Controversia Russia-Gran Bretagna sul mercato dell’energia4 min read

19 Marzo 2015 Mondo Politica -

Controversia Russia-Gran Bretagna sul mercato dell’energia4 min read

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Controversia Russia-Gran Bretagna sul mercato dell'energia
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Mentre Tsipras volge lo sguardo verso la Russia, noi ascoltiamo You and Me di Damon Albarn e giochiamo la seconda mossa nel grande scacchiere energetico russo.

Ci eravamo lasciati con il passaggio di John Browne, ex British Petroleum, alla Lt1 Energy, società energetica russa.

Nel potente ed oscuro mercato energetico russo spesso le controversie vengono risolte con modalità alquanto discutibili. Questa storia non fa eccezione.  Mikhail Fridman ed i partner di TNK hanno sempre avuto il pieno sostegno dell’apparato governativo e legislativo russo nel definire gli accordi per la creazione della società TNK-BP, una delle più grandi compagni petrolifere al mondo.

Basti ricordare come dopo le tensioni russe con la BP, uomini mascherati e armati di fucili d’assalto fecero irruzione nella sede legale di BP a Mosca.

Un azionista di minoranza russo, dopo aver citato in giudizio la stessa TNK-BP, si ritrovò addirittura con le forze di sicurezza russe autorizzate da un mandato d’arresto. Semplici pratiche intimidatorie attuate da Fridman ed i suoi partner per controllare le allora attività della TNK-BP sul suolo russo.

Le lotte intestine per il controllo della società sono continuate fino alla vendita della società TNK-BP alla società controllata statale Rosneft,  nel 2013, quando Mr.Fridman ed i suoi soci incassarono per la vendita 14 miliardi di dollari.

“Gli azionisti di TNK dichiarano di non aver alcun legame con il Cremlino, ma in quale altro modo si può spiegare l’aiuto che hanno ricevuto da parte delle autorità?”, ha scritto polemicamente Ilya Zaslavsky, un ex dipendente TNK-BP e consulente energetico indipendente con sede a New York.

Mikhail Fridman potrebbe essere colpito da sanzioni internazionali così come sono imposte penalizzazioni a livello industriale contro il settore energetico russo, compresa L1 Energia. Rimane il dubbio di come tali sanzioni possano essere applicate ai beni di proprietà di cittadini russi che si trovano al di fuori di Russia.

Tutto questo mentre incombe lo scontro russo-ucraino. Con la tregua traballante vigente in Ucrania, l’UE sta cercando di mediare un nuovo accordo tra Gazprom, l’esportatore di gas russo, e l’Ucraina per garantire le forniture di gas, questo perché aumenta la volontà degli stati di imporre nuove sanzioni per le violazioni del cessate il fuoco firmato lo scorso 12 febbraio.

Per Mr.Browne, L1 Energy avrà un ruolo determinante per superare la partita delle sanzioni; la fiducia del manager nasce dall’aver portato BP ad essere una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, dopo la fusione realizzata con Amoco nel 1998.

Il manager inglese ha lavorato negli ultimi otto anni come partner della società di private equity Riverstone Holdings, in particolare come consulente del governo Cameron, che potrebbe forse aiutarlo nel cercare di risolvere i problemi della Gran Bretagna riguardo l’affare RWE Dea. Gli eventi delle settimane non sono però di buon auspicio per un risultato amichevole.

LetterOne, la holding di Mr.Fridman, ha inviato una lettera al Mr.Davey, ministro dell’energia britannico, criticando aspramente le sue ragioni per la mancata approvazione del trasferimento delle attività nel Mar del Nord di RWE Dea e avvertendo che un’eventuale richiesta di acquisizione ad un altro operatore avrebbe effetti molto negativi.

LetterOne sostiene ci siano gli spazi per “un ricorso legale” qualora emergesse la decisione di imporre una vendita a terzi e si riserva il diritto “di chiedere un risarcimento per danni visto l’elevato valore dell’investimento”. Nella lettera inviata al Ministro LetterOne si augura che il governo britannico possa riconsiderare la propria posizione.

Greg Gordon, direttore del Centro del Diritto dell’Energia alla Aberdeen University, ha dichiarato che tutte le licenze di petrolio e gas britannici garantiscono al ministro dell’energia il diritto di insistere su una vendita nel caso in cui il ministro non sia favorevole alla vendita di esse ad un nuovo proprietario. Le velate minacce di Mr.Fridman confermano una volta di più la sua attitudine ad operare all’estero con gli stessi strumenti che usa in patria.

In una dichiarazione rilasciata al momento dell’annuncio del suo incarico in L1 Energy, Mr.Browne, ha dichiarato, non senza un pizzico di malizia

Mr.Fridman è uno degli imprenditori più determinati che abbia mai incontrato ed è disposto a tutto pur di concludere i propri affari.

 

Fonte: New York Times

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Fondatore di Climalia, prima società italiana di servizi climatici per la resilienza territoriale. Collabora con il Kyoto Club come responsabile della cooperazione internazionale e come esperto di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Consulente del Ministero dell’Ambiente, Acclimatise UK, AzzeroCO2 e Commissione Europea.
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