Crimea, Putin e Obama: 10 cose che ci insegna la crisi attuale4 min read

20 Marzo 2014 Mondo Politica -

Crimea, Putin e Obama: 10 cose che ci insegna la crisi attuale4 min read

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1) Gli ultimi quattro mesi dell’Ucraina, se da un lato hanno portato la popolazione a liberarsi di Yanukovich, fantoccio di Mosca ma pur sempre eletto in elezioni giudicate regolari dagli osservatori, dall’altro ha creato una situazione di profonda instabilità interna. Storicamente il Paese è sempre stato diviso tra una parte che guardava all’Europa e una parte legata alla Russia: è davvero ancora possibile tenerle insieme? Ma la crisi rischia di provocare conseguenze ben peggiori di questa semplice bipartizione: la situazione sta sfuggendo di mano e il rischio è, come sostiene Lucio Caracciolo, che l’Ucraina si divida in tanti piccoli staterelli. Le divisioni sono tante, gli interessi economici pure. In tutto questo che fine ha fatto il popolo ucraino?

2) La crisi in Crimea ha messo ancora una volta in risalto l’imbarazzo dell’Europa e la sua debolezza in fatto di politica estera: come ha sottolineato Rosa Balfour, analista dell’European Policy Center, l’Ue ha sprecato troppo tempo prima di intavolare una discussione sulle sue relazioni con la Russia e così si trova impreparata di fronte al precipitare degli eventi.

3) La posizione dell’Europa è così incerta anche per motivi economici: la dipendenza energetica dalla Russia rende le cose molto più complicate, e le sanzioni economiche sul tavolo in questi giorni rischiano di essere un boomerang per l’Ue.

4) La stessa Casa Bianca è parsa molto impreparata davanti alle mosse di Putin e l’ha buttata sulla retorica della democrazia: da che pulpito, si potrebbe dire. Allo stesso tempo gli eventi hanno portato ad un dibattito interno piuttosto serrato: ora gli americani si chiedono se l’approccio “soft” di Barack Obama sia la via migliore. La domanda è: possono gli Stati Uniti nel 2014 ancora porsi come moralizzatori e difensori del Bene? Che ne pensano Russia e Cina?

crimea guerra

5) C’è il rischio di una nuova guerra fredda con il ritorno della Cortina di Ferro? Certo quando si muovono gli eserciti non è mai un bel segno, lo stesso si può dire per le minacce (al momento improbabili) di intervento della Nato. La Guerra Fredda pare però lontana, dal momento che Usa e Russia non si fronteggiano più in uno scontro ideologico tout court, ma solo per interessi: il capitale regna sovrano sia in Oriente che Occidente.

6) Come sottolineato da Andrea Lavazza su Avvenire:

Perché l’America ha sostenuto il Kosovo contro la Russia, ma chiuse gli occhi davanti al modo spietato in cui Eltsin e Putin schiacciarono i ripetuti moti secessionistici in Cecenia? E qual è la coerenza – si dice – di tanti Paesi che hanno avallato l’indipendenza del Sud Sudan dal Sudan e di Timor Est dell’Indonesia, ma non della Palestina accanto a Israele?

È alquanto irritante e imbarazzante constatare come l’informazione italiana, sulla scia di un’ideologia Occidente-centrica per cui “se lo facciamo noi è una cosa, se lo fanno altri l’opposto”, si dimentichi ogni volta di chi abbia dato sin dall’alba dei tempi il cattivo esempio: l’Occidente. Colonialismi, colpi di stato foraggiati con armi e proventi di droga e terrorismo, stati creati ad hoc in maniera unilaterale: con quale credibilità Europa e Stati Uniti pensano di fare la paternale?

7) Proprio il modo di agire dell’Occidente nell’ultimo secolo dà a Putin, certamente non un campione di democrazia, il pretesto e l’opportunità di agire così, come ha sottolineato nel suo discorso davanti alla Duma: Nato e Occidente non hanno mai ragionato sulla logica di rispetto e autodeterminazione, ma in base alla legge del più forte. Che poi si spaccino per i campioni della democrazia è un altro conto.

8) Il referendum in Crimea e la conseguente annessione da parte della Russia sembra aver completamente sorpreso Stati Uniti ed Europa: c’è chi lo considera uno scacco matto di Putin alla Nato, che stava ancora discutendo di sanzioni economiche.

9) In questo momento l’Ucraina rischia di finire in mano ad un nazionalismo becero e fascista, come dimostra l’aggressione al capo della tv  di stato per aver trasmesso il discorso di Putin: i movimenti nazionalisti avanzano e non emerge preoccupazione a riguardo da parte di Stati Uniti ed Europa. Molto interessante il documentario della Bbc sui movimenti neonazisti ucraini, che hanno avuto un ruolo centrale nella rivoluzione e fanno proseliti tra le giovani generazioni.

10) Quali conseguenze potrebbe avere questo scontro sulle Elezioni Europee 2014? In un momento storico in cui i numeri dei partiti antieuropeisti crescono molto velocemente, la comparsa del nemico russo non esclude uno sbilanciamento delle elezioni a favore dei partiti europei. Forse è un caso che i partiti a favore dell’uscita dall’Euro simpatizzino con Putin, però a pensare male spesso ci si azzecca. Vedi i commenti di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord.

Immagine| Kiev Post

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
Commento
  1. pier

    Condivido l'opinione secondo cui l'idea di democrazia di Usa ed Ue è ''a geometria variabile'': l'errore fu, dopo la caduta del Muro, di non fermare la Nato prima del confine segnato dal Patto di Varsavia (l' estennsione del 1999 a Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria), che la Russia, turbolenta e mai del tutto pacificata, interpretò allora come un voler ''vincere facile'' (per riprendere una nota pubblicità). Errore imperialistico, dimostrazione di politica muscolare che paghiamo ora aspramente, sia sul piano della credibilità democratica, sia su quello -ahimè più pratico -dell'instabilità degli approvvigionamenti energetici. Tra l'altro molte major dell'energia stanno puntando lo shale gas ucraino e i giacimenti di metano del Mar Nero, al largo della neosecessionista Crimea. Le armi di ricatto, purtroppo, si stanno accrescendo.

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