Cosa sono i novel food? La svolta alimentare del 2018 in Europa12 min read

16 Gennaio 2018 Cucina -

Cosa sono i novel food? La svolta alimentare del 2018 in Europa12 min read

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Il 2018 rappresenta un anno chiave per la svolta alimentare dell’intera Unione Europea. Dal 1° gennaio 2018 è diventato attuativo il Regolamento(UE) n. 2015/2283 del 25 novembre 2015 che si occupa della regolamentazione della produzione e del commercio dei novel food in Europa aggiornando la normativa precedente.

Ma cosa sono i novel food? Si tratta veramente di insetti e prodotti a base di insetti o di alghe? E che altro? Comporta rischi per la nostra salute questa nuova introduzione e regolamentazione europea?

Pocket Nius: da sapere in breve

1) I novel food, nuovi alimenti, sono alimenti che non vengono consumati in maniera significativa in Europa prima del maggio 1997, anno di entrata in vigore del regolamento CE 258 che regolamenta per la prima volta l’immissione sul mercato dei nuovi alimenti.
2) A partire dal 1 Gennaio 2018 cambia l’iter di autorizzazione dell’immissione sul mercato dei novel food e possono fare il loro ingresso sul mercato europeo gli insetti e i prodotti a base di insetti.
3) La alghe sono tra i primi novel food giunti nel nostro paese. Assieme agli insetti rappresentano il cibo del futuro.
4) La FAO incita all’entomofagia, il consumo alimentare di insetti, per risolvere il problema del sostentamento della popolazione mondiale e per salvaguardare il benessere del pianeta.
5) Sono esclusi dall’elenco dei novel food OGM, additivi, aromi e integratori alimentari.

cosa sono i novel foodLa globalizzazione ha come risultato quello di portare, piuttosto frequentemente, sulle nostre tavole tanti nuovi alimenti che un tempo non avremmo mai pensato né di vedere né di poter mangiare!
Un novel food non è nient’altro che questo

un alimento introdotto nella alimentazione che prima di un dato momento non veniva consumato in maniera sistematica dalla popolazione.

Per essere più precisi, e a rigor di legge, un novel food è un alimento che non viene consumato in modo significativo dal periodo antecedente al Maggio 1997.
La data spartiacque è il 1997 in quanto è proprio questo l’anno di pubblicazione del primo Regolamento (CE) 258 che disciplina, per la prima volta, questa categoria di alimenti.
Una serie di decreti e regolamenti si sono susseguiti a partire da quel giorno per arrivare al 2015, anno del decreto legge che abroga la normativa precedente e finalmente regolamenta, non solo le categorie di alimenti a cui possono appartenere i novel food, ma fornisce anche le linee guida da seguire per la loro messa in commercio.

Un aspetto importantissimo modificato con il decreto legge 2015/2283 del 2015 è quello che riguarda il percorso di autorizzazione dell’immissione sul mercato dei novel foods. Prima del 2015 un singolo Stato membro dell’Unione Europea aveva la possibilità di approvare l’immissione sul mercato di un novel food a sua discrezione, dopo aver condotto gli accertamenti che riteneva necessari. Da ora in poi, invece, un’azienda che voglia far riconoscere come novel food un suo prodotto e immetterlo sul mercato, dovrà dapprima chiedere l’autorizzazione alla nazione di appartenenza, la quale dovrà sottoporre il tutto al vaglio degli Stati membri dell’UE e, se necessario, ricorrere ad un’ulteriore autorizzazione data dall’Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare.

Cosa sono i novel food secondo la legge

Secondo il decreto CE 2283/15 tutti gli alimenti appartenenti alle seguenti categorie possono essere considerati novel food:

  1. prodotti o ingredienti alimentari con una struttura molecolare primaria nuova o volutamente modificata;
  2. prodotti o ingredienti alimentari costituiti o isolati a partire da microrganismi, funghi o alghe;
  3. prodotti o ingredienti alimentari costituiti da vegetali o isolati a partire da vegetali e ingredienti alimentari isolati a partire da animali;
  4. prodotti e ingredienti alimentari sottoposti ad un processo di produzione non generalmente utilizzato, che comporta nella composizione o nella struttura dei prodotti o degli ingredienti alimentari cambiamenti significativi del valore nutritivo, del loro metabolismo o del tenore di sostanze indesiderabili.

L’Efsa, Agenzia Europea per la sicurezza alimentare, tende a precisare che, sebbene i regolamenti che normano l’immissione sul mercato di nuovi prodotti siano recenti e possano far pensare ai novel foods come a qualcosa di rivoluzionario, in realtà i nuovi alimenti sono da sempre stati presenti nella nostra alimentazione anche se la nostra memoria non può ricordarlo.

Per esempio, la banana, coltivata solo nei paesi tropicali, è stata importata in Europa nel 1500; il pomodoro arriva nelle nostre zone dall’America nel 1540; stessa sorte spetta al mais che dall’America conosce l’Europa grosso modo negli stessi anni. Per i nostri predecessori tutti questi alimenti erano di certo dei novel foods!

Un novel food che arriva sulla nostra tavola non deve spaventare il consumatore anche perché gli OGM, ovvero i prodotti geneticamente modificati, che spesso sono causa di angoscia per chi teme i loro potenziali effetti negativi sulla salute umana, sono legislati con dei decreti a parte, vista la complessità dell’argomento e gli OGM non hanno nulla a che fare con i novel food.

L’Efsa specifica anche che sarà rigidamente monitorata la qualità di questi nuovi prodotti che non dovranno essere assolutamente nocivi per la salute del consumatore. L’autorità europea avrà, infatti, il compito di assicurarsi che le tecnologie utilizzate per produrre i novel foods non compromettano la salute dell’uomo.

Quali sono i novel food più comuni?

I novel food sono tantissimi e negli ultimi anni stanno aumentando a dismisura. In quest’ottica il nuovo decreto si rende dunque necessario vista l’evoluzione scientifico-tecnologica in ambito alimetare e le nuove categorie di alimenti che ci prospetta.
Alcuni novel food li vediamo già sulle nostre tavole e nei supermercati, mentre per altri dovremo aspettare ancora un po’. E chissà se questa attesa sarà premiata con una ricompensa oppure con una delusione!

Le alghe sono novel food

Le alghe sono tra i novel food più noti e rientrano a pieno titolo nell’elenco dei nuovi alimenti previsti dal nuovo decreto essendo alimenti di origine vegetale che partono da una materia prima non usualmente consumata negli ultimi anni e ottenuta con nuovi metodi di produzione.
Delle alghe abbiamo già avuto modo di parlare in un precedente spazio qui nel quale abbiamo specificato che si tratta di organismi di origine vegetale il cui uso non è così consueto in Italia. Il loro elevato contenuto di vitamine e sali minerali le rende uno degli slogan della rivoluzione vegan, che consiglia il loro consumo al posto della verdura.

Le alghe sono di solito immesse sul mercato a seguito di un processo di essicazione e le possiamo trovare nei negozio bio oppure in erboristeria. Altra metodica utilizzata per immetterle sul mercato è quella di estrarne i principi nutritivi per farne degli integratori. Un’alga molto nota soprattutto come integratore è la spirulina, ritenuta utile per rinforzare il sistema immunitario. Alcune giovani start up in Italia hanno deciso di coltivare quest’alga in serra e di effettuarne l’estrazione utilizzando impianti il più possibile biocompatibili. (link in fondo)

Le alghe non rappresentano un rischio per la salute a patto che siano coltivate in acque non inquinate. Per questo motivo, è bene controllare l’etichetta dei prodotti a base di alghe e prediligere il consumo di quelle allevate in territorio europeo. L’etichettatura per i novel food sarà però più rigida proprio a partire da quest’anno e sarà più facile scegliere e consumare prodotti di qualità.

Gli insetti sono novel food

Nota dolente dei novel food che ci attendono nel 2018 sono prodotti che nessuno di noi avrebbe mai pensato di poter mangiare. Stiamo parlando degli insetti e dei loro derivati che sono i nuovi alimenti per eccellenza.
Novel food per noi, ma cibo abituale di alcune popolazioni in paesi in via di sviluppo, gli insetti rappresenterebbero il cibo del futuro per la facilità con cui possono essere allevati e per il loro elevato valore nutrizionale.
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La ricerca di nuove fonti di cibo diventa indispensabile nel momento in cui la popolazione mondiale cresce sempre di più.

Per garantire il sostentamento dell’intera popolazione mondiale e per assicurare un corretto apporto di nutrienti, soprattutto per ciò che riguarda il fabbisogno proteico, si sta ricorrendo sempre di più all’implementazione degli allevamenti animali. Tutto ciò ha però un impatto ambientale fortissimo in quanto le emissioni di CO2 degli allevamenti intensivi, gli scarti prodotti da queste pratiche che inquinano suoli e acque, la deforestazione che aumenta sempre di più per ampliare i terreni a disposizione dell’agricoltura e dell’allevamento, sono tutti aspetti che inficiano il clima mondiale e questo nel lungo periodo porterà ad un’autodistruzione del pianeta.

La pratica dell’entomofagia, ovvero del consumo alimentare di insetti, potrebbe limitare tantissimo questi danni ambientali. Gli insetti, infatti, sono ubiquitari cioè il loro ciclo di crescita è molto rapido e possono essere prodotti in gran numero con un impatto ambientale bassissimo. Le loro piccole dimensioni consentono di realizzare allevamenti che occupano meno spazio, con allevamenti in cassetta, e che producono molta meno CO2 di un allevamento animale tradizionale.

Il contenuto proteico degli insetti è molto elevato in quanto forniscono proteine nobili al pari di carne e pesce; inoltre, presentano un elevato contenuti di acidi grassi, fibre e Sali minerali che li rende fondamentali per il trattamento della malnutrizione.

Attualmente, gli insetti sono usati come cibo in alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia, come Cina e Tailandia, ma anche in Messico. Tra gli insetti attualmente più consumati a livello mondiale possiamo citare sicuramente le cavallette che sono consumate in una quantità media di 10 tonnellate al’anno in alcuni paesi, prima tra tutti la Cina.

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Elaborazione grafica dati FAO by Le Nius

Le statistiche ci dicono che i Coleotteri sono gli insetti più consumati (31%) seguiti da Lepidotteri (18%), i bruchi, e dalle tante altre specie diffuse ovunque sul pianeta dunque cavallette, grilli, cicale, cimici e, chi più ne ha più ne metta.

Molti di noi inoltre consumano già insetti senza saperlo!

Alcuni formaggi originari italiani hanno la consistenza che li caratterizza proprio grazie alla maturazione indotta da insetti utilizzati per prepararli. Il famoso Casu Marzu della Sardegna è un formaggio che contiene insetti! Molti insetti sono poi utilizzati in Europa e altrove per estrarre dei coloranti, come per esempio il rosso della Cocciniglia.

A parte questi casi da sempre oggetto di legislazione e assolutamente legali, i novel food a base di insetti introdotti sul mercato dal 2018 saranno prodotti composti da insetti per la loro totalità o solo per una parte.
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L’Efsa sottolinea la problematica dell’introduzione di questi prodotti nell’alimentazione europea e garantisce che si presterà attenzione ad ogni aspetto di questa nuova frontiera. Consumare gli insetti, infatti, potrebbe non essere così sicuro. Gli insetti, infatti, potrebbero contenere metaboliti tossici e sostanze difensive irritanti che potrebbero creare spiacevoli reazioni allergiche. Inoltre, è difficile, che possano trasmettere zoonosi all’uomo in quanto si tratta di organismi molto lontani da noi geneticamente, ma questo è ancora l’aspetto meno conosciuto al quale si sta cercando di dare risposte.

Quindi prima di dare vita ad un allevamento intensivo di insetti si dovrà prima capire se la specie possa essere realmente idonea al consumo da parte dell’uomo.
Le industrie dovrebbero lavorare gli insetti adeguatamente e sottoporli a buone pratiche di cottura. In Cina e negli altri Paesi in cui si praticano allevamenti di insetti di solito questi ultimi vengono disidratati ed essiccati prima di essere messi in commercio.

In Europa sono già in circolazione alimenti a base di insetti. La FAO ritiene che le specie di insetti commestibili siano circa 1900 e invita caldamente al loro consumo e allevamento per risolvere il problema del sostentamento della popolazione mondiale.

A seguito dell’attuazione del decreto del 2015 in alcuni paesi dell’UE sono già arrivati prodotti a base di insetti. In Svizzera sono già giunti la scorsa estate alimenti di questo tipo allo scopo di sensibilizzare la popolazione locale. Parliamo essenzialmente di burger e di polpette a base di larve, ma ci saranno anche barrette energetici a base di larve, pasta realizzata con farina ottenuta da insetti essiccati e chi più ne ha più ne metta.
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Alghe e insetti rappresentano sicuramente i novel food per eccellenza dal momento che sono realmente qualcosa di nuovo nella nostra cultura alimentare e che nessuno di noi aveva mai consumato prima in maniera così sistematica.

Ci son altri novel food oltre le alghe e gli insetti?

La lista dei novel food dal 2018 è però molto più lunga ed è certamente destinata ad aumentare da momento che le tecnologie alimentari propongono sempre nuovi prodotti e nuove modalità di estrazione dei nutrienti.

Ad esempio tra i novel food potrebbero rientare alcuni additivi ed integratori alimentari realizzati con metodi particolari, sebbene la normativa europea specifici che, oltre agli OGM, non sono da considerarsi novel foods nemmeno addiviti, integratori alimentari e aromi.

cosa sono i novel foodNel dettaglio potrebbero rientrare tra i novel food gli integratori addizionati di fitosteroli e licopene che, per legge, sono soggetti ad obbligo di notifica al Ministero della salute. Un integratore novel food è anche rappresentato dai prodotti a base di spirulina, ma il mercato ce ne proporrà sicuramente tanti altri.
Un additivo alimentare che è stato classificato tra i novel food è il tagatosio, un dolcificante nuovo perché ottenuto mediante un processo di sintesi chimica a partire dal lattosio. Dal 2005 l’UE ne ha regolamentato l’utilizzo e da quel momento è possibile trovarlo in numerosi prodotti speciali a basso indice glicemico destinati ad esempio ai diabetici.

Quindi i novel food sono tantissimi e a partire da quest’anno bisognerà districarsi tra i nuovi prodotti che ci proporrà il mercato. Alcuni sono magari più nelle nostre corde e non dovrebbe essere un problema per lo meno ‘provare’ a consumarli. Un piatto a base di alghe potrebbe facilmente soddisfare la nostra curiosità e magari sposarsi anche bene con i nostri gusti.
Un piatto a base di cavallette o un burger di larve, haimè, dovranno aspettare probabilmente ancor un po’ per essere amati dal grande pubblico. E chissà che quest’accettazione non arrivi prima di quanto si pensi!


5 link per saperne di +

1. Il + indisposto

Una indagine condotta dalla Coldiretti mostra come il 54% degli Italiani sia contrario a questa rivoluzione alimentare. Qui trovate l’articolo.

2. Il + analitico

Mentre gli altri paesi dell’Unione Europea sono pronti a confrontarsi con il mercato alimentare dei novel food, l’Italia è in ritardo sulla tabella di marcia che ne regola produzione e distribuzione. Numerose sono le difficoltà delle nuove modalità di produzione come si legge sul Sole 24Ore.

3. Il + start up

Una giovane start up pugliese coltiva l’alga spirulina in modo ecosostenibile aprendo le porte al cibo del futuro. Potete leggerne a questo link qui di Panorama.

4. Il + disposto

La FAO in questo documento invita a consumare insetti e a realizzarne allevamenti intensivi per salvaguardare l’ambiente e combattere la fame nel mondo.

5. Il + cuciniero

Cominciano a spopolare sul web ricette a base di insetti. Se si impara a cucinarli probabilmente si potrà anche imparare ad amarli. Sarà vero? Trovate un esempio qui su Repubblica.it.

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Biologa nutrizionista, sostenitrice della cucina buona e salutare, insegno ai miei pazienti che la ricetta del benessere fisico risiede nel mangiare tutto, nella giusta misura. Per questo mi impegno ogni giorno per aiutarli a trovare un equilibrio nel caotico mondo dell’alimentazione. Redattrice di articoli per il web, amo sperimentare ricette light e lasciare consigli utili qui e sul mio blog.
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