Cristiano Cavina, l’imprigionatore di storie3 min read

Immaginate di essere a una festa piena di sconosciuti. Di esserci andati con un amico. Ora immaginate di essere alla fine della cena dove ognuno racconta qualcosa, a ruota libera. E c’è lui, il narratore di aneddoti dell’adolescenza, che racconta di tutti i suoi compagni di scuola, dei professori strani, delle marachelle e delle avventure.

Andate in libreria, comprate Inutile Tentare Imprigionare Sogni e vi sembrerà di essere seduti al tavolo con un ragazzo romagnolo che si perde nei ricordi – a voi sconosciuti – della sua giovinezza strizzata tra le pareti dell’ITIS Alberghetti di Imola. Detta così, sembra una sciagura da evitare. Ma per chi conosce Cristiano Cavina sa che perdersi nelle sue pagine e nei suoi racconti è roba da avventurieri, da pirati di carta.

Le fatiche di Baldo Creonti. La storia poggia sulle spalle del giovane Baldo Creonti, schiavo delle ambizioni di mamma Creonti, specializzata in lucidatura di pavimenti e coltivazione di sogni di gloria scolastica per il figlio. Il piccolo Creonti, convinto di aver raggiunto la libertà dopo la terza media, deve confrontarsi con una nuova prigione: l’ITIS Alberghetti.

Qui prendono vita le avventure con ragazzi come lui che, rinchiusi fra le austere mura, si disegnano vie di fuga a forma di sigarette, ragazze, risse e 4-. Dopo 120 pagine di accurate descrizioni di professori strampalati, bidelli leggendari e macchinari misteriosi, ecco finalmente l’episodio che amalgama tutti i pezzi di questo puzzle in un unico, succulento aneddoto di gloriosa adolescenza: la vendetta di un pestaggio.

Gli esordienti diventano ripetenti. Inutile Tentare Imprigionare Sogni è il remake di Un’ultima stagione da esordienti: la coralità delle avventure di ragazzi che in questo ultimo libro diventano adolescenti, le atmosfere cospiratorie, il valore delle amicizie che nascono da vicinanze sbilenche e violente, il coraggio da uomini dentro i corpi grassocci e sconclusionati di bambini un po’ cresciuti.

Seduce, questo diario di scuola spolverato e infiocchettato per gli avidi lettori delle storie del ragazzo di Casola Valsenio; seduce, ma non convince del tutto. Cavina, che ormai ha imparato a fare lo scrittore (dato che più volte ha dichiarato di non esserlo), strizza l’occhio al pubblico inserendo semini narrativi “cattura-attenzione” come la parentesi sulla violenza domestica sulle donne.

All’inizio della sua carriera di scrittore, Cristiano Cavina rivelò che aveva quattro storie da raccontare, non di più. Che, scritte quelle, basta. Con questa e il delizioso Romagna mia! (Laterza, 2012) siamo a sette. Chi ha seguito il pizzaiolo romagnolo in questo arco narrativo e temporale iniziato nel 2003, sa che la storia dell’ITIS Alberghetti è il coraggioso tentativo di costringere una storia in venti centimetri di gabbia costruita con una sequela di ricordi intrecciati ad una lingua familiare e avvolgente.

Il mestiere aiuta a costruire le atmosfere care a chi ama l’opera di Cavina. Ma, guardando la birichina copertina di questo libro, viene quasi da prendere una matita, fare una croce sull’ultima parola e cambiargli il titolo in Inutile Tentare Imprigionare Storie.

La citazione: “Anche se siete ragazzi lo so che avete l’orgoglio degli uomini”.

Consigliato a: chi non riesce a resistere al fascino delle avventure degli adolescenti.

Il libro: Inutile Tentare Imprigionare Sogni, Cristiano Cavina, pp. 224, 16 euro, Marcos y Marcos, Milano 2013.