Intervista a Cristina Tajani: Milano, Sala e la sinistra7 min read

1 Aprile 2016 Politica Politica interna -

Intervista a Cristina Tajani: Milano, Sala e la sinistra7 min read

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Intervista a Cristina Tajani: le elezioni a MIlano, l'appoggio a Sala e una visione diversa della sinistra
Cristina Tajani è Assessore alle politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca al Comune di Milano. Nata a Terlizzi, in provincia di Bari, nel 1978, vive a Milano dal 1997. Tra gli assessori della Giunta Pisapia è certamente una delle figure più di spicco e la più giovane donna: durante le primarie del centro sinistra in vista delle elezioni comunali del 2016 a Milano ha deciso di schierarsi con Beppe Sala.

Ciao Cristina, intanto grazie di essere qui. Abbiamo notato che sei la promotrice, insieme ad altri, dell’associazione “In. Innovare per includere” che sabato 12 marzo è stata presentata ufficialmente. A chi vi rivolgete? Quale il contributo che volete dare in campagna elettorale e per la Milano che verrà? Come si fa ad aderire o anche solo saperne di più sulle vostre iniziative?
Ci rivolgiamo non solo a chi si occupa di pratiche e politiche pubbliche rivolte all’innovazione e all’inclusione ma a quella “comunità di sviluppo” che ha sperimentato pratiche concrete che possono essere riassunte nel claim che dà il titolo all’Associazione. Ci rivolgiamo inoltre a tutti i cittadini che riconoscono all’innovazione e all’inclusione un ruolo fondamentale per il futuro della città e per lo sviluppo della nostra comunità. Sicuramente, in questo senso, il sostegno alle imprese sociali e alle imprese sostenibili, in grado cioè di costituire spillover positivi per la comunità, è uno dei temi per noi centrali e che porteremo in campagna elettorale insieme ai molti affrontati durante questo quinquennio: penso ad esempio al riuso degli spazi urbani come la grande operazione che è stata compiuta nei 14.000 metri quadri dell’ex Ansaldo, oggi BASE, uno spazio che oggi può finalmente rispondere a quella vocazione innovativa e creativa su cui stanno scommettendo molte imprese e molte associazioni non solo milanesi, ma anche la manifattura digitale, i coworking, e tutto ciò che ha a che fare con una visione positiva del futuro, e resiliente.

Sei stata tra le prime ad appoggiare Sala, pur appartenendo a SEL, tanto da ricevere numerose critiche (anche personali). È possibile lavorare adesso, gomito a gomito, anche con chi ti ha accusato di essere salita sul carro del vincitore?
Penso che in politica non basti definirsi in negativo, cioè soltanto contro un’altra opzione. Molto di più conta la visione di quello che si vuole e di quello che si è. Il mio sostegno a Sala è stato dettato dalla sua costante attenzione e dal suo impegno nei confronti di quel binomio “innovazione e inclusione” che ha ripetuto più volte anche durante le primarie, unito alla stima che avevo maturato nei suoi confronti già nel periodo di Expo in cui ho potuto apprezzare il suo lavoro. Oggi anche Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) si riconosce nel candidato sindaco uscito vincitore dal voto del popolo del centro sinistra. Credo che molti elettori di SEL potranno ritrovare nei nostri temi e nei nostri interlocutori parte di quel mondo di sinistra, solidale e radicato ai valori del lavoro e della sostenibilità, che oggi non trova un interprete in grado di portare nella nuova amministrazione quei valori e quelle istanze. È a loro che mi rivolgo e con loro che lavorerò con decisione ed entusiasmo fianco a fianco nelle settimane a venire.

A questo proposito, cosa ti è piaciuto delle primarie, e cosa ti è piaciuto meno?
Sono stata molto felice della straordinaria partecipazione, molto meno di alcune sterili polemiche (che per altro si sono rivelate un boomerang per coloro che le hanno lanciate) come quelle sui cittadini cinesi.

Ti impegnerai in prima persona candidandoti?
Lo scoprirete nelle prossime settimane ma posso dire che in questi mesi sono stata colpita dai moltissimi attestati di stima che ho ricevuto per il mio lavoro in questi cinque anni di amministrazione e che a 37 anni ho ancora moltissime energie, idee e programmi per il futuro della città.

Secondo i sondaggi – che pubblichiamo anche su Le Nius – Parisi è in recupero. Dal momento che presidia un’area “moderata” i voti della sinistra sono decisivi. Temi uno sfaldamento del popolo delle primarie?
Io credo che il cambiamento di Milano sia sotto gli occhi di tutti: non solo negli spazi urbani completamente rigenerati, come la Darsena, nei fondi pubblici utilizzati per riqualificare, ammodernare strade e quartieri ma anche in molte politiche coraggiose, mai affrontate dalle amministrazioni precedenti, una su tutte quella di togliere l’affidamento delle case popolari ad ALER in favore di MM e in generale a un mutato rapporto della politica e del Comune con i cittadini. Penso non solo al bilancio partecipato, molto a cuore al popolo arancione, ma anche alle molteplici iniziative rivolte alla creazione di reti di attori pubblici e privati per la co-progettazione di servizi e policies, come per esempio l’albo dei coworking e la sharing economy e ai premi e alle attestazioni che Milano ha ricevuto come smart city e come città che sta facendo passi da gigante su numerosi fronti, dalla mobilità alle politiche sociali, dalla cultura al turismo. Rispetto a tutto questo sono certa che i milanesi non vorranno arretrare e riconsegnarsi a chi nel passato ha fatto di questa città un territorio chiuso, fermo e impaurito di fronte a ogni nuova sfida.

La situazione “liste” all’interno della coalizione è molto fluida: cosa ne pensi di una eventuale lista “arancione” all’interno del centrosinistra e del rifiuto di Francesca Balzani di partecipare in prima persona?
Credo che sia fondamentale che chi non ha votato Sala alle primarie trovi un proprio candidato in grado di valorizzare un’esperienza che negli anni è stata molto ricca, non commento il rifiuto di Francesca che ha parlato in prima persona spiegando le sue ragioni ormai qualche settimana fa.

Quale pensi sia la dote migliore di Sala, che verrà apprezzata in campagna elettorale? Quale un suo difetto, o comunque in cosa invece deve migliorare?
Credo che Beppe Sala sia una persona ottimista, leale e pragmatica. Doti fondamentali in politica e che credo spicchino anche in campagna elettorale. Sicuramente gestire gli impegni e le priorità in un periodo così denso può essere difficile, e su questo può ancora migliorare, ma credo stia dimostrando di avere la stoffa di un maratoneta che arriva al traguardo con la forza della costanza e della forte dedizione.

Le buone prassi del tuo assessorato – sintetizzate nei termini “Innovazione e Inclusione” – sono diventate uno dei punti focali della compagna di Sala: su questi temi, come si continua il lavoro svolto finora?
Come spiegavo prima siamo impegnati affinché il lavoro svolto finora sia il punto di partenza per continuare in questa direzione, alzando ancora l’asticella delle sfide future ed essere ancora più inclusivi.

Siamo… ai primi di luglio. Sala è diventato sindaco. Tu come ti vedi? E, nel caso di una sconfitta, cosa farai “da grande”?
Mi vedo sicuramente impegnata nel portare i valori in cui credo e le politiche per cui mi sono battuta al centro dell’agenda politica milanese. In questo senso sono molto serena perché i valori e il lavoro non vengono mai, in nessun caso, sconfitti.

Una domanda meno “Milano-centrica”: c’è vita a sinistra del Pd? Sbaglio o non sei entusiasta del percorso di Sinistra Italiana? Ispirandoci a un celebre titolo… “moriremo renziani”?
Guardo con un po’ di scetticismo a nuove conformazioni politiche che nascono unicamente per dare voce a chi si sente deluso e sconfitto e che non hanno altro mantra che non sia il “NO”, non accompagnato da una proposta politica positiva e ragionata sul presente e sul futuro. In questo senso se possono essere mosse critiche al governo Renzi certamente non si può fare di questo il tratto distintivo di una forza politica, come sembra essere per la nascente Sinistra Italiana. Chi rifiuta questo modello dovrebbe trovarne a mio avviso uno alternativo ma con eguale azione di proposta.

Per concludere, cosa diresti a un “astensionista” o a un “deluso di sinistra”. Perché votare per Sala?
Perché la politica si occupa dei cittadini anche quando i cittadini non si occupano della politica e che perché la politica se ne occupi come i cittadini meritano deve essere investita di proposte, di fiducia, di critica costruttiva, e poi di voti. Beppe Sala si è messo a disposizione della città per proseguire il lavoro fatto nel segno dello sviluppo economico, dell’internazionalizzazione, dell’inclusione e dell’innovazione, ovvero degli elementi che hanno portato benessere alla città nei mesi di EXPO e che sta consentendo tuttora alla città un periodo di fioritura senza precedenti. Per questo è importante impegnarsi per andare avanti e per non cancellare tutto ciò che abbiamo costruito.

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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