone. Non stupisce che abbia ottenuto un certo riscontro: la nostalgia del passato, meglio se recente, è forse il sentimento dominante dell’epoca che stiamo vivendo.

4) Vi dichiaro marito e… MOBA. Credo che molti abbiano cliccato “Mi piace” sulla fiducia, ingolositi da un incipit dove prometto succosi racconti di avventure extraconiugali. Sorry, ragazzi: è solo un pezzo nel quale parlo della mia relazione adulterina con i giochi online. Se vi interessano certe confessioni, dovete andarle a cercare in un altro tipo di sito.

3) Cos’è 2048? Diamo i numeri. Do you remember 2048? No, non vi sto chiedendo di ricordare il futuro. Mi riferisco a 2048, il gioco per smartphone che qualche mese fa era tanto di moda da finire al TG e piazzarsi al terzo posto di questa classifica. Oggi 2048 è già scivolato in un buio e profondo dimenticatoio: sic transit…

2) Caro Babbo Natale, mi chiamo Daniele Gabrieli. Posizione numero due per il pezzo natalizio nel quale mi interrogo sull’effettiva legittimità degli affari di Santa Claus, a riprova che in Italia la facile indignazione paga sempre. Dovrebbe essere ovvio ma, onde evitare equivoci, sento di dover precisare: quando ho scritto che credo all’esistenza di Babbo Natale, ero serio.

1) I migliori librogame. Per me. Di gran lunga il pezzo di maggior successo nella storia del culo di Rubik, con un numero di “Mi piace” che è più del doppio di quello di qualunque altro. Merito, oltre che dell’effetto nostalgia di cui sopra, dell’immarcescibile popolarità dei librogame; un fenomeno che sembra sopravvissuto alla sua stessa fine editoriale, e sulla cui rilevanza culturale forse non si è riflettuto abbastanza.

I peggiori

5) Candy Crush Saga, ovvero: lo Zen e l’arte di videogiocare. Il pezzo dedicato al casual game più popolare al mondo, con annesso tentativo di interpretarne le meccaniche in prospettiva mistico–filosofica, non ha incontrato i gusti dei lettori. Forse c’entra il fatto che è stato il primissimo pezzo del culo di Rubik: la macchina era ancora in rodaggio.

4) Il gioco più bello del mondo. C’erano i Mondiali in Brasile e voi eravate tutti troppo impegnati a commentare le disavventure di Prandelli & C., perciò capisco che pochi abbiano avuto il tempo e la voglia di leggere questo mio parallelo tra il calcio e una mezza dozzina di altri giochi. Un pezzo che avrebbe meritato miglior fortuna, a differenza della nostra Nazionale.

3) Destiny, un destino evidente. Alla fin fine quel Destiny del quale ho tessuto le lodi a scatola chiusa si è rivelato un titolo appena discreto e per nulla rivoluzionario, e forse tanto basta a spiegare il disinteresse. Resto però dell’idea che il giorno in cui i videogiochi riusciranno a riprodurre la realtà al cento per cento, nessuno uscirà più di casa.

2) Flappy Bird, l’uccello del malaugurio. La storia vera di un giovane vietnamita che crea e mette in commercio un giochino per smartphone di oggettiva bruttezza, diventa improvvisamente ricco e famoso senza un vero perché e subisce un altrettanto improvviso crollo psicologico: mi sembrava ce ne fosse abbastanza per destare la curiosità di qualunque lettore. E invece.

1) Polybius, il gioco maledetto. Un’oscura leggenda metropolitana che affonda le sue radici all’alba dell’età videoludica. Un gioco da bar che ha effetti imprevedibili sulla mente dei giocatori. Un collezionista di videogiochi d’epoca che riporta alla luce un segreto vecchio di decenni. Può un pezzo che nasce da queste premesse essere il meno gradito in assoluto nella storia del culo di Rubik? Può.

Auguro un giocoso 2015 a tutti!