Corsica in bici: a nord tra mare e monti17 min read

28 Agosto 2018 Viaggi -

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Radio speaker, viaggiatrice, blogger

Corsica in bici: a nord tra mare e monti17 min read

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Corsica in bici
@Agnese Gentilini

La Corsica è una delle mete estive più gettonate e apprezzate soprattutto da quanti amano campeggiare e cercano una vacanza spartana e a contatto con la natura, in grado di coniugare spiagge bellissime, paesini dal fascino suggestivo e montagne mozzafiato. Non solo francesi, ma anche tedeschi e moltissimi italiani ogni anno la scelgono come meta delle proprie vacanze. Per dire: la maggior parte delle persone che conosco, tra amici e parenti, è stata in Corsica almeno una volta. E, al di là delle mie indagini personali, anche i dati ufficiali lo confermano: secondo l’INSEE (l’Istituto Nazionale di Statistica e Studi Economici Francese) nel 2017 i turisti in Corsica sono stati 8,17 milioni con un incremento del 5,7% rispetto al 2016*.

Oltre all’indubbia bellezza di mare e spiagge, uno dei motivi di questo grande successo a mio avviso sta nel fatto che la Corsica riesce ad accontentare tutti – da chi ama il mare, a chi preferisce il trekking, a chi cerca un turismo di tipo storico o enogastronomico – e si presta bene alle vacanze delle famiglie, quanto delle coppie o di gruppi di amici. Inoltre, data l’abbondanza di campeggi, alberghi e Gîtes de France, è molto facile trovare viaggiatori che prevedono una vacanza itinerante, spostandosi più volte nel corso del proprio soggiorno.

Tutte queste caratteristiche rendono la Corsica perfetta anche per una vacanza in bicicletta.

L’itinerario

Quando abbiamo deciso di organizzare le nostre vacanze in Corsica in bici immaginavamo che trattandosi di un’isola ricca di campeggi e bellezze naturali il cicloturismo fosse una pratica già diffusa e consolidata e che avremmo trovato in commercio almeno una guida dedicata con cui iniziare ad orientarci. E invece no. Tutto quello che abbiamo trovato sono state testimonianze di viaggio on-line, scritte da viaggiatori che prima di noi si sono cimentati in una vacanza cicloturistica in Corsica. Così abbiamo organizzato il nostro viaggio acquistando una guida generale (abbiamo scelto quella de Le Routard*), una cartina e facendo tesoro delle esperienze e dei consigli che abbiamo trovato in rete e dei suggerimenti di amici e parenti.

Corsica in bici da Porto a Calvi
@Agnese Gentilini

In particolare il nostro giro si è concentrato nella parte nord dell’isola, in un mix tra montagna e mare. Abbiamo realizzato un itinerario ad anello in senso orario che partendo da Bastia (punto di approdo della maggior parte dei traghetti) attraversa il centro dell’isola fino a Corte, per poi raggiungere il mare a Porto, risalire la costa verso nord e tornare al punto di partenza tagliando “il dito” alla base.

Abbiamo calcolato il percorso sulla durata di 13 giorni incluso il viaggio per un totale di circa 500 km e 8.000 metri di dislivello totali, con 7 giorni di pedalata e 6 di sosta. Si tratta quindi di un giro per cicloturisti abbastanza allenati o dotati di e-bike.

Abbiamo optato per un giro in senso orario per due motivi: il primo è che quando si arriva sulla costa le strade si fanno piuttosto strette e a picco sul mare, quindi dato l’ingombro delle biciclette cariche e la guida spericolata dei corsi, abbiamo ritenuto più prudente pedalare nella parte interna della strada a fianco della montagna. Il secondo motivo è che questo itinerario attraversa sei passi di montagna abbastanza impegnativi, ma che affrontati in quella direzione salgono in maniera più graduale (anche se più lunga in termini di chilometri).

Corsica in bici campeggio
@Agnese Gentilini

Come per tutti i viaggi in bici, prima di partire bisogna fare i conti con la propria forma fisica e fare delle prove per organizzare il proprio bagaglio al meglio. A differenza di quanto fatto durante altri viaggi e vista l’abbondanza e convenienza dei campeggi abbiamo deciso di campeggiare. Questa soluzione si è rivelata molto pratica oltre che economica (in alcuni casi abbiamo speso solo 15 euro in due per una notte), ma per portare con noi tenda, materassini, fornello e tutto il necessario per il campeggio abbiamo dovuto ridurre decisamente il resto del bagaglio in modo da non trasportare più di 12 chili a testa. Per l’occasione abbiamo acquistato una tenda tre stagioni da due posti del peso di circa 2,4 kg, veloce da montare e smontare e soprattutto leggera. In commercio se ne trovano di varie marche; noi abbiamo scelto una Big Agnes, ma vanno benissimo anche Salewa o MSR.

Un’altra cosa da tenere in considerazione se volete campeggiare è che non sempre troverete corrente elettrica a disposizione o la colonnina dell’elettricità sarà alla portata della vostra minima prolunga (noi ne avevamo una di circa 2 metri). Per noi si è rivelato vincente acquistare un caricabatterie portatile* piuttosto potente: è un po’ pesante (circa 260 grammi), ma ci ha permesso di ricaricare telefoni, luci e ciclocomputer in più di un’occasione prima di dover essere ricaricato.

Riguardo al periodo migliore per partire, noi abbiamo scelto l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio e, in generale, credo che l’ideale sia far ricadere la scelta tra giugno e le prime due settimane di luglio oppure settembre, quando ancora l’afflusso turistico è di media intensità, le strade non sono troppo trafficate e le temperature non eccessive. Da evitare il mese di agosto. Per quanto riguarda le temperature, ovviamente in estate fa caldo, ma non sottovalutate la parte di percorso che attraversa la parte centrale della Corsica. Siamo a tutti gli effetti in montagna, quindi mentre di giorno fa comunque abbastanza caldo, la notte la temperatura scende ed quindi è opportuno avere con sé almeno un pile o una giacchetta felpata e dei pantaloni lunghi.

Partire

Il nostro viaggio è iniziato a Livorno dove abbiamo lasciato la macchina ad un parcheggio a lunga sosta e ci siamo imbarcati sul traghetto per Bastia. Ovviamente lasciare la macchina al porto di partenza (che si tratti di Livorno, Genova, Savona, Piombino o Portoferraio) è la soluzione più economica. I traghetti viaggiano a orari differenti a seconda del porto di partenza, quindi potrete arrivare a Bastia a metà giornata così come in serata. Il consiglio è quindi quello di passare qui la prima notte del vostro viaggio in Corsica in bici.

Bastia Corsica
@gogotravelers.com

Se avete il pomeriggio a disposizione e non siete troppo stanchi per il viaggio in traghetto potete approfittare per un giro veloce in questa cittadina fervente di attività, dove la presenza del porto si fa sentire e i cui vicoli e piazzette nascondono un’atmosfera davvero speciale. La zona del Porto Vecchio è più commerciale, completamente occupata da negozi di souvenir e locali turistici. Meglio forse fermarsi all’ombra delle panchine della maestosa Piazza Saint-Nicolas.

In ogni caso sarete costretti ad attraversare le vie di Bastia – passando però nella parte meno centrale – per raggiungere uno dei campeggi più vicini, il Camping San Damiano che si trova tra la spiaggia e lo stagno all’interno della Riserva Naturale dello Stagno di Biguglia, su una striscia di terra 5 km a sud di Bastia. Questa Riserva Naturale costituisce la più grande zona umida della Corsica e ospita migliaia di uccelli che vengono qui a svernare. Per chi conosce la zona, ricorda un po’ la Riserva Naturale della Duna di Feniglia in Toscana, che in linea d’aria le è quasi di fronte.

Lungo la strada per il Camping San Damiano – che vi consiglio perché è davvero ben organizzato e molto comodo da raggiungere – state ben attenti alle indicazioni per il Birrificio Pietra. È proprio qui, in località Furiani, che si trova infatti la sede della più famosa birra corsa che vi farà compagnia per tutto il viaggio: la birra Pietra. Volendo è possibile visitare lo stabilimento e fare una degustazione.

Corsica in bici: prima i monti

I primi 6 giorni del nostro viaggio sono stati tra le montagne. Lasciata Bastia, infatti, ci siamo diretti all’interno dell’isola in direzione della vecchia capitale: Corte. Da Bastia, quindi, siamo andati verso Piedicroce, addentrandoci nella regione della Castagniccia, un tempo la zona più popolata della Corsica a causa della presenza dei castagni, fonte di reddito per molte famiglie. In tempi più recenti questa bellissima regione dalla natura esplosiva e costellata di paesini abbarbicati sulla montagna è stata progressivamente abbandonata e solo da qualche anno si sta ripopolando grazie al diffondersi del cosiddetto turismo verde.

Corsica in bici Morosaglia
@Agnese Gentilini

Quando si entra in Castagniccia si inizia a salire, ma la salita è graduale e permette di assaporare a ritmo lento il fascino di questa regione. Qui i campeggi non sono ancora abbondanti come a Corte o sulla costa, ma se volete vivere una vera magia potete sostare a Les Prairies, un campeggio all’interno di un bellissimo castagneto, dove il silenzio e la pace la fanno da padroni. Il comfort è minimo, nel senso che non c’è corrente elettrica e i bagni sono piuttosto spartani, ma c’è l’acqua calda e i proprietari sono davvero gentili. Qui, come altrove, non avrete grossi problemi a farvi capire. Se non conoscete il francese, sappiate che il dialetto corso è abbastanza comprensibile e simile in alcuni passaggi all’italiano.

Continuando a salire lungo la D506 e addentrandovi sempre di più nella Castagniccia incontrerete le fonti di Orezza: è qui che viene imbottigliata l’acqua Orezza che vedrete in vendita nei supermercati o al ristorante. Proseguendo si arriva a Piedicroce, paese a ridosso della montagna che domina l’intera vallata. Seguite la strada fino alla maestosa chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Qui, proprio di fianco alla chiesa, si trova un piccolo punto ristoro dove potrete riprendervi dalla fatica della salita con una fresca birra Pietra! L’accoglienza non è proprio spumeggiante (in generale, non aspettatevi mai grandi feste), ma i prodotti che propongono sono davvero buoni. Da qui continuate a salire lungo la D71 fino ai 985 metri del Col de Prato per poi ridiscendere verso Morosaglia (paese natale di Pasquale Paoli, il padre della nazione) e poi Ponte Leccia. Una volta qui sarete a circa 20 Km da Corte. Noi abbiamo raggiunto la città proseguendo sulla T20, una strada ad alto scorrimento molto frequentata, ma fortunatamente larga. La strada, comunque, continua a salire fino quasi a Corte.

Corsica in bici cittadella di Corte
@Agnese Gentilini

Una volta arrivati avete almeno due possibilità: scegliere uno dei campeggi più vicini al centro della città così da visitare comodamente la cittadella, il belvedere e il Museo della Corsica e frequentare i numerosi locali e ristoranti oppure proseguire per altri 7 Km circa fino all’unico campeggio che si trova nella Valle della Restonica, il Camping de Tuani. Noi non abbiamo resistito al fascino di campeggiare lungo il fiume e abbiamo scelto la seconda opzione. Attenzione, qui, come ovunque in Corsica, il campeggio libero è vietato soprattutto in seguito agli incendi che nel 2000 hanno danneggiato pesantemente questa zona, quindi se non volete rischiare di non trovare posto vi conviene contattare il campeggio in anticipo.

Corsica in bici Valle della Restonica
@Agnese Gentilini

Prima di partire in molti ci avevano parlato della Valle della Restonica, ma il fascino dei racconti e delle immagini restituisce solo in parte la bellezza di questo luogo. La Restonica è un bellissimo fiume di montagna con acque limpide e cristalline che nasce in quota a 1711 metri dal lago di Melo e scava una valle tra i boschi. Fare il bagno è un’impresa per i coraggiosi che non temono le sue acque freddissime. Noi ne abbiamo approfittato per refrigerare le birre! Se vi piace camminare, potete raggiungere con la bici la fine della valle agli ovili di Grotelle e, dopo averla parcheggiata, proseguire a piedi fino al lago di Melo. Una camminata di circa un’ora e mezzo molto bella, anche se un po’ impegnativa soprattutto nel tratto finale. Siamo in montagna, i panorami cambiano, le montagne sono imponenti e bellissime, il bosco fitto e vitale, gli alpeggi frequenti.

Lago di Melo Corsica in bici
@Agnese Gentilini

Una volta fatto il pieno di aria fresca e buon formaggio di capra è il momento di andare verso il mare. Non prima però di aver superato quello che è il più alto passo automobilistico della Corsica, il Col de Vergio a 1477 metri d’altitudine.

Per raggiungerlo, da Corte si imbocca la D81 fino al ponte di Castirla, per poi proseguire lungo la D84. Da qui inizia una salita lunga circa 40 chilometri che da 345 metri porta ai 1477 del passo. Nel primo tratto, fino a Calacuccia, la D84 non è la strada più ospitale che si possa immaginare. Questo tratto, chiamato Scala di Santa Regina, costeggia la montagna a ridosso della gola scavata dal fiume Niolo ed è segnalata sul sito DangerousRoads come una delle strade più spettacolari al mondo: un deserto di pietre frastagliate e levigate dai venti dall’aspetto grandioso. Per i ciclisti è un tratto impegnativo: la strada è stretta e in salita, i guardrail quasi inesistenti e il traffico abbondante. Fortunatamente si pedala dal lato interno, vicini alla montagna che ogni tanto offre un piccolo slargo e un po’ d’ombra. Siate comunque molto cauti.

Da Calacuccia in poi la strada migliora, si fa più larga e inizia pian piano ad assumere l’aspetto di una strada di montagna, più larga e circondata dal bosco. Qui sono molti gli allevamenti di capre, maiali e mucche che pascolano liberi ai bordi delle strade. Fate attenzione, perché spesso si nascondono dietro le curve. Per quanto in salita, qui la pedalata si fa più tranquilla, fa meno caldo e i tanti punti panoramici offrono la possibilità di fermarsi a rifiatare.

Arrivati in cima a Col de Vergio finalmente si inizia a scendere. La strada è sempre la D84 che adesso è larga e contornata da una vegetazione rigogliosa. La discesa è lunga, circa 30 km, ma tutte le fatiche fatte per superare il passo vengono ripagate quando, in prossimità dell’abitato di Évisa, improvvisamente davanti a voi c’è il mare. Porto è ancora lontana, ma da questo momento il panorama avrà tutto un altro sapore e grandi rocce rosse prenderanno il posto della fitta vegetazione montana preparandovi allo spettacolo dei Calanchi della Piana.

Corsica in bici: adesso il mare

A Porto siamo finalmente al mare. Il paese è piccolo ma molto suggestivo e il Campeggio Municipale di Ota-Porto una vera chicca. I servizi sanitari sono un po’ vecchi, ma puliti e le piazzole all’ombra degli eucalipti e circondate da monti spettacolari.

Porto Corsica
@Agnese Gentilini

Come per la Valle della Restonica, anche a Porto conviene sostare almeno un giorno intero per approfittare del mare limpido dalla spiaggia del paese oppure per fare un giro in barca e vedere dal mare il Golfo classificato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il Golfo di Porto, infatti, comprende il golfo di Girolata, la Riserva Naturale di Scandola e i famosi Calanchi della Piana: enormi faraglioni di granito rosso a picco sul mare. Le soluzioni per il giro in barca sono numerose e di prezzo variabile. Più grande è il battello, minore è il costo del biglietto. I gommoni che trasportano fino a 12 persone sono invece più costosi.

Corsica in bici Golfo di Porto
@Agnese Gentilini

Da Porto il nostro giro della Corsica in bici è continuato in direzione nord, verso Calvi, una delle località di mare più famose e apprezzate di questa parte dell’isola. La strada segue la costa, allontanandosi per un breve e faticoso tratto durante il quale di affronta il Col de Palmarella, per poi tornare a strapiombo sul mare e in pieno sole. La discesa a Calvi verso il mare è precipitosa; fino a poco prima siamo al culmine della montagna fatta di grandi e lisce rocce chiare dove la vegetazione è bassa e rada. Calvi è abbastanza grande, con la cittadella fortificata che domina la baia e il porto con una miriade di locali e negozi. La spiaggia è ampia e comoda, piena di locali e costeggiata dalla ferrovia che collega la città a L’Île-Rousse, una buona idea per visitare entrambi i paesi senza spostare tenda e bici.

Lasciata Calvi ci siamo diretti verso l’ultima vera tappa prima del rientro a casa, Saint-Florent, altra località piuttosto nota e gettonata, quella in cui (insieme a Calvi) abbiamo trovato il maggior affollamento. Il primo tratto di strada segue ancora la costa, salendo e scendendo, per poi tornare tra le montagne. La D81 porta direttamente al ponte di ferro all’imbocco del paese e per questo tratto segna il confine del famoso Désert des Agriates, luogo quasi mitologico ricorrente nei racconti di tutti quelli che hanno visitato questa parte delle Corsica.

L’Agriate è un sito naturale protetto chiamato deserto per il suo aspetto brullo e inospitale, che si estende su un territorio di 15.000 ettari e 40 chilometri di costa. La costa nella parte più vicina a Saint-Florent ospita due spiagge bellissime: Saleccia e Lotu. Si tratta di due spiagge dalla sabbia chiare e fine, con un’acqua azzurra e trasparente. Fondamentalmente le possibilità per raggiungere queste spiagge meravigliose sono tre: in barca dal porto di Saint-Florent (i taxi boat sono numerosi e a frequenza oraria), in jeep o a piedi. Le indicazioni sul posto, comunque, invitano ad essere molto cauti e a non avventurarsi oltre il sentiero tracciato. Qui infatti, a parte un bar e un piccolo camping vicino alla spiaggia di Saleccia, non c’è veramente nulla, non si trova acqua potabile tranne ovviamente quella venduta al bar, il cellulare prende poco (per non dire nulla) e in caso di pioggia o temporale potrebbero verificarsi piene improvvise che rendono difficile superare i corsi d’acqua. La strada che porta a Saleccia parte dall’abitato di Casta ed è adatta esclusivamente alle jeep e per guidatori esperti. Lunga circa 12 chilometri, a seconda dei periodi può essere in condizioni migliori o peggiori, in ogni caso non è consigliabile avventurarsi con la propria macchina. Più prudente approfittare di uno dei molti taxi jeep che effettuano corse ogni ora. Il sentiero trekking, invece, segue un tracciato lungo la costa che parte dalla spiaggia della Roya e che può essere percorso esclusivamente a piedi (almeno così ci è stato detto all’ufficio del turismo), da fare con abbigliamento e scarpe adatte e con poco carico.

Corsica spiaggia del Loto
@Agnese Gentilini

C’è infine una quarta possibilità che richiede molto allenamento e forza di volontà: raggiungere le due spiagge con la bicicletta. Il percorso è lo stesso delle jeep, ma attenzione, avventuratevi solo se avete una mountain bike e siete davvero ben allenati. Il fondo è notevolmente sconnesso, discese (e poi salite) ripide e acciottolate, praticamente tutto sotto il sole e con jeep e moto in abbondanza. Noi abbiamo impiegato circa un’ora ad arrivare a Saleccia e un’ora e quaranta minuti a tornare a Casta.

Se non avete voglia di avventure potete comunque restare sulla spiaggia della Roya e da lì guardare la costa proseguire in lontananza lungo il dito, selvaggio e affascinante, ma che purtroppo non è rientrato in questo giro per motivi di tempo. Se avete a disposizione un maggior numero di giorni potete pensare di includerlo nell’itinerario arrivando a Capo Corso per poi tornare a Bastia.

Nel nostro caso l’ultima tappa del viaggio è stata quella che da Saint-Florent ci ha riportati a Bastia. L’ultima fatica da affrontare è il Col de Teghime a 536 metri di altezza. La strada taglia il dito alla base e dalla cima del passo è possibile vedere il mare alla sua destra e alla sua sinistra. Da qui la strada scende gradualmente raggiungendo Bastia alle spalle.

È andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese.
Ernest Hemingway

Tappe e pernottamenti

Giorno 1
Livorno-Bastia | Camping San Damiano (Stagno di Biguglia)

Giorno 2
Bastia-Scata (Piedicroce) | Camping Les Prairies

Giorno 3-5
Scata-Corte | Camping de Tuani

Giorno 6-7
Corte-Porto | Camping Municipale di Ota-Porto

Giorno 8-9
Porto-Calvi | Camping Paduella

Giorno 10-12
Calvi-Saint Florent | Camping Acqua Dolce

Giorno 13
Saint Florent-Bastia

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Ama leggere, scrivere, parlare, organizzare. Pedala, cammina, racconta storie, ascolta musica. Event manager freelance e speaker in una delle ultime radio libere italiane. Per Le Nius si occupa della grafica e racconta i suoi viaggi (...e non solo).
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