Charlie Hebdo, cronaca di un atto di guerra19 min read

8 Gennaio 2015 Mondo Politica -

Charlie Hebdo, cronaca di un atto di guerra19 min read

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@www.nydailynews.com
La strage che ieri ha portato alla morte di 13 persone, 11 giornalisti della rivista di satira Charlie Hebdo e 2 poliziotti, ha sconvolto il mondo occidentale. Si parla di 11 settembre europeo, di attacco alle libertà fondanti della democrazia, di attentato alla libertà d’informazione. Tutto giusto, per carità. Ma, soprattutto nelle ultime ore, aleggia una grande confusione sopra i fatti di ieri e delle ultime ore (si parla di uno scontro a fuoco con una poliziotta morta, di attacchi a diverse moschee di Parigi, di un’esplosione in un ristorante: in pratica in Francia è scoppiata la guerra civile).

Prima di tutto i fatti: due uomini armati e dal piglio militare compiono in pochi minuti un’azione preparata a tavolino, e lo fanno in maniera fredda e “professionale”. Quindi non c’è nessun pazzo mitomane preso dal momento di follia, parliamo di un’azione di guerra.

Passiamo all’identità degli attentatori: uno dei due assalitori (teniamo a mente che sono dei combattenti preparati) si sarebbe dimenticato la carta d’identità nell’auto che è servita loro alla fuga. Nei pressi del 19esimo arrondissment poi gli assalitori avrebbero cambiato auto, facendo sloggiare un vecchietto (e il suo cane) dalla sua vettura in perfetto stile Gta.

Ora, questa ridda di notizie confermate e continuamente smentite sta creando molta confusione: solo ieri sera agenzie di stampa e quotidiani nazionali prima davano l’arresto dei presunti killer, poi smentivano dicendo che erano braccati, poi più nulla. Sono passate 12 ore e non se ne sa ancora nulla, se non che il presunto guidatore dell’auto, il 18enne, si sarebbe costituito non in segno di resa ma per smentire di essere lui il soggetto: i suoi compagni di classe testimonierebbero a suo favore.

Quindi? I quotidiani, presi dalla smania di dare notizie, mostrare video scabrosi e inondare le pagine di fiumi di retorica non stanno facendo un gran servizio, alimentando le voci che rincorrono altre voci senza che se ne capisca nulla. In attesa di aggiornamenti, una cosa la sappiamo: qui in Italia, i soliti sciacalli dell’informazione come Libero e Il Giornale (“Macellai islamici”) ne stanno approfittando per gridare quanto sono brutti e cattivi tutti i musulmani

mentre qualche parlamentare 5 stelle perde l’ennesima occasione per stare in silenzio

A breve per ulteriori aggiornamenti, che possibilmente ci dicano qualcosa di più su ciò che sta davvero accadendo.

Charlie Hebdo, cerchiamo di capire cosa sta succedendo – LIVE

AGGIORNAMENTI:

12.00 Il minuto di silenzio davanti a Notre Dame

12.01 Gli assalitori sarebbero stati visti in una stazione di rifornimento nei pressi di Aisne, nel nord della Francia. Non è dato sapere quando.

12.15 Le prime pagine di tutto il mondo sui fatti di Parigi

12.30 “Charlie Hebdo uscirà regolarmente mercoledì prossimo”. Lo ha dichiarato uno dei sopravvissuti alla AFP (Agence France-Presse).

12.33 Continue notizie di uomini armati avvistati fa ben capire il panico che c’è oggi in Francia.

12.37 I nomi delle vittime dell’attacco di ieri

12.42 Intanto spunta il video di uno dei presunti attentatori, Cherif Kouachi, che si muoverebbe da anni tra diversi gruppi terroristi. Tutto con il condizionale.

12.45 Il Parlamento europeo rende omaggio alle vittime di Charlie Hebdo

12.50 I sospetti sarebbero stati avvistati alla stazione di benzina Petrol vicino Villers-Cotterets questa mattina

13.00 Il simbolo di #JeSuisCharlie
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13.05 Pare che a casa Kouachi, nell’irruzione di stanotte, siano stati trovati video con discorsi di Al Qaeda e addirittura foto pornografiche con bambini. Fonte: Guardian.

13.10 Anche Grillo nel suo blog ammette di capirci poco o nulla e pone alcune questioni.

13.13 Il disegno di Lucille Clerc (rilanciato da Bansky) per Charlie Hebdo

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13.27 Sono passate più di 24 ore dagli attentati e degli assalitori non c’è traccia. Parigi intanto vive in uno stato febbrile la giornata di oggi, tra elicotteri che sorvolano la città, presunti attacchi a moschee e uno scontro a fuoco dai contorni sconosciuti verificatosi questa mattina.

13.40 L’editoriale di Gilles Van Kote, direttore di Le Monde

Liberi, in piedi, insieme
Emozione, incredulità, ma anche ribellione e determinazione: le parole fanno fatica a esprimere l’ondata di shock che attraversa la Francia il giorno dopo l’attacco terroristico contro Charlie Hebdo. Uno shock che ci riporta, fatte le dovute proporzioni, a quello provato l’11 settembre 2001 dall’intero pianeta.

In pieno giorno, in piena Parigi, a sangue freddo, dei fanatici hanno vigliaccamente assassinato dei giornalisti, dei disegnatori, degli impiegati e anche dei poliziotti incaricati di proteggerli. Dodici morti, abbattuti con fucili d’assalto, per la maggior parte nella redazione di questo giornale libero e indipendente.

In mezzo a questo massacro, vittime di questa infamia, dei colleghi, degli amici: Cabu, Charb, Honoré, Tignous, Wolinski, e poi l’economista Bernard Maris. Da anni, da decenni, resistevano attraverso la caricatura, l’umorismo e l’irriverenza di fronte a tutti i fanatismi, attaccavano gli integralismi, denunciavano le imbecillità, prendevano in giro le istituzioni.

Da dieci anni erano minacciati e lo sapevamo: degli invasati islamisti perseguitavano con il loro odio questi “blasfemi” che osavano prendere in giro il loro Profeta. La redazione di Charlie Hebdo non aveva voluto fare un passo indietro, cedere o battere ciglio. Ogni settimana, armata solo delle sue matite, ha continuato la sua battaglia per la libertà di pensiero e di espressione.

Alcuni non nascondevano la loro paura, altri la superavano. Soldati della libertà, della nostra libertà, sono morti per questo. Morti per dei disegni.

Attraverso di loro è la libertà di espressione – quella della stampa come quella di tutti i cittadini – a essere nel mirino dei loro assassini. È questa libertà di informare e di informarsi, di discutere e di criticare, di capire e di convincere, questa indipendenza, questo coraggio vitale della libertà che i loro assassini hanno voluto schiacciare con le loro pallottole.

Questo attaccamento alla libertà è al cuore della democrazia. Ma il sinistro commando jihadista ci ricorda crudelmente che per alcuni, oggi, la libertà di pensiero e di espressione è una minaccia intollerabile contro la legge di Dio che sognano di imporre. “è la Repubblica nel suo insieme che è stata aggredita”, come ha detto il presidente François Hollande mercoledì sera. Quella repubblica aggredita nel suo motto, “Liberté, Egalité et Fraternité”, e nei suoi valori. Respinta nel principio di laicità e nel suo impegno a “rispettare tuttel le fedi religiose o filosofiche”.

Attaccata nella sua volontà di fare vivere il pluralismo delle convinzioni e delle coscienze. Aggredita, ancora, nella sua ambizione di essere indivisibile. Perché l’attentato contro Charlie Hebdo non è solamente un crimine, non cerca solo di seminare la paura nella coscienza pubblica. È anche una trappola: vuole alimentare le divisioni, i sospetti, le diffidenze che attraversano la società francese e, come ha detto l’ex ministro della giustizia Robert Badinter, “scavare un fossato di odio tra le comunità che compongono la Repubblica francese”.

È infine la Francia l’obiettivo, poiché il paese è in prima linea, solo o con i suoi alleati, nella guerra contro il jihadismo internazionale. Come accade da due anni in Mali e nella regione del Sahel, o negli ultimi mesi in Iraq e ai confini della Siria contro la barbarie dello stato islamico. Da ventiquattr’ore i tantissimi messaggi di sostegno dall’Europa, dagli Stati Uniti e da molto più lontano, e dalle redazioni del mondo intero, testimoniano che la comunità internazionale ne è perfettamente cosciente.

Di fronte a queste minacce il presidente Hollande, il suo predecessore Nicolas Sarkozy e, con loro, tutti i leader politici, lo hanno ripetuto: in questa prova la Francia deve unirsi, compatta, e restare unita nella difesa dei suoi valori, prevenire ogni confusione tra gli autori dell’attentato e tutti i musulmani, tra il fanatismo e la fede. I principali leader religiosi di tutte le confessioni hanno fatto un discorso simile.

Ma ora è fondamentale che questo consenso resista, domani, di fronte alla tentazione di trovare in questo dramma l’occasione di polemiche politiche. Tocca ai partiti politici mostrarsi all’altezza di questa sfida lanciata alla democrazia. Perché questa strage ci mette di fronte alla nostra responsabilita. Quella di non cedere alla tentazione liberticida e securitaria, alla stigmatizzazione di tutti i musulmani di Francia. E quella di rispondere a questo attacco contro la libertà e la convivenza con più coraggio e più intelligenza.

La reazione dei francesi dimostra che hanno capito tutto questo. È rassicurante. A decine di migliaia, da Place de la République a Parigi al cuore di tutte le principali città del paese, sono scesi in strada spontaneamente per esprimere la loro emozione, la loro solidarietà, la loro indignazione, la loro volontà di fare fronte, insieme, in piedi, liberi. Il loro messaggio per riassumere tutti questi sentimenti è stato “Je suis Charlie”.

Sì, “siamo tutti Charlie”. Al di là della caccia all’uomo della polizia per ritrovarli, è la migliore risposta che possiamo dare agli autori di questo atto di guerra contro la Francia e contro i francesi. Lo dobbiamo alle vittime, ai nostri amici.

13.45 Il prossimo numero di Charlie Hebdo, secondo Le Figaro.

15.00 Elicotteri sorvolano Crépy-en-Valois, Oise, dove si troverebbero gli assalitori

15.18 Dispiegamento di forze di polizia a Crépy-en-Valois, come dimostrano le immagini

15.32 Una fonte della polizia francese dichiara che i fratelli sospettati dell’agguato di ieri starebbero tornando a Parigi per “cercare lo scontro”. Come tutte le notizie/non notizie di questi giorni, da prendere con le pinze.

15.55 Questa è la lista dei personaggi da uccidere per blasfemia stilata da Al Qaeda, tra cui compariva anche il direttore di Charlie Hebdo, Stéphane Charbonnier. Tra gli altri lo scrittore Salman Rushdie, il pastore Usa Terry Jones, il politico olandese Geert Wilders.
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16.10 Il sindaco di Parigi Anne Hidalgo ha dichiarato che stasera la Torre Eiffel alle 8 spegnerà le luci in segno di lutto.

16.15 Il professor Vittorio Parsi a SkyTg24: “Andrebbe armato il Libano per riuscire a contenere l’avanzata jihadista; è assurdo il blocco delle armi al Libano per le paure di Israele”

16.20 Il segretario della Lega Matteo Salvini intanto continua a comparire in televisione per fare propaganda, connettendo in maniera improbabile i clandestini e gli attentatori. A SkyTg24 dichiara:”L’Islam è una religione barbara”. Meglio non commentare.

16.22 La Lega non perde occasione e volantinerà contro le moschee a Milano. Posizione molto chiara, contro tutto l’Islam.

16.25 “Non sono Charlie, sono Ahmed, il poliziotto ucciso. Charlie ridicolizzava la mia fede e la mia cultura e sono morto difendendo il suo diritto a farlo”, dice il tweet dello scrittore e attivista politico libanese Dyab Abou Jahjah.

16.30 Anonymous promette di vendicare Charlie Hebdo

16.31 Papa Francesco lancia l’hashtag #PrayersforParis

16.44 Questa intanto la home di Google Francia. Anche in Italia Google listata a lutto.
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16.50 Un piccolo segno della solidarietà del mondo arabo

Scrive Roberto Marone su Linkiesta

Tendiamo a dimenticare che il mondo musulmano è, in larga misura, il nostro mondo. Ma le zone che sono di fatto in guerra coltivano anche in seno endemicamente sacche di terrorismo e violenza; le coltivano perché sono in guerra, non perché sono musulmane.
E ancora. Noi non usiamo la parola “ebreo” quando Israele attacca qualcuno. Non usiamo la parola “cattolico” quando un norvegese stermina suoi coetanei lontano dai valori tradizionali. Un attacco terroristico, un gesto di violenza, una guerra, è tale, a prescindere dalla sua matrice. Togliamo dall’informazione e dalla narrazione di queste tragedie la parola “Islam”.

17.00 Amnesty Italia aderisce alla manifestazione di Roma

17.01 Il ministro del governo francese Manuel Valls ha diffuso la massima allerta per la regione della Piccardia, dove sarebbero stati avvistati i fuggitivi. E intanto, a 30 ore dalla strage, dei colpevoli si sa sempre poco.

17.10 Esplosione nel nord della Francia.

17.20 Anche Marine Le Pen prova a sfruttare il momento e annuncia un referendum per reintrodurre la pena di morte in Francia.

17.25 Anonymous fa notare ironicamente cosa succede quando un assassino è nero, cosa succede quando è musulmano, cosa succede quando è bianco

17.30 La polizia francese cerca in ogni abitazione di Corcy

17.38 Un sondaggio della Pew Research intanto evidenzia bene quale sia il paese più anti islamico di Europa. No, non è la Francia…

17.55 Aggiornamenti sui feriti dell’agguato di ieri a Charlie Hebdo. Fonte Guardian
4 persone gravemente ferite sono state operate e rimangono sotto osservazione
7 persone leggermente ferite sono state curate e dimesse
65 persone sotto shock stanno ricevendo assistenza psichiatrica

18.11 I due killer sarebbero stati localizzati a 70 km d Parigi

18.14 Caccia all’uomo casa per casa della polizia francese

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18.15 Il governo siriano ha espresso le condoglianze a Hollande ma non ha perso l’occasione per sottolineare come i governi occidentali abbiano armato le mani jihadisti in funzione anti Assad.

23.14 Nonostante le ricerche iniziate da 36 ore e decine di migliaia di poliziotti impiegati, nessuna traccia dei fuggitivi. La caccia all’uomo suona davvero come un fallimento al momento per le forze di sicurezza francese e più passano le ore più sembra complicata. Non sono serviti gli elicotteri e i mezzi speciali impiegati nella zona a nord est di Parigi dove i fratelli Kouachi avrebbero fatto rifornimento stamattina intorno alle 10.30.

Charlie Hebdo: day 3

08.45 Continua la gigantesca caccia all’uomo di migliaia di poliziotti: obiettivo la cattura dei fratelli Kouachi, presunti autori della strage di mercoledì a Charlie Hebdo, rivista satirica “colpevole” di pubblicare disegni offensivi e blasfemi su Maometto. Siamo al terzo giorno di ricerche.

08.46 La notte non ha portato risultati. Decine di migliaia di poliziotti non sono ancora riusciti a localizzare i due fratelli.

08.50 Emergono alcuni dettagli sui presunti killer. Chérif Kouachi, 32 anni, avrebbe viaggiato in Yemen e si sarebbe addestrato con Al Qaeda. Nel 2005 lo stesso era stato arrestato mentre tentava di partire verso l’Iraq per arruolarsi nelle truppe antiamericane. Entrambi i fratelli erano sulla no fly list.

08.51 Arriva intanto l’elogio del Califfato, che definisce i killer eroi.

09.45 Si parla di spari vicino a Dammartin-en-Goele, a 40 km da Parigi. I fuggitivi potrebbero essere entrati in una fattoria e aver preso degli ostaggi. In arrivo elicotteri sopra la zona, come riporta Le Figaro.

09.50 Tutti gli accessi al villaggio sono bloccati: agli abitanti è stato consigliato di non uscire di casa. È la volta buona?

09.53 Un’operazione è in corso a Dammartin-en-Goele, riporta il Ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve.

10.02 Secondo Le Figaro sarebbero iniziate le trattative con i fuggitivi

10.12 Secondo i giornali francesi ci sarebbero 2 morti e 20 feriti in seguito alla sparatoria di stamattina

10.17 Sarebbe questa ripresa da Le Figaro la fabbrica dove si sono asserragliati i fuggitivi. È intuibile che dopo 36 ore senza sonno saranno piuttosto provati e che le trattative non saranno affatto facili.

10.25 è stata smentita la notizia dei poliziotti morti stamattina. A dimostrazione della confusione che regna. Ora è in corso l’operazione contro i fratelli Kouachi, non è dato sapere se hanno degli ostaggi e quanti sono.

10.28 Chiuse le scuole attorno alla zona, si parla di un ostaggio.

10.41 Le forza armate sorvolano la casa con elicotteri.

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@Guardian

10.56 L’agenzia di stampa francese conferma che ci sarebbe un ostaggio. Al momento non si sa altro, se non che Dammartin-en-Goele è completamente isolata.

11.15 Aeroporto di Parigi parzialmente chiuso. Arrivano notizie di una dichiarazione dei fuggitivi, che avrebbero affermato “di voler morire come martiri”.

11.20 Le forze speciali sarebbero sul tetto dell’edificio

11.39 La diretta di France 24

16.40 A Parigi sei ostaggi in mano ad un terzo attentatore, Amedy Coulibaly, in un supermercato kosher. Chiuso il quartiere ebraico, sembra che il sequestratore avrebbe chiesto la liberazione dei fratelli Kouachi, presunti autori dell’agguato di ieri a Charlie Hebdo.

16.52 Parigi è nel panico: negozi stanno chiudendo, più di 80.000 poliziotti impiegati sui due fronti.

16.55 Cecchini sui tetti di Dammartin en Goele

16.56 Scontri a fuoco a Dammartin en Goele

17.00 Non si sa ancora nulla sugli scontri a fuoco, dopo ore di trattative però potrebbe essere stata decisa la linea dell’intervento.

17.03 Visti i due fronti la polizia francese non dice nulla. Le Monde però conferma blitz.

17.06 L’AFP conferma il blitz contro i fratelli Kouachi. A questo punto resta da capirne l’esito.

17.10 Quale sarà la reazione da Parigi al blitz contro i Koachi?

17.13 Esplosi colpi di artiglieria pesante a Parigi. È iniziato l’assalto.

17.17 Ora non resta che aspettare di capire cosa è successo nei blitz.

17.18

17.22 L’ostaggio dei fratelli Kouachi sarebbe vivo. Arriva la conferme che i fuggitivi sono stati uccisi.

17.25 Terminato il blitz a Parigi, un’ambulanza è sfilata via a tutta velocità.

17.26 Sarebbe stato ucciso anche Coulibaly, il sequestratore di Parigi.

17.28 Gran parte degli ostaggi sarebbero stai liberati. Due poliziotti feriti.

17.30 Intanto arriva la conferma che i fratelli Kouachi e Coulibaly apparterrebbero alla stessa cellula qaedista. Finisce così una giornata lunga più di 50 ore e un assedio di 7 ore.

17.36 Ora girano voci su una possibile morte di un ostaggio.

17.41 L’immagine degli ostaggi liberi. Non ancora confermata la morte di uno degli ostaggi.

17.47 Sarebbe stata catturata la compagna di Amedy Coulibaly.

17.48 Il momento dell’irruzione a Parigi

17.53 Il nome della compagna di Coulibaly è Hayat Boumeddienne, 26 anni. Sarebbe stata catturata viva.

17.57 Indiscrezioni parlano ora di quattro ostaggi morti.

17.58 Smentito il fatto che sia rimasta viva Hayat Boumeddienne. Sarebbe stata uccisa anche lei dalle teste di cuoio. C’è ancora grande confusione.

18.07 Marcia indietro. Secondo SkyTg24 la complice di Coulibaly sarebbe in fuga.

18.28 L’irruzione delle teste di cuoio contro i fratelli Kouachi.

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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