Cicloturismo: scoprire il mondo su due ruote12 min read

26 Luglio 2018 Viaggi -

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Radio speaker, viaggiatrice, blogger

Cicloturismo: scoprire il mondo su due ruote12 min read

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Li avrete visti anche voi, nella piazza principale della vostra città o lungo strade secondarie, di campagna e meno trafficate, questi strani personaggi curvi su biciclette cariche come muli e pittoresche come una rificolona*. Sono cicloturisti, una particolare specie di turista-viaggiatore proveniente principalmente da paesi del nord e centro Europa (Germania, Austria, Francia, Gran Bretagna, Olanda…) che lentamente si sta diffondendo anche in Italia.

Come si può facilmente intuire dal nome, il cicloturista è un viaggiatore che sceglie di scoprire un territorio avvalendosi come mezzo di trasporto principale della bicicletta, sia questa “tradizionale” o con pedalata assistita, gravel o mountainbike.

Secondo la definizione data da Wikipedia e che, personalmente, mi sento calzare a pennello “i cicloturisti sono quasi sempre accomunati da una spiccata sensibilità ambientale, da una grande passione per la bicicletta come mezzo di trasporto e come stile di vita, da una vivace curiosità per i luoghi sconosciuti al grande pubblico e da una grande adattabilità alle situazioni impreviste.” Se vi riconoscete almeno un po’, può darsi che in voi si nasconda un cicloturista che aspetta di uscire allo scoperto!

Un po’ di numeri

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Da qualche anno quella del viaggio slow – inteso come viaggio a ritmo lento, che rispetta l’ambiente e valorizza le risorse naturali e storico culturali di un territorio – è una tendenza in crescita anche nel nostro paese, che ha visto moltiplicarsi il numero di viaggiatori che scelgono di partire verso itinerari come la via Francigena o la via degli Dei. Il VII rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” realizzato nel 2017 da Fondazione UniVerde** conferma come gli italiani siano sempre più attenti a forme di turismo sostenibili con il 76% degli intervistati che dimostra di conoscere la definizione di turismo sostenibile, quasi il 40% che lo considera eticamente corretto e – nel 30% dei casi – vicino alla natura. Non a caso, evidentemente, il MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) ha individuato nel 2019 l’Anno Nazionale del Turismo Lento.

Il cicloturismo rientra a pieno titolo nella categoria del viaggio slow e, grazie in particolare alla diffusione delle e-bike (o biciclette con pedalata assistita), attira sempre più viaggiatori che vogliono scoprire nuove destinazioni a un ritmo lento ed ecosostenibile. Secondo il primo rapporto sull’economia della bici ”L’A Bi Ci”*** presentato da Legambiente a Roma nel corso del Bike Summit 2017, il cicloturismo produce in Italia un giro d’affari di circa 2 miliardi di euro l’anno con enormi potenzialità di crescita****, anche se il nostro paese ha ancora molta strada da fare per potersi definire bike friendly e a misura di cicloturista. Ospitalità a misura di bicicletta, piste ciclabili ben segnalate e sicure, servizi rivolti ai cicloturisti sono realtà ancora in divenire, sulle quali potrebbe sicuramente valere la pena investire di più.

Caratteristiche del cicloturismo

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Oltre che per il “ritmo lento” – viaggiare in bicicletta esula da concetti come prestazione fisica e tempi di percorrenza – e per il basso impatto ambientale, il cicloturismo si caratterizza per una certa libertà e flessibilità nel programmare tappe e spostamenti, per la possibilità di vedere molte cose in un lasso di tempo relativamente breve e per il forte contatto con la natura.

Si dice anche che il cicloturismo sia economicamente conveniente, cosa che, a mio avviso, risulta vera solo in parte. È quasi certo – prendendo come metro di giudizio esclusivamente la vacanza in sé per sé – che un viaggio in bicicletta di due settimane risulterà meno costoso rispetto a un uguale periodo di tempo passato in un villaggio vacanze all inclusive, ma gli aspetti da tenere in considerazione quando si stima il budget per questo tipo di viaggio sono numerosi. Oltre alla scelta della propria meta e al costo che si dovrà sostenere per raggiungerla bici al seguito, bisogna tenere in considerazione l’acquisto o il noleggio della bici adatta e di tutto l’equipaggiamento necessario, come borse laterali, abbigliamento tecnico e accessori quali casco e occhiali, eventuale attrezzatura da campeggio. Se state dunque pensando di partire per un viaggio in bicicletta vi consiglio di non sottovalutare l’investimento economico che può richiedere e mettere da parte dei risparmi con il dovuto anticipo. Se, come me, non siete dei maghi del risparmio potete cercare uno strumento che vi aiuti, dal classico salvadanaio fatto con il barattolo della marmellata a soluzioni più moderne e tecnologiche come l’App di Gimme5 da scaricare nel telefono.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che non importa essere ciclisti “tutto l’anno” per partire per un viaggio in bici. Sono in molti, anzi, quelli che pur non utilizzando con frequenza questo mezzo nel corso dell’anno lo scelgono per le proprie vacanze. Il motivo di questo successo, oltre alla riscoperta di un modo di viaggiare slow, sta nel fatto che si tratta di una modalità di viaggio molto flessibile e che presenta molteplici soluzioni che ogni ciclista-viaggiatore può cucire sulle proprie esigenze e gusti. Questo rende il cicloturismo un tipo di viaggio potenzialmente adatto a tutti – coppie, famiglie, giovani, anziani – a patto di essere in buona salute e avere confidenza con la bicicletta e le regole della strada.

Personalmente sono diventata una cicloturista quasi per caso, quando nel 2015 io e mio marito abbiamo valutato che l’unico modo possibile per affrontare il Cammino di Santiago di Compostela – per motivi di tempo a disposizione – era la bicicletta. Dopo questa prima esperienza mi sono resa conto di come il cicloturismo riuscisse a coniugare molti degli aspetti che apprezzo in una vacanza: non stare troppo a lungo fermi nello stesso posto, il contatto quotidiano con la natura, conoscere persone nuove e condividere le nostre storie, il campeggio, la sostenibilità ambientale del mio viaggio, spostarsi cartina e guida alla mano, entrare in contatto con le tradizioni e le tipicità dei luoghi, viaggiare con al seguito il minimo indispensabile, fregarsene delle apparenze.

Per me galeotto è stato il Cammino di Santiago, ma non è necessario un viaggio lungo e impegnativo come questo: per avvicinarsi al cicloturismo basta anche un weekend.

Percorsi in Italia e in Europa

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@Andrew Gook on Unsplash

Se avete in mente di fare una piccola prova, magari di un paio di giorni, potreste cogliere l’occasione per provare la nuova ciclopista sul lago di Garda, inaugurata da pochissimo e considerata una delle più spettacolari d’Europa, completamente a strapiombo sulle acque del lago. Se invece cercate qualcosa di più lungo, ma non troppo impegnativo potreste prendere in considerazione il giro del Salento in bici, cogliendo l’occasione per ristorarvi nelle sue acque cristalline, oppure una delle numerose ciclovie europee come la Ciclovia del Danubio, quasi interamente pianeggiante. Ci sono poi cammini di carattere spirituale come il Cammino di Francesco che attraversa Toscana, Umbria e Lazio e che può essere percorso anche in bicicletta.

In Italia è attiva la FIAB, Federazione Italiana Amici delle Biciclette, un’organizzazione ambientalista che promuove BicItalia, un progetto di rete ciclabile a carattere escursionistico e turistico che si sviluppa da nord a sud lungo tutto il nostro paese. Ad oggi, BiciItalia comprende 21 percorsi visionabili sul sito ufficiale e dal 2011 la FIAB è diventata ufficialmente Centro Nazionale di Coordinamento per lo Sviluppo della Rete Ciclabile Europea EuroVelo in Italia.

EuroVelo è un progetto dell’European Cyclists’ Federation il cui scopo è quello di realizzare una rete transeuropea di ciclovie di alta qualità che consenta di andare in bicicletta da nord a sud e da est ad ovest dell’Europa. Ad oggi consiste in 15 percorsi ciclistici a lunga percorrenza che attraversano 42 paesi.

Pedalare lungo ciclovie ufficiali, per la maggior parte dei tratti separate dalla strada principale e ben cartellate risulta sicuramente più facile e confortevole, soprattutto se si è alle prime esperienze di viaggio in bicicletta. Questo però non vuol dire che non possiate decidere di fare del cicloturismo al di fuori dei percorsi segnati; richiederà solo una maggiore organizzazione e attenzione.

Potete inoltre decidere se affrontare il viaggio in autonomia, stabilendo tappe e tipologia di pernottamento (albergo, pensione, campeggio…) oppure affidandovi a viaggi organizzati con guida e trasporto bagagli che permette di liberarsi dalla zavorra delle borse da viaggio e pedalare leggeri. In Italia uno dei più noti organizzatori è Girolibero, che propone itinerari a partire dai 450/500€ a persona in base alla destinazione. Ovviamente la spesa per un viaggio organizzato tramite agenzia è diversa da quella di un viaggio pensato in autonomia, ma può essere una buona soluzione per quei viaggiatori che non sono ciclisti abituali e sono alla prima esperienza di cicloturismo. Inoltre, in alcuni casi, questo permette di non doversi dotare anticipatamente dell’attrezzatura necessaria, bicicletta compresa che può essere noleggiata.

Compagni di viaggio

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@Patrick Hendry on Unsplash

Bicicletta e bagaglio sono i primi compagni di ogni cicloturista, è quindi importante sceglierli con attenzione tra le molte soluzioni possibili. Nonostante la diffusione sempre più ampia delle e-bike, che in questo momento occupano una grande fetta del mercato ciclistico, i cicloturisti preferiscono orientarsi su biciclette tradizionali che consentono una maggiore libertà e flessibilità. Il limite della biciletta elettrica, infatti, è che deve essere ricaricata e la durata della batteria dipende molto dal tipo di utilizzo e di strada che ci si trova a percorrere. Se siete al vostro primo viaggio in bici e pensate di affrontarlo con una e-bike sostando in campeggi o strutture non particolarmente organizzate, tenete in considerazione questo aspetto perché una bicicletta elettrica scarica è quasi impossibile da pedalare, risulta molto pesante e poco comoda.

Riguardo alla scelta della bici adatta, il consiglio è di orientarsi su modelli mountainbike o gravel, bici ibride adatte a percorrere al meglio strade molto diverse tra loro: asfalto, strade bianche, sterratini o sentieri sconnessi. Alcuni dei marchi di riferimento per le bici da turismo sono Surly, Salsa, Bombtrack, Koga e sono sempre di più quelli che si affacciano a questo mercato con modelli appositamente studiati. Nella maggior parte dei casi, i modelli da turismo sono già predisposti per montare portapacchi o per il bikepacking.

Infatti, a meno che non optiate per il viaggio organizzato con trasporto bagagli incluso, una delle prime cose con cui dovrete fare i conti prima di partire è l’organizzazione del bagaglio.
Nel nostro immaginario il cicloturista viaggia con borse anteriori, posteriori e da manubrio (tutte o solo alcune di queste) o con carrellino al seguito. Sicuramente in buona parte è tutt’oggi così e la maggior parte dei cicloturisti che ho incontrato viaggia con borse Ortlieb o Vaude (due dei marchi che coniugano al meglio funzionalità, resistenza, impermeabilità).

Da qualche anno c’è però una nuova tendenza tra i viaggiatori in bicicletta di cui forse avrete sentito parlare: il bikepacking. Si tratta sostanzialmente di un modo di fissare i bagagli alla bicicletta in modo che occupino meno spazio possibile, non sbilancino durante la pedalata e consentano di non perdere aerodinamicità. Se decidete di optare per il bikepacking dovete essere davvero molto bravi e scegliere con estrema cura quello volete portare con voi. Se infatti con borse laterali, cestini vari e portapacchi lo spazio a vostra disposizione sarà, per quanto ridotto, comunque abbastanza ampio (diciamo che potete arrivare a caricare la vostra bici anche di 10/12 chili), con le soluzioni bikepacking come quelle proposte ad esempio da Apidura lo spazio è davvero minimo. Il sito di riferimento per i bikepackers è bikepacking.com.

Che scegliate le borse laterali o il bikepacking, ricordate che pedalare a carico non è come pedalare senza niente attaccato alla bici, nel caso delle borse laterali sarete più ingombranti ed è importante bilanciare bene i pesi per non perdere l’equilibrio. Fare delle prove prima di partire può essere una buona idea.

Personalmente sconsiglio di utilizzare zaini – anche se tecnici – perché passare molte ore sulla bici con un peso sulla schiena alla lunga può creare dei fastidi e fa sentire meno liberi nei movimenti. Un buon metodo per avere sempre a portata di mano l’essenziale può essere una borsa da manubrio o un piccolo marsupio (meglio se appositamente per ciclismo).

Perché provare

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Durante i miei viaggi in bicicletta mi è capitato di notare da parte delle persone che incontravo lungo la strada due generi di reazioni: totalmente entusiasta con applausi di approvazione, incoraggiamenti verbali e pollici alzati o totalmente sgomenta come a dire “questi sono pazzi, ma che stanno facendo?”. In effetti pedalare in salita con 37 gradi e 10 chili attaccati alla bici ha un che di folle. Ma è un’esperienza che consiglio a tutti di provare.

Oltre alla bellezza che si riesce a cogliere durante ogni singola pedalata, al contatto con la natura e le sue regole, oltre al benessere fisico, il cicloturismo regala un grande senso di appagamento e soddisfazione. Fermarsi e girarsi a guardare la strada che si è appena percorsa e poter dire “ce l’ho fatta, sono stanco, sudato, ma adesso sono qui” è una delle sensazioni più belle che ho provato in tutta la mia vita. Inoltre viaggiare in bicicletta regala tempo; tempo per pensare e sgombrare la mente, allontanando la frenesia a cui siamo anche troppo abituati.

Un viaggio in bicicletta può cambiare la percezione del mondo che ci circonda e il nostro modo di relazionarci ad esso. Porta a mettere in discussione il nostro stile di vita, spinge verso soluzioni più sostenibili e ci fa capire quanto davvero abbiamo bisogno di molte meno cose di quelle che immaginiamo. Ci connette agli altri e ci rende più aperti a relazionarci.

Quelli che vogliono controllare le proprie vite ed andare oltre un’esistenza come semplici clienti e consumatori, sono persone che vanno in bicicletta.
Wolfgang Sachs

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*La rificolona o rifricolona è un lampioncino di carta colorata, modellato nelle fogge più bizzarre, che i fiorentini portano in giro per la città la sera del 7 settembre, vigilia della Natività di Maria Vergine, cantando canzoni e ritornelli. Il termine viene usato anche per indicare persone o oggetti addobbati in modo molto appariscente e colorato.
**In questa pagina trovate il rapporto di Fondazione UniVerde
***A questo link trovate tutti i dati del rapporto di Legambiente ”L’A Bi Ci”
****Il rapporto di Legambiente segnala che si tratta di un dato sottostimato. Citando lo studio di Confindustria-Ancma e The European House Ambrosetti, si arriva infatti a un valore superiore ai tre miliardi. Fonte Il Sole 24 Ore.

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Ama leggere, scrivere, parlare, organizzare. Pedala, cammina, racconta storie, ascolta musica. Event manager freelance e speaker in una delle ultime radio libere italiane. Per Le Nius si occupa della grafica e racconta i suoi viaggi (...e non solo).
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