Cosa prevede il PNRR per i giovani? Misure, obiettivi e investimenti10 min read

23 Agosto 2021 Giovani -

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Educatore

Cosa prevede il PNRR per i giovani? Misure, obiettivi e investimenti10 min read

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L’Unione Europea ha titolato il più grande piano di aiuti e finanziamenti della storia Next Generation EU. Il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano – stima che grazie alle misure che verranno introdotte entro il 2026 l’occupazione giovanile aumenterà del 3,3%. Se le parole, e i numeri, sono davvero importanti, sembra che le giovani generazioni siano una delle maggiori preoccupazioni della programmazione politica post-pandemica. Sarà davvero così? Cosa prevede il PNRR per i giovani?

Ce lo ha chiesto anche Dario, fra i commenti di un post sui social in cui avevamo chiesto a nostri/e lettori e lettrici di suggerirci temi di interesse. Dario in realtà ci ha chiesto un monitoraggio di quanto promesso per i giovani nel PNRR, ma è un po’ presto. Così, intanto vediamo cosa prevede il PNRR per i giovani; nei prossimi mesi, e anni, monitoreremo.

Va detto che la situazione di partenza, almeno in Italia, è piuttosto critica. Il nostro paese ha il tasso di NEET, ovvero giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non sono inseriti/e in percorsi di istruzione o di formazione, più alto d’Europa, il 23,3%, e uno dei tassi di dispersione scolastica più alti dell’Unione, con il 13,1% di giovani tra 18 e 24 anni che abbandona gli studi.

La situazione si è aggravata con la pandemia. Secondo i dati parziali Istat di febbraio 2021 (pdf), circa 400 mila giovani hanno perso il lavoro nell’ultimo anno, 159 mila tra i 15 e i 25 anni e 258 mila tra i 25 e i 34 anni. Com’è ovvio, nello stesso periodo si è visto un aumento dei tassi di disoccupazione e di inattività che ha colpito duramente queste fasce d’età, più precarie e meno garantite di altre.

Alla luce di una situazione di partenza piuttosto critica, anche prima che la pandemia la aggravasse, il PNRR rappresenta quindi l’occasione per colmare i divari che impediscono a molti/e giovani di esprimere le loro potenzialità e, allo stesso tempo, per portare ricchezza culturale, sociale ed economica alla collettività. Ma cosa prevede il PNRR per i giovani e le giovani?

giovani e pnrr
Foto: Paolo Margari

Intanto: cos’è il PNRR?

La pandemia e il conseguente aggravamento di una crisi economica iniziata nel 2008 e mai del tutto passata hanno spinto l’Unione Europea a sospendere il Patto di Stabilità e a mettere a disposizione misure di sostegno economico per i singoli Stati membri attraverso il programma Next Generation EU (NGEU), dotato in totale di 750 miliardi di euro.

Il programma NGEU comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri. Il primo è il React-EU, concepito per aiutare i Paesi nella fase iniziale di rilancio delle economie. Il secondo è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e ha un respiro più ampio (2021-2026) articolato intorno a sei pilastri: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento attraverso il quale ogni Stato membro traduce in investimenti e riforme le sei aree di intervento previste dal dispositivo europeo. A partire da tre assi strategici (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale) il PNRR italiano, talvolta definito Recovery plan, si articola in sedici “componenti”, raggruppate in sei “missioni”: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; Rivoluzione verde e transizione; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Coesione e inclusione; Salute.

Il PNRR va inoltre contestualizzato in una cornice più ampia di leggi e investimenti già esistenti, che riguardano i giovani e con cui potrà andare a integrarsi, come ad esempio i fondi PON e il Family Act.

Cosa prevede il PNRR per i giovani

Pur non essendoci una missione specificamente dedicata a loro, i e le giovani sono destinatari trasversali, diretti e indiretti, di diverse voci incluse nel PNRR. Come si legge nel documento, infatti:

Per l’Italia il programma Next Generation EU non rappresenta solo l’occasione per realizzare una piena transizione ecologica e digitale, ma anche per recuperare i ritardi storici che penalizzano storicamente il Paese e che riguardano le persone con disabilità, i giovani, le donne e il Sud.

Entrando nel merito delle diverse missioni del PNRR, quelle che hanno una più immediata correlazione con i giovani sono la missione 4 (istruzione e ricerca) e la missione 5 (coesione e inclusione).

Missione 4 del PNRR: istruzione e ricerca

La missione 4 prevede un investimento totale di oltre 30 miliardi di euro, di cui 19 dedicati al potenziamento dell’istruzione e 11 dedicati alla ricerca e alla sinergia tra università e imprese.

Cosa prevede il PNRR per i giovani su questi temi? Il PNRR prevede riforme e investimenti per ridurre le carenze strutturali del sistema educativo italiano. Tali carenze, in relazione alla situazione media europea, sono ben elencate nel Piano. Le più note ed evidenti sono la generale scarsità di asili nido e i servizi per l’infanzia, il gap nelle competenze di base, l’alto tasso di abbandono scolastico e il cosiddetto skill mismatch, ovvero la mancata corrispondenza tra le competenze maturate a scuola e quelle richieste dal mercato del lavoro. Il tutto in un contesto dominato da divari territoriali e di genere molto marcati.

Riforme importanti in questo campo riguardano l’orientamento attivo nella transizione scuola-università, gli istituti tecnici e professionali e il sistema ITS (formazione professionale post diploma). Questo tipo di intervento serve, tra le altre cose, proprio per ridurre lo skill mismatch, nel tentativo di unire corsi di studio altamente specializzanti a esperienze di tirocinio in azienda.

Voci di spesa più specifiche riguardano l’estensione del tempo pieno e delle mense e il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola. Il che è una buona notizia, considerato che le attività extrascolastiche svolgono una funzione importante nel contrasto alla dispersione scolastica.

Sono anche previsti investimenti destinati alle borse di studio per l’accesso all’università, agli alloggi per gli studenti e all’estensione del numero di dottorati di ricerca. Nel Piano viene poi data particolare attenzione alla ricerca e all’innovazione, ad esempio attraverso l’introduzione di dottorati innovativi, il finanziamento a progetti di giovani ricercatori o di start-up.

Una delle voci di spesa più consistenti della missione 4 riguarda gli asili nido, le scuole e i servizi di cura per l’infanzia, per i quali vengono stanziati 4,6 miliardi di euro. Voce che riguarda doppiamente i e le giovani, sia in veste di bambini che di genitori. In Italia, infatti, il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e numero di bambini di età compresa tra 0 e 2 anni è ad oggi del 25,5%, con forti divari territoriali.

Missione 5 del PNRR: coesione e inclusione

La missione 5 (coesione e inclusione), con quasi 20 miliardi di euro di investimenti totali, si rivolge ai giovani soprattutto in termini di incremento delle prospettive occupazionali e di inclusione rispetto a situazioni di marginalità. Vediamo in particolare cosa prevede il PNRR per i giovani in questa missione.

Alcune delle voci di spesa rilevanti in quest’ambito riguardano le politiche attive del lavoro e della formazione, il potenziamento dei Centri per l’Impiego, la creazione di imprese femminili, il servizio civile universale per i giovani tra i 18 e 28 anni e il cosiddetto “sistema duale” che, in linea con quanto abbiamo visto nella missione 4, si pone il compito di collegare formazione e mercato del lavoro utilizzando un approccio learning on-the-job.

Sempre all’interno della missione 5, seppure in modo meno diretto, riguardano i giovani gli investimenti su rigenerazione urbana e housing sociale, sport e inclusione sociale, e interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno.

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Photo by Austin Blanchard on Unsplash

Impatti delle altre missioni del PNRR sui giovani

Sebbene le missioni 4 e 5 siano più strettamente collegate alle nuove generazioni, i e le giovani sono destinatari trasversali anche di altre iniziative previste dal PNRR. La missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) avrà un impatto sui giovani in termini di opportunità di lavoro e attraverso gli interventi sulla digitalizzazione mirati, tra l’altro, a completare la connettività delle scuole. Viene istituito il Servizio Civile Digitale, attraverso il reclutamento di diverse migliaia di giovani che aiuteranno altri utenti ad acquisire competenze digitali di base.

L’impatto diretto sui e sulle giovani dovrebbe anche realizzarsi grazie alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sia in termini di opportunità di lavoro che in termini di esercizio dei diritti di cittadinanza e fruizione di servizi. In questo capitolo si parla un po’ fumosamente anche di creazione di “poli territoriali per il reclutamento, la formazione, il co-working e lo smart-working”, che aumenterebbero le opportunità di accesso dei e delle giovani al mercato del lavoro.

Gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica della missione 2 contribuiscono alla creazione di occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal europeo, tra cui le energie rinnovabili. Considerato il tema, gli investimenti avranno anche ripercussioni a livello culturale.

La missione 3 (infrastrutture per una mobilità sostenibile) dovrebbe portare benefici modificando radicalmente le scelte di mobilità dei passeggeri, siano essi lavoratori o studenti. Le modalità di spostamento disponibili, infatti, oltre che sull’impatto ambientale incidono sulla qualità della vita, sulle opportunità di studio e di lavoro. Gli investimenti su ferrovie e trasporti urbani, quindi, avranno un ruolo importante nel garantire a tutti i e le giovani le stesse opportunità.

La missione 6 (salute), infine, avrà un impatto sulle giovani generazioni attraverso borse di studio per il corso di formazione specifica in medicina generale e la creazione di nuovi posti di lavoro e opportunità imprenditoriali.

Ma ecco cosa prevede il PNRR per i giovani nelle cosiddette “riforme orizzontali”, trasversali a tutte le Missioni del Piano: la riforma della pubblica amministrazione e la riforma del sistema giudiziario.

L’innovazione organizzativa del sistema giudiziario, ad esempio, porterà con sé l’assunzione con contratto triennale di circa 1.600 giovani laureati, 750 diplomati specializzati e 3.000 diplomati che andranno a costituire lo staff amministrativo e tecnico a supporto degli uffici giudiziari. È inoltre prevista l’assunzione a tempo determinato di circa 16.500 laureati in legge, economia e commercio e scienze politiche che formeranno lo staff dell’Ufficio del processo.

PNRR per i giovani, i risultati attesi

Cosa prevede il PNRR per i giovani in termini di numeri? Nel periodo 2024 – 2026, il PNRR stima un incremento totale dell’occupazione giovanile pari al 3,3%. Perché questo scenario sia realistico, e soprattutto lo sia in modo strutturale e non dettato dalla disponibilità economica del momento, sarà importante una gestione attenta e lungimirante.

Come tutti i documenti generici, infatti, il PNRR dovrà essere declinato in modo più specifico. La fase che deve ancora venire quindi è la più delicata: un conto è elaborare delle linee strategiche, un conto è realizzarle; il rischio è di sprecare, attraverso lentezze burocratiche e cattive gestioni, un patrimonio e un’occasione epocali.

Non dimentichiamo che i fondi in questione derivano da un impegno collettivo profuso in passato dai Paesi membri, ma che ricadrà soprattutto sulle generazioni future. Dei 191,5 miliardi di euro garantiti all’Italia, infatti, poco meno di 69 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, mentre i restanti 122 miliardi sono prestiti che, in quanto tali, andranno restituiti dalle attuali giovani generazioni.

Affinché l’ambizione europea di costruire un piano per le prossime generazioni (Next Generation EU, appunto) venga mantenuta, occorrerà quindi un attento monitoraggio dell’applicazione del PNRR e una valutazione dei suoi risultati sui giovani: si ridurranno effettivamente le disuguaglianze tra generazioni, che spesso penalizzano i e le giovani? Si ridurranno i divari territoriali, di genere, di classe sociale che distribuiscono iniquamente le opportunità fra i giovani? Sono queste le domande a cui il PNRR è chiamato a dare una risposta. Positiva.

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Educatore professionale e formatore, ha lavorato in diversi ambiti del terzo settore. Nel suo lavoro mescola linguaggi e strumenti per creare occasioni di crescita personale attraverso esperienze condivise. Per Le Nius scrive di temi sociali e non profit.
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