Christian Maggio mon amour4 min read

6 Novembre 2015 Uncategorized -

Christian Maggio mon amour4 min read

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christian maggio
Christian Maggio quando segnava |@davidemaggio.it

Siamo seri. Commentare seriamente la partita di ieri non sarebbe propriamente serio, non trovate? Se questo fosse David Peace e questo fosse Red or Dead – il martellante David Peace, il martellante Red or Dead – leggereste: “Giovedì 5 novembre, quarta partita di Europa League 2015/2016, il  Midtjylland venne a giocare al San Paolo, Napoli. Quel pomeriggio vennero anche diciottomilaquattrocentosettantacinque persone. Diciottomilaquattrocentosettantacinque persone videro il Napoli giocare contro il Midtjylland nella quarta giornata di Europa League”.

Ma siccome da queste parti non ve le raccontiamo, state per leggere quattro cose vere:

  • Questo, mi pare ovvio, non è David Peace;
  • La conseguenza immediata è che questo non è Red or Dead;
  • Ho cercato in Google la parola Midtjylland per digitarla correttamente (no, non me ne vergogno neanche un po’ e sì, è successo già altre volte; ricordo un affanno maggiore solo con il Dnipropr…Riapro Google);
  • Nonostante ciò abbiamo vinto 5-0 contro questa squadra del Dopolavoro ferroviario danese: a segno El Kaddouri, un Gabbia doppio con ghiaccio, Maggio e Callejon.

Significano belle cose. Significa che, con due partite ancora da disputare, il Napoli è aritmeticamente primo nel girone D, qualificato ai sedicesimi di finale di Europa League. I numeri (i numeri sono fantastici, gente) dicono che le quattro vittorie in quattro partite e i 12 punti raccolti sono arrivati grazie a 16 reti siglate, nove delle quali suonate a quei disgraziati danesi, gli unici, d’altra parte, capaci di realizzare il nostro unico gol subìto finora in Europa. E poi ragazzi, Ivan Strinic – numero 3, un numero da calci negli stinchi – ha giocato titolare ed è uno giusto di Spalato. E a me Spalato piace molto.

Ivan Strinic, 28 anni, in origine a Napoli per un provino con il cast di “Un posto al sole” | @vesuviolive.it

Comunque; è stato già detto che ieri Christian Maggio ha fatto gol? È appena arrivata l’ufficialità: è tutto vero. Non segnava dal 13 gennaio 2013, 1-0 al Palermo, 1026 giorni prima. Smettiamola, non è merito dei danesi. D’accordo questo non segna mai, ma a me piace ricordare quando lo faceva (cinque reti nella stagione 2008/2009; sei 2009/2010; quattro 2010/2011; tre 2011/2012; quattro 2012/2013), e lo faceva senz’altro anche perché giocava di più. Tuttavia, la partita di ieri, con Maggio in rete e 18.475 presenze sugli spalti, mi ha ricordato un paio di cose. La prima ha portato una nuvoletta di pensieri, la seconda ha spazzato via la nuvoletta di pensieri.

Cosa numero uno. La prima rete di Christian Maggio in maglia azzurra arriva la sera del 7 agosto 2008, in un’amichevole al Matusa di Frosinone (1-2). È cosa che non risulta neanche nel solido Transfermarkt. Ora, io vorrei tanto essere nella posizione utile per dire che in un match inutile, dove Matteo Contini è titolare e nella ripresa entra Luca Lacrimini, non sono in trasferta con altri 50 ma a Gallipoli a chiedere ad una ventiduenne di Lucca se anche lei prende un altro gin tonic. Vorrei davvero.

Cosa numero due. Ieri eravamo pochini, lassù. Ho controllato quante volte nelle due stagioni di Serie C siamo scesi al di sotto di 18.475. È successo solo in tre match, tutti nel secondo anno: Foggia (18.370), Lanciano (17.312) e Massese (16.147). Con il Midtjylland ho portato in curva una persona a me cara – mia zia, la sua prima volta, e il suo compagno, la sua ultima con Diego – dopo che per anni le avevo raccontato di emozioni, rimonte e carambole pazze, di ultras e seguito e stili di vita e bla bla bla.

È verosimile che non avrà vissuto emozioni indimenticabili, perché nonostante il 5-0 la partita non ha avuto grande tensione. Del resto, non ha visto rimonte o carambole pazze (oh, però neanche il record negativo degli ultimi dieci anni, 6.490 con lo Slovan Bratislava). Ha visto un San Paolo raccolto, un San Paolo più intimo, un San Paolo meno scenico. Più goliardico. Meno rotolante. Meno cotto, un San Paolo al sangue, per niente bollito. Con quelli di sempre, di ogni volta, di tutte le volte. Quelli che nell’intervallo, giù dalla gradinata, cantano i cori meno cantati ché tanto chi c’è li conosce (avanti smettila, ha segnato Christian Maggio dai).

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C’è stato un momento in cui ho visto mia zia sorridere guardando tutto questo. Ho capito che quella cosa, quella cosa, le stava arrivando. Ho smesso di cercare di quantificare quanto stesse diventando una farsa quella partita perché a me stava piacendo il resto, tutto il resto, tanto come tante altre volte. E a lei pure. Nonostante Maggio. Ciao Christian, ho sempre avuto un debole per i tuoi inchini sotto la curva.

IMPORTANTE Il 26 novembre si gioca a Bruges, quinto match di un girone ormai deciso, ed io vorrei tanto essere nella posizione utile per dire che in un match inutile noi non saremo lì.

Frosinone, Frosinone mon amour.

 

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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