Colombia, La Guajira: destinazione paradiso8 min read

10 Febbraio 2014 Viaggi -

Colombia, La Guajira: destinazione paradiso8 min read

Reading Time: 6 minutes
Colombia La Guajira. Il Pilon de Azucar è un luogo sacro per la popolazione Wayuu
@Mario Carvajal

Era il 1952 e c’era un piano. Percorrere 8.000 chilometri da Buenos Aires fino all’estremo nord del sud America, la penisola della Guajira tra Colombia e Venezuela. Come spesso accade nei viaggi improvvisati, però, le destinazioni finali rimangono chimere da inseguire. Ernesto e Alberto non ci arrivarono mai.

In quegli anni la Colombia viveva quello che gli storici oggi chiamano “La Violenza”, epoca di liberali contro-conservatori che a colpi di machete diedero vita a uno dei periodi più sanguinari della storia colombiana. In questo periodo si crearono le prime guerriglie del paese, preludio alla dittatura militare del generale Gustavo Rojas Pinilla, che assunse il potere nel 1953. Ernesto, in una lettera alla madre scritta da Bogotá, prima di vedere la partita Millonarios – Real Madrid, descriveva una Colombia sul punto della rivoluzione. Forse non era il momento migliore per viaggiare e proseguire con il piano iniziale.

Dopo più di mezzo secolo però Macondo sembra aver deciso di uscire dalla sua storica solitudine, divenendo una tappa da non perdere per i viaggiatori che, 60 anni dopo il Che, esplorano il Sud America.  In questa terra che poco a poco si lascia scoprire, la penisola della Guajira è una perla naturalistica che raccoglie in sé tutto il fascino e le contraddizioni del viaggiare in Colombia.

Popolazioni indigene vivono in un luogo fiabesco lottando per la conservazione dei loro usi e costumi mentre multinazionali dedite all’estrazione di minerali, soprattutto di carbone, costruiscono qui ferrovie e porti per usi commerciali, rischiando di danneggiare il delicato ecosistema. Da queste coste fino agli anni ‘90 partivano anche le imbarcazioni e gli aerei pirata del cartello di Medellin per trasportare cocaina negli USA e nelle vicine isole caraibiche. Anche Pablo Escobar amava la Guajira e molti dei cammini di accesso al mare e le strade che sono oggi percorribili furono costruite proprio dai suoi scagnozzi.

La Guajira piace così tanto che le sue splendide spiagge e i suoi luoghi più segreti sono stati privatizzati. Comprare terra da queste parti è oggi un affare per ricchi. Musicisti e cantanti, presentatori TV e politici di spicco hanno già acquistato il loro pezzo di paradiso e aspettano. Aspettano che la pace diventi realtà per investire con tranquillità e iniziare a costruire. Meglio affrettarsi allora, il paradiso della Guajira potrebbe cambiare in fretta.

Colombia La Guajira e la sua costa meravigliosa.
@Tanenhaus

Colombia La Guajira: cosa vedere

L’arrivo nella penisola è un lento cammino tra alcuni dei più bei paesaggi della Colombia.
Superati la città caraibica di Santa Marta e il famoso Parco Tayrona nel dipartimento del Magdalena, si arriva al primo villaggio della regione: Palomino. Nei suoi dintorni ci sono spiagge quasi incontaminate create dalla confluenza dei tanti fiumi che discendono dalla vicina Sierra Nevada fino al mar dei Caraibi. I fortunati viaggiatori, zaino in spalla, potranno qui avventurarsi in camminate alla ricerca della spiaggia perfetta per accamparsi. Il contesto è straordinario.

Colombia La Guajira. Fenicotteri in volo.
@Javier Ignacio Acuña Ditzel

Non appena si troveranno le forze per abbandonare questo angolo di pace conquistato camminando e si prosegue verso nord in direzione della capitale Rioacha, ci si rende conto di quanto ancora ci sia da scoprire. A circa un’ora di autobus da Palomino la vegetazione si fa più rada. Qui piove poco e l’acqua inizia a scarseggiare. Il paesaggio cambia ancora di forma e si prepara a divenire desertico. Vicino a Rioacha si può visitare forse l’ultimo spicchio di tropici nel Santuario dei Fenicotteriun parco di rara bellezza dove il mare color turchese è ricoperto da un manto di mangrovie e da migliaia di uccelli rosa che hanno scelto quest’angolo di paradiso per riprodursi. Proseguendo ancora verso nord si arriva nel deserto vero e proprio.

Ammetto di avere un debole per i deserti. Ho avuto la fortuna di visitarne alcuni, negli Stati Uniti, in India e qui in Colombia. Quello della Guajira però è inaspettato. Quando si arriva a Cabo de la Vela, l’atmosfera diventa quasi surreale. L’aria è rarefatta e il calore è pungente. Il mare pare immobile e il tempo non trascorre più.

In questo villaggio di pescatori e artigiani i ritmi di vita sono ancora più lenti. Gironzolando per le strade senza meta si vedono donne Wayuu intente a tessere vere e proprie opere d’arte. Con infinita pazienza intrecciano fili uno dopo l’altro per ore intere senza mai fermarsi. Per realizzare un’amaca impiegano un mese. Molte di loro vivono di questo e delle stanze che mettono a disposizione per i turisti che arrivano fin lì.

Passeggiate di poco più di un’ora porteranno a spiagge solitarie, dove assistere allo spettacolo del tramonto. Poi l’oscurità inizia a calare e il cielo stellato ricorderà al viaggiatore perché è arrivato fin lì. Non ci sono luci artificiali a disturbare lo sguardo, così la mente potrà inseguire i propri sogni. La Guajira, scopri di più su di te: così gli esperti di marketing del governo colombiano spiegano in poche parole il fascino di questi luoghi.

Molti viaggiatori si fermano qui e da Cabo de la Vela ritornano a Santa Marta. Però manca qualcosa. Si può andare ancora più a nord e arrivare fin sulla punta settentrionale dell’America del Sud. Solo che occorre avere qualche soldo in tasca. I mezzi di trasporto iniziano a essere costosi perché i cammini sono meno battuti anche per problemi di sicurezza dovuti alla presenza di gruppi armati illegali. Per questa ragione, per arrivare fino a Punta Gallina bisogna essere accompagnati da guide del posto e bisogna muoversi via mare.

Si parte da un piccolo molo accanto al porto carbonifero di Puerto Bolivar per l’ultimo pezzo di viaggio: all’orizzonte la Jamaica, sotto i piedi un deserto di dune di sabbia circondato dal mare dei caraibi.

Avevo già trascorso un totale di tre anni vivendo in America Latina tra Messico e Colombia, ma appena arrivato a Punta Gallina provai quell’assurda sensazione di aver appena iniziato il mio viaggio. Per la prima volta ebbi la percezione di aver capito dov’ero finito.

Non svelerò i segreti di questo spicchio di terra orgogliosamente custodito dal popolo Wayuu. Andate a trovarli se potete. Sono certo che non ve ne pentirete.

Colombia La Guajira. Una giovane wayuu viene probabilmente accopagnata dal suo promesso sposo.
@Javier Ignacio Acuña Ditzel

Colombia La Guajira: come arrivare

Da Bogotà

In aereo:
Voli diretti su Santa Marta  o su Rioacha con la compagnia nazionale Avianca. I prezzi per voli di andata e ritorno variano da 100 a 350 dollari. Voli low-cost con la compagnia Viva Colombia sulla città più vicina, Cartagena [limiti di bagagli imposti]. Il costo del biglietto varia da 30 a 60 dollari.

In autobus:
Dalla stazione degli autobus di Bogotà ogni giorno ci sono diversi autobus che arrivano direttamente a Santa Marta. Il viaggio dura circa 18 ore e il costo del biglietto è di circa 50 dollari.

Da Cartagena

Ci sono autobus giornalieri che percorrono la tratta Cartagena – Santa Marta – Rioacha. Fino a Santa Marta il costo del bus è di 15 dollari circa e il tempo di percorrenza è di circa 5 ore.

Da Santa Marta

Ogni giorno ci sono diversi autobus locali che percorrono il tragitto Santa Marta – Rioacha. In un’ora e mezza circa si arriva a Palomino e il costo del biglietto è di circa 5 dollari. Si possono scegliere anche servizi di micro-taxi più costosi. Per arrivare sulle spiagge di  Palomino si può optare per una camminata in natura. Esiste comunque un servizio di  moto-taxi per arrivare più velocemente e con meno fatica, a un costo che può variare dai 3 ai 10 dollari per moto.

Colombia La Guajira: dove dormire

Dormire a Palomino: ci sono diverse opzioni per alloggiare, da hotel con tutti i comfort a cabañas sulla spiaggia un po’ più spartane ma incredibilmente belle. Esiste anche  la possibilità di dormire in tenda o in amaca. I prezzi variano dai 2 ai 30 dollari al giorno per persona. Si consiglia di arrivare a Palomino la mattina presto e passare un po’ di tempo a cercare il luogo preferito per dormire. Accettate le indicazioni degli abitanti, visitate i luoghi che vi offrono e continuate a cercare se non siete convinti.

Dormire a Cabo de la Vela: il villaggio è abbastanza piccolo quindi potete girarlo facilmente a piedi per cercare la soluzione migliore per passare la notte. Quasi tutti gli abitanti offrono stanze ma ci sono anche ostelli e hotel con tutti i comfort. Ci sono spazi per il camping e terrazze per dormire in amaca. Anche qui i prezzi variano in base alle esigenze da 2 a 20 dollari al giorno per persona.

Dormire a Punta Gallina: per arrivare qui occorrerà acquistare dei pacchetti di viaggio a Santa Marta o a Cabo de la Vela. Possono costare fino a 150 dollari per persona e includono il viaggio in barca (andata e ritorno), il trasporto in jeep da Cabo de la Vela fino al molo di Puerto Bolivar, la guida e il trasporto a Punto Gallina per visitare i luoghi di interesse. Il pernottamento non è incluso e si può alloggiare solo in alcune case predisposte per ricevere turisti, in amache o in stanze abbastanza spartane. Il costo è di pochi dollari per notte, cui dovrete aggiungere il cibo che vi sarà cucinato nella stessa casa.


Visualizzazione ingrandita della mappa

CONDIVIDI

Una laurea in economia mi ha permesso di viaggiare, un dottorato sfiorato in antropologia ha dato significato ai miei movimenti. Da 12 anni mi muovo senza fissa dimora tra Asia e America Latina, con tappe intermedie in Inghilterra. In questo momento scrivo dalla Colombia, dove sono arrivato per la prima volta nel 2009 per lavorare con comunità afro-discendenti nella costa pacifica e a Bogotá. Mi interessano i conflitti, le discontinuità, le eccezioni perché raccontano come siamo. In questo spazio scriverò di resistenze e sovversioni quotidiane, di sciamani per un giorno e di eroi improbabili.
2 Commenti
  1. Stefania Cardinale

    Caspita sembra interessante. Ma Macondo è quella Macondo ? e a livello sicurezza oggi lì come siamo messi? dici che non appena le cose prenderanno la giusta piega, vuol dire che bisogna stare attenti allora, che non è proprio sicuro? eppure sembra un posto quieto dalle foto.

    • Rocco Santangelo

      Stefania, scusa il ritardo, non mi ero accorto del tuo commento! Che dire. Rispondo con ordine. Macondo alla fine cos'e'? Si racconta che sia un villaggio non lontano dalla costa caraibica ma secondo alcuni, Macondo rappresenta la storia di tutto un paese. Personalmente preferisco la seconda interpretazione. Sulla questione sicurezza dovrei scrivere un po' troppo. Diciamo solo che il turismo responsabile di solito non corre rischi. I colombiani sono incredibilmente ospitali e hanno voglia di conoscere altri mondi attraverso i racconti dei visitatori. Per problemi di visto la grande maggioranza delle persone non può muoversi dal paese e i vicini Ecuador e Venezuela non suscitano un grande interesse [se non per migrare in cerca di lavoro]. Quelli che possono viaggiare sono solitamente i ceti medio-alti così gli atri si accontentano di ospitare. Detto questo, le condizioni di sicurezza di luoghi piu’ isolati e meno battuti come la Guajira possono cambiare in fretta. Per esempio, in questo periodo siamo in campagna elettorale e nel bel mezzo dei negoziati di pace. Effettivamente si respira piu’ tensione! E’ buona norma allora informarsi per bene prima della partenza. Le informazioni piu’ attendibili, a mio parere, sono quelle di altri viaggiatori che sono stati in quei luoghi. Normalmente basta andare in un ostello e chiaccherare un po’ per capire fino a dove ci si puo’ spingere. Anche se non si arriva a Punta Gallina pero’ tutta la zona e’ talmente piena di soprese che non si andra’ via scontenti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU