Cosa fare a Milano d’inverno invece di andare in letargo11 min read

1 Gennaio 2017 Viaggi -

Cosa fare a Milano d’inverno invece di andare in letargo11 min read

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2. Visitare una mostra

Cosa fare a Milano d'inverno visitare una mostra

Ok, vi abbiamo convinti ad uscire di casa per scoprire cosa fare a Milano d’inverno. Pattinare è bello, sì, ma forse in fondo alcuni di voi preferirebbero comunque fare qualcosa al caldo. Perché allora non sfruttare il tepore dei musei e delle mostre, come quest’estate avevamo approfittato della loro aria condizionata?

Per quanto l’inverno possa sembrare una stagione che va un po’ a rilento, l’offerta culturale e artistica milanese è sempre viva e fiorente. Eccovi allora alcuni spunti di interessanti allestimenti e mostre da visitare a Milano.

Albergo Diurno Venezia
Forse non tutti conoscono questo gioiellino Decò in Piazza Oberdan, anzi nel ventre di Piazza Oberdan: nel sottosuolo di Milano, si nasconde l’elegante Albergo Diurno Venezia, un centro servizi per viaggiatori realizzato tra il 1923 e il 1925 su progetto del famoso architetto Piero Portaluppi. Chiuso nel 2006 dopo decenni di abbandono, l’Albergo Diurno Venezia ha riaperto le porte grazie al FAI, che, attraverso visite guidate, offre la possibilità di riscoprirne tutto il fascino, ammirando i suoi bagni, le terme, le botteghe dei barbieri, il magnifico salone colonnato e gli arredi originali. Assolutamente da visitare, fino all’8 gennaio questo straordinario capolavoro ospiterà inoltre un’imperdibile opera d’arte collettiva: il Presepe degli artisti, una moderna rappresentazione della Natività realizzata nel 1976 da artisti italiani sotto la guida di Francesco Tabusso. Questo Gran Presepe Metropolitano, in prestito dalla Chiesa di San Francesco al Fopponino di Milano, è composto da figure in legno dipinto e cartapesta a grandezza naturale. Di grande impatto anche l’allestimento dell’opera, ad opera della scenografa Margherita Palli, che inserisce magistralmente questo presepe povero ma allo stesso tempo iconico nei suggestivi spazi ipogei dell’albergo. L’ingresso al presepe è libero (da lunedì a venerdì 12.30-19.30, sabato e domenica 10.00-20.00), ma è possibile anche prenotare una visita guidata con il FAI (al numero 3345236025, dalle ore 12.30 alle 19.30).

Real Bodies
Noi ragazzi anni ’80 e ’90 siamo cresciuti guardando Esplorando il corpo umano, con l’eterna lotta che si scatenava dentro di noi tra linfociti-poliziotti e virus-vermicelli gialli. Va bene, lo ammetto: per me è ancora più o meno così. Ma anche per quelli che hanno conoscenze anatomiche più avanzate, un’interessante proposta è sicuramente la mostra Real Bodies, per vedere con i propri occhi la favolosa storia del corpo umano. Dopo le tappe di Lisbona e Dresda, è sbarcata anche a Milano questa acclamata mostra che espone organi e corpi donati alla scienza da 165 persone, trattati con la tecnica della polimerizzazione. Lo scopo di questa vera e propria esposizione “di anatomia tridimensionale” è mostrare tutta la meravigliosa complessità della macchina anatomica, ma allo stesso tempo anche la sua fragilità: infatti, il focus principale di Real Bodies è la salute, mostrando da una parte l’effetto benefico dello sport e della sana attività fisica e dall’altra quello logorante delle cattive abitudini di vita (in primis alcolismo e fumo), delle malattie e dell’invecchiamento. La mostra è esposta all’ex fabbrica Faema in via Ventura 15 a Lambrate (di fronte al celebre «East Market») e sarà visitabile fino al 29 gennaio.

The Art of Brick
Ormai l’abbiamo capito, il panorama culturale del capoluogo lombardo è ricco e variegato: ce n’è proprio per tutti i gusti, anche tra i nostri suggerimenti su cosa fare a Milano d’inverno. Un’altra mostra internazionale che è approdata a Milano è The Art of the Brick, con un centinaio di sculture composte da oltre un milione dei colorati mattonici che tutti abbiamo amato da piccoli e che amiamo ancora. L’artista, Nathan Sawaya, è un ex avvocato statunitense pentito e convertitosi all’arte scultorea, declinata in una forma molto particolare e personale. La scelta dei mattoncini Lego come mezzo espressivo deriva da una riflessione sul ruolo stesso dell’artista:

Uno dei motivi principali che mi ha spinto a usare il Lego è il desiderio di rendere l’arte accessibile a tutti, perché il mio compito in quanto artista è essere di ispirazione

ha affermato Sawaya. Fino al 29 gennaio, potrete ammirare alla Fabbrica del Vapore queste coloratissime opere un po’ pop e un po’ surrealiste, tra cui un dinosauro lungo 6 metri e ricostruzioni di capolavori come il Pensatore di Rodin, l’Urlo di Much e la Gioconda. Interessantissime le figure antropomorfe “in transizione”, bloccate nel loro atto di metamorfosi identitaria, come “Yellow”, l’uomo che si lacera il petto lasciando sgorgare un fiume di mattoncini gialli. D’altra parte, afferma l’artista americano, “Dreams are built… one brick at a time”. E anche noi, mattoncino dopo mattoncino, prendiamo forma con le nostre scelte.

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Amante dell’arte, dei viaggi, dell’ultimate frisbee e del genere fantasy, cerca di guardare il mondo con lo sguardo limpido e curioso dei bambini, sulla scia di Bruno Munari: “Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare”.
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