Forte, fortissimo. Purtroppo, però, il suo ruolo è quello di strappare lacrime ai telespettatori: parliamo di un uomo comune che nella vita ha sempre e solo lavorato spaccandosi la schiena. Un po’ come Mario lo scorso anno.
Da biologa pentita, procedo in direzione contraria al buon senso e mi rifugio a Milano per studiare Scienze della Comunicazione, dopo anni di vagabondaggi alla ricerca della pace interiore. Così, la riscopro nella Tequila, nei concerti al Magnolia, nelle canzoni coi finali tristi, nelle newsletter di Rockit e nelle pagine del Rolling Stone. Adoro ossessivamente X-Factor e odio il fatto che Sanremo coincida con la sessione invernale.