Cronache dai mondi emersi: Fashion week vs Lucca Comics3 min read

12 Novembre 2016 Cultura -

Cronache dai mondi emersi: Fashion week vs Lucca Comics3 min read

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Cronache dai mondi emersi: Fashion week vs Lucca Comics

We can be (super)heroes just for one day.

Quest’anno la lente della mia videocamera si è inoltrata per la prima volta in due mondi a lei sconosciuti: la settimana della moda milanese e il Lucca Comics and Games. Due universi distanti anni luce, con in comune il mettere insieme chi vuole trasformarsi in qualcun altro. Almeno per un giorno.

La settimana della moda è quella serie di eventi scanditi dalle sfilate, spesso sovrapposte, che si contendono giornalisti, stilisti, vip, fashion blogger e influencer. Il risultato è quello di correre senza sosta da una parte all’altra della città: quindici minuti di backstage di qua, dieci minuti di sfilata di là, dieci minuti di fotografi fuori da Bluegirl ma poi chissenefrega, bisogna correre subito da Gucci che sta arrivando Anna Wintour.

Il Lucca Comics and Games è invece una serie di eventi dedicati al mondo dei fumetti, ma anche alle serie tv e al cinema, ai cartoni animati e ai manga. Ci sono conferenze dedicate, stand per acquistare gadget, contest per decretare il costume migliore ma soprattutto parate a tema: da Harry Potter al Signore degli Anelli, da Star Wars a The Walking Dead. Le parate si susseguono per il centro della città vecchia e le persone, semplicemente, si spostano ai lati della strada per lasciare spazio allo spettacolo.

Cronache dai mondi emersi: Fashion week vs Lucca Comics

Fuori dalle sfilate dominano influencer e fashion blogger. Le prime sono coloro che, con i loro outfit, dovrebbero influenzare le tendenze del futuro. Con un outfit diverso per ogni sfilata, posano fuori dai prestigiosi eventi, assalite dai fotografi e da orde di ragazzini che fanno a gara per immortalarle con in mano cartelli di tutte le marche. Le fashion blogger sono considerate invece delle vere e proprie star sia dalle influencer che dalle fan della moda, le quali cercano in tutti i modi di intercettarle per un selfie, che le fashion star a malapena concedono. Impacchettate nei loro (improbabili) abiti griffati, anche se italianissime rilasciano interviste preferibilmente in inglese e snobbano videocamere e tv:

solo instagram, please

Nei giorni del Lucca Comics il centro della città è invaso da creature di ogni genere e forma, dietro le quali si celano grandi e piccini, adolescenti e anziani arzilli. Si tratta dei cosplayer. Ci sono maschere che fanno appello all’arte di inventarsi (quest’anno  vince la ragazza travestita da Psyco, in asciugamano bianco, infradito e cuffia per la doccia) e costumi che sembrano usciti da un magazzino di Hollywood. Sorridono di fronte alla videocamera e si mettono in posa; se in gruppo, riescono a formare coreografie complicatissime nel giro di pochi secondi.

I cosiddetti millennials – i ragazzi nati dal 2000 in poi – non distinguono la videocamera dalla macchina fotografica, e alla vista della mia lente si immobilizzano di colpo fino al “potete muovervi!”. È a quel punto che scatta l’inno coreografato del personaggio che interpretano.

Alla domanda “A chi ti ispiri per i tuoi look?”, le fashion blogger o le aspiranti tali rispondono che loro non si fanno influenzare da nessuno perché sono uniche, originali, inimitabili. La moda sono loro, loro sono la moda.  Alla domanda “Quali film hanno ispirato la moda?”, le fashion blogger o le aspiranti tali rispondono, un po’ infastidite, che loro non si occupano di cinema, ma solo di moda, facendo un vanto della loro specificità settoriale. Una di queste fashion star, devo ammetterlo, aveva una bellissima mantella con la stampa della luna col cannocchiale, ma mi attanaglia il dubbio che non abbia colto la citazione di Méliès. Chissà. Dominano occhiali da sole, selfie con le boccucce e sguardi inviperiti.

Alla domanda “Come mai ti sei vestito da questo personaggio?”, i cosplayer, perfettamente calati nel ruolo, rispondono come se fossero essi stessi il personaggio che interpretano, senza il timore di essere considerati persone non autentiche. C’è l’orco del Signore degli Anelli che non si stanca di fare versi a tutto e tutti e c’è una piccola Harry Potter che ti tira la gonna per regalarti una caramella a tutti i gusti + 1. Dominano sorrisi, scherzi e ironia.

C’è chi avanza a passo sicuro dentro un pallone di gommapiuma e chi su tacchi vertiginosi sprofonda nelle sabbie mobili.

We can be heroes for ever and ever.

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Una laurea in linguaggi dei media e un diploma di montaggio alla Civica di Cinema. Poi uno stage a Nocturno, tra Lucio Fulci e Rob Zombie e uno al TG5, tra George Clooney e Madonna. Approda a Iris (Mediaset) come assistente alla regia. Ora autrice televisiva e filmmaker. Divoratrice di film più che mangiatrice di uomini.
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