Chi è costui? Guida veloce ai nuovi Azzurri4 min read

19 Giugno 2014 Uncategorized -

Chi è costui? Guida veloce ai nuovi Azzurri4 min read

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Matteo Darmian, chi è costui?

Non so voi, ma io lo scorso sabato sin dai primi istanti della partita Italia-Inghilterra mi sono resa conto che, escluso Balotelli, Pirlo, Chiellini e quello gnoccolone di De Rossi, non avevo la minima idea di chi fossero gli altri post-adolescenti che sudavano sotto la maglia azzurra. Se avete tentennato di fronte alla sostituzione di Balotelli con un giocatore di nome Immobile, ebbene questo articolo è per voi. Proviamo a fare luce nelle zone d’ombra tra le reclute di Prandelli.

Chi è costui? Guida veloce ai nuovi Azzurri

Claudio Marchisio

Alcune mie amiche, dopo aver esultato per il gol che ha portato in vantaggio l’Italia nel primo tempo, hanno esultato ancora di più di fronte al sex appeal dell’autore della suddetta rete. Scene di estrema delusione di fronte alla notizia che Marchisio, classe 1986, ha una vita privata stabile e serena: da sei anni è sposato con Roberta e ha due bambini biondissimi. Sembra avere un unico difetto: è juventino fino al midollo. Scherzi a parte, il centrocampista della Nazionale gioca nella Juve da quando aveva sette anni, tranne una breve parentesi con l’Empoli, poco più di una scappatella. Amato dalle donne, è molto ammirato e emulato dagli uomini: il taglio di capelli “alla Marchisio” ha fatto scuola. Molto glamour e curatissimo fino al dettaglio, viene chiamato – con tragiche ricadute sulla sua virilità – “il principino.”

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Antonio Candreva

Un fascinoso moro sta percorrendo in lungo e in largo e con grande generosità lo stadio di Manaus senza fermarsi un attimo, ma ci accorgiamo della sua esistenza solo al 49’ quando realizza l’assist perfetto a Balotelli per il secondo gol. Barbuto, sguardo malinconico e di una bellezza più severa rispetto a Marchisio, Candreva aveva dichiarato poco prima del fischio d’inizio: “è la partita più importante della mia vita.” Gioca nella Lazio, pur essendo romano e romanista: ma i tifosi perdonano tutto ad un centrocampista che segna dodici gol in una sola stagione.

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Marco Parolo

È riuscito ad entrare nella rosa dei convocati anche “grazie” all’infortunio che ha bloccato Montolivo, il quale peraltro non mi è affatto simpatico. Quindi sono contenta per il centrocampista di Gallarate. Mi rendo conto che il mio non è un giudizio tecnico, ma temo non lo siano neanche gli altri.

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Salvatore Sirigu

Ci solleva sapere che dopo l’era monopolistica di Buffon, arriverà il tempo di Salvatore Sirigu, l’unico sardo che supera il metro e sessantacinque. In Europa se ne sono accorti da tempo: il portiere di Nuoro gioca nel Paris Saint-Germain dal 2011. Ha iniziato la sua carriera tra i pali perché soffriva di asma e aveva mani molto grandi. Lo chiamano Walterino perché ricorda Zenga, che lo ha allenato nel 2009. È stato il Miglior portiere delle Ligue francese nella stagione 2012-2013: insomma, se Buffon volesse prendersela comoda, l’Italia è al sicuro.

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Gabriel Paletta

Paletta è nato a Buenos Aires 28 anni fa e ha un accento a metà tra Belen e Papa Francesco. In un mondo ossessionato dall’estetica, diventa quasi mirabile la sua immagine trasandata e quell’acconciatura complementare al crestino di Balotelli. Resta da capire se la spianata rada sul cranio sia l’esito di una scelta ponderata o di un atto di rimozione. Nel secondo caso ti diciamo: sì, caro Gabriel, sei proprio pelato. Accettalo, su.

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Verratti – Insigne – Immobile

Sono i bambini di Zeman, che li ha cresciuti durante l’avventura nel Pescara di due stagioni fa. Marco Verratti, di Manoppello in provincia di Pescara, è talmente giovane che non ha nemmeno un filo di barba, occhi liquidi, ciglia lunghe e una certa difficoltà a elaborare frasi di senso compiuto. Lorenzo Insigne, lo scugnizzo di Frattamaggiore in provincia di Napoli, ha 23 anni, un figlio di nome Carmine e quell’aria da studente impreparato quando risponde alle domande dei giornalisti. Ciro Immobile, il nome più infelice da portare se sei un giocatore, è di Torre Annunziata e ha giocato nel Torino: una marginalità che ci piace moltissimo, però non ha proprio la faccia da giocatore. Sembra più che altro un parrucchiere oppure un cantante neo-melodico. Ho un debole per questo trio perché mi ricorda un calcio onesto e semplice, quello che giochi per strada e te lo senti nel sangue. Nulla a che vedere, per dirne una, con quella macchina dei fenomeni che ora si interroga ipocritamente sul destino di Messi.

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Matteo Darmian

Al contrario di quanto il suo viso lascia intendere, Darmian è abbondantemente maggiorenne. Come capita a molti giocatori, abbandonato il Milan, il suo talento è esploso. Anche se c’è voluto tempo, il difensore di Rescaldina in provincia di Milano, è riuscito lo scorso sabato a tener testa a Rooney che, suo malgrado, assomiglia ad un rottweiler e con la sua espressione incazzosa non dov’essere affatto un tipo conciliante.

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I momenti più significativi della mia vita sono stati: quando, a dieci anni, ho interpretato Mary Poppins nel musical Mary Poppins e quando ho indovinato la definizione di integrale agli orali della maturità. Sono insegnante (non di matematica, of course) e ho una particolare predisposizione per i casi umani. Temo che le due cose siano collegate.
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