Caso Litvinenko: le accuse inglesi a Putin5 min read

24 Gennaio 2016 Mondo Politica -

Caso Litvinenko: le accuse inglesi a Putin5 min read

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Caso Litvinenko: le accuse a Putin del governo inglese. Ma chi era Alexander Litivinenko?
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Lo scorso 21 Gennaio, la commissione d’inchiesta britannica chiamata ad indagare sul presunto avvelenamento da polonio 210 ai danni di Alexander Litvinenko ha pubblicato un rapporto finale di 328 pagine relativo alle indagini: l’ex agente del KGB è stato avvelenato da due funzionari russi con la possibile approvazione da parte del Presidente Putin. Mosca ha preso subito le distanze da tali accuse denunciando la politicizzazione delle indagini sul caso Litvinenko. Ma chi era Litvinenko e perché questa vicenda rischia di tracciare un solco incolmabile fra la diplomazia russa e britannica?

Chi era Litvinenko: dal KGB all’avvelenamento da polonio

Entrato giovane nell’armata rossa per seguire le orme del padre, Litvinenko viene arruolato nel KGB nel 1988. Serve fedelmente i servizi segreti del suo Paese fino al Novembre del 1998 quando, assieme ad alcuni suoi colleghi, accusa i suoi superiori di aver pianificato l’assassinio del miliardario Boris Berezovsky. Dopo il successivo arresto ed una serie di altre incarcerazioni per accuse apparentemente montate ad arte, decide di fuggire nel Regno Unito dove ottiene asilo con lo status di rifugiato politico. Qui lavora come giornalista e scrittore oltre ad assumere il ruolo di consulente per l’intelligence britannica. Durante i suoi anni di esilio volontario, continua la sua battaglia personale contro il potere crescente di Vladimir Putin e pubblica diversi articoli e libri di denuncia riguardo le operazioni dei servizi segreti russi. Poco prima di morire, accusa pubblicamente il Presidente russo di essere il mandante dell’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja, uccisa proprio in quei giorni, ed il responsabile dell’avvelenamento da polonio 210 che lo sta portando alla morte. Litvinenko muore il 23 Novembre 2006 lasciando la moglie Marina ed il figlio Anatoly di 12 anni.

Caso Litvinenko: la ricostruzione dell’inchiesta

Nei giorni successivi alla morte dell’ex agente del KGB, altre persone vengono ricoverate per sintomi legati all’avvelenamento da plutonio 210 e tracce della sostanza radioattiva vengono riscontrate in due locali da lui frequentati e in due aerei della British Airways. Nel 2011, sotto la incensante pressione della vedova Maria e dall’associazione “Litvinenko Justice Foundation” da lei creata, viene istituita un’apposita commissione d’inchiesta sotto la supervisione di Sir Robert Owen, giudice della Corte Suprema. Dopo alcune difficoltà iniziali, le indagini partono nel Gennaio del 2015 e vengono chiuse ad un anno di distanza. Secondo la ricostruzione contenuta nel rapporto ufficiale dell’inchiesta, i due sospetti sicari al soldo dell’Fsb (successore del KGB) Dimitri Kovtun e Andrei Lugovoj arrivano all’aeroporto di Heathrow il 31 Ottobre del 2006. Con la scusa di una potenziale collaborazione in affari in Inghilterra, i due danno appuntamento a Litvinenko per il giorno successivo al bar dell’hotel Millennium dove alloggiano entrambi. Al suo arrivo, il dissidente russo trova i suoi presunti assassini seduti ad un tavolo con tre tazze di tè già servito e del gin. Nella sua tazza è già presente il polonio 210 che lo porterà alla morte. Litvinenko beve inconsciamente il tè avvelenato e viene ricoverato da lì a pochi giorni. Muore prima della fine di Novembre dello stesso anno. Secondo le indagini condotte dalla commissione, l’ex spia del KGB sarebbe diventato un soggetto “scomodo” per la Russia a causa della sua collaborazione coi servizi segreti britannici e spagnoli a cui forniva precise indicazioni sulle possibili connessioni fra esponenti della mafia russa e personalità governative russe di spicco. I filmati e le tracce di plutonio rinvenute nella tazza e nelle stanze d’albergo dei due sicari sono prove schiaccianti che provano la loro colpevolezza. Gli inquirenti hanno anche raccolto prove e testimonianze sufficienti ad i identificare i mandanti dell’omicidio. Sir Owen nel rapporto scrive testualmente:

Tenendo in considerazione tutte le testimonianze, le prove e le analisi raccolte e presentatemi credo che l’uccisione da parte del Fsb fu probabilmente approvata da Mister Patrushev e anche dal Presidente Putin.

Le reazioni

“Quanto accaduto è assolutamente terribile e questo rapporto conferma quello che abbiamo sempre sospettato e creduto, cioè che si trattava di un’azione promossa dallo Stato”. Queste le dichiarazioni a caldo di David Cameron alla luce del rapporto della commissione. L’intenzione del governo adesso è quella di “indurire la sua linea diplomatica contro Mosca” e si dice “molto preoccupato per il coinvolgimento dei più alti vertici dello Stato russo”. Anche il ministro degli interni, Theresa May, ha espresso il suo giudizio durante una seduta del Parlamento: secondo lei, l’omicidio di Litvinenko “ha rappresentato una palese ed inaccettabile violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e di comportamento civile”.

Dalla Russia vengono, ovviamente, rigettate tutte le accuse: Lugovoj, attualmente deputato del Parlamento russo e insignito di una medaglia al valore da Putin stesso, ha etichettato come assurde le accuse a lui rivolte e anche la portavoce del ministro degli esteri, Maria Zakharova ha voluto sottolineare: “Siamo dispiaciuti che un caso di rilevanza strettamente penale sia stato politicizzato e che abbia oscurato l’atmosfera generale delle relazioni bilaterali”. Argomento ripreso anche dal portavoce ufficiale di Putin Dmitri Peskov: “Queste pseudo-indagini non possono che danneggiare ancora di più i rapporti bilaterali fra Russia e Gran Bretagna”.

Marina Litvinenko, vedova di Alexander, ha ringraziato la giustizia britannica ed a conclusione di un intervista rilasciata al The Guardian ha voluto commentare con le parole di suo marito la sentenza che riconosce la sua verità: “Potete ovviamente mettere a tacere una persona. Ma non potete mettere a tacere il Mondo”.

L’ambasciatore russo a Londra è stato convocato dal Governo ed i due sicari sono stati ufficialmente accusati di omicidio dalla polizia britannica. La Russia ha già fatto sapere che non permetterà l’estradizione dei suoi concittadini in quanto, viste le circostanze, la Costituzione russa non lo consente. L’inasprimento nei rapporti diplomatici fra i due Paesi potrebbe tradursi nella lotta per l’imposizione di nuove sanzioni internazionali alla Russia o per il mantenimento di quelle attualmente in vigore legate alle passate vicende ucraine. Inoltre, Londra e Mosca sono entrambe attive nel conflitto siriano su schieramenti opposti e un congelamento bilaterale potrebbe portare ulteriori difficoltà in un eventuale tavolo per la pace.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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