Cosa fa un gattile: coccole, emergenze e volontariato9 min read

21 Novembre 2014 Società -

Cosa fa un gattile: coccole, emergenze e volontariato9 min read

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Per il nostro appuntamento mensile con la rubrica We Animals ci occupiamo oggi di uno degli animali più amati, il gatto, dando visibilità a chi si prende cura di loro e scoprendo cosa fa un gattile.

cosa fa un gattileIl gatto è indubbiamente una delle creature più affascinanti e misteriose con cui confrontarsi, un essere dotato di quel famoso sesto senso che ha sempre destato curiosità ed interesse nell’uomo.

Divinità per gli antichi egizi, figure demoniache durante il Medioevo, oggi le immagini di mici e micini furoreggiano nel web e nei social network per la loro tenerezza e capacità di creare empatia. Basta citare ad esempio l’interesse suscitato dai fumetti e dalle animazioni Simon’s Cat dell’animatore britannico Simon Tofield.

Il mondo felino tuttavia non è solo fascino, mistero e simpatia, c’è un universo sommerso di lavoro volontario fatto da singoli e associazioni che fanno fronte a emergenze di vario tipo: abbandoni, incidenti stradali, gatti persi o ritrovati, vaccinazioni.

È questo universo che vogliamo raccontare. Il gattile è il luogo più adatto per intercettare questo tipo di lavoro, così ci siamo chiesti: cosa fa un gattile? Come funziona? Quali sono le emergenze più diffuse e come si interviene? Lo abbiamo chiesto a un’esperta, Cecilia Tornimbeni, una delle responsabili del Gattile Comunale dell’Associazione Melampo di Fano, cittadina nel nord delle Marche.

Cosa fa un gattile: intervista a Cecilia Tornimbeni

Cecilia, la vostra è un’opera di volontariato che è quasi un lavoro a tempo pieno. Com’è nata la tua passione felina?

Quando sono nata in casa c’erano già quattro gatti. Sono cresciuta con loro, e con tutti gli altri che si sono aggiunti nel corso degli anni. I miei genitori, sin da piccolissima, mi hanno insegnato a rispettarli e a considerarli a tutti gli effetti membri della famiglia. Diciamo quindi che la mia passione è nata e cresciuta con me.

Cosa fa un gattile? Ci racconti ad esempio la storia del Gattile Melampo?

Il Gattile Melampo, così come è ora, nasce nel 2009, quando è stata inaugurata la struttura comunale. Fino a quella data, la città non aveva un gattile. Un box del canile era adibito all’accoglienza dei gatti, con tutti i problemi dovuti all’assoluta inadeguatezza degli spazi, sia da un punto di vista di capienza, sia da un punto di vista sanitario. Era impossibile dividere i gatti sani dai malati, rispettare i periodi di quarantena. Anche solo debellare i parassiti intestinali era un’utopia. I nuovi ingressi andavano a infettare gli animali già trattati. Le epidemie mortali purtroppo erano frequenti.

Con la nuova struttura fortunatamente la situazione è radicalmente cambiata. Se mi chiedi quindi cosa fa un gattile, ti dico innanzitutto che il nostro è un gattile sanitario, destinato ad accogliere animali malati, feriti, incidentati, paralizzati, neonati rinvenuti abbandonati. Ha un ambulatorio, due stanze infettive, due stanze di prima accoglienza con scoperto. Ha un’autorizzazione sanitaria per 30 gatti. È un intervento ancora sottodimensionato rispetto ai numeri del randagismo felino, ma da un punto di vista logistico è assolutamente funzionale.

Ogni gatto in entrata viene isolato per un periodo di quarantena di circa tre settimane, durante le quali viene sottoposto alle terapie necessarie (la stragrande maggioranza dei gatti che entra in gattile presenta patologie più o meno gravi, virali e non), trattato per parassiti interni ed esterni, vaccinato e testato per le principali patologie infettive feline, FIV e FELV. Se risulta malato, viene isolato negli appositi reparti. Quello dei test è un aspetto che ci preme particolarmente. Non troviamo giusto che, solo perché randagio, un gatto sano sia costretto a convivere con altri gatti malati, rischiando di contrarre patologie mortali. Al contempo crediamo sia fondamentale per chi adotta da un gattile, avere determinate garanzie sulla salute del micio che andrà a portare a casa.

Oltre al gattile Melampo gestisce anche l’oasi Felina. Uno spazio verde, con ricoveri prefabbricati, dove vengono accuditi tutti i gatti che per varie ragioni non hanno trovato casa e che non possono essere reimmessi sul territorio.

Per la gestione delle due strutture, l’associazione ha una convenzione con il Comune di Fano che eroga un fisso mensile (che prescinde dal numero di gatti accolti). Purtroppo si tratta di una cifra fortemente inadeguata ad assicurare il benessere minimo degli animali ospitati. Con poco più di 800 euro, Melampo deve provvedere alle necessità di circa 100 gatti: cibo, prodotti per le pulizie, farmaci, cure mediche. Gran parte del budget mensile è destinato allo stipendio di un’operatrice part-time. I soli volontari infatti non riescono ad assicurare quella presenza costante e continua che un gattile sanitario impone.

Fortunatamente abbiamo diverse persone che sostengono i nostri progetti. Molti portano cibo, lettiera, farmaci, altri fanno donazioni. Per tutto quello che manca, dove non si arriva con convenzione e donazioni, si mette del proprio.

Quali sono le situazioni e le emergenze più ricorrenti?

Sicuramente gatti investiti. Nei casi di investimento il repertorio dei possibili esiti è il più vario: frattura di zampe, bacino, trauma cranico, frattura della mandibola o del palato, perdita della vista, nei casi peggiori paralisi del treno posteriore e vescica neurologica. Attualmente in gattile abbiamo due mici paralizzati che non sono autonomi nei bisogni fisiologici. Il che vuol dire che vanno svuotati manualmente ogni otto ore. Uno di loro, a causa dell’impatto con l’auto ha perso anche la vista. E ha solo tre mesi.

L’altra emergenza più ricorrente è quella dei neonati. Sempre più spesso veniamo contattati per gattini di poche ore o giorni, trovati abbandonati. E allora ci muniamo di biberon e ci prepariamo ad un mese di inferno. I neonati vanno allattati giorno e notte, ogni 2-3 ore, per almeno 25 giorni.

Per capire ancora meglio cosa fa un gattile, ci racconti la giornata tipo di un/a volontario/a del Gattile Melampo?

Il turno inizia con la somministrazione del cibo, specifico per ogni esigenza. Si tratta di un momento particolarmente importante. Il modo dell’animale di approcciarsi al cibo è il primo indicatore della salute. Segue la somministrazione delle terapie, poi la pulizia delle lettiere e delle gabbie di degenza. Poi ci si trasferisce all’oasi, dove si procede nuovamente al giro cibo e alla pulizia degli ambienti. Infine si torna in gattile, per pulire a fondo le stanze. Consumiamo ettolitri di varechina e disinfettanti. Ovviamente ogni mansione è intervallata da momenti di coccole e gioco.

cosa fa un gattileQuali sono i principali problemi nel gestire la struttura, i mici, i recuperi e le richieste di adozioni?

Il principale problema nasce dal fatto che siamo pochi volontari a gestire una mole di lavoro enorme. Ognuno di noi ha un lavoro, una famiglia e, quando va bene, ha ancora una vita propria. Spesso dedicarsi al gattile significa rinunciare alla propria vita privata, ai propri momenti liberi. Tutti i sabati, le domeniche e le feste comandate noi le passiamo in gattile.

L’altro problema è la limitatezza della capienza della struttura. Non riusciamo a far fronte a tutte le richieste di aiuto. Proprio per cercare di risolvere quante più emergenze possibili apriamo anche le nostre case. Ma anche queste (così come la pazienza dei nostri familiari) hanno un limite. Si tratta di un concetto difficile da far capire a chi si rivolge a noi e non riceve il tipo di aiuto che si aspetta. Sono pochissime le persone disposte a collaborare, a pazientare qualche giorno in attesa che si liberi un posto. L’obiettivo è quello di liberarsi del gatto trovato o recuperato il prima possibile. Tutto il resto è un problema nostro. Spesso è frustrante.

Essere trattati con arroganza, sentire persone che avanzano pretese, quando di fatto hai già dato fondo a tutte le risorse economiche, fisiche e mentali disponibili, non è facile. Ma per quanto possibile si cerca di andare avanti con il sorriso, spiegando con calma le difficoltà e confidando nella ragionevolezza altrui.

Nel tempo avete notato un cambiamento rispetto alla piaga degli abbandoni? Il tema dei diritti degli animali influisce? Le persone sono più sensibili?

Purtroppo il sentore è che ogni anno il numero di abbandoni sia in aumento. Nonostante continue campagne di sterilizzazione e di sensibilizzazione. Probabilmente l’incremento delle emergenze è collegato anche alla maggior sensibilità delle persone. Se prima chi vedeva il gatto ferito o il gattino abbandonato si girava dall’altra parte, adesso sempre più spesso si rivolge a noi e chiede il nostro aiuto. Per fare un esempio, dieci anni fa il numero di neonati che arrivavano in gattile era ridottissimo. Adesso le chiamate sono continue.

Quali sono i requisiti per essere un “buon adottante”?

La consapevolezza. La consapevolezza di adottare un essere vivente con le proprie esigenze e i propri sentimenti. La consapevolezza che un animale può ammalarsi e che le cure veterinarie comportano dei costi che vanno sostenuti. La consapevolezza che un animale richiede attenzioni. Che va tutelato. Che di quell’animale ci si dovrà prendere cura con rispetto e amore per sempre, a prescindere dai cambiamenti nella propria vita. Sembrano requisiti banali, quasi scontati. Ma non lo sono affatto.

Le soddisfazioni non mancheranno, immagino. Ci racconti una storia con “happy end”?

L’ultima in ordine di tempo è la storia di Valerio. Veniamo contattati per un micino investito e rimasto paralizzato. Quando arriviamo sul posto troviamo un animale agonizzante, ipotermico, rantolante. Voliamo in clinica dove la prognosi è tutt’altro che fausta. Le possibilità sono minime. Si parla di stato preagonico. Si parla di eutanasia come gesto di amore, di pietà. E poi la frase: una possibilità si dà a tutti.

Incredibilmente, contro ogni aspettativa, Valerio si è ripreso. La mattina dopo provava a mangiare. Pian piano la temperatura è risalita. Le ferite e le piaghe hanno iniziato a guarire. Valerio ce l’ha fatta. Certo, è rimasto paralizzato ed ha perso la vista, ma vedere la sua grinta, vederlo saltellare e fare gli agguati, fa dimenticare il suo handicap. Non abbiamo alcun dubbio quando affermiamo che Valerio è un micio felice. Una bomba di energia e gioia. Con tutta la vitalità tipica dei cuccioli.

Sono queste vittorie che ci fanno andare avanti, che ci danno speranza. Ovviamente sono vittorie condivise. Noi non potremmo fare nulla se non avessimo alle spalle l’appoggio di validissimi medici veterinari.

Per chi volesse conoscere più da vicino il vostro lavoro magari adottando un micio, diventando un volontario o sostenendo le vostre attività?

Ci può venire a trovare in gattile tutti i pomeriggi dalle 16 alle 18. Oppure ci può contattare sulla nostra pagina Facebook o al numero 3460106264. Ogni aiuto, di qualsiasi genere sia, per noi è fondamentale. È linfa vitale. Senza l’appoggio di tanti sostenitori e simpatizzanti, davvero potremmo fare ben poco.

Immagini | Pagina Facebook Gattile Melampo

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Il disegno e la progettazione mi hanno sempre appassionato. Dopo la laurea in architettura mi sono specializzata in pianificazione urbana nei paesi in via di sviluppo. Attualmente sono una ricercatrice in turismo responsabile. Che dire? Viaggi, scarabocchi e coinquilini – pelosi e pennuti – caratterizzano le mie avventure e ‘disavventure’…
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