Come funziona Unione Bancaria: oggi primo passo storico5 min read

4 Novembre 2014 Europa -

Come funziona Unione Bancaria: oggi primo passo storico5 min read

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Come funziona Unione Bancaria
@European Parliament

Oggi, martedì 4 novembre 2014, entra in piena funzione il primo pilastro dell’Unione Bancaria. A partire da oggi, infatti, le 130 maggiori banche europee (zona Euro) saranno sottoposte alla vigilanza diretta della Banca Centrale Europea e sottratte all’esame delle autorità di vigilanza nazionali.

Il controllo di Francoforte, seppure avvalendosi della collaborazione delle autorità nazionali (Banca d’Italia, per il nostro paese), avverrà in via indiretta anche sulle banche più piccole del vecchio continente. Il risultato è dunque di enorme significato: poco più di due anni dopo il lancio dell’idea al Consiglio europeo del giugno 2012, l’Europa ha messo in piedi e portato all’entrata in vigore il Single Supervisory Mechanism, cioè il Meccanismo Unico di Vigilanza, in virtù del quale tutte le banche europee avranno regole uniche e controllore unico.

Dicevamo che si tratta del primo pilastro dell’Unione Bancaria. Nell’insieme, infatti, ecco come apparirà la completa architettura, quando fra pochi mesi -a inizio e a metà 2015– entreranno in vigore anche gli altri due pilastri: primo, un sistema unico di vigilanza sull’applicazione di regole stringenti e comuni a tutte le banche (6.000) dei 18 paesi della zona Euro, guidato dalla BCE; secondo, un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie guidato da un autorità unica europea e in grado di attingere a un fondo finanziato ex ante dalle banche; terzo, uno schema di protezione dei depositi: in caso di fallimento di una banca, i depositanti si vedranno restituire fino a 100.000 Euro in 7 giorni (mediante altro fondo finanziato ex ante dalle banche). Nell’insieme, si tratta del risultato più eclatante dopo la creazione della moneta comune, l’Euro.

La BCE ha nei mesi trascorsi operato a marce forzate, in via autonoma e di concerto con l’EBA (European Banking Authority). Innanzitutto, ha dato vita a una grande operazione di recruting di esperti di vigilanza provenienti da tutti gli Stati membri. Si calcola siano state assunte, restando al livello tecnico primario, più di un migliaio di persone, che lavoreranno secondo una suddivisione in 4 dipartimenti: uno per la supervisione generale, due per la supervisione diretta per banche sistemiche, uno per la supervisione indiretta per banche non sistemiche. Queste unità sono guidate da un chairman, la francese Daniele Nouy, che sarà l’unico supervisore per tutta la zona Euro. La divisone supervisione (o vigilanza) della BCE non va infatti confusa con quella che fino ad oggi siamo stati abituati a conoscere, condotta da Draghi. Quest’ultimo, infatti, guida la politica monetaria. Le due divisioni, politica monetaria e vigilanza bancaria, seppur entrambe facenti capo alla BCE, sono completamente separate e autonome, non vanno confuse.

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Cos’è e come funziona Unione Bancaria: analisi sullo stato di salute delle banche

Dopo il completamento dello staff, la BCE – divisione vigilanza, come dicevamo – ha condotto il passaggio più delicato e propedeutico all’avvio dell’attività di vigilanza. Si tratta della Analisi Approfondita sullo stato di salute delle 130 banche che da oggi la BCE vigila direttamente. Si è trattato di un esercizio lungo un anno, suddiviso in AQR (Asset Quality Review, cioè un check up dei bilanci delle banche) e stress test (cioè check della tenuta degli istuti bancari in situazioni di stress dei mercati simulate). Come ampiamente trattato nei giornali europei la settimana scorsa, i risultati pubblicati il giorno 26 ottobre hanno evidenziato le pecche di alcune banche. In breve, i risultati si possono riassumere come segue:

– sono state individuate carenze patrimoniali pari a 25 miliardi di euro per 25 banche partecipanti;
– il valore degli attivi bancari deve essere corretto per 48 miliardi di euro, di cui 37 miliardi non hanno generato carenze patrimoniali;
– la carenza di 25 miliardi di euro e l’aggiustamento del valore degli attivi pari a 37 miliardi implicano un impatto complessivo sulle banche di 62 miliardi;
– sono stati rilevati ulteriori 136 miliardi di euro di esposizioni deteriorate.

In totale, dunque, le banche europee trovate in difetto sono 25, di cui 9 italiane. Su questo dato, mezza stampa europea ha speculato immediatamente, non raccontando che, in realtà, l’esercizio di test di BCE si riferisce ai bilanci del 2013. Guardando ad oggi, invece, sono solo due le banche italiane non allineate ai requisiti della legislazione UE, e che ora dovranno fare i compiti a casa. Monte dei Paschi e Carige, alla luce delle loro non buone performance, sono infatti ora tenute a rinsaldare la propria posizione patrimoniale, procedendo ad aumenti di capitale. Altre banche, quali ad esempio la Popolare di Milano, giudicate negativamente sul bilancio 2013 (a cui l’analisi BCE si riferisce), hanno invece già posto rimedio durante il 2014 con interventi di patrimonializzazione. Come rilevato da banca d’Italia nel suo comunicato, infatti, il sistema bancario italiano ha complessivamente risposto positivamente alla prova. Altri esempi europei invece, quali i casi tedeschi, sono stati invece sottaciuti. Non si può infatti dimenticare che alcuni giganti tedeschi, se fossero stati applicati criteri più stringenti, non avrebbero passato il test.

Al di là delle speculazioni e delle accuse – molto fondate – contro qualche trattamento di favore agli istituti di alcuni paesi durante gli stress test (i soliti Francia e Germania), la vigilanza unica europea è di per sè buona notizia, realizzata in tempo record. Se, a partire da oggi, la BCE non attuerà i summenzionati trattamenti di favore ma sarà controllore giusto – e soprattutto tempestivo negli interventi – sarà garanzia di maggiore stabilità per l’intero settore bancario europeo e per l’economia della zona Euro. Sarebbe un regalo insperato di integrazione e efficienza, in fondo – si fa per dire – alla crisi.

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Milano, Dublino, Londra e Bruxelles. Specializzato in diritto bancario, dei mercati finanziari e dell'Unione europea, collaboro con le facoltà di Economia e Diritto di alcune università europee.
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